Ci sono i weekend brutti, quelli così-così e quelli memorabili. Questi ultimi sono un cocktail di fattori che difficilmente si ritrovano nello stesso momento nello stesso posto. In Val Brembana, lo scorso weekend, il cocktail é stato perfetto: sentieri, azione, compagnia, serata.
Era da tempo che Cllocate, alias Claudio, mi diceva di fare un salto da lui in Val Brembana, che aveva dei bei sentieri, un furgone con carrello portabici per farne il più possibile in un giorno, ecc ecc. Ha pure messo su una ASD: “Guide MTB Val Brembana“, dove tutti i soci sono muniti di maglia aziendale ben riconoscibile anche da distanti.
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Trovandomi nelle vicinanze anche se in una valle diversa (Valtellina) – e si sa, le valli qui sono come nazioni a sé stanti, anche la lingua é un’altra – decisi di varcare i confini dati dal Passo San Marco e gettarmi in questa avventura. Partivo prevenuto, lo ammetto. Memore del mitico Forum raduno sulla Presolana, sempre in terra bergamasca, mi aspettavo dei sentieri da capre dove la parola flow non esiste.
E invece…. ma cominciamo dall’inizio, ovvero dalla stazione di servizio IP di Olmo sul Brembo, il cuore pulsante di tutta l’attività MTB di Cllocate. Lì vicino si trova infatti la sede dell’ASD, posta in luogo ameno direttamente sul fiume, non proprio adatto per parcheggiarci un furgone con carrello, da qui la scelta meno romantica dell’IP. Sabato mattina l’appuntamento é alle 9:30. Arrivo alle 9:31 e mi trovo tutta l’ASD schierata e pronta a partire, ma manca (per fortuna così riesco a cambiarmi) il boss, e con lui il furgone. Vengo a sapere che si é dimenticato la bici del figlio Ivo, anche lui in giro con noi, a casa. Si inizia con gli sfottò, che diventeranno assillanti durante la giornata.
Partiamo per la prima discesa della giornata. Non mi ricordo il nome del sentiero, so solo che all’inizio di passava dentro una diga e che la diga era bagnata.
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Alcuni tornantini richiedono un po’ di tennica o di camminata, a seconda del rider, ma il resto del sentiero é piuttosto fluido e divertente. Claudio mi stupisce con un “questo é il più tennico della giornata”. Sono esterrefatto. Ci ricompattiamo presso un gattino che passeggia in mezzo alla strada. Quello che vedete alla mia sinistra con il bandana Arikrishna é il terribile Fiore, un bergamasco che si dice salti dei road gap di 20 metri con la sua Trek Remedy. Se lo vedete in giro di sera evitatelo, o pagategli una birra.
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Finita la prima discesa, ci rendiamo conto di avere fame, così si risale e ci si ferma direttamente al ristorante Ristorobie, convenzionato con i biker. O forse sono solo io ad aver fame alle 12:30, visto che mi dicono che normalmente vanno a pranzo alle 14:00. Comunque mangiano tutti.
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Dal Ristorobie si riparte direttamente in bici giù per un sentiero da manuale: fondo boschivo, tratti ripidi, altri molto flow e veloci, tante curve. Faccio notare che si tratta sempre di discese su singletrack di circa 10 km con 1300-1400 metri di dislivello al botto!
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Sono veramente sorpreso dalla qualità dei sentieri Brembani. Claudio, da buon boss della congrega, si butta giù per primo guidando con sicurezza la truppa, finché non buca. E qui ripartono gli sfottò per il ritardo di stamattina, uniti al fatto che non ha una camera d’aria con sè. Sue parole: “Non bucavo da 10 anni”. Peccato abbia ribucato dopo 15 minuti.
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Ultima risalita della giornata. Le nuvole cominciano a diventare nere, ma la Orobiemeteo non prevede precipitazioni di rilievo. Così scendiamo su un altro sentiero da sballo, con fondo boschivo, mentre sopra di noi Pluvio fa notare che se ne sbatte della Orobiemeteo. Per fortuna il bosco é così fitto che rimaniamo asciutti e ci godiamo questo sballo di singletrack, che ci sputa fuori a Santa Brigida, dove ci sono due cose interessanti:
1) i sottoporteghi della ex dogana veneta
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2) il Bar Trocadero.
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Ritorniamo al mitico parcheggio IP, dove solo ora noto questo cartello:
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Purtroppo la Polentoteca é fallita, così scendiamo in macchina lungo la valle per arrivare all’Albergo da Gianni, dove io passerò la notte e dove mangeremo insieme all’omonimo ristorante che dà sull’onnipresente fiume Brembo con una gradevole terrazza.
Rombi di tuono si fanno sentire quando la nostra allegra combriccola, a cui si sono aggregate alcune mogli e qualche fidanzata, ordina da mangiare, ma secondo Claudio Orobiemeteo non prevede, neanche questa volta, precipitazioni di rilievo. Faccio in tempo a mangiare l’ultima acciuga della mia pizza Napoli che comincia a grandinare grosso così.
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Ci stringiamo per bene sotto il tendone. Io e Fiore mettiamo alla prova la cameriera per vedere se riesce a portare due birre sotto il diluvio, mentra la Stefi, la Fiore-consorte, lo guarda male dall’altra parte del tavolo. Effettivamente la cameriera é tosta e arriva bagnata fradicia con due birre. Ci sentiamo in colpa, e per il prossimo giro ci spostiamo vicino al bar, mentre gli altri si rifugiano vicino al forno della pizza per riscaldardi (nevica fra poco).
Fiore ne approfitta per conoscere più da vicino l’eroica cameriera.
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Il giorno dopo il sole splende di nuovo. Claudio ci dice di portare il passaporto, visto che saliremo fino al Passo San Marco e poi scenderemo per il “Milivinti”, cioé il sentiero che Marco e suo padre hanno pulito. In Valtellina. Prima si passa sulla Priula, la vecchia strada che univa le due valli, poi si scende su un bel sentiero dal fondo boschivo in direzione Morbegno.
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Siamo in terra straniera, lo posso vedere dal nervosismo delle nostre guide ma soprattutto dal fatto che ci perdiamo. Ammetto che in parte la colpa é stata anche mia, perché ad un bivio ho seguito il cartello che aveva attaccato l’adesivo di Rose Bikes, messo su da Sergio, che gira spesso in queste zone. Mi sembrava di ricordarmi il sentiero, e fu così che io ed Ivo ci perdiamo nei fossi mentre degli altri non abbiamo più traccia. Dopo mille peripezie e sudate, del tutto inaspettatamente, troviamo il resto del gruppo dietro una curva mentre ripara una foratura. In qualche modo scendiamo a Morbegno, dove Claudio, che oggi fa il cocchiere, a furia di aspettarci si é addormentato.
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Torniamo su al Passo San Marco, dove gli altri tornano in patria, mentre io mi avvio verso casa. Ci salutiamo, ma sappiamo che è solo un arrivederci a presto.
Posso solo consigliarvi di farvi almeno una giornata in Val Brembana insieme alle Guide MTB, ne vale veramente la pena.
Grazie a Claudio e a tutti i ragazzi della combriccola. Pota!