Saracen, marchio britannico operativo dal 1987, è distribuito in Italia da backcountry.it (presente anche sul forum con una sezione dedicata). Grazie a loro siamo riusciti a mettere le mani sulla Ariel, modello all mountain da 140 mm di travel posteriore che sulla carta (e come vedremo anche sul campo) si presentava estremamente interessante. Lo schema adottato per la sospensione posteriore è di tipo monocross assistito e le versioni disponibili sono tre (+ il kit telaio). La Ariel3 in test è la top di gamma nonchè l’unica ad adottare una forcella da 150 mm di travel, mentre le versioni 1 e 2 adottano forcelle da 140 mm. Al di là della differenza nei montaggi, l’intento di Saracen è quello di fornire una valida piattaforma di partenza (telaio e ammo) comune a tutte le versioni con un occhio di riguardo per il prezzo della bici completa. Ma lasciamo la parola ai ragazzi di backcountry.it per una spiegazione più dettagliata della filosofia che sta alla base di questo progetto:
“La filosofia Saracen per le Ariel (3 montaggi + 1 telaio) è fornire un telaio montato con ammo top di gamma (Fox RP23 con boost valve) su tutte le versioni, anche sulla entry level, ed in generale forcelle di gamma medio/alta. Questo perché secondo Saracen il comportamento di una bici è dato principalmente da questi componenti. E’ vero che anche gli altri lo influenzano, ma è più facile (e solitamente meno costoso, aggiungiamo noi) per l’utente medio sostituirli e montarne di più adeguati alle proprie esigenze piuttosto che cambiare forcella o ammortizzatore. La Ariel3 in test è la versione con il montaggio migliore, pur con un prezzo che rimane a livelli abbordabili.
Al momento non è prevista una top di gamma da svariate migliaia di Euro. Per chi desidera questo tipo di bici, ben sapendo che di norma si tratta di persone con idee ed esigenze ben precise, Saracen mette a disposizione il kit telaio che ognuno provvederà a “vestire” secondo i propri gusti (vedere a fine test prezzi e composizione del kit).
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Analisi statica e prime sensazioni
A livello estetico la Ariel è più elegante che vistosa. Non una di quelle bici che attirano gli sguardi, insomma, anche perchè il dettaglio forse più particolare ed accattivante, vale a dire il biellismo della sospensione posteriore, si trova in posizione molto discreta a ridosso della congiunzione fra tubo sella ed obliquo, protetto dal carro stesso. Per chi desiderasse dare alla bici un aspetto un po’ più vistoso, Saracen offre comunque di serie un kit di adesivi che permette la personalizzazione del telaio (più sotto trovate la foto).
Le tubazioni del telaio sono a triplo spessore in lega di alluminio 7005/T6 realizzate su specifica richiesta, il tubo sterzo è conico ed i forcellini posteriori, lavorati a CNC, sono intercambiabili: quick release, perno passante 12×135 mm oppure 12x142mm (a fine test trovate i prezzi). Non manca il supporto ISCG per l’Hammerschmidt (per un tendi lo spazio sarebbe troppo risicato) e la predisposizione per il fissaggio del cavo di comando di un eventuale reggi telescopico, componente sempre più comune su questo genere di bici. Riassumendo, c’è tutto ciò che si potrebbe desiderare su una moderna all mountain.
Il routing dei cavi è di tipo tradizionale esterno al telaio, ben realizzato e privo di curve critiche. La guaina del cambio (la più problematica da questo punto di vista) è inoltre continua e perciò priva di punti dove potrebbe infilarsi della sporcizia. Il cavo di azionamento del deragliatore è invece inguainato solamente nella prima parte, ma essendo da lì in poi totalmente libero sino al deragliatore stesso, non dovrebbero esserci particolari problemi anche in caso di fango o pioggia. Ci stiamo soffermando su questi aspetti perchè, evidentemente a causa del clima d’oltremanica, la cura riservata alla Ariel per quanto riguarda eventuali criticità derivanti dall’uso in condizioni di pioggia e fango è ai massimi livelli. Oltre alla cura nel routing dei cavi troviamo infatti l’ammo in posizione ben protetta dalla sporcizia, il passaggio ruota molto ampio ed il “taglio” del tubo sella anteriore invece che posteriore in modo che non si riempia di fango. Sono presenti inoltre due viti sotto l’obliquo nella parte vicina al tubo sterzo che servono per avvitare un parafango, di passo standard per i parafanghi in uso in UK.
Geometricamente la Ariel è nella media della categoria per quanto riguarda angolo sterzo, altezza del movimento centrale ed interasse, mentre l’angolo del tubo sella non segue le ultime tendenze che tendono a verticalizzare sempre più ed è di “soli” 71.5° (rilevati). Il top tube abbastanza lungo permette di adottare stem corti (da 45mm a 60mm in funzione della taglia) a tutto vantaggio della guida in discesa. Standover contenuto e baricentro basso completano il quadro facendo intuire ciò di cui avremo conferma sul campo, vale a dire che questa all mountain è stata realizzata con un occhio di riguardo alla discesa.
Come anticipato la sospensione è di tipo monocross, con la caratteristica che le bielle vengono tirate dal carro per comprimere l’ammortizzatore (sistema di tipo pull). La curva ottenuta, come vedremo nell’analisi Linkage, garantisce una progressività che si rivelerà perfetta in accoppiamento all’ammortizzatore Fox Float RP23.
Per quanto riguarda il montaggio non ci dilunghiamo inutilmente nella lista dei componenti, dato che il mezzo datoci in prova rispecchiava fedelmente quanto indicato sul sito Saracen. In generale è comunque stata adottata componentistica affidabile ed adeguata all’utilizzo previsto, pagando però qualcosa sul fronte del peso. L’unica scelta che merita due parole a parte è quella adottata in termini di rapportatura, dato che la guarnitura 24-32-42 in combinazione con un pacco pignoni a 10 velocità 11-34 non rende la vita facile ai meno allenati quando la pendenza è al limite. Vista la tipologia di bici si tratta di una scelta secondo noi un po’ azzardata.
Montando in sella abbiamo riscontro dei dati geometrici rilevati, per cui la sensazione è che questa versione di Ariel (ricordiamo che le altre montano forcelle 1 cm più corte) sia stata ottimizzata più per la discesa che per le ripide salite. Una volta in piedi sui pedali la posizione trasmette comunque sicurezza ed è ben bilanciata. Impostato un 20% di sag al posteriore come base di partenza (circa 190 psi nel Float) non rimane che partire per il responso del campo…
Con la bici vengono forniti due kit di adesivi come quello della prima foto grazie ai quali è possibile personalizzare a piacimento il proprio mezzo (cliccare sulle foto per ingrandirle). La Ariel è in ogni caso più elegante che vistosa, il che non è certamente un difetto.
“…il dettaglio forse più particolare ed accattivante, vale a dire il biellismo della sospensione posteriore, si trova in posizione molto discreta a ridosso della congiunzione fra tubo sella ed obliquo, protetto dal carro stesso…”
Alloggiamento del perno passante (Maxle 12 x 135 mm di serie nel caso della Ariel 3) e forcellino del cambio formano un corpo unico. Ma niente paura, i prezzi per la coppia sx+dx sono più che onesti (li trovate a fine test) e Pietro di Backcountry.it (Uedro sul forum) ci ha assicurato che cercheranno di avere sempre disponibili in pronta consegna svariati pezzi per ogni tipo.
I freni Shimano Deore non ci hanno mai dato problemi di affidabilità, ma a livello prestazionale non sono paragonabili agli impianti più potenti. Il disco posteriore da 160 mm di diametro non aiuta certo a migliorare la situazione, in particolare sulle discese più ripide e continue. Un po’ anacronistica anche la scelta di affidarsi ad un attacco di tipo IS e relativo adattatore, dato che ormai il post-mount è diventato “lo standard”.
Salita scorrevole
La Ariel si comporta bene sulle salite scorrevoli, dato che il carro bobba molto poco (specie sul 22), il propedal agisce con efficacia ed il Maxxis Larsen montato al posteriore è ben scorrevole. Bloccando la forcella ed impostando il propedal in posizione 3 ci si prende qualche soddisfazione persino in fuorisella, situazione nella quale la Ariel risponde molto bene senza dare l’impressione che l’energia scaricata sui pedali vada sprecata per far dondolare la bici piuttosto che per farla avanzare. Un comportamento ottimo, per un mezzo che non fa della leggerezza la sua arma migliore ma che, una volta raggiunta la “velocità di crociera” ed a patto che la pendenza non sia eccessiva, dimostra meno kili di quelli reali. Oltre una certa pendenza, in particolare se la salita è lunga e continua, la posizione un po’ arretrata si fa sentire ed una forcella abbassabile non guasterebbe.
Salita tecnica
Sulle salite tecniche la Ariel3 richiede una guida piuttosto attiva e “fisica” per contrastare la tendenza dell’avantreno ad alzarsi e l’affondamento della sospensione posteriore. Sulle pendenze più elevate, in particolare se accompagnate da ostacoli di una certa entità, le migliori prestazioni le abbiamo avute impostando il propedal addirittura in posizione 3, metodo utile per evitare che l’anteriore si alleggerisca oltre il limite di gestibilità e contenere la perdita di precisione sui tornanti più stretti. Sfruttare il pedal kickback a proprio vantaggio contrastandolo e trasformandolo così in spinta è un altro accorgimento che aiuta nel superamento degli ostacoli, ma si sa che tra il dire ed il fare non sempre c’è di mezzo solamente il “fa”, specie quando il fiato comincia ad essere corto ed i muscoli non più così reattivi come ad inizio salita. Di fatto la Ariel non è una bici particolarmente facile sulle salite più tecniche, richiedendo reattività in sella ed attenzione nella scelta delle linee. Se poi la salita oltre che tecnica è pure molto ripida, avere come rapporto più corto disponibile un 24-34 non aiuta certamente. Assolutamente raccomandabile, specie per chi ha un fuorisella elevato, un reggi dritto al posto dell’arretrato fornito di serie (è una prova che abbiamo fatto). Chi fosse un abituale frequentatore di questo genere di terreno potrebbe inoltre valutare le versioni inferiori, sulla carta più performanti grazie alla forcella d a 140 mm, o magari intervenire sull’insieme stem/piega in modo da spostare maggiormente il peso sull’avantreno (magari togliendo tutti gli spessori da sotto lo stem).
L’ultima nota la riserviamo al sorprendente Larsen TT, al di sopra delle aspettative anche in trazione.
Discesa scorrevole
Reattiva e facile da rilanciare, nelle discese scorrevoli e guidate la Ariel3 è divertente ed efficace ed ancora una volta non dimostra i suoi quasi quattordici kg di peso. La bici risponde molto bene agli impulsi del biker, il quale è aiutato sia da una quota di stand-over contenuta che dal baricentro basso. Il carro, pur non essendoci parso dei più rigidi, non crea alcun problema di precisione. La curva di progressione pressochè perfetta e ben bilanciata delle sospensioni permette di staccare le ruote da terra ogni volta che se ne presenta l’opportunità senza il timore di incappare in facili finecorsa. Il posteriore, in particolare, ci ha positivamente sorpresi da questo punto di vista permettendoci di utilizzare sag del 25% in tutta tranquillità. Davvero niente male, considerando che la scarsa resistenza al bottom-out è un problema recentemente riscontrato anche su mezzi sulla carta più votati alla discesa ed equipaggiati con ammortizzatori high volume come quello della Ariel.
Discesa sconnessa/tecnica
Che il fondo sia semplicemente sconnesso, o che sia pure ripido e gradonato, la Ariel trasmette una sicurezza al di sopra della media del segmento di appartenenza. Pensiamo che il merito sia da spartire più o meno equamente fra la distribuzione dei pesi, lo stem corto abbinato alla piega relativamente larga, la rigidità delle ruote e l’ottimo comportamento delle sospensioni. La forcella non affonda più del dovuto sul ripido, mentre la sospensione posteriore lavora sensibile anche grazie alla possibilità di utilizzare valori di sag che, come già detto, non sempre sono possibili con queste escursioni. Sempre a proposito della sospensione posteriore, abbiamo notato un leggero nervosismo in fase di frenata: un motivo in più per lasciar correre, visto che la Ariel permette di farlo quasi al pari di una bici di categoria superiore. I pedali flat in dotazione non ci hanno entusiasmati per “gripposità”, e dopo un paio di uscite li abbiamo tolti per montare i nostri. I pin sono comunque sostituibili, quindi basterebbe metterne di più lunghi per migliorare la situazione.
Nel tecnico al limite del trialistico la Ariel3 sfoggia ancora una volta prestazioni sorprendenti, tanto che c’è voluta qualche uscita per capire quanto in là la si potesse spingere. Nei tornantini da contorsionisti è richiesta un po’ più di decisione rispetto a certe bici di pari categoria, specie se c’è da alzare il posteriore, ma una volta presa la misura ci si destreggia con facilità anche sui tracciati più tortuosi. I freni Deore non ci hanno mai abbandonati neppure lungo le discese più lente e ripide, ma non hanno la prontezza di risposta degli impianti più potenti e – richiedendo maggior forza sulla leva – alla lunga risultano un po’ stancanti per le mani, in particolare il posteriore. Se questo genere di discese sono la norma, non siete propriamente dei fuscelli o avete la tendenza ad aggrapparvi ai freni un po’ più del dovuto, un disco di diametro maggiore è consigliabile.
[VIDEO=680]Saracen Ariel[/VIDEO]
Conclusioni
La Ariel3 è un’ottima scelta per chi cerca un mezzo che, pur mantenendo la pedalabilità di una all mountain, a livello di prestazioni discesistiche non faccia rimpiangere più di tanto una bici di categoria superiore, le cosiddette “enduro”. Il tutto offerto ad un prezzo decente anche grazie ad un montaggio ben ragionato che non paga nulla in termini di prestazioni ed affidabilità rispetto a montaggi economicamente più onerosi. Buona anche sulle salite non troppo impegnative, paga invece qualcosa su quelle più ripide e tecniche dove il peso, la geometria e la forcella non abbassabile non aiutano. La cura costruttiva, soprattutto per quanto riguarda i dettagli funzionali, non ha nulla da invidiare ai marchi più famosi. In definitiva si è trattato della piacevole scoperta di un nuovo marchio e della conferma che un monocross ben realizzato può ancora dire la sua al pari di schemi ritenuti più moderni.
Problemi riscontrati nel corso del test
Nessuno.
Prezzi e montaggi:
Ariel 3 prezzo listino al pubblico: 2899€. Colore dei loghi
e adesivi: verde.
Montaggio:
http://www.saracen.co.uk/bikes/suspension-trail/ariel-3/specs
Geometrie:
http://www.saracen.co.uk/bikes/suspension-trail/ariel-3/geometry
Peculiarità di questo montaggio sono la forcella da 150mm
ed i forcellini posteriori con Maxle 12x135mm di serie.
Ariel 2 prezzo listino al pubblico: 2599€. Colore dei loghi
e adesivi: blu.
Montaggio:
http://www.saracen.co.uk/bikes/suspension-trail/ariel-2/specs
Geometrie:
http://www.saracen.co.uk/bikes/suspension-trail/ariel-2/geometry
Questa monta forcella da 140mm, ma il tubo sterzo è sempre
da 115 quindi si può montare anche una 150 ed al
posteriore ha i forcellini per perno passante 12x135mm con
bulloni, non Maxle.
Ariel 1 prezzo listino al pubblico: 1999€. Colore dei loghi
e adesivi: viola.
Montaggio:
http://www.saracen.co.uk/bikes/suspension-trail/ariel-1/specs
Geometrie:
http://www.saracen.co.uk/bikes/suspension-trail/ariel-1/geometry
Anche questa monta forcella da 140mm e forcellini da 9mm con
QR al posteriore.
Ariel X (kit telaio) prezzo listino al pubblico: 1199€
Montaggio:
http://www.saracen.co.uk/bikes/framesets/ariel-x/specs
Il telaio viene fornito con ammo Fox RP 23 con boost valve,
serie sterzo conica FSA Gravity DX Pro, collarino
reggisella, fascette nere, manuali vari, vernice nera ed i
seguenti forcellini inclusi:
– 9 mm QR montati
– PP 12x135mm con anche il relativo perno
– 12×142 mm senza perno
Geometrie:
http://www.saracen.co.uk/bikes/framesets/ariel-x/geometry
Tutte le Ariel hanno escursione posteriore dichiarata di
140mm.
Per tutte le Ariel, sia montate che telaio, sono disponibili
come ricambi/accessori i seguenti pezzi:
– Forcellini QR 9 mm: prezzo al pubblico 24€
– Forcellini PP 12x135mm: prezzo al pubblico 25€
– Forcellini PP 12x142mm: prezzo al pubblico 29€
– Forcellini 12x135mm Maxle: prezzo al pubblico 29€
– Cuscinetti perno carro: prezzo al pubblico 19€
N.B: i forcellini vengono sempre venduti in coppia sx/dx e
comprendono le viti per il montaggio.
Con ogni bici assemblata vengono inoltre forniti:
– pedali flat con pin
– 2 fogli di adesivi 46×36 cm con cui l’utente può
personalizzare la bici.
– 1 adesivo “Saracen” bello spesso (volendo lo si può mettere
sotto l’obliquo) 39x7cm
– manuali vari (Saracen, Sospensioni Fox, Maxle, shimano,
ecc…)
– Fermaviti per i freni Schimano
– Catarifrangenti e campanello
– Boccettina di vernice bianca per coprire eventuali segni
(questa è forse la cosa più interessante).
A breve saranno proposti dei kit telaio+forcella+gruppo SRAM.
In un futuro non immediato vi sarà inoltre l’opportunità, da parte di Backcountry, di richiedere dei montaggi personalizzati per il mercato italiano. Il nostri suggerimenti in vista di questa possibilità sono i seguenti:
_possibilità di montare una forcella abbassabile, utile sulle lunghe salite alpine
_reggisella dritto per un miglior rendimento sulle salite più ripide o tecniche
_diametro disco posteriore maggiore
_magari un’ulteriore versione con montaggio più pregiato e perciò leggero (anche se inevitabilmente più costosa)
Pesi e dati geometrici rilevati:
Peso senza pedali: 13.84 Kg
Interasse: 1135 mm
Angolo sterzo: 68.0°
Angolo sella: 71.5°
Altezza mov. centrale: 350 mm
Affondamento sella (di quanti mm il reggi può entrare nel tubo sella): 275 mm
Larghezza piega: 710 mm
Lunghezza stem: 60 mm
Corsa ammo: 57 mm
Pressione ammortizzatore (Float RP23): circa 190 psi per 20% di SAG
Peso pedali in dotazione (coppia): 549 g
Peso ruota anteriore completa*: 1959 g
Peso ruota posteriore completa*: 2418 g
* = con “ruota completa” intendiamo la ruota in ordine di marcia, quindi incluse coperture, dischi e pacco pignoni. Sono esclusi i perni di fissaggio.
Altri dati:
Guarnitura 24-32-42 T
Pacco pignoni 10V / 11-34T
La Saracen Ariel analizzata da biker_simone con il software Linkage
Per quanto riguarda l’analisi Linkage vi rimandiamo a quanto scritto a suo tempo da biker_simone. L’articolo, oltre all’analisi del comportamento della sospensione della Ariel, fornisce alcune utili indicazioni di carattere generale sull’interpretazione dei grafici. Il tutto lo trovate QUI
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