La presentazione del nuovo gruppo elettronico Shimano XTR Di2 ha fatto moltissimo discutere. Da un lato ci sono gli “elettroscettici”, quelli che hanno paura che motori, cavi e batterie siano poco adatti ad un uso off road in mezzo a fango, acqua e sabbia, mentre dall’altro ci sono moltissimi biker a cui l’idea di una trasmissione più rapida, precisa, autoregolante e semplice da usare piace moltissimo.
Tralasciando inutili campanilismi, simpatie e antipatie per un marchio o per l’altro, nell’articolo di oggi cercheremo di analizzare in maniera oggettiva quelli che sono i vantaggi e gli svantaggi di questa nuova tipologia di trasmissione facendo ovviamente un paragone con le attuali soluzioni presenti sul mercato.
Ora che le carte sono svelate, vediamo che cosa offrirà il mercato l’anno prossimo per quanto riguarda le trasmissioni.
Undici velocità, monocorona, guarniture doppie, triple, cambi elettronici e tradizionali. Il mondo delle trasmissioni diventa sempre più vasto e la direzione in cui si muovono i due più importanti marchi del settore trasmissione, Sram e Shimano, sono diverse.
La filosofia di Sram è abbastanza ben delineata: semplicità. Una corona singola, un solo manettino, un solo cavo, niente guidacatena. Quello che non c’è non si rompe, non pesa e non da problemi.
Visto che i gruppi 1×11 ci sono da ormai più di 2 anni, non non possiamo certo definire l’X1 una rivoluzione, quanto più semplicemente un ampliamento della gamma ad oggi esistente.
La filosofia di approccio di Shimano è completamente diversa: prestazioni. Sfruttando un sistema più complesso, più costoso e complicato, Shimano punta ad ottenere un miglioramento prestazionale nella nuova trasmissione XTR. Una cambiata più rapida e precisa, un sistema 2×11 più facile da utilzzare con la possibilità di usare un solo comando, un deragliatore che si regola da solo sono i punti salienti di questo nuovo gruppo.
Una domanda che sorge spontaneo porsi a poca distanza dal lancio del nuovo XTR è: perchè sviluppare un cambio elettronico? Che vantaggi può portare l’elettronica ad una trasmissione? E quali sono gli svantaggi? Ha senso andare a complicare con cavi, batterie, motori, centraline un sistema relativamente semplice come può essere un deragliatore da mountain bike?
E’ oggettivo che l’introduzione di un sistema elettronico comporti una serie di complicazioni, ma se questi svantaggi sono bilanciati da oggettivi benefici e da un miglioramento prestazionale, allora il gioco vale la candela. Cerchiamo di analizzare vantaggi e svantaggi del nuovo Di2.
Il principale vantaggio del nuovo XTR è la rapidità della cambiata. Sul nuovo gruppo Shimano non ci sono più leve da spingere, spesso con forza, che attraverso il tiro di un cavo vanno a spostare un deragliatore. Basta schiacciare un pulsante e tramite un segnale elettrico il comando arriva direttamente al motore che fa cambiare istantaneamente. Con una leggera pressione del comando si può salire o scendere di uno o più rapporti agevolmente, basta giusto schiacciare un pulsante.
Un altro grosso beneficio è la capacità del deragliatore di auto regolarsi. Il deragliatore anteriore e posteriore sente quando la catena non è allineata con il pignone ed è in grado di regolarsi autonomamente posizionandosi correttamente. Anche i fine corsa sono auto regolati.
Un grosso problema delle trasmissioni con doppia corona è la necessità di due comandi, uno per il deragliatore anteriore ed uno per il deragliatore posteriore. Il vantaggio di avere un solo comando è innegabile: il manubrio resta più pulito, c’è più spazio per il comando di un reggisella telescopico e l’utilizzo della trasmissione è oggettivamente più semplice, visto che non c’è il rischio di incorrere in pericolosi incroci. Con un cambio elettronico si può ottenere lo stesso risultato pur mantenendo due deragliatori: è la centralina a decidere quando è il caso di spostare il deragliatore anteriore, il rider deve solo decidere se inserire un rapporto più duro o agile, a gestire le combinazioni corone-pignoni ci pensa il computer. Addio catena storita, addio manettino sinistro: il vantaggio è duplice.
Uno dei punti di forza del Di2 è la programmabilità. Si può scegliere se usare l’impostazione Syncro Shift (utilizzando un solo comando anche per il deragliatore anteriore), si può scegliere di quanti rapporti salire con una singola pressione del pulsante. Insomma, si può notevolmente personalizzare il sistema.
Non meno importante è poi l’assenza di cavi e guaine cambio. Le guaine ed i cavi sono da sempre un problema nella progettazione dei telai full e sono spesso un grattacapo per molti riders. Non solo è difficile trovare un routing ottimale che assicuri un buon funzionamento della trasmissione, ma guaine e cavi richiedono anche frequente manutenzione, visto che lo sporco tende ad infiltrarsi riducendo la scorrevolezza. I cavi del Di2 sono invece sottili, possono piegarsi senza problemi ed eseguire anche curve molto strette. Inoltre non richiedono manutenzione.
Naturalmente non è tutto rose e fiori. L’utilizzo dell’elettronica comporta anche una serie di svantaggi, qui i più evidenti.
Tutto il sistema Di2 è alimentato da una batteria che va ricaricata. Se una vecchia trasmissione poteva stare ferma 10 anni in una cantina e poi funzionare ancora discretamente, il Di2 va caricato regolarmente. Si tratta di una scomodità non da poco: se prima la nostra bici era sempre pronta ad essere portata sui sentieri, ora dovremo controllare di avere la batteria carica prima di partire per un’uscita o un allenamento. Non dimentichiamoci poi che una batteria è in grado di durare un numero limitato di cicli di carica-scarica, quindi non è eterna e dopo un tot andrà sostituita.
Da non sottovalutare è poi il freddo. Le batterie al litio patiscono parecchio il freddo, condizione in cui si scaricano molto in fretta. Immaginiamo di essere in inverno: la batteria sottoposta alle temperature rigide potrebbe durare meno del previsto, esponendoci al rischio di ritrovarci “a secco” nel bel mezzo dell’uscita.
Parliamo ora di peso. I motori elettrici e soprattutto la batteria hanno un loro peso. Il risultato è +15g sul deragliatore anteriore, +68g per il deragliatore posteriore, +30g per il display, -38g sul comando e +56g per il pacco batteria (mancano forse i cavi). A conti fatti sono 131g in più dell’XTR normale.
Ultimi ma non meno rilevanti limiti del sistema sono anche la resistenza e la riparabilità. Abbiamo detto che i fili sono flessibili e sottili, è vero, ma sono anche estremamente delicati. Immaginiamo un rovo che si impiglia nel filo del cambio posteriore: quant’è alto il rischio di strapparlo? Una guaina è molto robusta ed un cavo spezzato si può riparare facilmente. Un qualsiasi ciclista ha una guaina ed un cavo, se proprio sei disperso in mezzo ai monti accorci la guaina al limite, ti basta una pinza. Un filo tranciato sul Di2 significa invece la fine dei giochi.
Le mountain bike vengono utilizzate in condizioni estreme: fango, acqua, neve, polvere fanno parte del nostro sport. Cadute, sassate: non siamo su di una strada asfaltata dove mal che vada c’è qualche buca un po’ troppo profonda, sui sentieri non sai mai cosa trovi.
Affronti un guado, becchi un acquazzone o gareggi una giornata sotto la pioggia: tutti i componenti devono essere progettati per questi scenari.
…e l’elettronica? Sappiamo tutti bene che gli apparecchi elettronici non vanno molto d’accordo con colpi, vibrazioni, acqua e sporco. Tutti elementi che troviamo ogni volta che saliamo in sella alla nostra bicicletta.
Per quanto un po’ di scetticismo sia naturale (quanti di noi hanno distrutti telefoni, GPS, orologi durante i giri in bici?), bisogna però pensare che ad oggi le tecnologie e le tecniche costruttive per realizzare dispositivi elettronici resistenti all’acqua non mancano.
Il vero problema possono però essere i raccordi ed i relativi contatti. Immaginiamo di sottoporre il nostro nuovo XTR Di2 ad un simpatico lavaggio con l’idropulitrice: saranno le guarnizioni in grado di schermare l’ingresso di acqua ed evitare così la formazioni di ruggine sui contatti?
Difficile a dirsi, sicuramente è un aspetto da valutare e verificare sul campo.
Quello che comunque appare evidente è che Shimano ha lavorato molto sulle guarnizioni, segno che si tratta di problemi affrontati e presumibilmente risolti dai tecnici giapponesi.
E le saldature? Saranno le schede elettroniche, i display ed i comandi sufficientemente robusti e resistenti alle vibrazioni?
La questione è semplice: il nuovo XTR Di2 sarà in grado di affrontare tutte le avversità tipiche della mountain bike “vera”? Nei commenti si leggono numerose opinioni, da un lato chi sostiene per partito preso che elettronica e mtb non vadano d’accordo, dall’altro chi sostiene che se un sistema è ben fatto può durare. Personalmente noi siamo della seconda opinione, consapevoli che con i dovuti accorgimenti non ci sono problemi a realizzare una trasmissione elettronica durevole nel tempo. La vera domanda che dobbiamo porci è quindi: sarà l’XTR durevole ed affidabile? Il nuovo gruppo Shimano si rivelerà sufficientemente ben realizzato da resistere ai maltrattamenti a cui sottoponiamo le nostre bici?
Insomma, è impossibile dare una risposta senza una prova di durata sul campo. Le valutazioni sulla carta o per partito preso lasciano il tempo che trovano.
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