rischiare

Rischiare, fino a che punto?

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La mountain bike è uno sport con dei rischi congeniti, così come tutto il ciclismo. Stare in equilibrio su due ruote è una cosa che va imparata e che non è intrinseca nella nostra natura di esseri umani. Viene da sé che si cade e che cadere fa parte dell’andare in bicicletta, anche quando si va a prendere il pane con la bici da città dotata di cestello.

La differenza fra il cadere accidentalmente e il cadere perché si rischia consapevolmente è però enorme. Quando si sceglie di rischiare lo si fa per i più disparati motivi: per primeggiare in gara, per farsi belli di fronte agli amici, per chiudere un passaggio che non si era mai osato fare.



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Alcune volte si premedita il rischio, se così si può dire. Si studia il passaggio difficile, ci si avvicina al salto più volte, prendendo la rincorsa e immaginandosi dove si andrebbe ad atterrare, si percorre la curva a velocità sempre maggiori.

rischiare

Ciò che spesso decide fra il rimanere in sella e cadere rovinosamente a terra è la nostra testa, più che le nostre capacità tecniche. Quando si è in giornata sì, si affrontano le difficoltà con più baldanza, senza pensarci su tanto. Spesso queste giornate coincidono con tempo soleggiato e temperature gradevoli, fateci caso. Quando si è in giornata no, la soluzione migliore è quella di godersi il giro e stare lontani da ogni situazione al limite.

C’è un modo per allenare la testa al rischio? Sicuramente: migliorando le nostre capacità tecniche. Il che ci riporta al punto di partenza: per migliorarci tecnicamente dobbiamo superare le nostre paure. Un circolo vizioso che non è facile rompere.

Da qui però la domanda del titolo: è veramente necessario rompere questo circolo vizioso, che in fondo ci preserva dal farci male, cioé è veramente necessario rischiare più del dovuto? Se guardiamo ai bambini, il circolo vizioso viene rotto ogni volta che imparano una cosa nuova: camminare per esempio richiede coraggio, perché si cadrà le prime volte che lo si prova a fare.

Quello che differenzia i bambini dagli adulti è però la paura: i primi non ne hanno, i secondi ne hanno fin troppa. Quindi cosa possiamo fare per migliorarci senza rischiare troppo?

A voi la risposta.

 

Commenti

  1. Condivido in pieno sia le domande poste da Marco nell'articolo, che le risposte date dai ragazzi qui sopra.
    E' esattamente così: la voglia di rischiare è direttamente proporzionale all'età.
    Così come ci sono quei giorni in cui rischiare un pò di più ti viene spontaneo.. naturale.
    Ad ogni modo, bello spunto di riflessione.
    Bravo @marco

    DON
  2. lorenzom89:

    su questa frase non sono molto d'accordo..
    cioè la tecnica secondo me si può migliorare notevolmente anche senza superare le paure. es voglio imparare a fare i drop.. posso mettermi con un istruttore a bordo di un marciapiede e imparare.. con zero paura.. poi magari passo a un drop da 50cm.. e magari il drop da 2 metri non avrò mai il coraggio di farlo ma intanto la tecnica giusta ce l'ho.. e magari quella volta che sono "in giornata" magari non faccio il drop di 2 metri.. ma faccio quello da 1,5 metri che non avrei mai avuto il coraggio di farlo senza quella confidenza che mi ha dato la tecnica giusta.

    quindi secondo me ci sono 2 punti fondamentali: gli infortuni, la tecnica.
    gli infortuni sono quelli che fanno aumentare di tanto la paura, se fai 2 anni di discese senza infortuni la confidenza aumenterà di molto
    la tecnica è quella che ti permette di non cadere e di non avere infortuni, e quindi è la cosa fondamentale da padroneggiare

    quindi alla domanda finale del post io rispondo: tecnica, tecnica, tecnica.. corsi di guida, video, stare attenti a come stiamo sulla bici, a come freniamo, a dove mettiamo il peso ecc..
    in tanti invece vedo che scendono più che altro guidati dall'emozione.. con errori di guida che li portano a correre rischi enormi.. senza neanche rendersene tanto conto..
    Anche se il livello di accettazione del rischio e' individuale, e varia di giorno in giorno, sono abbastanza d'accordo con la tua tesi. La padronanza del mezzo aumenta la confidenza e limita la paura. Per aumentare la padronanza ci vogliono ore di allenamento, mirato al miglioramento, altrimenti si ottiene comunque poco. La differenza grande tra adulti e bambini, secondo me sta sia nella velocità di apprendimento, sia nella migliore risposta agli stimoli, sia nella minor paura dei bambini. Io ho imparato da poco ad impennare bene, ci ho messo tanti anni, mi figlio ci ha messo qualche mese.
  3. Con l’età si matura ( o almeno si dovrebbe ) e per riflesso si capisce che le cose importanti e le priorità sono altre rispetto a chiudere un passaggio o fare un salto rischiando di spaccarsi in due e magari mettere a repentaglio il proprio lavoro o la sicurezza/ serenità familiare .
    Se poi a 40/50 anni uno sente ancora il bisogno di rischiare l’osso del collo solo per fare il figo al bar o davanti a degli sconosciuti … beh magari qualcosa che non va nell’autostima a mio avviso c’è !
    Nulla da dire invece per quei veri temerari che proprio senza rischio non riescono a vivere … se sono scelte consapevoli .

    A 42 anni con un figlio e una compagna e un lavoro …. preferisco di gran lunga farmi le vacanze in spiaggia con loro sereno piuttosto di farmi venire a trovare all’ospedale perché dovevo fare il drop della vita ….
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