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Approfittando del giorno libero prima del ritiro della Nazionale Italiana a Selva di Val Gardena per il mondiale marathon 2015, abbiamo fatto due chiacchiere con Damiano Ferraro e Johnny Cattaneo del Team Selle San Marco Trek per farci spiegare i segreti di questa gara.
Johnny è molto diretto. Ci confida che questa è una gara che non perdona e che va gestita bene sin dall’inzio perchè la pendenza proibitiva delle salite fino al Pordoi non permette di fare fuorigiri.
Continua dicendo che indossare la maglia azzurra è un grande prestigio, oltre che l’obiettivo di tutta la stagione, ma in competizioni così importanti, diventa anche una grande responsabilità. La sua strategia sarà quella di sfruttare l’esperienza, cercando di conservare le energie per l’ultima parte del percorso.
I 4700m di salita, uniti agli 87 km di lunghezza, ci fanno già capire perchè l’aggettivo più ricorrente è “massacrante”.
Cattaneo ci svela alcune piccole modifiche apportate al suo mezzo in vista della gara di domani: “ho deciso di accorciare l’attacco manubrio e abbassare la punta sella per affrontare meglio le pendenze dei primi 50km, spero così di arrivare più pronto nella parte più veloce del tracciato”.
Scambiamo qualche battuta anche con Damiano Ferraro, che rimarca l’onore e la soddisfazione di poter vestire la maglia azzurra, ma non dimentica l’onere della pressione psicologica che ne consegue. Il suo obiettivo è riuscire a sfruttare al meglio questa energia positiva per poter dare il 100% fino alla fine.
Damiano ammette di soffrire le salite molto dure e che ha già programmato di dover giocare sulla difensiva.
La sua tattica sarà cercare di fare la differenza nella lunga discesa tecnica del Pordoi, dove le ultime energie rimaste potrebbero fare la differenza.
Prima di congedarli, chiediamo ai due atleti di descriverci i tratti salienti del circuito:
– La salita della Dantercepies è dura ma regolare;
– La Pralongià è sempre molto più corta, con alcuni tratti molto ripidi, ma non bisogna farsi prendere dalla foga;
– La salita verso il Pordoi saranno 25 minuti veramente tosti, con pendenze sempre sopra il 20% ed alcuni tratti al 25%, rimanere in sella non sarà facile e bisognerà cercare di restare concentrati perchè qui verrà fatta la vera selezione;
– La salita veso il passo Duron sarà dettata solo dalla condizione mentale perchè le energie ormai saranno ridotte al lumicino. La salita parte facile con alcuni strappi, ma prima di entrare nella valle inizia il tratto impegnativo dove sicuramente troveremo vento contrario.
– Rimangono altri 250m-300m di salita per raggiungere il monte Pana da cui poi inizia la picchiata di 10km intervallata da alcuni strappi per arrivare a selva.
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