Il freddo sta tornando impetuoso in questo periodo. L’inverno ci ha graziati fino ad ora (abbastanza) ma doveva presentarci il conto prima o poi. Ma non disperate, questo è un ottimo momento per spostare la propria preparazione outdoor verso la tecnica pura, e per farlo ci spostiamo in strada con una front da dirt-street (o bmx, o mtb di qualunque tipo vogliate). Molti di voi, so già, storceranno il naso. É però indubbio che utilizzare tecniche come il bunny hop o il manual possa aiutare in tutte le discipline legate al fuoristrada. Un esempio plateale di questo concetto ci è stato proposto da Marco Aurelio Fontana in una gara di ciclocross poche settimane fa. Senza scendere dalla bici ha “bunny hoppato” di violenza degli ostacoli messi apposta per spezzare il ritmo agli atleti. In questo modo ha avuto la possibilità di non dover: scendere dalla bici, correre bici in spalla, risaltare sulla bici con le scarpe sporche di fango ed il rischio di non riuscire ad agganciare bene, ripartire in salita. Più in generale ha guadagnato tempo, risparmiato energie e spezzato il meno possibile il ritmo.
Proprio per questo motivo io consiglio sempre, a chiunque, di cercare una bici da dirt-street o bmx o qualunque mezzo anche economico che possa utilizzare un’oretta o mezz’oretta al giorno sotto casa. Una palestra per la tecnica perchè permette in poco tempo e in ogni condizione (basta un parcheggio anche coperto) di mantenere e aumentare il feeling con la bici. Avete presente quella sensazione di non conoscere il mezzo dopo un inverno intero che non lo si tocca. Con una bici da dirt in casa questo non avviene perchè la bici l’avremo usata tutti i giorni (o quasi) e non avremo mai smesso di stare sulle due ruote.
Detto questo spero che anche i più scettici possano capire quale vantaggio possa dare il padroneggiare questo tipo di manovre. Chi invece ama il freeride o ancor di più il freestyle sicuramente troverà molto interessante l’argomento.
Poiché quelle base sono state già spiegate qui (Manual –Bunny hop) vediamo di evolvere un po’ la padronanza del mezzo e combinare le manovre e vederne di nuove. Nelle prossime settimane (finchè i sentieri non saranno senza neve) ci saranno un po’ di puntate dedicate a questi piccoli giochetti che si possono fare in strada. Tutta roba semplice che se padroneggiata donerà quel feeling in più nella guida della nostra bici.
La prima combinazione, che analizziamo oggi, unisce ad un manual iniziale un bunny hop senza passare dal via, senza cioè poggiare l’anteriore tra il primo trick ed il secondo, un movimento unico. Inutile dire che è necessario padroneggiare al meglio il bunny hop. (anche il manual ma è meno necessario).
Nel gergo freestyle si utilizza dire manual to bunny hop (si usa il to per indicare la sequenza di due trick diversi uno dopo l’altro).
Tale manovra, oltre a fare il figo davanti al bar del paese, può avere utilità pratiche nella guida su sentiero. Vedremo infatti che unita ad altre manovre (tipo bunny hop to manual, cioè la sequenza inversa) permetterà di affrontare con sicurezza alcuni passaggi ostici in piano e discesa come scaloni in salita in sequenza. Ipotizziamo di avere due scalini da fare in salita ed in sequenza, poniamo che siano alla distanza di una bici l’uno dall’ altro. Se io arrivo in piano o discesa a velocità sostenuta come posso affrontarli? Rallento e ne faccio uno alla volta ( difficile per altro perchè dovrò alzare contemporaneamente ant e post che saranno su due piani diversi…), oppure cerco di saltare tutto e atterrare direttamente sul secondo (se sono un drago del bunny hop e ho abbastanza velocità è possibile… ma se sbaglio?? chi me la ripaga la ruota posteriore accartocciata??). Un metodo, sicuramente non dei più facili, ma tra i più redditizi, prevede di saltare sul primo rimanendo (un istante) in manual in modo che la ruota ant non vada ad impattare sul secondo scalino, da lì rifare un nuovo bunny hop per salire anche il secondo scalino. Ecco che quindi, nella seconda fase della manovra entra in gioco questa manovra che spiego oggi.
Ci sono altri esempi (che prevedono droppini o l’evitamento di ostacoli saltando) in cui si può usare questo tipo di manovra. Ovviamente se uno non ha confidenza con la cosa non le proverà mai nella guida di tutti i giorni. Discorso diverso se la tecnica si conosce e si padroneggia con facilità. Per capirci più si padroneggia una tecnica più situazioni troviamo per utilizzarla (esempio classico se io so fare un drop non dovrò copiare tutto ma potrò direttamente droppare ad alta velocità ostacoli anche “copiabili” aumentando la velocità di percorrenza e la fluidità di guida).
Insomma non pensiate sia una cosa che si fa tanto per fare perchè, come già detto, quando avrete preso confidenza con tutte le manovre da “street” vi renderete conto di quanto possono aiutare nella guida di tutti i giorni.
Veniamo alla manovra vera e propria. Per prima cosa dobbiamo metterci in manual. Per quello vi rimando al topic apposito che ho linkato poc’anzi.
Consideriamo che avremo bisogno di una certa spinta quindi dobbiamo cercare di avere la ruota anteriore più bassa possibile. Come sappiamo infatti il bunny hop basa la sua riuscita sul tirare su l’anteriore in modo esplosivo. Se lo teniamo già su avrà poca possibilità di salire in modo esplosivo e quindi il posteriore non riuscirà a seguirlo. Mettiamo subito in chiaro. Non c’è nessuna necessità pratica di fare un manual di svariati metri prima di saltare (come in foto). In quel caso si tratta di puro esercizio (che come già detto comunque aiuta). A noi basterà alzare l’anteriore in manual per pochissimo tempo, giusto il tempo di arrivare a trovare l’equilibrio, e poi da lì saltare. Per chi si sta chiedendo cosa differenzia questo tipo di approccio (in cui il manual è tenuto pochissimo) da un normale bunny hop la risposta è che in questo caso si impara ad usare al meglio le gambe perchè, come vedremo, non possiamo contare sulla spinta delle braccia. Inoltre provando vi renderete conto di quanto sia più difficile questa seconda manovra rispetto alla prima. Questo perchè nella fase di caricamento del bunny hop avremo un solo punto di contatto (la ruota post) quindi non ci sarà la possibilità di variare a piacimento il carico sulle ruote. Proprio questa è la fase difficile e quella che rende poi utile questo esercizio.
Tornando a noi, siamo in manual, con la ruota anteriore bassa, le gambe molto piegate (ricordate? In manual le braccia sono tese, le gambe invece si muovono e decretano l’altezza della ruota ant, più piegate – ruota più bassa, più stese – ruota più alta) e lo sguardo avanti che ci dona sempre quel pizzico di stabilità in più.
Se siamo abbastanza arretrati avremo anche i piedi allineati rispetto al nostro corpo (cioè paralleli al tronco o simile) e non a terra. Vedremo che questo aspetto potrà tornarci utile.
Il movimento da fare adesso è far scorrere sotto di noi la bici mentre il nostro corpo si alza verso l’alto. Per farlo dovremo andare a stendere velocemente le gambe (ricordate prima la regola delle gambe piegate-stese!). Nel mentre dovremo però anche avanzare con le braccia flettendole leggermente in un primo tempo per poi ristenderle in una seconda fase, cioè mentre il tronco inizia a spostarsi verso l’alto.
Quindi la sequenza di movimenti è: gambe che si stendono con tutta la forza possibile, braccia che ci lanciano le spalle verso l’alto flettendo leggermente all’inizio e ristendendosi in un secondo tempo.
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Ho parlato prima dei pedali sfalsati. Possono aiutare perchè mentre si fanno questi movimenti possiamo aiutarci a “far impennare” la bici seguendo il movimento del corpo con i piedi. E cioè dando “un quarto” di pedalata che ci aiuti ad alzare l’anteriore e a spingere con le gambe.
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Mi raccomando durante tutta questa sequenza di movimenti di stare sempre pronti col freno posteriore a bloccare la rotazione indietro (se ne date troppa). Sarebbe anche poi fondamentale imparare a saltare via dai pedali al momento giusto per imparare a cadere sempre in piedi.
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Ad ogni modo se stiamo facendo il movimento giusto stiamo avanzando e ci stiamo alzando verso l’alto. Ricordate che la ruota posteriore arriverà all’altezza dell’anteriore se vi va bene.. quindi più riusciamo ad alzare l’ant più il bunny hop risulterà alto. Non aspettatevi di saltare in alto quanto con un normale bunny hop perchè la mancanza della spinta delle braccia si deve pur far sentire da qualche parte.
Ecco che sorge un secondo problema fondamentale. Essendo in manual ero molto arretrato rispetto ad un normale bunny hop. Ecco che incontriamo la seconda difficoltà vera della manovra. Normalmente i casi sono due. Se abbiamo azzeccato perfettamente i tempi di spinta e ci siamo coordinati perfettamente tra gambe, braccia e tronco, sentiremo una spinta decisa che cerca di farci impuntare (considerate che state spingendo solo con la ruota post). Questa situazione si risolve facilmente arretrando col sedere durante la fase di volo.
[url=http://fotoalbum.mtb-forum.it/viewphoto.php?id=338736][img]http://fotoalbum.mtb-forum.it/image.php?id=338736&s=576&uid=315[/img][/url]Più difficile da correggere è invece una ipotetica situazione in cui il peso non riesce ad avanzare abbastanza. La spinta si trasforma infatti in una forza che allontana la bici da noi. In pratica invece di incanalare la forza in una spinta verticale la disperdiamo spingendo anche in avanti la nostra ruota. Questo fa sì che la bici ci scappi via impennendo. L’unica soluzione qui (non sempre la frenata basta, soprattutto se spingiamo forte) è saltare via dai pedali. Anche quello un ottimo allenamento, soprattutto per chi fa salite tecniche e si trova spesso a dover saltare via dalla bici causa ribaltamento all’indietro.
Una volta che saremo riusciti a gestire i pesi in queste fasi potremo tranquillamente completare il bunny hop come se fosse un salto normale.
Ok lo so, sono noiso ma non smetterò mai di ripetere quanto l’allenarsi per strada in questo modo possa darvi quella confidenza, quella sicurezza, quel guizzo in più che potrebbe fare la differenza sui sentieri.
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Ingrediente segreto. Equipaggiamento da dirt.
Le bici da dirt si trovano a poco (anche 3-400 euro usate). Non serve roba montata alla morte, non serve che sia cromaticamente perfetta, non serve che abbia il cambio di ultima generazione. L’importante è che abbia una forka ammortizzata (possibilmente con il perno passante) per salvare un po’ i vostri polsi dagli impatti col terreno e almeno un freno posteriore (ant non è così necessario ma può essere utile per prendere confidenza con manovre tipo nose press ecc) e che sia una bici con slooping accentuato (e sella bassa) in modo da avere la possibilità di utilizzare tutta l’escursione delle gambe. Non guardate nei video i ragazzi che girano senza freni (in realtà utile ma ad un livello più avanzato e solo in street) o senza casco o senza protezioni.
Mettete sempre almeno il casco, i guanti, le ginocchiere e i parastinchi!!!!! (magari anche paraschiena se state provando il manual e non siete ancora sicuri).
Si può fare tutto anche con la vostra bici, sia essa da xc (abbassate la sella se potete), enduro, dh, graziella, ma ovviamente la bici da dirt aiuta enormemente velocizzando il processo di apprendimento (perchè fare manual con una bici da dirt è 10000 volte più facile che farlo con una da xc!!)
Alla prossima settimana!!!
ricordatevi di Seguirci anche su FB e che ci sono ancora pochi posti disponibili per il primo power week end di enduro a fine marzo!!!
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