[ad3]
RockShox ci ha dato l’opportunità di andare nel British Columbia per due giorni di riding e messa a punto delle sospensioni, a Squamish e Whistler. Non era l’evento di lancio di un prodotto, tutt’altro. Il solo scopo del viaggio era di testare veramente a fondo gli elementi elastici ad aria di Pike e Monarch.
Come molti di voi già sapranno, uno dei punti cui SRAM dà maggiore importanza nella progettazione delle proprie sospensioni è la semplicità della messa a punto da parte di rider di diversi livelli di esperienza, diverse misure, pesi ecc. In questo camp ci siamo concentrati soprattutto sulle regolazioni della parte aria tramite l’uso di riduttori di volume che permettono di cambiare la curva di compressione.
Nel gergo SRAM, i riduttori di volume della Pike si chiamano Bottomless Token e quelli del Monarch si chiamano Bottomless Ring. Il punto era testare una grande varietà di opzioni per vedere quanto sia ampia la scelta di settaggi. Abbiamo speso più tempo del solito con setup improbabili, ma da questo abbiamo imparato molto.
Sean Cruikshanks ci ha regolato di persona tutte le bici personalmente: grandioso. Se non avete mai sentito parlare di lui, sappiate solo che molti lo chiamano “Il mago”: un soprannome che si è guadagnato negli anni.
Il primo giorno siamo partiti con un settaggio base ed abbiamo fatto un giro assassino a Squamish, su un mix incredibile di terreni. Prima di uscire sui sentieri però bbiamo discusso un po’ di tecnica con alcuni ragazzi di SRAM. Il secondo giorno invece siamo andati a Whistler ed abbiamo fatto qualche prova ripetuta, in modo di confrontare i diversi setting in un ambiente controllato e su una grande varietà di terreni. Prima di entrare nel merito di questo processo descriviamo però il nostro settaggio di partenza. Il nostro tester, del peso di 82 kg, ha usato una Trek Slash con 160mm di escursione posteriore gestiti da un Monarch Debonair e 160mm davanti dati da una Pike Solo Air.
Regolazioni Monarch Aria – 28% sag a 240 PSI, 2 Bottomless Ring installati (su un totale di 8) Frenatura – Ritorno 11 click dal tutto aperto.
Regolazioni Pike Aria- 18% sag a 100 PSI, 1 Bottomless Token (su 4 possibili). Frenatura – Ritorno 12 click dal tutto aperto, compressione 10 click dal tutto aperto.
Le cose si sono fatte subito molto interessanti. L’ex atleta di coppa del monto, attuale responsabile pubbliche relazioni SRAM, Duncan Riffle ha preso il timone. La prima cosa che ci ha fatto fare è stata togliere tutti i Token dalla Pike per provarla nella sua impostazione più lineare alla stessa pressione. Come ci aspettavamo, la forcella si muoveva parecchio, ma sembrava gestire particolarmente bene gli urti medi. Le radici e le piccole rocce sparivano, ma entrati nelle curve più piane, strette e nelle sezioni flow, abbiamo dovuto far lavorare i muscoli per trovare il ritmo: la forcella affondava un po’. Questo setting potrebbe essere la scelta giusta per il ripido e per i fondi più critici in cui ogni pizzico di tenuta è prezioso.
La parte successiva è stata sorprendente: ci aspettavamo di ridurre gradualmente il volume della camera positiva, invece siamo andati direttamente al numero massimo di Token. Duncan ed il Mago ne hanno messi 4 nella nostra Pike e ci hanno mandato a girare. L’intero processo è stato molto più veloce di un cambio gomma.
I primi tratti tecnici ci hanno shakerato per bene le mani. Però, facendoci strada verso le curve strette e le sezioni che chiedevano di pompare un po’, abbiamo cominciato ad apprezzare il supporto in più che ci dava la forcella nella zona centrale dell’escursione e vicino al finecorsa. Non è un setup che useremmo per i nostri giri, considerati anche il nostro peso e lo stile di guida. È stato comunque istruttivo provarlo e sapere che potrebbe essere utile ad altri biker.
Va notato che ogni volta che aggiungevamo un Token, indurivamo la molla oltre a cambiarne la curva di compressione. Considerato questo, abbiamo aggiunto ogni volta 1-2 click di frenatura in ritorno ogni volta che montavamo un Token in più, per mantenere il controllo della bici. Adesso era il momento di capire veramente quanti Token sarebbero serviti per trovare il nostro setting ideale. Giro dopo giro, ci siamo decisi per 2 Bottomless Tokens, 85 PSI, 13 click di frenatura in ritorno e 10 in compressione, entrambi dal tutto aperto. Una bella differenza dal nostro setup iniziale.
Il secondo passo consisteva nell’occuparsi dell’ammortizzatore. Ci avevamo già fatto 7-8 giri, così Duncan e Wizard (il mago) hanno smontato gli ammortizzatori dalle nostre bici e ci hanno messo 6 riduttori di volume. Con 6 Bottomless Rings non abbiamo notato grandi differenze nelle prove in parcheggio. Notate che, per avere lo stesso feeling che avevamo con 2 Rings, abbiamo aggiunto un click di frenatura in ritorno. Abbiamo anche abbassato la pressione a 225 PSI per tornare al nostro sag del 28%. E poi via per un giro.
All’inizio, ci saremmo aspettati che la sospensione fosse poco sensibili sugli urti piccoli e medi. Non è stato così ed anche se ci saremmo aspettati un’andatura piuttosto dura, abbiamo notato che, malgrado il confort non fosse massimo, la bici si mangiava comunque la maggior parte degli ostacoli con disinvoltura.
Siamo rimasti impressionati da quanto poco dovesse metterci il rider per staccarsi bene dalle rampe dei salti o per uscire veloce dalle curvette strette. Con una scelta di 0-8 Ring da una parte e 0-4 Token dall’altra, si può dire che cambiare 2 ring ha circa lo stesso effetto che cambiare un Token. Ne consegue che al posteriore si può lavorare un po’ più di fino, ma se proprio volete la personalizzazione massima, si può sempre tagliare un Token in due con un seghetto ed usarlo per una impostazione intermedia.
Potremmo farlo per il gusto di provare, una volta tornati a casa sui nostri trail locali. Dopo una serie di prove siamo arrivati al setting seguente per il Monarch: 4 Bottomless Rings, 230 PSI e 12 click di frenatura in ritorno dal tutto aperto. Una differenza non enorme dal nostro setup originale, ma sicuramente facile da notare. Per concludere, questo camp è stata un’esperienza interessante di test rigorosi e ci ha dato l’opportunità di capire quanto si possa veramente cambiare il comportamento delle sospensioni Rock Shox. Non ci sono molti concorrenti di RockShox che danno una tale possibilità di personalizzazione sia per la forcella che per l’ammortizzatore. Tanto di cappello. Ed un grazie enorme ad Adrian Marcoux per le foto!
[ad12]