Specialized presenta la nuova Epic 8, e con essa anche la versione Evo, cioé quella con più escursione. Il numero non può che far ricordare la Tarmac 8, presentata lo scorso anno, di fatto allineando due dei modelli più amati del marchio californiano.
Anche questa volta la versione da gara della Epic si differenzia molto da quella da “downcountry” ma, al contrario di quanto successo nel 2020, la Epic 8 Evo difficilmente verrà usata in gara al posto della Epic 8, che vedete nella foto qui sotto. Quest’ultima ha infatti già 120/120mm di escursione, rinuncia al Brain a favore del Rock Shox Flight Attendant (qui il test), e ha un peso senza pedali in taglia M di 10.5 kg, contro i 12.48 kg del modello Pro in taglia L, cioé quello di punta, della Epic 8 Evo, con multitool nella serie sterzo. Le ruote sono da 29 pollici ed il telaio completamente in carbonio.
Difficile definirla una MTB da donwcountry, anche perché troviamo una forcella Fox 34 con 130 mm di escursione senza lockout, una gommatura robusta e un ammortizzatore tarato per il trail, oltre che freni SRAM Code. Nel video trovate tutti i dettagli e la prova sul campo della Epic 8 Pro Evo. Per i dettagli della Epic 8 vi rimando al sito Specialized. I prezzi di entrambi i modelli si trovano in fondo all’articolo.
La Epic 8 Evo ha un flip chip mimetizzato nell’attacco dell’ammortizzatore al linkage. La taglia in prova è una L perfetta per me che sono alto 179cm e ho una distanza sella – movimento centrale di 74cm.
Come il modello precedente, anche questa Specialized Epic 8 Evo bada molto alla sostanza: niente comando remoto per il lock out delle sospensioni, ammortizzatore con due posizioni (al contrario delle 3 della versione da gara), gomme robuste. Troviamo il vano portaoggetti nel tubo obliquo in entrambi i modelli, quindi preparatevi a vedere qualche campione del XC che tira fuori la barretta durante le gare.
È stato cambiato il meccanismo di fissaggio del coperchio, operazione ora più semplice grazie ad una leva. Il buco è sufficientemente lungo per farci passare una pompetta per gonfiare le gomme, cosa non scontata, come abbiamo visto qualche settimana fa qui.
Anche sulla Epic 8 troviamo i foderi alti che flettono, visto che manca il giunto nella parte posteriore del carro. Una soluzione ormai ubiqua su tutte le MTB di questa escursione.
Grazie Specialized per questo passaggi cavi nel telaio e non nella serie sterzo. Niente torrette di plastica e più facilità nella manutenzione.
Praticamente impossibile da vedere, anche perché non c’è nessuna scritta laserata che lo indica, l’eccentrico che permette di variare la geometria della Epic 8 Evo, posto sull’attacco dell’ammortizzatore con il linkage.
Tornando a parlare di passaggio cavi, questo è guidato nel telaio, quindi i cavi non fanno rumore e sono facili da sostituire. Il gommino fra carro e triangolo anteriore evita che lo sporco entri nel movimento centrale.
Oltre al passaggio cavi guidato, la silenziosità della Epic 8 Evo è data anche dal batticatena che protegge il fodero (anzi, i foderi) dalla catena, che dal canto suo oscilla molto poco grazie al tensionamento della nuova trasmissione SRAM AXS T-Type, dotata di una frizione molto forte.
Quello che rende questa bici una trail bike più che una downcountry è in primis la forcella Fox 34 non Step Cast…
.. seguita dalla gommatura. Troviamo infatti un copertone Purgatory 2.4″ Grid T9 davanti e un Ground Control 2.35″ Grid T7 dietro. In particolare il Purgatory offre molto grip e sicurezza quando si lascia andare la bici in discesa.
Infine anche i freni sono di quelli che non si trovano su un mezzo da downcountry: SRAM Code Silver, con dischi HS2 200/180mm.
Chiude il pacchetto trail il multitool inserito della serie sterzo, comodissimo da raggiungere quando se ne ha bisogno e dotato anche di uno smagliacatena.
Rispetto alla vecchia Epic Evo che avevo provato quattro anni fa, quella nuova ha messo su un chiletto (12.5 contro 11.5 kg) ma a buon rendere, perché il suo carattere è cambiato completamente: da cross country a trail bike. Questo si nota non solo in discesa, ma anche in salita. Infatti l’antisquat è diminuito e ad ammo aperto abbiamo una sospensione più sensibile ai piccoli urti ma anche più incline al bobbing. Su salite asfaltate e sterrate ho usato il lockout dell’ammortizzatore, che è praticamente completo. Manca il lock out della forcella, dunque non aspettatevi di poter sprintare come se aveste una rigida, ma non credo che questo sia lo scopo di chi comprerà la Epic 8 Evo.
Piuttosto, credo che l’acquirente tipo sarà il biker che ama lunghe pedalate, possibilmente con molti metri di dislivello, condite con discese tecniche senza ansia da KOM. Perché se da un lato è vero che in salita si fa decisamente meno fatica che con una trail bike da 140/150mm di escursione, dall’altro in discesa si arriva al limite della Epic 8 Evo quando il terreno è scassato e veloce allo stesso tempo. D’altronde l’escursione dovrebbe parlare chiaro: con 120mm al posteriore non si può pretendere di scendere come una enduro.
Però è proprio questo il punto che rende la nuova Epic particolare: è una allrounder vera, nel senso di come intende il mountain biking chi vuole raggiungere un passo alpino dopo 1500 metri di salita per percorrere un bel trail in discesa senza stress. La posizione in sella è tipica “Specialized”, cioé facile: il rider si trova subito a suo agio con la lunghezza del telaio e con gli appoggi, senza doversi adattare a geometrie estreme.
Penso che molto di voi notino come tutta la classificazione delle mountain bike si stia traslando: quelle che prima erano le trail bike, cioé il segmento con 140/150mm di escursione, ora pesano come le vecchie enduro, cioé intorno ai 15kg. Vedere la Trek Fuel Ex, la Cannondale Habit LT o la recente Canyon Spectral CF. Al loro posto arrivano le “downcountry” vitaminizzate, come questa Specialized Epic 8 Evo la Scott Spark con uguale escursione.
Non è un caso che questa Evo monti delle gomme con molto grip e piuttosto robuste, ma che con il XC non hanno niente a che vedere. Idem per i freni. Ok, non saranno i più potenti in commercio, ma sono gli stessi che troviamo sui tre modelli di trail bike che ho citato sopra, e su tante bici da enduro.
Trovo che il meglio di sè la Epic 8 Evo lo dia sui sentieri tecnici in salita o con tanto saliscendi, come la traversata San Lucio – Monte Bar che eccezionalmente sono riuscito a fare a metà febbraio 2024. Mi ha dato proprio la sensazione di una bici con cui non si diventa mai stanchi, complici il peso contenuto e l’ottimo modo in cui lavorano le sospensioni. L’unico momento in cui mi sono stancato è stato alla fine del giro, dopo la discesa di 1000 metri di dislivello, quando gli SRAM Code mi richiedevano di premere con forza la leva. Ad essersi stancati erano gli avambracci. Cosa che è peggiorata nel tempo man mano che le pastiglie si sono consumate.
Vale la pena citare la colorazione del telaio, un verdolino “sporco” che trovo si adatti perfettamente al carattere di questa mountain bike: quale vero biker bici che sembra appena uscita dall’autolavaggio?
Il modello in prova è la Epic 8 Pro Evo.
I montaggi si trovano sul sito Specialized.
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