La scorsa settimana abbiamo visto come saltare su un ostacolo frontalmente. Abbiamo analizzato piccoli trucchetti e delineato vari possibili utilizzi. Rimangono però altre situazioni in cui salire su un ostacolo frontalmente non ci può aiutare totalmente. Pensiamo solo a quando ci troviamo in entrata di curva e vogliamo “anticipare” la traiettoria salendo su qualche riva, o quando ci troviamo incastrati in qualche scolo dell’acqua e vogliamo uscirne. L’unico modo che abbiamo per fare queste cose è “ollare” lateralmente. In pratica stiamo facendo un bunny hop e contemporaneamente ci stiamo spostando di lato. Attenzione che NON ci stiamo giriando in aria. La direzione del nostro moto sarà sempre la medesima, semplicemente ci sposteremo di X cm più a destra o più a sinistra saltando.
Questa tecnica, come tutte quelle legate al bunny hop ci torneranno veramente utili quando inizieremo a parlare di come affrontare traiettorie strane che vedremo essere redditizie, anticipi, spinta in curva ecc ecc.. insomma in quella che è la guida di tutti i giorni su qualunque tracciato.
Per questo motivo rinnovo l’invito, a chi non lo stesse già facendo, a scendere in strada un oretta, in pausa pranzo, la sera dopo mangiato, la sera prima di mangiare, la mattina prima di andare al lavoro… e provare queste tecniche che vedremo essere basilari e che dovremo riuscire ad utilizzare con naturalezza.
Ma veniamo alla spiegazione della tecnica.
Per prima cosa sarà fondamentale che conosciate bene i due articoli che la precedono: Bunny hop e salire su ostacoli frontalmente.
Un altro consiglio che mi sento di darvi è quello di iniziare provando a saltare oltre ad ostacoli “fittizi”. Ad esempio le strisce bianche per terra sono un ottimo inizio perchè in caso di errore non ci fanno rischiare di cadere. Un ostacolo tipo manico di scopa o simili può andare bene in una fase già più avanzata. Metterci infatti la ruota anteriore sopra con i pesi messi male si tradurrebbe velocemente in uno scarto laterale della ruota e in un rischio di caduta. Man mano che prenderete confidenza con la cosa potrete aumentare l’altezza del vostro ostacolo/scalino. Già salire agilmente sugli scalini che presenta la città (circa 20 cm) è un buon risultato. Considerate anche che nel fare questa manovra dovrete (e ve ne accorgerete provando) essere super sicuri che almeno l’anteriore salga… altrimenti vi ritroverete col peso verso l’ostacolo e la ruota bloccata ancora al piano inferiore. Crash assicurato.
1 fase.
L’approccio all’ostacolo in questione, sia esso reale o fittizio come detto, deve avvenire il più parallelamente possibile. Per darvi un idea è come se stessimo viaggiando sul bordo strada ben attaccati al marciapiede per evitare che qualche automobilista ci metta sotto. Il gradino che si forma col marciapiede è il nostro ostacolo e noi stiamo viaggiando parallelamente ad esso in modo perfetto. Per salire dovremo avvicinarci il più possibile all’ostacolo in modo da ridurre il gap che dovremo andare a compiere in aria. Alla fine della prima fase, di preparazione se vogliamo, dobbiamo individuare precisamente dove andremo a effettuare il nostro bunny hop. Questo nei sentieri diventa fondamentale perché, tornando all’esempio dell’uscita da una canalina dell’acqua, dovremo sapere perfettamente quando uscirne e visualizzare i possibili ostacoli (che dovranno essere il meno possibile) e i possibili elementi del terreno da sfruttare per facilitare il nostro lavoro.
Ad ogni modo una volta trovato il punto giusto dobbiamo “accucciarci” sulla bici, e cioè flettere gambe e braccia affinchè siano pronte a estendersi e darci l’energia necessaria per saltare.
2° fase
Come in ogni bunny hop che si rispetti è la ruota ant. a salire per prima. Non starò a rispiegarvi il movimento del bunny hop perchè è già stato fatto nei due articoli che vi ho linkato in precedenza. Considerate che anche qui, visto che stiamo salendo su un ostacolo, converrà spostare leggermente avanti il peso in una fase di volo per atterrare prima con l’anteriore e “aiutare il posteriore” a salire (come spiegato nel secondo articolo linkato). Vediamo però le differenze in questo caso. Come al solito è lo sguardo e le spalle che la fanno da padrone. In questa situazione infatti dovremo continuare a guardare lontano, non girate lo sguardo verso destra o sinistra altrimenti innescherete rotazioni.
Girarsi in aria significa far salire la ruota anteriore e arrivare con le pedivella/corona sull’ostacolo rischiando di spaccare tutto. Stessa cosa vale per ostacoli in cui la corona non batte. A subire torsioni e impatti strani sarà la vostra ruota posteriore, che per altro non riuscirà mai a salire spostandosi verso la parte sbagliata. Insomma come avrete capito girarsi in aria porta semplicemente a sollecitare la bici senza creare un reale vantaggio.
Quindi abbiamo detto che lo sguardo continua a guardare lontano e nella direzione in cui ci muoviamo. Sono questa volta le spalle a innescare lo spostamento laterale. Dobbiamo proprio inclinarci leggermente (e sottolineo leggermente) dalla parte verso la quale vogliamo saltare nell’istante prima che la ruota davanti si stacchi.
Vediamo che quindi la sequenza è. Carico con braccia e gambe, inclino leggermente le spalle verso dx/sx, spingo con le braccia per alzare l’anteriore ecc
In pratica invece di spingere perpendicolarmente al terreno dovremo andare a spingere in modo leggermente obliquo. Questo fatto ci darà la spinta laterale necessaria. Mi soffermo ancora sul leggermente. Non dovete inclinarvi come se foste in moto gp. Considerate che state staccando le ruote da terra e quindi nel secondo (o frazioni di secondo) successivo sarete in aria e non potrete “raddrizzare” una piega estrema.
Ad ogni modo ora che vi siete leggermente inclinati e che l’anteriore si è sollevato e si sta portando sopra al nostro ostacolo dovrete riportare le spalle in posizione centrale e avanzare leggermente col peso (per portare giù l’ant. per prima affinchè vi possa aiutare a portare su il post.).
3° fase
La terza fase inzia con la spinta delle gambe. A questo punto l’anteriore sta salendo e voi vi state portando col busto verso l’alto e in avanti. Le spalle ormai sono centrali e state ricercando la massima spinta col corpo per alzare la bici più facilmente possibile. Vi troverete a questo punto in una situazione in cui la bicicletta sarà leggermente obliqua sotto di voi. Per farvi un esempio se, come in foto, stiamo salendo su un ostacolo verso destra, avrete corpo e spalle dritte verso la direzione scelta. Il manubrio leggerissimamente girato verso destra e leggermente spostato più a destra rispetto al vostro corpo. Le gambe e la ruota dietro leggermente più a sinistra. In pratica come detto la bici non sarà dritta rispetto al corpo ma sarà leggermente obliqua.
Ecco che adesso siamo nel momento topico della manovra. Avendo avanzato col corpo la ruota anteriore sta iniziando a scendere (mentre il posteriore continua a salire). Andiamo a cercare il contatto di questa con il terreno (dopo averla raddrizzata ovviamente, non atterrate con l’anteriore storto) e a quel punto finalmente potremo andare a raddrizzare traiettoria e bicicletta. Ricordate che mentre siete in aria le ruote non hanno un vincolo con il terreno ed essendo più leggera la bici di voi, siete voi il vincolo. In pratica la bici in aria si comporta al contrario di come si comporta a terra. Per questo motivo per raddrizzarla e mantenere la linea devo aspettare di essere a contatto con il terreno per poter riportare i pesi al centro. Per farlo im basterà riportare le spalle leggermente nella direzione opposta rispetto a quella nella quale ho saltato. Riprendendo l’esempio della foto in cui salto verso destra, mi basterà riportare le spalle leggermente verso sinistra per ristabilire l’equilibro.
4° fase.
Ora che l’ant. è a terra e le spalle stanno riportando il mio equilibrio centrale posso concentrarmi sul far salire il posteriore. Per farlo, come detto la scorsa volta non dovrò usare freni o altro, ma dovrò semplicemente caricare al meglio la ruota anteriore (e sperare di aver spinto abbastanza con le gambe!) affinchè faccia da fulcro e aiuti il posteriore a salire.
Una volta che anche la ruota posteriore sarà salita le spalle avranno fatto ormai il loro lavoro e vi renderete conto che in automatico la bici si è raddrizzata.
Ora siete su un piano più alto e state percorrendo la stessa direzione che avevate prima di ollare.
Non scoraggiatevi se le prime volte sentite la bici che va un po’ dove vuole lei o se vi sentite storti in aria, è normale. E provate tantissimo su ostacoli “finti” prima di passare a quelli veri perchè agganciare un marciapiede con l’anteriore è un attimo e a quel punto si danno davvero delle gran cartelle.
Ingrediente segreto. Ciascuno ha la sua parte preferita.
Come per le rotazioni anche in questo caso ciascuno riesce meglio da un lato che dall’altro. Normalmente (ma non sempre) si riesce meglio a spostarsi verso la parte del nostro piede “principale”. Il mio consiglio è di iniziare ad allenarvi dalla vostra parte preferita per apprendere più velocemente i movimenti. Trasportare poi questi movimenti anche dall’altra parte senza trascurarla perchè se in strada possiamo facilmente scegliere da che parte affrontare l’ostacolo, questo non può avvenire sui sentieri in cui è il terreno a obbligarci a saltare prima da un lato, poi dall’altro.
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