Shimano ha recentemente depositato un brevetto piuttosto interessante riguardante un deragliatore posteriore. Il brevetto è molto ben dettagliato e sembra quindi trattarsi di un componente molto ben definito e pronto alla produzione.
Fondamentalmente si tratta di un deragliatore posteriore in cui invece di una gabbia che si estende verso il basso dalla puleggia superiore questa si estende in avanti fino a un punto di rotazione, in cui è infulcrata una seconda gabbia che ospita altre due pulegge, per un totale di tre.
Il motivo di questa scelta tecnica è esplicitamente chiarito nel brevetto stesso, ovvero è motivata dall’esigenza di “[…] aumentare la distanza tra la guida della catena (inteso, gabbia del cambio -ndr-) del deragliatore posteriore e la superficie stradale“, e al contempo di “fornire un deragliatore posteriore che può essere applicato a un gruppo di pignoni posteriori con un’ampia gamma di ingranaggi”.
Infatti, con questa soluzione Shimano va incontro ad un’esigenza di lunga data dei bikers: ovvero rendere meno esposto il deragliatore a sassi ed altri ostacoli contro cui possa scontrarsi e danneggiarsi. Con questa soluzione dovrebbe riuscire a limitare l’estensione del deragliatore verso il basso facendo lavorare la doppia puleggia sotto il fodero destro.
Chiaramente, per poter essere compatibile con i pacchi pignoni odierni (con pignoni ormai enormi) la doppia puleggia deve poter essere libera di ruotare attorno al fulcro su cui è collegata, e Shimano nel brevetto precisa che questa rotazione ha un range di 0°- 25°. Un cavo che si incrocia attorno al fulcro accoppia le due pulegge ed in questo modo si varia l’angolo delle due pulegge variando la tensione del cavo del cambio
Non è esplicitata nel brevetto la capacità di denti del sistema, ma da un disegno è chiaro che il tutto deve essere stato previsto con precisione
Questo sistema sembra concepito chiaramente per utilizzo MTB, ma anche gravel. E qualcuno forse si ricorderà che una soluzione analoga era stata presentata negli anni ’90 proprio per un utilizzo in ambito Downhill, con il deragliatore ESG (Excellent Gear Systems) Up Cage, proposto dai francesi Franck Savard e Christian Gauthier
La EGS fece bancarotta dopo pochi anni dalla sua nascita (il supporto e le 4 viti di connessione col corpo del cambio erano in titanio, ma avvitate su un pezzo di alluminio, quindi la corrosione galvanica ha avuto la sua parte) , ma, guardacaso, i brevetti di Savard furono acquisiti proprio da….Shimano, nel 2002. Non sarà un caso anche che il cambio ESG era comandato da un comando rotante chiamato SynchroShift….suona famigliare?
Ad ogni modo lo scopo del cambio di Savard era proprio quello di aumentare (del 15%) lo spazio tra cambio stesso e terreno e ridurre anche gli sbattimenti della catena (chain slap) sul fodero basso del telaio. Cosa che oggi Shimano evidentemente potrebbe riproporre in modo aggiornato.
Già SRAM ha presentato un brevetto per rendere più protetto il deragliatore posteriore, cercando di farlo sporgere meno verso l’esterno, mentre ora Shimano cerca di fare lo stesso diminuendo la luce tra lo stesso ed il terreno. Cosa che curiosamente faceva egregiamente un deragliatore degli anni ’30 di cui avevo parlato molti anni fa, è che andava incontro proprio a queste esigenze, anche se fondamentalmente staccandosi dall’idea (puramente incidentale) del vincolo al perno della ruota posteriore, e che nel frattempo è stato rimesso in commercio aggiornato.
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