Per i più Suntour fa rima con entry-level, ma ultimamente il marchio taiwanese si sta affacciando sul mercato delle sospensioni con dei prodotti che, almeno sulla carta, presentano caratteristiche molto interessanti. La curiosità di mettere la mani su uno di tali prodotti era perciò grande, a maggior ragione perchè reperibili a costi ben inferiori rispetto a quelli della concorrenza più nota e già da tempo affermata in questo campo.
L’occasione ci è stata data con la Durolux, forcella ad aria per utilizzo enduro/freeride con steli da 35 mm di diametro disponibile con corsa fissa da 160 mm / 180 mm, oppure a travel variabile (160-120 mm / 180-140 mm). La versione in test è la TA RC2 20QLC con corsa variabile 180-140 mm, regolazione del ritorno e della frenatura in compressione con registri separati per le alte e basse velocità. In sostanza tutto quello che si può pretendere su una forcella di alta gamma.
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Dato che, colore a parte, Suntour ci ha inviato due forcelle identiche, abbiamo deciso di testarle su due bici leggermente diverse: una enduro/freeride che nasce per forcelle da 180 mm di travel ed una enduro di norma prevista con forcelle da 160 mm. Il senso dell’averla montata anche su di un telaio disegnato in previsione dell’uso di forcelle da 160 mm lo scoprirete proseguendo con la lettura…
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Analisi statica
Esternamente (al momento non abbiamo ancora aperto la forcella) la Durolux si presenta ben curata e non ha nulla da invidiare alla concorrenza più blasonata. I registri sono in alluminio, ergonomicamente validi ed il funzionamento è molto fluido. La valvola per il precarico dell’aria ed il registro del ritorno, rispettivamente alla base del fodero sinistro e destro, sono però in posizione piuttosto esposta e privi di protezione.
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In alto sul lato destro troviamo i due registri della compressione delle alte e basse velocità, posizionati concentricamente l’uno all’altro con il registro interno (low speed) ben sporgente e quindi facilmente azionabile anche indossando i guanti. Il registro high speed ha 14 posizioni, il low speed ne ha 9 e quello del rebound 13 (quest’ultimo, come detto, si trova alla base del fodero destro). Sul lato sinistro è invece posizionato il pulsante per la variazione del travel, la cui modalità di funzionamento è descritta nel capitolo che segue.
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L’attacco per la pinza freno è di tipo post mount per dischi da 160 mm. Ciò significa che un adattatore è da mettere in preventivo, dato che ben difficilmente qualcuno utilizzerà un disco anteriore da 160 mm in abbinamento ad una forcella come la Durolux.
Il passaggio ruota in prossimità dell’archetto di congiunzione dei foderi è ampio e non ci sono problemi neppure con coperture di dimensioni molto generose quale la Schwalbe Muddy Mary da 2.35″ che vedete montata nella foto qua sotto.
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Per quanto riguarda la pressione di esercizio, per ottenere una durezza simile abbiamo dovuto caricare una trentina di psi in più rispetto alla Fox 36 Talas di norma utilizzata su entrambe le bici usate per il test. Concludiamo questo capitolo segnalando che non abbiamo rilevato il minimo gioco fra steli e foderi, segno che se le tolleranze di lavorazione sono buone si può ottenere fluidità di funzionamento anche senza fastidiosi “sboccolamenti”.
Travel Adjust
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Apriamo questo capitolo con una premessa: il registro per la regolazione del travel può essere remotizzato al manubrio. Le forcelle ci sono però state inviate prive dell’apposito kit, conseguentemente quello che andremo a descrivere è il funzionamento del travel adjust mediante il pulsante posto sulla forcella.
La regolazione avviene in tre fasi: 1) si preme il pulsante 2) mantenendolo premuto si porta la forcella al valore di travel desiderato 3) si rilascia il pulsante. La sequenza è la medesima indifferentemente che si tratti di ridurre od aumentare l’escursione. Nel primo caso sarà necessario comprimere la forcella per vincerne la resistenza elastica, mentre nel secondo caso sarà sufficiente scaricare il peso perchè la forcella si riestenda. Il punto due vi avrà già fatto intuire che la Durolux può essere impostata a qualsiasi valore di escursione compreso fra 180 e 140 mm (160 – 120 mm nella versione da 160 mm di travel). L’aspetto ulteriormente interessante è che il comportamento della forcella non varia in modo percepibile al variare dell’escursione, il che la rende sfruttabile anche in discesa su tutto il range di regolazione.
Veniamo ora alle note negative: regolare il travel mentre si è in movimento è spesso laborioso, in particolare se si vuole riestendere la forcella o impostarla su valori intermedi fra i due estremi. Durante tutta la fase di regolazione l’apposito comando va tenuto premuto, il che significa che per diversi secondi la mano sinistra non impugnerà il manubrio. Dovendo caricare o scaricare il peso dalla forcella, ci si troverà inoltre a compiere strani contorsionismi proprio mentre si impugna il manubrio con una sola mano. Per farla breve, spesso conviene o è addirittura necessario fermarsi, in particolare se si vuole riestendere la forcella e la discesa è già cominciata.
Va da sè che montando il kit per la remotizzazione del comando al manubrio tutti questi inconvenienti sarebbero risolti.
Il Q-LOC Axle
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Suntour ha sviluppato un perno passante da 20 mm (il diametro “standard” per questo genere di forcelle) denominato Q-LOCK. Il perno si inserisce molto facilmente, ed il serraggio è affidato ad una leva in stile quick-release. Sul lato opposto del QR si trova una camma dotata di un registro grazie al quale è possibile regolare la forza di serraggio. Lo stesso registro andrà poi allentato e pigiato per far stringere la camma quando il perno viene rimosso. Il tutto avviene molto velocemente, ed ilsistema si è rivelato funzionale ed affidabile.
C’è però un “ma” che è doveroso menzionare: se la superficie interna del mozzo presenta degli spigoli vivi (una variazione di diametro, ad esempio) la camma si impunta e diventa impossibile estrarre il perno (in senso inverso invece scorre liberamente in quanto la camma è conica). Impossibile usare il Q-LOCK con certi mozzi, dunque? No, perchè quando il perno si impunta basta infilare qualcosa nel foro del mozzo che vada a premere il registro della camma, il quale farà a quel punto stringere la camma stessa liberando il perno. In ogni caso non fatevi intimorire da questo piccolo inconveniente: l’operazione è ben più semplice ed immediata di quel che si potrebbe pensare. Per quanto riguarda il “qualcosa” da infilare nel mozzo, io ho risolto portando con me un raggio di scorta: peso pressochè nullo ed un raggio nello zaino non fa mai male. Un altro oggetto che ben si presta allo scopo è il tubo flessibile di cui sono dotate certe pompe per ammortizzatori (le Rock Shox, ad esempio). Personalmente sconsiglio di affidarsi ad eventuali rametti che si potrebbero trovare nei paraggi. Intanto perchè non è detto che se ne trovi sempre uno adatto, in seconda battuta perchè è facile che rimanga della sporcizia nel foro del mozzo.
In salita
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La Durolux non è dotata di blocco, ma pensando alla tipologia di forcella non ci pare un gran problema. Chiudendo entrambi i registri della compressione, tuttavia, ne risulta una frenatura estremanente marcata ed il bobbing è assente anche pedalando in modo scomposto. Poter abbassare la forcella permette di affrontare le forti pendenze senza eccessivi equilibrismi, e su certe “endurone” da 180 mm di travel è praticamente indispensabile nei giri pedalati. Chiudiamo il capitolo salita dicendo che il peso rilevato di 2450 g non è affatto male per una forcella con questa escursione a corsa variabile.
Discesa
Senza troppi preamboli: temendo un prodotto non ai livelli della più blasonata (e costosa) concorrenza, la Durolux ci ha lasciati di stucco in senso positivo. La forcella è quasi priva di carico di stacco e parte bella morbida, il che si traduce in un’ottima sensibilità. La fluidità di funzionamento impeccabile su tutta la corsa e la curva di progressione ottimale per un utilizzo enduro anche abbastanza spinto. Le regolazioni, sia in compressione che il ritorno, svolgono egregiamente il loro lavoro e gli effetti sono ben percepibili. Dal punto di vista del controllo idraulico non si possono muovere appunti neppure nelle situazioni potenzialmente più critiche, quali potrebbero essere le compressioni in veloce sequenza piuttosto che il controllo in riestensione a seguito di una forte compressione. In realtà c’è una situazione nella quale inizialmente ci siamo trovati un po’ spiazzati: sui gradoni in forte pendenza la Durolux affondava con una certa decisione in caso di impatto violento, come se avesse poco controllo in compressione alle alte velocità. L’efficacia dei registri viene però in aiuto, per cui basta chiudere opportunamente l’draulica quando ci si trova sui tracciati molto ripidi e tecnici. Da notare che il fenomeno si è rivelato poco o nulla fastidioso sulla “endurona” da 180 mm, probabilmente grazie alle geometrie molto più distese che permettono un margine di sicurezza più elevato.
Quindi è tutto perfetto? Ok, ecco il pelo nell’uovo: l’idraulica è un po’ rumorosa, soprattutto in fase di estensione, ma stiamo veramente spaccando il capello in quattro.
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Conclusioni
In questi primi mesi di utilizzo la Durolux ci ha totalmente soddisfatti, rivelandosi un prodotto al top in termini di rapporto qualità/prezzo. Ora manca solamente una valutazione dell’affidabilità sul lungo periodo, aspetto sul quale vi terremo aggiornati.
La possibilità di settare la forcella a qualsiasi valore di travel compreso fra 140 e 180 mm senza che le caratteristiche di funzionamento ne risentano, rende inoltre la Durolux particolarmente indicata come upgrade su telai che nascono per forcelle dall’escursione leggermente inferiore (tipicamente 160 mm).
Dati rilevati
Peso: 2450 g con cannotto da tagliare
Escursione max: 180 mm
Escursione min: 140 mm +/- 5 mm
Prezzo di listino: 629 Euro
Foto in azione di Marzia Fioroni