Shimano XTR Di2: prime impressioni di riding

30 minuti non sono abbastanza per farsi un’impressione approfondita su un nuovo prodotto specialmente se si tratta di qualcosa così diverso dal solito come un cambio elettronico su una mountain bike. In ogni caso, pedalando una bici da XC su una parte del percorso di coppa del mondo di Albstadt aiuta molto a capire cosa si sta provando.

Vi rimando qui per l’articolo dettagliato di presentazione dello Shimano XTR Di2. La trasmissione in prova ha un pacco pignoni 11-40 e due corone anteriori 26-38.

Ho impostato il cambio in modalità Synchro Shift, cioè con il manettino destro si comandano sia il deragliatore posteriore che quello anteriore. Il software di Shimano (ricordo, affinato su 20.000 km di testing), cambia automaticamente fra le due corone. Ci sono molte combinazioni programmabili, per questo primo assaggio ho lasciato le impostazioni di default che Shimano aveva preparato per il mio giro test.

Sulla bici é presente anche il manettino sinistro, che permette di cambiare la corona anteriore in qualsiasi momento senza aspettare che sia il software a farlo. Questo non ha nessun influsso sul successivo funzionamento del Di2, che continuerà a lavorare a seconda della cadenza.

La cambiata é veloce, più veloce del rumore di elettronica che si sente provenire dal manettino. È pulita, perché una volta impostato il sistema questi, non avendo cavi meccanici che cambiano tensione, rimane perfetta tutto il tempo. Prima che la catena salga o scenda da una delle due corone anteriori si sente chiaramente un “biip” che segnala l’imminente cambiata, e che quindi é ora di mollare un po’ di tensione dalla pedalata.

In pratica questo sistema permette di pensare di meno: non serve più sapere su che corona anteriore ci si trova. Ciò nonostante la cambiata da una corona all’altra rimane identica al meccanico, nel senso che bisogna ridurre la potenza di pedalata per permettere alla catena di salire o scendere.

Se si vuole far scendere o salire la catena di più marce in un colpo solo, basta tenere premuto il pollice sul manettino: il Di2 la farà scendere o salire molto velocemente.

Nella mezz’ora di prova la trasmissione ha funzionato senza problemi, ma alla fine non mi ha lasciato a bocca aperta, nel senso che non é un prodotto che mi ha fatto urlare “Lo voglio!”. Indubbio é il vantaggio di usare l’ampia rapportatura di una doppia con un unico comando a manubrio, e sicuramente il software del Di2 é ben pensato. Per poter dare un parere definitivo ci vuole comunque un test di durata, in cui poter usare l’elettronico nella maggior parte di situazioni possibili, anche fuori dall’ambito XC.

Per ora, visto il prezzo che dovrebbe aggirarsi sui 2.500 Euro, il Di2 è un prodotto di alta gamma che può far gola a biker dal portafoglio pieno che non gradiscono la limitata rapportatura di un 1×11, maratonisti in primis. Per chi usa l’1×11, come chi scrive, il vantaggio di un cambio elettronico non è così grande da giustificare una spesa simile, anche se siamo sicuri che, quando cominceranno ad apparire telai con passaggi cavi e vano batterie appositi, il prezzo scenderà (se confrontato con il costo totale della bici).

Se comprato come prodotto a sé stante, il Di2 richiede un reggisella o un attacco manubrio in cui poter inserire la batteria, a meno che non la si voglia fissare all’esterno del telaio. Ricordiamoci che questo è solo l’inizio del cambio elettronico nella mountain bike, e che le soluzioni per adattarlo alle bici non tarderanno ad arrivare, come potete leggere qui.

Anche i più scettici dovranno riconoscere che, comunque vada, quello di Shimano è un ulteriore sviluppo della trasmissione. XX1, Di2: sono tutte opzioni in più per i biker, e il bello è che nessuno è obbligato a comprarli. Se siete soddisfatti del vostro 3×9, non c’è motivo di protestare contro l’evoluzione tecnologica della bicicletta. Pedalate quello che avete, se Shimano o SRAM sono sulla strada giusta anche il vostro sentiero confluirà su questa in futuro.

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