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Che siano 3 o 5 taglie, le misure che abbiamo a disposizione quando dobbiamo scegliere una bici nuova sono per forza limitate. Non sempre siamo così fortunati da essere perfettamente inquadrati in una certa taglia, molte volte ci troviamo a metà.
In questi casi che cosa è meglio scegliere? Meglio una taglia più grossa o una più piccola?
Oltre all’altezza piantone, che oramai solo i rider inesperti usano come riferimento, la quota geometrica che generalmente si usa per capire se una bici è adatta ad una certa persona è l’orizzontale virtuale.
L’orizzontale virtuale si rileva nel seguente modo: è la misura, rilevata su di un piano parallelo al terreno, della distanza tra l’asse del canotto sterzo e l’asse del canotto reggisella. Il punto in cui si fa partire tale misura è la base della calotta superiore della serie sterzo.
Questa misura, facilmente rilevabile con una bolla ed un metro, è molto importante perchè determina l’effettiva distanza sella-manubrio e quindi la posizione che il rider, in posizione di pedalata, assume sulla bicicletta.
A parità di misure antropometriche, lo stesso rider seduto su di una bici con orizzontale virtuale più lungo si troverà molto più disteso rispetto ad una bici più piccola (con orizzontale più corto), su cui invece si troverà più raccolto, più “seduto”.
Ecco il motivo per cui l’orizzontale virtuale è così importante: se l’altezza piantone sella conta relativamente (la sella si può alzare ed abbassare a piacimento), l’orizzontale virtuale è fisso, non si può cambiare.
L’orizzonate virtuale è quello che determina l’effettiva posizione in sella, ovvero quanto è “lunga” la bici, ma da solo non basta.
Le quote geometriche di una bicicletta non vanno mai analizzate da sole. Per determinare la distanza sella manubrio infatti, non basta il solo orizzontale virtuale: bisogna considerare anche l’angolo sella.
Come si vede dallo schema, se prendiamo due biciclette con lo stesso orizzontale virtuale ma angolo sella diverso otteniamo due diversi risultati per quanto riguarda la distanza sella-manubrio:
Viene quindi da se che, specialmente se ci si trova a metà tra due taglie, sarà opportuno effettuare due scelte differenti:
Il tutto utilizzando sempre come riferimento la lunghezza dell’orizzontale virtuale, ovvero partendo dal presupposto che entrambe le bici abbiano lo stesso OV.
Parametri geometrici a parte, quando ci si trova nel mezzo tra due taglie, bisogna comunque effettuare una scelta ed in questa scelta devono subentrare anche le preferenze personali e lo stile di guida. Prendere una bici più grande o più piccola porta con se delle conseguenze in termini di comportamento sui sentieri e caratteristiche di guida della bici: vediamo quali.
Se optiamo per passare alla taglia più grande, dovremo fare degli aggiustamenti.
Per ottenere la corretta posizione in sella, in termini di inclinazione della schiena, dovremo per forza montare uno stem più corto. Anche la sella non dovrà essere arretrata, anzi potrebbe essere necessario avanzarla leggermente.
Il trend della bici lunga ed attacco manubrio corto è molto diffuso sulle mtb moderne. In quest’ottica pensare di prendere la bici più grande ci può sembrare la scelta migliore, ma attenzione: se la bici è già lunga di suo e monta uno stem corto, potrebbe non essere possibile montare un’attacco adatto alle nostre esigenze. Oppure se una bici è già lunga di suo, può non essere la scelta migliore quella di prendere la taglia più grossa. Ecco che quindi la scelta della taglia più piccola, anche se contro la moda del momento, non è sempre così anacronistica.
All’atto pratico una bici più lunga è generalmente molto stabile sul dritto.
In situazioni come pietraie, ripidoni, tratti gradonati la bici infonde sicurezza, tende meno ad impuntarsi e da maggior confidenza alle alte velocità. Si tratta insomma di una bici adatta a percorsi veloci, sconnessi, ma non troppo tortuosi. Ottima la stabilità sui salti, ottima anche la resa in pedalata poichè la bici tende meno ad impennarsi. Una scelta sicuramente indicata in ottica gara.
VANTAGGI:
SVANTAGGI:
In maniera completamente opposta al caso precedente, se optiamo per una bici più corta dovremo montare un’attacco manubrio più lungo.
La scelta dell’attacco manubrio più lungo si rende necessaria per evitare una posizione troppo seduta che renderebbe non solo la pedalata meno comoda ed efficiente, ma che comprometterebbe anche la performance sulle salite ripide o tecniche, facendo si che la bici tenda ad impennarsi con estrema facilità.
Sarà inoltre opportuno arretrare leggermente la sella, in rari casi andare a montare un reggisella con testa arretrata.
La bici più piccola risulta più agile e maneggevole nella guida.
Una bici corta guadagna in maneggevolezza: grazie al passo più corto è molto più facile da girare e da inserire in curva. Prendere una taglia più piccola significa insomma avere una bici perfetta per i sentieri naturali, ricchi di curve in rapida successione e di stretti tornanti. E’ la scelta ottimale per chi gira sugli stretti e tortuosi sentieri alpini e chi ama destreggiarsi tra tornantini a gomito e tecnici passaggi trialistici su roccia.
VANTAGGI:
SVANTAGGI:
Alla fine quindi qual’è la scelta migliore? Quando ci si trova a metà tra due taglie di bicicletta, la scelta migliore è fare un’analisi del proprio stile di guida. Su che sentieri giro? Mi piace di più andare a cannone sul dritto o schizzare tra una curva e l’altra? Dov’è che sono più bravo tecnicamente e dove sono le mie carenze?
Sono queste le domande che dobbiamo farci per fare una scelta consapevole. In fondo non esiste un meglio o un peggio a priori: esiste invece la giusta scelta per le proprie esigenze. Provare la bici prima di acquistarla è spesso la soluzione migliore per fugare ogni dubbio.
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