Sistemi antiforatura: tu quale usi o a quale sei interessato?

Dai sistemi a doppia camera ai “salsicciotti” di diverso tipo, passando per le camere d’aria imperforabili o autoriparanti… nelle ultime stagioni stiamo assistendo a un vero e proprio boom commerciale di sistemi antiforatura di vario genere, che promettono tutti il medesimo risultato: permettere al biker di proseguire la sua discesa senza che il copertone si sgonfi completamente a causa di tagli o forature e senza che il cerchio si danneggi colpendo direttamente rocce e radici sul terreno.

Tutti mediamente piuttosto costosi e fondamentalmente efficaci nel prevenire le forature o, per meglio dire, nel limitarne le conseguenze, i diversi sistemi antiforatura oggi disponibili presentano pro e contro che inducono gli acquirenti a optare per un prodotto piuttosto che per un altro. Presto esprimeremo un nostro giudizio sui vari prodotti grazie a un test comparativo delle principali soluzioni in commercio, valutandone pregi e difetti, ma nel frattempo ci piacerebbe conoscere le opinioni dei lettori: utilizzate qualcuno di questi sistemi? Se sì, qual è il vostro preferito? Quali altri sistemi avete avuto occasione di provare? Pensate siano soluzioni valide oppure non attirano la vostra attenzione? Insomma, dateci il vostro parere.

Di seguito le soluzioni più conosciute:

Il ProCore di Schwalbe e l’analoga soluzione Made in Italy Deaneasy si basano su di una camera d’aria gonfiata ad alta pressione tramite una valvola a doppia funzione, per mezzo della quale si gonfia anche la tradizionale sezione Tubeless del copertone. La camera interna aiuta a tenere tallonato il copertone sul cerchio e ripara cerchio e copertone da urti più violenti, mentre al contempo permette pressioni del copertone più basse rispetto a quelle di un tradizionale Tubeless. Di contro, non tutti i cerchi digeriscono al meglio le alte pressioni della camera d’aria interna.

Le soluzioni a “salsicciotto” sono le più diffuse e negli ultimi mesi sono diversi i produttori, soprattutto italiani, che hanno proposto un proprio prodotto. Huck Norris è tra i primissimi sistemi in stile “mousse” derivati dal motociclismo offroad ad approdare alla MTB. Segue il sistema Flat Tire Defender presentato niente meno che da Aaron Gwin, che purtroppo durante la stagione di UCI DH World Cup ha platealmente dimostrato, suo malgrado, che anche questi sistemi sono tutt’altro che infallibili. Il Pepi Tire Noodle è probabilmente la soluzione di questo genere più economica attualmente in commercio. Dalla Liguria l’ABS Roc, che ha la particolarità di essere più denso della concorrenza. Infine il Banger di MrWolf, che dichiara di utilizzare un polimero appositamente studiato per questo scopo. Il vantaggio dichiarato di questi sistemi è quello di ridurre il volume di aria necessario al copertone, creando le condizioni per poter proseguire la discesa anche dopo una foratura, minimizzando la perdita di prestazioni e proteggendo il cerchio dagli urti. Il contro è il ciclo di vita limitato dei polimeri che compongono questi “salsicciotti”.

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