[FotoReport] Windham World Cup XC: Pendrel regina di Coppa, Stander vince in scioltezza, Fontana terzo

 

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Sul tracciato meno tecnico della World Cup succede un po’ di tutto. Georgia Gould buca a un km dal traguardo, Catharine Pendrel vince in volata gara e Coppa. Tra gli uomini, assenze, ritiri e guai meccanici decimano i protagonisti. Vince Burry Stander, Marco Aurelio Fontana resiste ed è ottimo terzo

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Il sesto nonché penultimo appuntamento con la World Cup XC si è tenuto nella parte settentrionale degli USA, a Windham, graziosa cittadina dello stato di New York (a circa un’ora di auto dalla omonima metropoli), incastonata dalle morbide chine delle Catskills Mountains.
E’ la terza volta che la Coppa del Mondo approdava a Windham, che quest’anno ha organizzato anche la downhill iridata. Dopo la devastazione dell’agosto 2011 – quando l’uragano Irene scaricò 25 mm di pioggia in poche ore, allagando la città e sconvolgendo l’orografia territoriale della zona – Windham è stata rimessa a nuovo dal grande lavoro della comunità locale, che per la prova di Coppa XC ha allestito un tracciato assolutamente nuovo e inedito. I 5.15 km del percorso con 220 metri di dislivello prevedevano la partenza dal cuore della città, il passaggio sull’unico ponte che ha resistito all’inondazione, quindi una lunga salita al GPM e un’altrettanto lunga discesa verso il traguardo. Un tracciato assolutamente privo di spunti tecnici, scorrevole, con un fondo sterrato e molto pietrisco smosso, in pratica assimilabile a una porzione di una prova marathon, anziché a un nervoso Cross country.
Come avvenuto in Canada, anche a questa trasferta americana non si sono visti i francesi Julien Absalon (Orbea Racing Team) e Jean-Christophe Peraud (AG2R La Mondiale), impegnato al Tour de France. Ma la notizia più eclatante è stata la rinuncia del leader di Coppa, l’elvetico Nino Schurter (Scott-Swisspower Mtb Racing Team), che ha inaspettatamente preferito iniziare la propria preparazione atletica in altura, in vista dell’appuntamento olimpico. Elite women prive della francese Julie Bresset (Team BH-SR Suntour), della polacca Maja Wloszczowska (Team CCC Polkowice) e della nostra Eva Lechner (Team Colnago Sudtirol), a Kirchberg (A) per una kermesse Cross country. Tra i Men Under23, ancora assenti i primi due della classifica generale, l’austriaco Alexander Gehbauer e il ceco Ondrej Cink (Merida Biking Team).

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Under 23
Come sempre, i primi a scendere in campo, alle ore 9.30 locali, sono stati i Men Under 23. Nonostante un blocco intestinale accompagnato da conati di vomito, il nostro Gerhard Kerschbaumer (Team TX Active-Bianchi) ha voluto ugualmente prendere il via, concludendo con un onorevole sesto posto, che gli permette di guadagnare una posizione nella classifica generale di Coppa, salendo così in quarta piazza. Gara dominata dall’olandese Michiel Van Der HeiJden (Rabobank Giant Offroad Team), come sette giorni prima in Canada. Secondo a 48” è giunto il tedesco Markus Schulte-Luenzum (Focus Mig Team), mentre terzo si è classificato lo svizzero Reto Indergand (BMC Mountainbike Racing Team).

Qui i risultati della gara e la classifica generale di World Cup della categoria U23 Men.


 

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Elite Women
Alle ore 11.30 locali – con una temperatura di 28° C, cielo terso e soleggiato e una leggera brezza di 9.8 km/h – partiva la gara delle 47 Women Elite, chiamate a percorrere cinque giri del tracciato di 5.15 km, senza tornata di lancio.
Fiammata iniziale della canadese Marie-Helene Premont, che però doveva ben presto cedere il comando a una scatenata Georgia Gould (Luna Pro Team), desiderosa di rifarsi dopo il posto d’onore di Mont-Sainte-Anne, amaro perché giunto dopo una gara dominata fino a 2 km dall’epilogo, quando i crampi l’avevano costretta a rallentare.
Al rilevamento intermedio del primo passaggio transitavano la Gould, la Premont a 3”, la ceca Katerina Nash (Luna Pro Team) a 9”, la norvegese Gunn-Rita Dahle (Multivan Merida Biking Team) a 12”, l’elvetica Katrin Leumann (Ghost Fctory Racing Team) a 22”, la canadese Catharine Pendrel (Luna Pro Team) a 26” e la russa Irina Kalentieva (Topeak Ergon Racing Team) a 34”. Poco prima della finish-line del primo giro, la Pendrel superava la Leumann, dando vita alla sua ennesima rimonta dopo una partenza alla camomilla. E infatti all’intertempo del secondo giro, la Pendrel era risalita in seconda posizione, a 30” dalla Gould, guidando il terzetto Nash-Premont-Dahle.
Distacchi quasi immutati anche al terzo giro, con l’arrembaggio in sesta posizione della “local” Lea Davison (Specialized Racing Team), sostenuta dal pubblico amico.

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Al suono della campana, cioè al termine del quarto lap, la Gould conduceva in tutta sicurezza con 45” sulla Pendrel, francobollata dalla Nash. Il margine arrivava addirittura a 55” all’intergiro, quando ormai mancavano circa 2 km alla bandiera a scacchi. Ma nel corso della lunga discesa finale, la gomma posteriore della Orbea 29er della Gould si afflosciava mestamente, lasciando la statunitense in balìa del destino, dato che la “tech zone” di assistenza era già stata superata.
Quando pareva che la Gould potesse comunque farcela, piombavano su di essa – rapaci come arpie – la Pendrel e la Nash, che noncuranti dei medesimi colori di scuderia la bruciavano impietosamente all’ingresso dell’ultima curva, e a poco valevano i reciproci abbracci consolatori dopo il traguardo.
Per la Gould una beffa atroce, davanti al proprio pubblico. La Pendrel, invece, si metteva nel carniere vittoria e World Cup 2012, dato che con questo trionfo portava il proprio vantaggio in classifica a 331 punti sulla compagna Katerina Nash.
Quarta classificata una regolare Premont, quinta Lea Davison, sesta la svedese Alexandra Engen (Ghost Factory Racing Team), settima una stanchissima Gunn-Rita Dahle, che negli ultimi km, per rimediare all’afflosciamento del pneumatico posteriore, è stata vittima di un colpo di calore che le ha fatto perdere tre posizioni.

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Le protagoniste
1- Catharine Pendrel (Luna Pro Team): le partenze fulminee non sono la sua specialità. Inizia con le marce ridotte, poi ritrova l’allungo, innescando la consueta, forsennata rimonta che la fa transitare dopo due giri al secondo posto, prima amazzone sulle tracce della lepre statunitense Gould. Converte in oro la foratura della Gould, intascando una insperata vittoria e mettendo in bacheca la Coppa del Mondo di specialità. Molto brava, ma anche molto fortunata.
2- Katerina Nash (Luna Pro Team): francobollata alla team-mate Pendrel, non molla mai anche se non riesce ad azzannare i polpacci della canadese. Segue la scia della sua compagna anche quando infilzano assieme la Gould.
3- Georgia Gould (Luna Pro Team): che l’atleta statunitense avesse il turbo lo si era capito fin da settimana scorsa in Canada. Questa volta si ricorda di rabboccare il serbatoio, onde evitare di restare a secco – come avvenuto a Mont-Sainte-Anne – ma si dimentica di controllare la pressione delle gomme, cosa che le risulterà poi fatale. Cavalca in solitaria dalla metà del primo giro fino a due curve dalla fine, quando il pneumatico posteriore la abbandona. Conclude in lacrime e ne ha ben donde. Vincitrice morale.

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4- Marie-Helene Premont: gara senza luci né ombre, sulla falsariga di quella disputata la settimana prima sul suolo amico. Non sembra soffrire il caldo della Catskills Mountains, e conquista un discreto quarto posto ai danni della Dahle.
5- Lea Davison (Specialized Racing Team): gara in rimonta per la 29enne statunitense, sospinta dal proprio pubblico. Per lei il miglior risultato stagionale.
6- Alexandra Engen (Ghost Factory Racing Team): supera prima la Kalentieva alle prese con i cricchetti delle scarpe, poi la Dahle in preda a un colpo di calore. Sesto posto inatteso ma voluto. La sua gioia al traguardo è grande. Siamo convinti di rivedere ancora sotto i riflettori questa bionda 24enne svedese.
7- Gunn-Rita Dhale (Multivan Merida Biking Team): l’avvenente vichinga veleggia costantemente in quarta piazza, ma quando è pronta a sferrare l’attacco finale si trova con la gomma posteriore afflosciata e l’acqua in ebollizione ed è pertanto costretta a rallentare, cedendo il passo. Peccato, avrebbe meritato di più.
8- Irina Kalentieva (Topeak Ergon Racing Team): stesso piazzamento della settimana precedente in Canada, stesso comportamento in gara. La strada per Londra è tutta in salita.

Qui i risultati della gara e la classifica generale di World Cup della categoria Elite Women.

Qui il replay della gara Elite Women.

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Elite Men
La competizione più attesa, quella degli Elite Men, partiva alle ore 14, con una torrida temperatura di 34°C e cielo ovviamente soleggiato. Per gli 80 partenti – orfani del capoclassifica Schurter e del “Roi” Absalon, dominatori delle prime cinque gare di Coppa – erano previsti sei giri del percorso.

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La scarsa tecnicità del tracciato, di per sé comunque faticoso, lasciava i principali protagonisti a ranghi compatti per il primo giro e mezzo. Il più pimpante sembrava essere il tedesco Manuel Fumic (Team Cannondale Factory), con il sudafricano Burry Stander (Team Specialized Factory), lo spagnolo José Antonio Hermida (Multivan Merida Biking Team), lo svizzero Florian Vogel (Scott-Swisspower Mtb Racing Team), l’altro spagnolo Sergio Mantecon Gutierrez (Wildwolf Trek Pro Racing) e il nostro Marco Aurelio Fontana (Team Cannondale Factory) agganciati alla locomotiva come ansimanti vagoni di un treno.
Nel terzo giro arrivavano le sorprese. Hermida perdeva il pedale sinistro, proseguiva spingendo con la sola gamba destra fino alla “tech-zone”, perdendo comunque un mucchio di tempo. Lo imitava Fumic, capoclassifica fino a quel momento, che si ritrovava con il pneumatico anteriore bucato. Anche per lui l’approdo alla zona di assistenza si trasformava in un calvario, e il fatto di smontare pinza disco e mozzo dalla forcella Lefty aggiungeva ulteriore perdita di tempo a quanto già sperperato. Dal palcoscenico se ne andava anche il ceco Jaroslav Kulhavy (Team Specialized Factory), in chiara “giornata no” e in preda a presunti dolori intestinali.
Al quarto giro rimanevano in testa il nostro Fontana, Stander e Mantecon Gutierrez, incollati ruota a ruota senza concedere un centimetro, con 48” sui tre elvetici Vogel, Mathias Flückiger (Trek World Racing) e Fabian Giger (Rabobank Giant Offroad Team) e sul rimontante statunitense Todd Wells (Specialized Racing Team). “Fonzie” iniziava a quel punto a sentire il profumo del podio, già gustato in Aprile a Houffalize. Restava da vedere quale gradino avrebbe occupato.
Ma nel quinto giro Stander rompeva gli indugi e accelerava fortemente, guadagnando in breve 8” su Mantecon Gutierrez e 18” su Fontana, mentre Wells si portava in quarta posizione a 34”. Giger bucava e cedeva il posto al canadese Max Plaxton, mentre Flückiger sopravanzava Vogel.
Sesto e ultimo lap sul velluto per Stander, che andava a vincere la sua prima gara di World Cup Elite con 17” di vantaggio su Mantecon Gutierrez, mentre Fontana doveva dar fondo a tutte le proprie energie per difendersi dagli attacchi di Todd Wells, staccato di soli 3” sulla finish line. Hermida concludeva in 27esima piazza dopo il guaio al pedale, mentre Fumic si ritirava per stanchezza, dopo avere provato a recuperare.

 

La classifica generale di Coppa vede ora sempre al comando l’elvetico Nino Schurter con 950 punti, insidiato a 938 da Stander. Kulhavy rimane fermo a 785, mentre al quarto posto – con un guadagno di quattro posizioni -. troviamo il nostro Marco Aurelio Fontana con 670 punti. Per lui una bella iniezione di fiducia in vista dell’ultimo appuntamento di Coppa, il 28 Luglio in Val d’Isère.

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I protagonisti
1- Burry Stander (Team Specialized Factory): approfitta di assenze e disgrazie dei grossi calibri per conquistare la sua prima vittoria in Coppa nella categoria Elite, lui che aveva già vinto tra gli Under 23. Corre con buona condizione e grande acume tattico, viaggiando di conserva e attaccando al momento giusto. Tra quattro settimane in Val d’Isère sapremo se potrà portarsi a casa anche la World Cup. Non sarebbe male per un 25enne come lui.
2- Sergio Mantecon Gutierrez (Wildwolf Trek Pro Racing): la convocazione olimpica gli ha infuso una condizione superlativa. Protagonista nelle gare di Cross country internazionali, ma mai in quelle mondiali, ha dimostrato buone qualità settimana scorsa in Canada, ma qui si è superato.

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3- Marco Aurelio Fontana (Team Cannondale Factory): un pochino meglio rispetto a sette giorni fa in Canada. E’ in fase ascendente di condizione, dovrebbe raggiungere il top tra una quarantina di giorni, per l’appuntamento con i Giochi Olimpici. Qui a Windham si batte alla pari con tutti per quattro giri, poi deve calare quel poco che non gli consente di lottare per la vittoria. Tiene comunque bene la terza piazza. Tenace e volitivo.

4- Todd Wells (Specialized Racing Team): gioca in casa, pesca il jolly e accarezza il podio, soffiatogli negli ultimi metri dal nostro “Fonzie”. Il vecchio 37enne comunque non la piglia male, anche perché era da una vita che non lo si vedeva tra i primi cinque a festeggiare.
5- Mathias Flückiger (Trek World Racing): tra la Racers Bike Cup elvetica e la World Cup c’è una bella differenza. Protagonista in patria, in Coppa non aveva mai raccolto risultati così prestigiosi. Bravo a crederci fino alla fine, anche grazie alla sfortuna di quelli davanti a lui.
27- José Antonio Hermida (Multivan Merida Biking Team): cavaliere d’onore al “Ballo della Malasorte” assieme alla damigella Geargia Gould e al terzo incomodo Manuel Fumic. Lo spagnolo non si demoralizza, stringe i denti e accetta la sconfitta chiudendo 27esimo con lo stile che lo contraddistingue. Manuel Fumic, invece, riparte e dà tutto, addirittura troppo, “saltando” nel finale.
37- Adam Craig (Rabobank Giant Offroad Team): lo statunitense, già Campione del Mondo di “single speed”, ha voluto correre la gara con una bici a rapporto singolo, coronando il suo sogno di disputare una prova di World Cup pedalando l’amata “single speed”. Il pubblico era tutto per lui.

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Qui i risultati della gara e la classifica generale di World Cup della categoria Elite Men.

Qui il replay della gara Elite Men.

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