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La settimana scorsa ci siamo occupati dell’elemento elastico (link), questa settimana completiamo la guida alla taratura delle sospensioni parlando dell’idraulica.
Prima di lavorare sull’idraulica è molto importante aver già trovato il setup ottimale dell’elemento elastico. La durezza dell’elemento elastico è infatti determinante ai fini della regolazione idraulica. Se prendiamo due forcelle uguali, una di un rider leggero (gonfiata a 60psi) ed una di un rider pesante (100psi), viene da se che per ottenere la stessa frenatura in estensione su entrambe le forcelle si devono usare regolazioni diverse del ritorno. La forcella più gonfia avrà la valvola più chiusa (es 15 click) quella meno gonfia avrà la valvola più aberta (es 10 click).
Ecco perchè prima bisogna regolare l’elemento elastico, poi l’idraulica.
La regolazione del ritorno o della velocità di riestensione è la regolazione base che ogni idraulica possiede. Che si tratti di un Cane Creek Double Barrel o di una Suntour entry level, qualsiasi sospensione ha sempre la regolazione del ritorno.
Come funziona: il ritorno, parzializzando il flusso d’olio attraverso una valvola, frena la riestensione della sospensione ovvero la velocità con cui si riestende dopo essere affondata.
Su cosa agisce: la velocità di riestensione è importante perchè determina il tempo e la velocità che la sospensione impiega a riestendersi dopo un impatto. La sospensione, dopo che affonda, deve infatti riestendersi rapidamente in modo da essere pronta ad assorbire un impatto successivo. Allo stesso tempo però non deve farlo troppo rapidamente causando il rimbalzo della bicicletta.
Come si regola: il ritorno deve essere deve essere regolato quindi quanto più veloce possibile, senza però arrivare al punto che la sospensione scalci o rimbalzi eccessivamente. Ovviamente la taratura ottimale dipende da tanti fattori (peso rider, stile di guida, taratura dell’elemento elastico, ecc), quindi il tuning di fino andrà elaborato sul campo, provando diversi setup, ma bisogna comunque trovare un punto di partenza:
Attenzione però: quelle che abbiamo visto sono delle procedure standardizzate che ci forniscono solo una taratura di partenza. I parametri che abbiamo ottenuto andranno poi affinati con la prova sul campo.
Diversi terreni, diverse tarature: la regolazione ottimale del ritorno, come di tutte le regolazioni idrauliche, dovrebbe essere teoricamente specifica a seconda del terreno. A seconda del terreno, sarà preferibile tenere un ritorno più o meno veloce, in particolare:
La regolazione della frenatura in compressione non è presente su tutte le sospensioni, soprattutto su quelle di medio bassa gamma. Di solito è identificata da un pomello di colore blu.
Come funziona: la compressione, parzializzando il flusso d’olio attraverso una valvola, frena la fase di compressione della sospensione ovvero riduce la velocità di affondamento della stessa. In genere le valvole della compressione sono speed sensitive, ovvero in grado di “leggere” la velocità di affondamento della sospensione e di dare una risposta differenziata a seconda che la forcella affondi velocemente o lentamente. La valvola può impedire completamente il passaggio dell’olio determinando quindi il blocco (o lockout) della sospensione od ottenendo un effetto stabilizzante in pedalata (piattaforma stabile).
Su cosa agisce: la velocità di compressione della sospensione è importante perchè influenza la capacità della sospensione di superare un ostacolo. Una forcella troppo “libera” ad esempio tende ad affondare eccessivamente quando la ruota anteriore colpisce un ostacolo importante, determinando un trasferimento di carico in avanti con conseguente tendenza della bici ad impuntarsi. Una compressione troppo chiusa invece riduce la capacità di assorbimento degli ostacoli da parte della sospensione. La compressione permette di limitare anche gli affondamenti in frenata e quando ci sono trasferimenti di carico in generale (es compressione o curve in appoggio), evitando quindi di “sprecare” preziosa escursione o di sbilanciare la bicicletta.
Sotto forma di blocco o piattaforma stabile inoltre la compressione limita le oscillazioni indotte dalla pedalata (bobbing e squat) migliorando la resa in pedalata della bici.
Seguendo la filosofia della semplificazione, oggi molti produttori propongono idrauliche con 3 posizioni: tutto aperto, propedal, blocco.
Il blocco nasce per impedire ogni tipo di affondamento della sospensione per eliminare virtualmente ogni tipo di oscillazione indotta dalla pedalata, migliorandone l’efficienza. Di contro però la sospensione bloccata non è in grado di assorbire le asperità del terreno, risultando di fatto inutile. Per questo motivo sono nate le piattaforme stabili, ovvero dei blocchi parziali tarati per disattivarsi oltre una certa soglia. In questo modo la sospensione si sblocca da sola se ci sono urti di una certa intensità.
Le moderne sospensioni in genere adottano tre modalità:
Nel caso di Fox (idraulica CTD) esiste la possibilità di regolare l’intensità della piattaforma stabile della posizione intermedia tramite una ghiera nera, mentre nel caso della Pike di Rock Shox si può regolare la compressione alle basse velocità nella modalità discesa.
Oramai soppiantato dalle idrauliche a 3 posizione, il blocco con soglia di sblocco regolabile era un must fino qualche anno fa e lo è tuttora sulle sospensioni da XC.
Ad ogni modo il bloccaggio non va mai utilizzato in discesa (ovvio direte, ma sappiate che c’è chi lo usa!) e neppure su sterrati troppo sconnessi (a meno di una soglia di sblocco impostata piuttosto bassa).
Presenti sulle sospensioni più evolute, soprattutto nei modelli gravity, le regolazioni di compressione alle alte e basse velocità hanno da sempre fatto passare notti insonni a moltissimi riders. Come si regolano? Come funzionano? Quando interviene il registro alle basse e quando quello alle alte?
Cominciamo da un presupposto: la forcella non è in grado di leggere la velocità a cui stiamo andando, quindi non può in alcun modo dare una risposta differenziata a seconda che scendiamo veloci o che stiamo andando piano. La valvola idraulica è in grado di leggere solamente la velocità di affondamento della sospensione, che è indipendente dalla nostra velocità di percorrenza del sentiero. Se stiamo scendendo a cannone e freniamo, avremo una compressione alle basse velocità anche se stiamo andando ai 60 km/h.
Insomma, se la forcella affonda lentamente, interviene il registro di compressione alle basse velocità. Se affonda velocemente, interviene il registro alle alte velocità.
Tutto chiaro, ma cerchiamo di vedere quali sono le situazioni tipo di una compressione veloce e di una lenta:
Come si regola? Il fatto di avere i due registri della compressione separati permette al rider di personalizzare in maniera molto precisa la regolazione della sospensione ottenendo una risposta differenziata nelle varie situazioni tipo. In genere sulle forcelle si preferisce chiudere maggiormente la compressione alle basse velocità per ridurre la tendenza dell’avantreno ad affondare in frenata, mentre si tengono le compressioni alle alte più aperte per assicurare un buon assorbimento degli ostacoli medio grandi e squadrati (roccioni ad esempio).
Interessante notare che la compressione alle basse velocità è per lo più vantaggiosa in quasi tutte le situazioni tipo. Ecco perchè consiglio di tenerla sempre un po’ più chiusa di quella alle alte.
Tarare una sospensione con doppia compressione non è per niente facile, per cui non abbattetevi. Il punto di partenza è cercare di capire in quali situazioni lavora un registro ed in quali lavora l’altro: a quel punto sappiamo come intervenire per ottenere un determinato risultato. Provate e provate diverse tarature e diverse combinazioni, cercando però sempre di annotare quali sono i vostri cambiamenti e soprattutto quali sono le configurazioni che vi sono piaciute e perchè. Solo con in tempo si otterrà la giusta taratura.
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