Rose ha scelto la località francese di Vaujany, nel comprensorio dell’Alpe d’Huez (quello della Megavalanche), per presentare agli addetti ai lavori la gamma mtb 2012 . Ad accoglierci, oltre all’organizzatrice dell’evento Diana Weidner, erano presenti il progettista Andreas Heimerdinger, Sergio di Rose Italia ed il freerider americano Bobby Root, da alcune stagioni testimonial Rose.
Il compito di immortalare il tutto è stato affidato al fotografo bavarese Franz Faltermaier, autore di tutte le immagini di questo articolo, mentre per mtb-forum eravamo presenti io e Biker Simone.
La gamma Rose è talmente vasta che menzionare tutti i modelli sarebbe troppo dispersivo (non c’erano neppure tutti). Ci limiteremo perciò a quelli che riteniamo più interessanti, alle novità assolute ed a quelli che hanno beneficiato delle migliorie più significative.
Cominciamo col dire che le sospensioni posteriori sono state oggetto di uno studio volto a migliorarne ulteriormente la sensibilità nella zona di SAG e ad ottimizzare l’anti-squat. Le full utilizzeranno inoltre un perno passante da 12 mm di diametro sviluppato da DT Swiss e la battuta sale a 142 mm (150 mm per la Beef Cake versione DH).
A livello estetico viene introdotta una nuova colorazione anodizzato nero con le scritte in translucido (vedere la foto della Beef Cake). I gusti son gusti e non è che ci sia troppo da discutere, ma la prima impressione è che si tratti di una colorazione che non lascia indifferenti. In un senso e nell’altro (personalmente è il colore che sceglierei).
Ma passiamo ai vari modelli cominciando con le hardtail, e segnatamente la Psycho Path in carbonio utilizzata in World Cup dalla squadra XC Rose. Grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Scienze Applicate dell’Università di Bocholt (Germania) e con il team di sviluppo telai in Asia, il peso del telaio World Cup Serie scenderà sotto la fatidica soglia dei 1000 g in taglia M. Per un utilizzo meno esasperato sarà comunque disponibile anche la versione Pro, più economica e circa 300 g più pesante. Altra novità di rilievo sulle hardtail in carbonio è il passaggio cavi completamente interno, dal tubo sterzo ai foderi bassi.
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Altra “particolarità” vista sulla Psycho Path è il posizionamento della pinza del freno posteriore (cliccare sulla foto per ingrandire):
Gli stessi studi utilizzati per lo sviluppo della Psycho Path WC da 26″ sono stati applicati alla hardtail in carbonio da 29″, chiamata Mr. Big. Anche in questo caso le versioni disponibili saranno due: World Cup per un peso del telaio di circa 1150 g e la più economica versione Pro con un peso di circa 1400 g.
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Sembrerebbe che le 29″ stiano facendo breccia anche fra il pubblico e quindi i produttori tedeschi, e Rose lo conferma con la Dr. Z, full in alluminio da 100 + 100 mm. Complice la mia scarsa esperienza in termini di 29″, la curiosità per questa bici era tanta e ben volentieri ce la siamo “spupazzata” per un’intera giornata sulle montagne di fronte a La Meje, ricche di sentieri pedalabili anche in salita. Proprio in questo frangente la Dr. Z ci ha maggiormente impressionati, sfoderando delle sorprendenti doti di arrampicatrice e facendoci divertire anche su salite che in genere richiedono ben più impegno e “sofferenza”.
Tutto bene anche in discesa, ma il sentiero che dal Col de “je ne rappelle pas” scende in picchiata su La Grave è talmente fluido che bisogna veramente impegnarsi per avere dei problemi. La Dr. Z è in definitiva un mezzo che ci ha molto incuriositi e sul quasle ben volentieri rimetteremmo i nostri nobili fondoschiena per un test approfondito.
La bici in foto è in livrea “prototipale”, quindi non disponibile al pubblico (peccato!).
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Destinazione d’uso simile alla Dr. Z ma ruote dal classico diametro di 26″: per i più tradizionalisti Rose propone la Jabba Wood, una full da 130 mm di travel anteriore e posteriore. Senza peli sulla lingua: fra tutte le bici da me provate è forse quella che più mi ha lasciato indifferente. Per un giudizio definitivo servirebbe ovviamente un test più approfondito, soprattutto in discesa, ma così sui due piedi forse le preferirei la Dr. Z da 29″ (che però era equipaggiata con una forcella da 130 mm a travel variabile).
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Stesso travel e medesima destinazione d’uso, la versione per donna della Jabba Wood si chiama Crystal Stroke e la vedete nella foto qua sotto
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Granite Chief e la versione per ladies Verdita Green sono la proposta all mountain per eccellenza di Rose. Oltre alle migliorie comuni a tutte le full di cui si è già detto, due sono le novità più interessanti: la possibilità di scegliere ammo con diverso volume in base al peso ed alle esigenze del biker e la possibilità di montare il mozzo posteriore Rohloff’s 14-speed Gearbox.
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“Cavallo che vince non si cambia”: la Uncle Jimbo è forse il modello di maggior successo di Rose e geometricamente rimane invariato rispetto all’anno scorso. Rimane inteso che, al pari della Granite Chief, godrà degli affinamenti comuni a tutte le full e della possibilità di adottare ammortizzatori di diverso volume in base a peso ed esigenze del rider.
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Ecco Biker Simone mentre spreme lo zio durante un bellissimo giro in stile enduro da lui stesso scoperto
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La Beef Cake SL è oggetto di un test di durata attualmente in corso ed è la bici che ho maggiormente usato in questi mesi, quindi non nascondo che si tratta del modello che più di tutti ero curioso di provare. Travel anteriore e posteriore rimangono invariati, ma con un angolo sterzo di 65.5° ed il movimento centrale più alto, la nuova SL è meno “esasperata” della versione 2011 e promette maggior versatilità (vedere il test per capire a cosa mi riferisco: http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=197180 ). Succulenta novità è inoltre il nuovo link con due punti di ancoraggio dell’ammo, grazie al quale sarà possibile ridurre il travel posteriore a circa 165 mm ottenendo al contempo una sospensione più “piena” ed utilizzando pressioni inferiori nell’ammo. Si tratta di un’opzione interessante non solamente per i riders più pesanti, ma anche per chi desiderasse un set-up più consono a tracciati particolarmente filanti dove è richiesta reattività. Interessante è che la variazione del punto di ancoraggio dell’ammo non comporta variazioni geometriche, ma solamente risposta e corsa della sospensione.
Notare che nel 2012 in realtà non esisterà più la distinzione fra versioni SL e FR, dato che tutte adotteranno il medesimo telaio (derivato da quello della SL 2011). Ovviamente saranno disponibili diversi montaggi che orienteranno le varie versioni verso un uso più o meno pedalato.
Fra le varie Beef Cake SL portate da Rose spiccava particolarmente l’anodizzata nera con Hammerschmidt
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Nonostante le Schwalbe Muddy Mary da 2.5″ sia davanti che dietro, con la BC ci ho fatto un po’ di tutto: percorsi enduro pedalati, sentierini guidati nel bosco, qualche passaggio tecnico e per non farmi mancare nulla anche il tracciato della Megavalanche.
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Passiamo alla Beef Cake DH, il mezzo preferito dal freerider californiano Bobby Root. Travel di 200 mm e, come anticipato, telaio diverso e più massiccio rispetto alle altre versioni (all’Air Show di Riva del Garda il buon Bobby va regolarmente ed abbondantemente oltre i 20 m, ed un telaio che si spezza sotto il sedere in un frangente simile non sarebbe una cosa augurabile).
Novità 2012 è la colorazione bianca con grafica esclusiva
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Ed ecco il buon Bobby mentre solleva un po’ di polvere dalle parti dell’Alpe d’Huez:
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Chiudiamo questa carrellata con la The Jester, full da slopestyle sviluppata in collaborazione con Jakub Vencl, da poco entrato a far parte del team Rose. Anche in questo caso la colorazione testimonia che si tratta di un prototipo (ed anche in questo caso secondo me è un peccato), mentre la grafica è la stessa della DH.
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