Già più di 10 anni fa si erano visti dei freni con azionamento wireless, un prototipo creato da un team dell’università del Saarland, in Germania, che funzionava tramite l’azionamento a pressione delle manopole del manubrio. Maggiore la pressione maggiore la forza frenante.
Da allora si sono susseguiti un numero di brevetti sull’azionamento senza fili dei freni per bicicletta, in particolare da parte di inventori cinesi e coreani, focalizzati perlopiù sul lato software.
Sino al brevetto di 2 anni fa di Shimano, riguardante l’azionamento elettronico dei comandi freno da strada:
Il funzionamento si basa su un rilevatore della forza applicata alla leva che utilizza un estensimetro piezoelettrico, che a sua volta rileva lo spostamento relativo dallo zero che la leva ha percorso, ma non solo, ne calcola anche angolo di rotazione, velocità di rotazione e “accelerazione rotazionale dell’elemento operativo”. Questa informazione viene passata ad un controller che la processa tramite un algoritmo e lo invia all’attuatore, ovvero un motore elettrico che manovra un attuatore lineare a vite, il quale spinge il pistone del freno vero e proprio (il conversion mechanism del diagramma sopra). Pistone che può essere posizionato all’interno del telaio e non nel comando.
Questo meccanismo di Shimano non toglie completamente di mezzo i cavi dal manubrio, ma invece di avere una guaina idraulica la sostituisce con un filo elettrico, che può essere di diametro decisamente inferiore, oltre che facilmente scollegabile tramite dei jack, senza necessità di spurghi.
SRAM ha concepito un sistema ora brevettato, che funziona circa allo stesso modo, ma interponendo trasmettitore wireless tra l’attuatore elettronico e quello meccanico, ovvero il pistone. In questo modo quest’ultimo può essere spostato ovunque, anche molto vicino alla pinza dei freni (dove ci sono le pastiglie), togliendo definitivamente di mezzo cavi, cavetti e guaine.
La domanda che dalla lettura del titolo (e solo quello me racumandi) vi starà assillando è ovviamente “ma sono sicuri? E se non funziona qualcosa? E se si scarica la batteria? etc.etc..”.
E questo è esattamente il focus del brevetto di SRAM: a lato dell’attuatore idraulico è previsto una molla comandata elettromagneticamente, che, in posizione di riposo tiene frenato il sistema. Nel momento in cui si attiva il sistema, semplicemente frenando, viene inviato un segnale all’attuatore che disinserisce la molla consentendo di muovere le ruote, che altrimenti resterebbero frenate (la vedete dietro lo spazio di inserimento delle pastiglie nel diagramma):
In questo modo, in caso di qualunque malfunzionamento, in particolare di mancanza di energia elettrica nel sistema, la molla non verrebbe più contrastata e andrebbe a frenare le ruote. La molla, a lamella, garantisce una frenata progressiva, quindi non è che in caso di malfunzionamento si avrebbe un blocco immediato delle ruote con conseguenze immaginabili.
Fondamentalmente il sistema sembra essere mutuato (e miniaturizzato) da quello in uso sui grossi camion e autobus, ma con un sistema a molla comandata elettromagneticamente invece che ad aria compressa.
Chiaramente si tratta di un brevetto, non di un prodotto realizzato, ma possiamo immaginare che sia un preludio a novità prossime venture.
Sul fatto che sia una buona idea ho qualche dubbio. Non credo garantisca una frenata migliore o più sensibile di un buon freno idraulico. Leva i tubi di mezzo, ma penso che su questo si potrebbero fare passi avanti in altre direzioni. Ad esempio, basterebbe avere i tubi integrati nel telaio e nella forcella, con dei QD (Formula già li ha sui suoi freni) in prossimità delle pinze (una sorta di bus idraulico). Tanto, vorrei vedere chi mai cambia i tubi dei freni, se non per ragioni estetiche, che verrebbero a decadere se integrati. Oltretutto un bus idraulico potrebbe essere sfruttato anche per attuare il deragliatore.