Con l’avvento dei nuovi formati ruota, con la sempre maggiore specializzazione dei telai e dei componenti da mountain bike, la scelta del telaio sta diventando sempre più complicata.
Montare una bici partendo dal telaio nudo e crudo è il sogno di molti bikers: poter scegliere uno per uno i componenti permette di ottenere la massima personalizzazione e di costruire pezzo per pezzo la bici dei propri desideri, senza dover incorrere nemmeno nel più piccolo compromesso.
Se già la scelta dei componenti richiede un certo studio ed un’attenta valutazione, ancor di più la scelta del telaio dovrà essere attenta e ponderata. Quest’oggi cercheremo di capire quali sono i parametri da prendere in considerazione nella scelta di un telaio adatto alle proprie esigenze, cercheremo di capire quali sono i dettagli e le caratteristiche che fanno un buon telaio, chiedendoci: è sempre vero che “chi più spende, meno spande?”.
Oggi come oggi il mercato della mountain bike è fortemente influenzato dalle mode. Oramai se non hai la bici da enduro non sei nessuno, se non hai le ruote da 29″ in XC sei antiquato.
Per carità, le tendenze del mercato sono da un lato influenzate da fattori oggettivi: la bici da enduro è un mezzo estremamente polivalente, che ben si adatta alla maggior parte dei bikers “tuttofare”, le ruote da 29″ comportano oggettivi vantaggi sulle lunghe escursioni, ma non bisogna farsi influenzare più del dovuto dalle tendenze del momento.
Come ho sempre sostenuto e continuo a ribadire, la scelta di una bicicletta, di un telaio o di un singolo componente dev’essere fatta basandosi sulle proprie esigenze, non sulle mode. Abito a Rimini ed ho poco tempo a disposizione per andare in bici, quindi non prendo la macchina per spostarmi. Cosa me ne faccio di una bici da enduro?
Insomma, le prime domande che dobbiamo porci nella scelta del telaio sono:
Sono tante le domande che bisogna porsi e solo rispondendo in maniera sincera si riescono a delineare la caratteristiche della propria bici ideale.
Una volta che si è capito con precisione le nostre esigenze, dobbiamo cominciare a valutare quali sono le caratteristiche che il nostro telaio dovrà avere.
La scelta come detto è estremamente vasta, quindi bisogna cominciare a scremare e ridurre le opzioni.
Il primo parametro da prendere in considerazione è sicuramente la destinazione d’uso del telaio e la relativa escursione posteriore.
Destinazione d’uso ed escursione sono tra loro collegate, visto che in genere a determinate destinazioni d’uso coincide un range piuttosto limitato di escursione posteriore. Inutile dire che più aumenta l’escursione, più aumenta la performance discesistica della bici, a discapito della pedalata. Si possono individuare diverse famiglie di bici, adatte ad usi diversi: XC (80-100mm), marathon (100-120mm), trail (120-140mm), AM (140-150mm), enduro (150-170mm), freeride (170-190mm), DH (200-240mm).
Attenzione però che l’escursione da sola non ci dice tutto. Ci sono telai con escursione limitata ma adatti ad un uso più discesistico (la Commençal Meta Hip Hop, ad esempio) e telai dalle lunghe escursioni con un’impostazione più orientata alla pedalata (la BMC Trailfox, ad esempio). Contano infatti anche altre caratteristiche, prime tra tutte le geometrie, poi le dimensioni delle ruote ed ultimo ma non meno importante lo schema di sospensione.
Con l’introduzione dei nuovi formati di ruote, un nuovo parametro di scelta quando si acquista un telaio è il diametro ruote.
La scelta della misura delle ruote è estremamente soggettiva e deve essere fatta in base al proprio stile di guida, ai propri gusti ed in base ai percorsi che si andranno a fare.
Ruote più piccole sono più agili e maneggevoli, permettono di girare più rapidamente e di guidare attivamente tra gli ostacoli. Pesano inoltre meno e sono più robuste. Sono in genere adatte a riders a cui piace giocare con la bici, che amano la guida attiva, che cercano di pompare i vari ostacoli e le curve. Sono la soluzione ottimale per chi ricerca reattività e rapidità nei cambi di ritmo, sacrificando magari comfort e sicurezza sullo sconnesso.
Le ruote più grandi comportano invece netti vantaggi in salita. Se da un lato sono più pesanti da rilanciare, hanno più trazione e superano meglio gli ostacoli. La maggior facilità di superamento degli ostacoli è un vantaggio anche in discesa, specialmente alle basse velocità dove la bici tende a mantenere la fluidità di marcia senza impuntarsi o insaccarsi sulle asperità. Sono la soluzione ottimale per riders tranquilli, che cercano un mezzo sicuro in discesa e che mangi gli ostacoli, oppure per chi vuole un mezzo con poca escursione ma non troppo penalizzante in discesa.
Stabilita destinazione d’uso e dimensioni delle ruote, la nostra scelta si è già drasticamente ridotta. Tra i vari modelli che sono rimasti, dobbiamo ora valutare le geometrie.
La prima cosa da valutare è la taglia: non tutti i produttori offrono tutte le taglie su tutta la gamma, quindi è facile che riders particolarmente alti o bassi possano non trovare la giusta taglia su un determinato modello. Che fare quindi? Poco da fare, quel dato modello andrà scartato a priori. La giusta taglia è infatti un parametro critico nella scelta del telaio: inutile prestare attenzione ai mille dettagli e sbagliare poi il parametro più importante.
Una volta che ci siamo assicurati la disponibilità della nostra taglia, possiamo valutare le geometrie. Angoli più aperto o più chiusi, lunghezza del carro e passo influiscono fortemente sulle caratteristiche di guida di una bici e vanno valutate attentamente. Un rider che ricerca prestazioni discesistiche e stabilità sul veloce dovrà orientarsi su telai con angolo sterzo più aperto, al contrario un rider che ricerca maneggevolezza e guidabilità in salita, dovrà cercare un telaio con angolo sterzo più chiuso.
Attenzione poi anche alla lunghezza del piantone sella! Se il piantone sella è troppo corto, si rischia di avere un eccessivo fuorisella, se il piantone è troppo lungo non si riuscirà ad abbassare la sella più di tanto con conseguenti problemi sulle discese tecniche.
Ultimo ma non meno importante è poi lo schema di sospensione.
Ogni produttore ha i suoi sistemi ed i suoi brevetti ed ogni schema di sospensione ha i suoi pregi ed i suoi difetti. A parte qualche raro caso di sistemi che funzionano male, non c’è quasi mai un meglio ed un peggio. I diversi schemi hanno caratteristiche diverse e sarà il rider a dover scegliere quello più adatto alle proprie caratteristiche di guida e preferenze.
Cerchiamo un telaio che mangi bene gli ostacoli sul veloce e non rallenti sullo scassato? Un bel monocross ad infulcro alto può fare al caso nostro. Cerchiamo indipendenza in frenata? Un giunto Horst può essere una buona scelta. Ricerchiamo una buona pedalabilità ed efficienza in salita? Un 4 link a bracci corti può soddisfare le nostre esigenze.
Attenzione però a non generalizzare più del dovuto: se tendenzialmente una casa costruttrice ha una sua “filosofia” e tende a mantenere simili alcune caratteristiche su tutta la gamma, non è assolutamente detto che due telai con lo stesso schema di sospensione abbiano le stesse caratteristiche. Prendiamo ad esempio un telaio con giunto Horst: questo può essere realizzato per essere estremamente performante in pedalata o estremamente plush in discesa, dipende da come si posizionano i fulcri. Anche il semplice monocross può avere comportamenti diversi a seconda della posizione del fulcro principale.
Insomma, valutare le caratteristiche di uno schema di sospensione non è affatto facile a meno di non avere ottime conoscenze sull’argomento. Il modo migliore per capire come si comporta un certo telaio e quali sono le sue caratteristiche cinematiche sono i test (se ben fatti) o la prova diretta sul campo.
Si potrebbe scrivere un libro sull’argomento, ma ne abbiamo già parlato più volte, illustrando i pregi ed i difetti di entrambi i materiali.
La scelta del materiale del telaio comunque, volenti o nolenti, è un aspetto critico che influenza pesantemente le caratteristiche di guida della bici.
Senza scendere in un’infinita diatriba, direi che oggi come oggi i telai in carbonio offrono sicuramente di più in termini di prestazioni: pesano meno, sono rigidi dove e come serve, hanno insomma caratteristiche migliori dell’alluminio.
Purtroppo però c’è il problema del prezzo: un telaio in carbonio è molto più costoso di uno in alluminio, senza contare che è più delicato. Per rivolgersi ad un telaio in carbonio bisogna insomma avere un budget molto elevato, soprattutto se si intende montare la bici pezzo per pezzo. Su budget più bassi conviene puntare sull’alluminio, dedicando invece maggiore cura nella scelta dei componenti.
Meglio un telaio in alluminio montato bene di uno in carbonio montato male. Come già detto la settimana scorsa, il telaio è importante, ma anche la componentistica gioca un ruolo fondamentale in una bicicletta. Un buon telaio non può assicurare elevate prestazioni se non montato a dovere. Tutto lavora in sinergia.
Molto spesso, una volta delineate le caratteristiche del nostro telaio ideale, ci troviamo davanti a diverse opzioni, alcune più economiche, altre più care.
Perchè una Giant costa quasi la metà di una Intense? Ci sono delle oggettive differenze tra un telaio di un marchio “d’elite” ed uno più economico? Vale la pena spendere di più o tutti i telai sono uguali?
Sono tutte domande interessanti, non è però facile rispondere. In genere ad una differenza di prezzo corrisponde una differente cura e qualità costruttiva. I dettagli che fanno la differenza sono molti e spesso influiscono anche sulla durabilità e sull’affidabilità della bici, non sono solo finezze estetiche.
Una delle principali differenze riguarda spesso la verniciatura ed i trattamenti di finitura. Un telaio buono ha una verniciatura in genere robusta, più duratura ed più curata nelle grafiche e nei dettagli. Oltre ad un miglior impatto estetico, patirà anche meno i segni del tempo, resisterà meglio ai graffi ed alle cadute.
Per mantenere bassi i costi, molte aziende vanno a risparmiare sulle lavorazioni. Elementi e parti del telaio forgiati costano meno di quelli ricavati dal pieno al CNC. L’utilizzo di bielle e parti in carbonio è poi un costo aggiuntivo che un’azienda cerca di evitare se vuole mantenere basso il prezzo. Insomma su un telaio più economico si cerca quasi sempre di risparmiare sulle lavorazioni, puntando a soluzioni meno costose invece che concentrandosi solo sull’aspetto funzionale e prestazionevole.
La scelta del passaggio guaine e tubi, la predisposizione per il reggisella telescopico integrato, l’eventuale presenza di passaggi cavi e tubi interni, la presenza o meno di protezioni integrate sul telaio sono poi dei valori aggiunti non da poco. Sui telai in carbonio ad esempio la protezione integrata del tubo obliquo è molto importante, così come un buon passaggio guaina più fare la differenza in termini di funzionamento della trasmissione rispetto ad un cablaggio realizzato in maniera approssimativa.
Attenzione però ad una cosa: il prezzo non è sempre un fattore discriminante. Ci sono telai costosissimi realizzati in maniera economica, così come ci sono telai economici realizzati con una cura degna dei brand più blasonati. Insomma, se da un lato è quasi sempre vero che i telai costosi offrono qualcosina in più nella cura dei dettagli, dall’altro questa regola non ha validità assoluta, soprattutto oggi che molte grandi case delocalizzano la produzione in oriente accontentandosi di standard qualitativi inferiori.
Qualcuno potrà obiettare che più che come è verniciato un telaio, se le bielle sono ricavate al cnc o sono forgiate, se i cuscinetti sono SKF o cinesate, quello che è veramente importante è come funziona il telaio sul campo.
Spendo 1000€ in meno per un telaio economico ed utilizzo quello che ho risparmiato per un miglior allestimento. Il ragionamento non fa una grinza, valutando il rapporto spesa-prestazioni, non c’è nulla da eccepire.
La cura costruttiva e nella realizzazione dei dettagli è effettivamente un valore aggiunto al telaio, non possiamo considerarlo un aspetto sostanziale o che influisce in maniera drastica sulle prestazioni. Non è che il fodero del carro in carbonio mi fa andare più forte di quello in alluminio, così come non è la biella al cnc che mi fa vincere una gara.
E’ comunque oggettivo che un telaio curato e ben realizzato ha sempre un qualcosa in più, non solo in termini di bellezza ed appagamento (utilizzare un telaio curato e studiato in ogni singolo dettaglio è sicuramente piacevole), ma anche in quanto a durabilità e facilità di manutenzione.
Senza contare che quando si tratta di componenti di alto livello, sono i dettagli a far la differenza. Basta spesso un piccolo dettaglio fuori posto, un passaggio guaina mal studiato ad esempio, per creare poi dei gravi problemi o malfunzionamenti ad altri componenti.
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