Il Sentiero Europeo E5 è un sentiero che dalla costa dell’Atlantico in Bretagna (Francia) attraversa le Alpi passando per Svizzera, Germania e Austria e raggiunge l’Italia terminando secondo progetto a Venezia Il percorso totale è di 3200 km. Attualmente il tratto Verona-Venezia non è definito, per cui il sentiero al momento termina all’Arena di Verona. Più comunemente percorsa è quella che dal lago di Costanza raggiunge Verona: un percorso di 600 km per il quale sono mediamente necessari per un buon camminatore circa 30 giorni di cammino. Tale tratto fu definito da Hans Schmidt di Sonthofen e realizzato interconnettendo sentieri esistenti dalla Federazione Europea Escursionisti che lo inaugurò il 2 luglio 1972.
Il tratto che va dal rifugio Cervina a S. Genesio è sicuramente uno dei più spettacolari, il sentiero è stato rimesso a posto qualche anno fa ed è completamente percorribile in sella, la vista è magnifica e spazia dalle Dolomiti a sud-est, al Brenta a sud-ovest, all’Ortles a ovest e alla catena di confine con l’Austria a nord
L’ho percorso la prima volta tanti anni fa, avevo 16 anni e in quel periodo andavano di moda le marce popolari non competitive, ogni settimana ce n’era una e questa era la più lunga e difficile, 50 km e 2600 m di dislivello, da Bolzano (260) si raggiungeva Merano 2000 e ritorno lungo appunto il sentiero Europeo, ci ho messo 10 ore di cammino senza quasi fermate.
L’ho rifatto per intero in tempi recenti, dopo che ho scoperto la mountain bike,
http://www.meranobike.it/htmlit/mtb_b3.htm , e da allora ogni anno cerco di andarci almeno un paio di volte perché è sicuramente uno dei giri che danno più soddisfazione, sia per i panorami che per la pedalabilità del sentiero e la successiva magnifica discesa fino a Merano, 2000 m di dislivello da favola.
Ma questa volta ho fatto qualcosa di differente, anzi abbiamo fatto visto che anche questa volta era presente all’appello anche il mio socio Roberto ed è stato proprio lui a mettermi questa pulce nell’orecchio: il sentiero Europeo con la neve!
Naturalmente ne abbiamo percorso solo una parte, quella più spettacolare, anche perché d’inverno le condizioni sono diverse e il tempo è sempre purtroppo tiranno, ovvero le solite 4 ore del sabato mattina.
Fra l’altro le giornate in cui il sentiero Europeo si può percorrere in bicicletta durante l’inverno sono pochissime, infatti si devono verificare un insieme di condizioni particolari: non nevicare più ormai da parecchio tempo, perché il sentiero deve essere battuto dagli escursionisti con le ciaspole o con gli sci, la temperatura deve essere né troppo fredda (si gela), né troppo calda ( la neve si scioglie e non permette di pedalare, non ci deve essere vento (che lassù batte molto forte e possibilmente non ci deve essere nebbia, sia perché si perde facilmente il sentiero, sia perché andarci senza vedere il panorama è veramente un peccato.
Studiamo allora le previsioni meteo, la settimana prima abbiamo dovuto rimandare perché era troppo freddo, stare a meno 15 con il vento a 2200 m non è certamente il massimo, la prossima le temperature dovrebbero alzarsi già troppo, mentre questo sabato sembra che si possano verificare le famose condizioni perfette: temperatura intorno allo zero, niente vento, cielo terso e sentiero battuto bene, visto che è ormai più di un mese che non nevica!
Montiamo naturalmente le gomme chiodate e via, si parte.
Poco dopo la partenza subito la prima sosta, anche se siamo all’ombra nel bosco dobbiamo toglierci le giacche perché fa più caldo di quello che pensavamo, siamo già sopra lo zero.
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Continuiamo a salire sulla forestale innevata con tratti ghiacciati, i chiodi fanno il loro sporco lavoro
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Siamo ormai a 2000 m e appena usciti dal bosco comincia lo spettacolo
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Spettacolo che ci lascerà letteralmente a bocca aperta per le prossime due ore
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Il sentiero è perfettamente battuto
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Si riesce a pedalare bene e la vista è ottima e cominciamo a pregustare quello che ci aspetta e il sorriso si stampa sulle nostre facce
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Appena fuori dalla traccia la neve è ancora tanta
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Bisogna perciò stare attenti, è come pedalare su un single track da 30 cm di larghezza, infatti appena ci si distrae un attimo per guardare il panorama
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Ecco che l’anteriore sprofonda nella neve con il classico salto del manubrio!
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Continuiamo allora a pedalare sulla neve
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Il picco Ivigna e la cima Cervina ci fanno da ottimo sfondo con le piste da sci di merano 2000
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Adesso il sentiero Europeo, che è un continuo saliscendi, sale fino al giogo della Croce
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La salita è dura, ma il fondo battuto e le gomme chiodate ci aiutano
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Sullo sfondo la catena di confine
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Ecco laggiù la croce
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E con l’ultimo sforzo si arriva sul giogo
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Dove una foto di rito è d’obbligo
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Comincia adesso la parte più divertente di tutta la giornata (o meglio mattinata), una lunghissima downhill sulla neve con le Dolomiti sullo sfondo
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Il sole comincia a scaldare, siamo abbondantemente sopra lo zero, siamo cosi gasati da questa vista che non ci cambiamo neanche e ci buttiamo in questa discesa che sembra non avere fine, una emozione cosi è molto simile a quella provata sulla discesa dalla sabbia lavica della Montagnola dell’Etna
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Si mollano i freni, poi si derapa, divertimento senza fine
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Con la velocità accumulata in discesa non ci fermiamo neanche e via sul prossimo collinone, si sale adesso sullo “Stoanerne Mandln” gli “ometti di pietra”, con sullo sfondo la val Sarentino
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I cosiddetti “ometti di pietra” sono delle torri di pietra piatte accatastate su un’altipiano a 2003 m s.l.m.. Si presume che gli “ometti di pietra” non furono eretti come elementi di orientamento, ma molto più probabilmente come luogo di culto precristiano. Questo luogo venne citato negli atti del 1540 relativi al processo d’inquisizione contro la strega “Pachlerzottl” della Val Sarentino. Durante il processo confessò di possedere un unguento magico che le serviva per volare, custodito in uno scrigno insieme a cenere di un topo bruciato vivo, necessaria per le magie d’amore. Completavano la dotazione l’ossicino di un bimbo nato morto, un ciuffo di capelli e trucioli di essenze magiche diverse, utili per azzoppare persone e animali.Spero che la povera Pachlerzottl, bruciata viva il 28 agosto 1540, sia morta con negli occhi quel posto bellissimo, che conserva ancora un genius loci molto forte, pieno di mistero e di spiritualità.
Ma torniamo a noi, il tempo come al solito scarseggia, siamo a più di 2000 m e fra un’ora dobbiamo essere a scuola a ritirare i bimbi, e il sentiero che scende è tecnico innevato e ghiacciato, ci sarà da divertirsi!
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Lasciamo alle nostre spalle gli ometti e cominciamo a scendere verso la malga di Verano
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Il sentiero per fortuna è sempre ottimamente battuto
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Dopo la malga comincia il sentiero 2, sullo sfondo le Palade, la val d’Ultimo e l’Ortles
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D’estate è uno dei sentieri più tecnici e divertenti, ma anche con la neve non si scherza
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Scendendo la neve si è ormai trasformata e c’è sempre più ghiaccio, e qui entrano in azione le gomme chiodate, ogni volta che le monto mi meraviglio, tengono alla perfezione anche sul ghiaccio vivo
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Basta stare attenti ad usare pochissimo il freno anteriore
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Ancora un’ultima, ripida scalinata ghiacciata
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E ormai quasi ci siamo, come al solito si arriva all’ultimo minuto in città, e anche questa volta il divertimento è stato totale, 4 ore di estasi, mentre ci salutiamo io e robi ci guardiamo un attimo con il solito sorriso ebete del biker a fine giro e sappiamo che quella appena conclusa è una cosa forse irripetibile, sicuramente il miglior giro invernale dell’anno