Sicilia C2C West Coast: vigneti, templi e 64 tornanti

E’ l’ultimo giorno della Coast to coast, e la stanchezza per gli 82 km del giorno prima svanisce, cancellata dall’ eccitazione di essere vicini alla meta. Vicini per modo di dire, visto che almeno 70 km separano il castello di Rapinzeri dal meritato bagno sulla spiaggia di Scopello… C’è anche qualche piccolo inconveniente tecnico, qualche camera da sostituire e gli occhiali del Sembola che sono stati mangiati dal cane del castello…

Alla fine siamo in sella ed iniziamo ad attraversare una lunga serie di bei vigneti, dapprima in discesa e poi in leggera salita; nel mezzo incontriamo il paese di Gibellina nuova, ricostruita ben lontana da quella originale distrutta dal terremoto del 1968 e sulle cui rovine sorge un’opera di Alberto Burri (detta appunto “Cretto di Burri”) che abbiamo visto, purtoppo da lontano per motivi di tempo, nel giorno precedente. Viene istintivo comparare la trama delle case distrutte evidenziata dal “Cretto” e la struttura regolare delle nuove abitazioni, costruite a ben venti km dal sito originario.

Dopo una breve ma intensa prima salita si imbocca una ferrovia dismessa, l’ennesima di questa C2C. In Sicilia erano infatti presenti molte ferrovie locali, alcune anche a scartamento ridotto, che sono state dismesse e successivamente disarmate negli anni ’50 e ’60 con l’avanzare della motorizzazione di massa o, nel caso della S. Carlo – Castelvetrano, a seguito del sisma del 1968. Fortunatamente molte di esse sono utilizzabili come percorso ciclabile in alternativa alla viabilità ordinaria a vantaggio del cicloturista.

Saliamo poi ripidamente in una stradina residenziale che assomiglia a quell presenti all’ Elba, percorriamo una carrareccia di campagna lungo (ancora) una serie di vigne e all’ improvviso di fronte a noi appare il Tempio di Segesta, appollaiato su un poggio che domina la vallata sottostante e che monopolizza i nostri sguardi per tutto il tempo che rimane in vista.

In vista è anche la nostra ultima fatica di giornata, e che fatica: il monte Inici, che separa la valle dal mare e dalla nostra meta. Visto da lontano fa abbastanza impressione, anche perchè siamo poco sopra il livello del mare e lo scollinamento è a 1000 metri di quota. Questa ultima parte del percorso si rivela invece forse la più bella di tutto il viaggio: la salità è lunga, ma proprio per questo graduale, salvo un paio di rampe più ripide; via via che saliamo la temperatura diventa progressivamente più gradevole; ma soprattutto ad ogni tornante davanti a noi si srotola un panorama formidabile, che spazia dal bosco di Alcamo al Tempio di Segesta, dalle sterminate vigne della vallata fino al lago Rubino ed in lontananza tutta la costa di Trapani, Erice e le isole Egadi. Spettacolare, non ci sono altre parole… ma il bello deve ancora venire, perchè la discesa è ancora più scenografica: una lunga sequenza di tornanti in un bosco sormontato da pratoni di crinale e circondato da speroni rocciosi, un ambiente che se non fosse per il mare turchese del golfo di Castellammare e la città di Scopello giù sotto potrebbe trovarsi tranquillamente in qualche valle delle Alpi o nell’ Appennino centrale.

I 70 km finali sono ormai alle nostre spalle: un’ultima meritata birretta ed una bella nuotata suggellano la conclusione del viaggio.

Trovate altre foto della quarta tappa della Coast 2 Coast nel fotoalbum. Domani posterò qualche considerazione finale e un po’ di informazioni utili.

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