[Test] Ammortizzatore Manitou Mara

Con il Mara in versione inline, Manitou è uno dei pochi brand a proporre un’alternativa ai due principali player Fox e RockShox che, su questo specifico segmento degli ammortizzatori ad aria da trail, vantano una sorta di monopolio sui primi montaggi di bici e telai. Per le bici più orientate al gravity è uso comune sostituire l’ammortizzatore di serie per personalizzare al meglio il comportamento della sospensione grazie a un’ampia scelta di ammortizzatori tra quelli a molla e quelli ad aria ad alto volume. Per le bici da trail invece questa prassi è molto meno frequente, anche a causa di un ridotto ventaglio di alternative. Può quindi il Manitou Mara essere un prodotto interessante in questo senso?

L’ho messo alla prova per diversi mesi sulla MDE Carve, sostituendo un RockShox Super Deluxe Ultimate, quindi una bici da trail aggressiva grazie alla quale non ho risparmiato il Manitou Mara, provando a metterlo in difficoltà anche su discese scassate e veloci, normalmente appannaggio delle bici da enduro e di ammortizzatori di dimensioni maggiori.

Dettagli Manitou Mara

Il nome Mara, contrariamente a quello che molti potrebbero pensare, non si ispira alla moglie de “L’allenatore nel pallone”, Oronzo Canà, ma a una divinità vedica, il tentatore che distoglie le anime dalla via dell’illuminazione spirituale, raffigurato sulle decal dell’ammortizzatore. Le principali componenti esterne del Mara come il corpo e lo stelo, il barilotto dell’aria e i pomelli di regolazione sono realizzate in lega di alluminio 7050, robusta e leggera, e sono protette da un’anodizzazione dura.

Manitou ha equipaggiato il Mara con un’idraulica piuttosto raffinata in relazione alla tipologia di ammortizzatore e alla sua destinazione d’uso. Un circuito con due pacchi lamellari per regolare internamente la frenatura in compressione sia alle alte che alle basse velocità. Il sistema IPA (Incremental Platform Adjust) consente di intervenire esternamente proprio su quest’ultima, tramite una levetta che agisce precaricando direttamente il pacco lamellare delle basse velocità su 4 posizioni. La posizione con maggior precarico ovviamente è quella più indicata per pedalare poiché fornisce il maggior supporto ma tutte e 4 le posizioni sono ben sfruttabili, come scopriremo in seguito.

Elaborata anche l’idraulica del ritorno che lavora su due circuiti separati, uno per le alte velocità, regolabile internamente tramite lamelle, e uno per le basse velocità che è quello che viene controllato dal registro esterno e che agisce su tutto il range del ritorno in modo fluido ed efficace. Manitou ha da sempre utilizzato i colori dei pomelli di regolazione invertiti rispetto agli altri brand, quindi il pomello del ritorno è blu e non rosso come consuetudine. Altra particolarità del pomello del ritorno è che non ha posizioni preimpostate, i cosiddetti click, quindi permette una regolazione fine del ritorno. Di contro, l’assenza di click non consente di individuare una posizione a cui fare riferimento per successivi interventi di regolazione.

Il Mara in versione inline è montato di serie con barilotto dell’aria a basso volume, che ha comunque discrete dimensioni ma che non contempla la possibilità di variare il volume tramite spacer, quanto meno non con riduttori forniti ufficialmente da Manitou, come succede con i prodotti dei competitor. È disponibile come ricambio il barilotto ad alto volume del Mara Pro, compatibile con il Mara inline, che invece consente ampia regolazione tramite volume spacer sia nella camera positiva che in quella negativa.

Particolare e curata la parte superiore della testa dell’ammortizzatore, con una superficie piana sulla quale è realizzato in rilievo il logo Manitou. Questa superficie tende a raccogliere più polvere e sporcizia rispetto alla maggior parte degli ammortizzatori che generalmente hanno una forma più rastremata in quel punto e permettono allo sporco di scivolare via meglio.

Gli occhielli di fissaggio del Mara adottano le tradizionali boccole DU con distanziali in due pezzi, realizzati in alluminio lucidato e privi dell’anodizzazione che caratterizza invece l’hardware di altre marche. Durante il periodo di test i distanziali non hanno riportato segni di usura mentre il rivestimento in teflon delle boccole DU si è leggermente consumato ma la responsabilità è prevalentemente da imputare all’attacco a forchetta della Carve che, come tutti gli attacchi a forchetta, comporta una flessione a carico dell’ammortizzatore che si ripercuote sull’usura delle boccole.

Il Manitou Mara viene proposto in un’ampia gamma di misure, ben venti, che comprendono sia quelle dello standard metrico che quelle dello standard imperial, sia con attacco tradizionale che con attacco trunnion.

Manitou Mara in azione

Come anticipato, ho montato il Manitou Mara sulla MDE Carve che precedentemente utilizzavo con un Super Deluxe Ultimate di RockShox, quindi un ammortizzatore che sulla carta risulta più orientato alla discesa rispetto al Mara. Cogliendo la possibilità che offre la Carve di ospitare ammortizzatori sia da 45 che da 51mm di corsa, ho approfittato della disponibilità del Mara in tutte le misure, sia metriche che imperial, per montare la versione da 51mm e sfruttare i 135mm di escursione messi a disposizione dalla Carve con questo ammortizzatore, mentre con il Super Deluxe, disponibile solo in misure metriche, ero vincolato a utilizzare la Carve con 127mm di escursione. Manitou ha effettuato sul Mara una taratura specifica per il sistema di sospensione della Carve, basandosi sui valori della curva di compressione che gli ho fornito, e ha decisamente fatto un ottimo lavoro.

Non ho infatti avvertito alcuna necessità di variare la curva di compressione dell’ammortizzatore tramite volume spacer… che anche se non è contemplata come opzione ufficiale, se necessario è comunque fattibile per mezzo di soluzioni differenti come per esempio ritagliando i Neopos di Formula o adattando gli spacer rigidi di altre marche. Il Mara si è rivelato estremamente efficace e in linea con i miei gusti, con un comportamento sostenuto che gli permette di lavorare nella parte alta dell’escursione pur utilizzando un sag generoso, quindi senza bisogno di aumentare la pressione, fattore che contribuisce alla notevole sensibilità iniziale, degna di ammortizzatori dal volume maggiore.

Questo comportamento sostenuto migliora l’assorbimento dato che la sospensione non affonda e resta pronta a incassare l’urto successivo, garantendo al cinematismo una spiccata vivacità e reattività che rende la bici giocosa e divertente. Reattività tuttavia non significa che la sospensione risulti nervosa dato che la frenatura idraulica alle alte velocità del ritorno, settata internamente, è perfettamente bilanciata al range del ritorno alle basse velocità, regolabile dal rider. Questo consente di tenere un ritorno abbastanza vivace godendo comunque di una stabilità e di un’aderenza al terreno nettamente superiori alla media di ammortizzatori di queste dimensioni, anche nei tratti veloci e sconnessi, dove spesso questo genere di ammortizzatori va in crisi.

La frenatura in compressione alle basse velocità gestita dalla levetta a 4 posizioni tramite il sistema IPA è efficace e funzionale. Le 4 posizioni si trovano a 30° l’una dall’altra sul raggio di azione della leva e non è sempre facile individuare le posizioni intermedie quando si agisce sulla leva durante il riding. A livello di intervento idraulico invece, le 4 posizioni sono correttamente spaziate in un range che va dalla posizione aperta a quella molto sostenuta, che non è un blocco completo ma ci si avvicina parecchio e in salita permette di avere una sospensione efficacemente stabile. Le due posizioni intermedie, oltre alle più tradizionali posizioni “open” e “firm”, permettono al rider di trovare con facilità la regolazione più adatta alle condizioni di riding del momento, sia in salita che in discesa, con maggiore versatilità rispetto ai competitor.

Conclusioni

Nelle sue dimensioni compatte e leggere, il Mara racchiude un’idraulica decisamente curata ed efficace. Il comportamento sul campo è ottimo e, soprattutto, lo mantiene pressoché invariato anche su lunghi dislivelli senza patire particolarmente il surriscaldamento, come invece accade spesso ad ammortizzatori di queste dimensioni. Difatti è paragonabile, per prestazioni, ad ammortizzatori con maggiore volume d’olio. Consiglio di tenere in considerazione il Mara a chi sta pensando di sostituire il proprio ammortizzatore con serbatoio separato per alleggerire la bici o per guadagnare spazio per il portaborraccia, senza inficiare le prestazioni, oppure a chi vuole migliorare sensibilmente le prestazioni della sua bici da XC o da trail.

Peso e prezzo Manitou Mara

  • 270g – 190×50 senza hardware
  • €499

Manitou è distribuita in Italia da RaceWare

 

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