Durante la nostra permanenza a Pian dei Mucini (Massa Marittima) ho potuto apprezzare il grandioso lavoro svolto dai ragazzi di Bike Service Massa Marittima, conosciuti anche come i Trail Brothers, sul Monte Arsenti. Una montagnetta di soli 550 metri di altezza, completamente ricoperta da un bosco demaniale su cui è stato dato il permesso alla costruzione di sentieri per la mountain bike.
Considerando che la sede di MTB-Mag si trova alla stessa altezza sul livello del mare della cima del Monte Arsenti, e che il sentiero che vedete spesso nei video test parte 1000 metri più in su, non mi aspettavo molto. Anche perché l’ultima volta che ci ero stato, tre anni fa, non ne ero rimasto molto impressionato, complice anche un tempaccio da lupi. Per questo motivo sono rimasto letteralmente estasiato da come la zona è stata sviluppata e soprattutto da come sono stati costruiti i trail, compresi quelli dalla parte del famoso canyon che potete vedere nel nostro video:
Cominciamo dalla salita. Sì, esiste un servizio shuttle, ma vi perdereste un divertimento in salita che è difficile trovare in Europa: lo “Spaghetti”. Un sentiero con tornantini dal raggio giusto per poterli fare in bici, con pendenza dolce e completamente all’ombra degli alberi da sughero. Trails del genere li ho trovati quasi solo in Nord America, dove spesso e volentieri non esistono sentieri pedonali o strade sterrate, quindi i local sono costretti a costruirsi tutto da zero.
Sul Monte Arsenti esiste una strada sterrata, quella che percorre il pick up di Bike Service. Ha un bel cancello, quindi è chiusa al traffico, così si taglia la testa al toro evitando casini con furgoni e litigi vari con chi scrocca il lavoro altrui (Finale Ligure docet). La sterrata è però noiosa da percorrere in bici, ed è al sole. Le temperature non sono quelle delle Alpi, è dunque consigliato il sentiero, anche per lavorare sulla propria tecnica di guida, e divertirsi.
Arrivati quasi in vetta non si può non fare una pausa alla casetta dei Trail Brothers, dove si trova anche dell’acqua in cambio di un’offerta da mettere nell’apposita cassettina/salvadanaio. Se si organizza una giornata di shuttle, si può anche optare per una grigliata sul posto.
Dalla cima del Monte Arsenti partono tutti i sentieri, segnalati e con il loro grado di difficoltà in bella vista. Non solo, se si gira spesso qui, è possibile acquistare una sorta di abbonamento annuale per 20€ (o 25, non ricordo) per dare un contributo ai lavori. Ed una volta che si comincia a scendere si capisce come questo obolo sia solo simbolico, perché il tempo e la fatica di mantenere un trail park del genere sono impagabili.
Qui veniamo alla differenza fra i sentieri per escursionisti a piedi e quelli per le bici. I primi hanno spesso pendenze che in mtb richiedono di usare molto i freni, con seguente erosione del terreno che, se amplificata dalle precipitazioni o dai molti passaggi ravvicinati (per esempio di una gara), diventa spesso ingestibile e provoca danni irreparabili con il tempo.
I secondi, se costruiti secondo le norme IMBA o semplicemente con un po’ di cervello, usano ogni metro di dislivello per evitare di usare i freni, hanno compressioni seguite da brevi ripidoni fattibili senza pedalare, ma che diminuiscono la velocità.
Proprio il fatto di non stare tutto il tempo sui freni aumenta il divertimento a dismisura ed ecco che 400 metri di dislivello diventano lunghissimi. Questo vuole anche dire che, senza sfondarsi di salita, uno riesce a fare chilometri e chilomentri su trail con linee e caratteristiche diversi fra loro.
Sembola ha raccolto tutti i sentieri della zona in questo itinerario con traccia GPS, così potete farvi un’idea di cosa sto dicendo. Per una panoramica dei servizi bike offerti a Massa Marittima vi invito a guardare il prossimo video epico, in uscita a breve, dove intervistiamo Francesco e Andrea, i fondatori di Bike Service Massa Marittima.
Infine invito i vari trail builders dispersi per Alpi e Appennini a farsi un giro sul Monte Arsenti per farsi un’idea su come si possa sviluppare la mountain bike in maniera sostenibile ed evitando conflitti con le altre categorie di fruitori della montagna, usando bene il territorio a disposizione.
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