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La gara XC più importante degli ultimi 4 anni dista ormai solo qualche giorno: sabato 20 (donne) e domenica 21 agosto (uomini), entrambe alle 17:30 ora italiana, verranno assegnate le medaglie olimpiche a Rio de Janeiro. È ora dunque di dare un’occhiata attenta al tracciato, dopo che è rientrato l’allarme per l’incendio scoppiato due giorni fa vicino alla zona dell’evento.
Cominciamo dal video girato da Kulhavy lo scorso anno, quando gli atleti erano andati a Rio per testare il percorso.
La location è fuori Rio de Janeiro, a Deodoro precisamente. La lunghezza del tracciato è di 4.8 km, ed è stato costruito appositamente per la gara olimpica da Nick Floros, responsabile anche dell’evento XC di Londra 2012. Tutto è stato dunque posto artificialmente, a cominciare dal rock garden dopo la prima lunga salita/discesa. Ha un aspetto minaccioso, ma ci sono diverse linee dirette che vi passano attraverso.
È proprio il susseguirsi di brevi ripide salite e discese con tanti ostacoli a costituire la difficoltà principale, cioè quella di non potersi mai “riposare”. La tecnicità della pista non è elevata, elevata è di conseguenza la velocità a cui i rider la percorranno.
A meno che il meteo non si metta di traverso, come sembra che voglia fare per la gara maschile di domenica. Le previsioni danno il 70% di probabilità di pioggia. Non sappiamo quanto siano affidabili, ma nel caso abbiano ragione gli ostacoli artificiali di cui parlavamo in precedenza diventeranno scivolosi ed insidiosi, in particolare i tronchi messi di traverso sulla pista.
Sarà una gara che si deciderà negli ultimi metri, come a Londra 2012? Nella speranza che nessuno perda la sella come Fontana in quell’occasione, un finale allo sprint è sempre possibile. Questa volta, però, il tracciato è meno arzigogolato nei pressi dell’arrivo e difficilmente si assisterà ad un sorpasso in curva come quello di Kulhavy nei confronti di Schurter.
Lo svizzero è quello con la pressione maggiore: non solo perché l’oro olimpico è l’unico trofeo mancante al suo palmares (dopo il bronzo di Pechino e l’argento di Londra), ma anche perché un’intera stagione è stata filmata e promossa come “Caccia alla gloria” (Hunt for Glory). Si preannunciano notti insonni, pur nella bellissima magione in cui ha trovato quartiere.
Una star di eccezione al via: Peter Sagan, qui in foto con Kulhavy. Un grande nome sulla carta, ma che in pratica avrà delle serie difficoltà ad andare in testa, visto che partirà lontano dalle prime file. La cosa sicura è che un personaggio del genere sia un’ottima promozione per il nostro sport.
Fra gli uomini abbiamo in partenza il bronzo olimpico 2012 Marco Aurelio Fontana, 10° nella classifica della coppa del mondo, Luca Braidot, 21°, e Tiberi, 70°. I numeri ingannano, perché Braidot non ha preso parte alla coppa del mondo di Mont Sainte Anne e non ha quindi raccolto punti, quando invece, guardando alla stagione di coppa del mondo, appare essere l’azzurro più in forma.
Fontana non sta vivendo una grande stagione, ma si gasa molto ai grandi appuntamenti, e poi è il vincitore della medaglia di bronzo a Londra 2012, quindi è lecito aspettarsi una bella gara da lui.
Andrea Tiberi ha lottato contro un problema alla tiroide durante l’inverno, da cui si è ripreso non tornando però ancora ai livelli a cui ci aveva abituati nel 2014. Speriamo che la sua forma continui a crescere fino all’appuntamento di domenica.
Fra le donne il posto a disposizione dell’Italia era solo uno, assegnato ad Eva Lechner. Non una grande stagione neanche per lei, questa.
Non resta che augurare un grosso in bocca al lupo a tutta la squadra e sintonizzarsi davanti al televisore sabato e domenica alle 17:30!
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