Se il tracciato del downhill ieri ha assicurato spettacolo, quello di oggi del xc non è di sicuro il più tecnico e spettacolare, ma ha dei tratti in salita e discesa con radici che hanno costretto al piede a terra anche un Nino Schurter.
Il grande atteso è il campione olimpico Tom Pidcock (qui la nostra intervista) che però è costretto a partire in 53a posizione perché non ha partecipato a tante gare MTB UCI. Lo stesso vale per il campione del mondo uscente Nino Schurter, alla sua prima gara completa dopo la brutta caduta di qualche settimana fa. Ce la farà il campione svizzero a difendere la maglia iridata e a vincere il suo decimo mondiale?
Una nota interessante: Schurter ha vinto il suo primo campionato del mondo proprio a Les Gets nel 2004, allora nella categoria Junior. Pidcock è stato campione del mondo U23 ai mondiali di Leogang qualche anno fa.
Nino comincia la gara a modo suo, cioé in testa, ma già alla fine del primo giro Pidcock è in sedicesima posizione. Durante la fine del secondo giro Nino si gira per vedere dove è il britannico, che ormai ha quasi raggiunto il gruppo di testa, tenendo un ritmo infernale.
Al terzo giro Pidcock sembra volersi riprendere dallo sforzo della rimonta dalle retrovie, e si accoda ai primi senza tentare di superarli. Schurter tiene molto alto il ritmo proprio per tentare di arginare il rider Ineos, che corre con la stessa BMC Fourstroke di sempre, non quella nuova che ha il team ufficiale BMC.
Pidcock non attende a lungo per lanciare l’attacco: nella seconda salita del terzo giro mette il turbo e va in testa, con Braidot che lo tallona e con Nino che finisce a terra in un curva in contropendenza. Lo svizzero risale al volo in sella.
Al quarto giro è Valero ad alzare il ritmo e chi ne risente di più è proprio Pidcock. C’è sempre un atleta attaccato al primo, da inizio gara, ed è Braidot. Non attacca, non va in testa a tirare, si limita a curare gli avversari. Una strategia che abbiamo già visto in questa stagione di coppa del mondo, in cui il friulano ha vinto ben due volte.
Il quartetto di testa è ben definito alla fine del quinto giro: Valero, Braidot, Schurter e Pidcock. Quest’ultimo ce la mette tutta per recuperare i pochi metri che molto spesso lo separano dal terzo, un elastico che richiede molte energie.
Subito dopo il passaggio nella zona di arrivo, Schurter attacca al sesto giro, staccando sia Pidcock che Braidot ma non lo spagnolo Valero. Ed è proprio in questo momento che diventa chiaro che Pidcock oggi non ha le gambe per la vittoria. In discesa la caduta, in una curva stretta, che sigilla la giornata no del britannico. Sembrerebbe.
Poco dopo Pidcock si ferma a cambiare la ruota posteriore, che probabilmente era il motivo della sua lentezza. Infatti comincia a macinare a tutta velocità dopo il cambio. Perché non l’ha cambiata prima? Mistero.
La battaglia per la medaglia d’oro è fra Valero e Schurter. Pidcock si incastra di nuovo nella curva fra gli alberi, mentre Braidot non riesce a tenere il ritmo dei primi due.
Nell’ultima discesa Nino stacca Valero e non c’è più niente da fare per lo spagnolo: Schurter diventa campione del mondo per la decima volta, a ben 36 anni di età! Bel bronzo per Braidot.
Risultati completi uomini elite.
Articolo in aggiornamento..
Donne Elite
Pauline Ferrand-Prevot domina dall’inizio alla fine, staccando di quasi due minuti la seconda classificata Jolanda Neff, autrice di una bella rimonta dopo che nei primi giri sembrava aver perso il treno delle prime. Bronzo all’americana Batten, che conclude davanti alla seconda svizzera, la Keller.
È la quarta maglia iridata della carriera per la Ferrand-Prevot, vinta su una front quando le concorrenti hanno usato tutte una full.
Risultati completi donne elite.
Under 23 uomini
Vittoria di un italiano nella categoria Under 23: Simone Avondetto mette tutti in fila e veste la maglia iridata.
Risultati completi uomini U23.
Ieri non era così più forte e la tattica degli altri lo ha bruciato. La gomma è stata un fattore ma lui era comunque al gancio al punto di impiantarsi sugli alberi, mentre a Tokio è arrivato neanche sudato e con largo vantaggio.
Buon per lui se nonostante l'orgoglio ferito riuscirà a far tesoro dell'esperienza capendo che si può vincere anche di testa e non solo di motore.