La sponda retica che fiancheggia l’Adda in bassa Valtellina è spesso ricordata nella tradizione locale per la bizzarria degli abitanti, i “Cech”. Sicuramente qualcuno obietterà che si tratta del solito campanilismo strisciante, ma va precisato che questa zona si differenzia da buona parte della vallata per l’esposizione decisamente più favorevole. E si sa, il sole dà spesso alla testa…
In una tiepida (beh, non esageriamo, meglio limitarsi ad un più modesto “soliva”) giornata del mese di gennaio del corrente anno, gli abitanti della “Costiera dei Cech” vedono transitare, lungo la strada che da Mantello sale sino a Cino, un inusuale terzetto bici munito. Fino alla località Prati Nestrelli, tutto sommato, i locali lasciano che i due energumeni e la gentil fanciulla guadagnino quota senza particolari allarmismi, annotando però, come di consueto, lo spostamento degli intrusi sul territorio.
È però raggiunta la località Prati Nestrelli che il tam tam di sguardi si intensifica e le espressioni si fanno sempre più cupe, sino a che qualcuno si fa forza ed esclama scuotendo la testa “oi mam! küsch i’è matt!” (che in poche parole significa “che ragazzi simpatici!”).
Cosa abbia spinto la curiosa spedizione a percorrere il sentiero che si inerpica, in circa 500 m di dislivello, sino alla sommità del Monte Bassetta (1746 m), ai più non è del resto ben chiaro. Per quella via la bici si spinge, a tratti si porta, ma di certo non si pedala.. almeno non un granchè..
Per quanto possa suscitare perplessità, indubbiamente il trio un disegno in testa ce l’ha: raggiungere uno dei posti più panoramici della Valtellina e da lì godersi i single track che portano nuovamente al fondovalle, attraverso Prati dell’O e La Piazza. Ma anche scovare un itinerario che plachi la fame di emozioni che il periodo invernale inevitabilmente scatena ai bikers di queste parti, relegati nel comparto retico della vallata per molti mesi.
Chiaro, gli imprevisti possono essere dietro l’angolo e la certezza che il progetto sia realizzabile allo stato di fatto è ancora un bel sogno, ma l’entusiasmo è alto e il cielo blu motiva come poche cose a proseguire verso la meta.
Qualcuno prende fiato scrutando carte escursionistiche oscure come Sibille…
…altri approfittano per dare corso alle loro attività lavorative
Il sentiero che conduce alla nostra meta attraversa il fianco della montagna con una lunga diagonale, il che significa dover attraversare numerosi dossi e vallette.
Quando la stanchezza inizia a farsi sentire, è la neve che rende il cammino ancora più faticoso, ma l’Alpe Bassetta è appena lì davanti, dopo (l’ennesima) valletta da attraversare.
E poi eccolo, finalmente a portata di mano, un 360 che abbraccia il lago di Como, la bassa Valtellina, la Valchiavenna, includendo la bella parete rocciosa del Sasso Manduino e la sagoma innevata del Monte Legnone. Un insolito punto di vista per scoprire la morfologia articolata di Val Codera e Val dei Ratti e per meglio capire la geografia di questi bei posti.
Se fossi il Monte Bassetta, ad ogni modo, avrei qualcosa da ridire sul nome che qualcuno ha scelto di appioppargli: non sarà certo un fusto, ma un posto così forse meritava un appellativo come dire.. più altisonante!
Sarà la luce, il panorama o la stanchezza, il trio si attarda più del dovuto, prima di capire che il buio non è poi così lontano e la discesa ancora tutta da scoprire. In gennaio, del resto, le giornate non sono così lunghe da permettere di gozzovigliare…
È il momento di aprire le danze!
L’adrenalina è subito a mille, ed è così che, superato il primo faticoso tratto innevato e qualche fastidiosa lastra di ghiaccio, il sentiero si snoda a curve e curvette sotto le affamate ruote dei bikers, in un’atmosfera che solo una giornata così sa regalare.
Il bosco risucchia le ultime luci della giornata, mentre i due energumeni e la gentil fanciulla, totalmente appagati, sorridono agli ultimi Cech che li osservano da dietro gli scuri, dimostrando che anche le avventure più stravaganti, talvolta, valgono la pena di esser vissute!
Riders: Muldox, Zergio, (Marzia)
Testo e foto: Marzia
Road-book (il GPS non è ancora arrivato nella parte retica della valle, dovete accontentarvi delle parole di Muldox)
Con la compagnia e la simpatia del curioso popolo dei Cech.
Un grazie speciale a Maurizio62 (che vive all’ombra della Costiera dei Cech) per averci suggerito buona parte dei sentieri percorsi.
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