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Quando stavamo cominciando a montare la nostra dream bike Rocky Mountain Maiden, abbiamo pensato che avremmo potuto farlo sia con un ammo ad aria che con uno a molla. L’ammortizzatore a molla che abbiamo scelto è stato un Öhlins TTX 22 M. Di fatto è la versione aftermarket dell’ammortizzatore con cui viene montata la Specialized Demo, anche se cambia leggermente la forma del piggyback. Esistono però in aftermarket entrambe le versioni (vale a dire entrambe le forme del piggyback), quindi la compatibilità è facilitata su telai con forme diverse. Dal canto nostro, abbiamo sentito diverse ottime opinioni su questo ammortizzatore, e l’abbiamo provato brevemente su una Demo ricavandone un’impressione più che buona. Ci restava però la voglia di provarlo in maniera approfondita.
Semplificando, possiamo dire che esistano due tipi di ammortizzatore. Quelli twin tube (TT, a tubo doppio) e quelli single tube (ST, a tubo singolo). Il TTX 22 M è del primo tipo. Non a caso, Öhlins ha collaborato con Cane Creek nella progettazione del primo Double Barrel, uno degli ammortizzatori TT più famosi. Anche se TTX 22 M e Double Barrel si assomigliano per certi versi, l’Öhlins ha una diversa gestione del flusso dell’olio. Va detto anche che Öhlins non è fedele esclusivamente ad uno dei due sistemi, come è provato dal fatto che il STX 22 M ad aria è del tipo a tubo singolo. Le ragioni per cui Öhlins ha preferito il sistema TT per il proprio ammortizzatore gravity risiedono principalmente nelle più basse pressioni di lavoro e i tempi di risposta più ridotti: due fattori cruciali nelle discipline più orientate alla discesa.
Il TTX 22 M mantiene separato l’olio dall’azoto (caricato in fabbrica a 175 PSI) con una membrana al posto del pistone IFP (internal floating piston) che si adotta solitamente. Una membrana permette di solito di raggiungere sensibilità maggiori dell’ammortizzatore, grazie al fatto che non ci siano guarnizioni e quindi attriti in gioco. È però interessante notare che, secondo Öhlins, il maggior beneficio dell’uso della membrana sia la maggior efficacia nel combattere il riscaldamento dell’olio.
Sul serbatoio esterno, le valvole per la compressione ad alta e bassa velocità sono regolabili esternamente grazie ad una leva nera ed un pomello blu, rispettivamente (vedi foto sopra). Sui TTX 22 M da 8.5″ x 2.5″ o più corti, nella leva a tre posizioni, la terza corrisponde alla modalità “trail”, pensata per la salita. Un neo di queste regolazioni è che i click della compressione a bassa velocità siano un po’ poco definiti e non facili da contare. La leva della frenatura in compressione ad alta velocità invece è chiarissima.
Öhlins usa uno speciale collarino per la molla, con un bordo che contiene il gommino dei finecorsa, in modo che non venga spremuto fuori nei finecorsa più violenti. Questo sistema assicura finecorsa progressivi, a differenza delle brusche botte metallo su metallo.
Gli ammortizzatori a molla di Öhlins hanno molle con incrementi di 23 lbs. L’azienda dice che l’ottimizzazione della durezza delle molle sulla base dell’escursione dell’ammortizzatore permetta di risparmiare il 25-30% del peso rispetto ai concorrenti. Curiosi di verificare, abbiamo pesato una 411# X 3.0″ e la abbiamo confrontata con una 400# X 3.0″ di un altro produttore di sospensioni ben noto. L’Öhlins pesava 492g e il concorrente 663g, vale a dire che l’Öhlins pesava il 25.8% in meno. Confrontando inoltre una molla standard con una di titanio, abbiamo trovato una differenza di peso di soli 113 g di differenza.
Per quanto riguarda l’hardware, il TTX 22M è dipsonibile con boccole DU oppure cuscinetti a sfera con larghezza fino ai 22mm.
Gli ammortizzatori sono regolati su misura per il cliente, che chiaramente può sempre agire sulle regolazioni esterne dell’ammortizzatore quando lo riceve.
Nel corso degli ultimi 7 mesi, abbiamo usato il TTX 22 M in un sacco di situazioni e su terreni diversi, sia su sentieri “naturali” che in bikepark e siamo convinti di averlo messo sul serio alla prova.
L’autore cerca di staccare Luca Cometti. La prima metà è discretamente flow, se volete vedere le sezioni più tecniche passate al 2:35
Già dalle pompate in parcheggio si nota l’assenza di stiction, vale a dire di attriti statici: è un ammortizzatore molto sensibile. Cominciando ad usarlo sul serio invece siamo rimasti sorpresi da quanto supporto avesse la bici. L’ammortizzatore era montato su una Rocky Mountain Maiden, nota per essere piuttosto progressiva, ma dal canto nostro non abbiamo notato una progressione marcata. Probabilmente, ciò che più di tutto ci ha colpiti è l’equilibrio di questo ammortizzatore tra sensibilità e supporto.
Il TTX 22 M tiene la bici nella parte alta dell’escursione affondando poco nei trasferimenti di peso o nei pompaggi prima dei salti, ma si apre bene quando si entra in una serie di veloci urti di media entità. È il primo ammortizzatore ad essere così bilanciato tra questi due aspetti, tra quelli che abbiamo provato. Ha un feeling progressivo quando serve supporto e più lineare quando ci si trova sul tecnico veloce. Che sia dovuto al fatto che il disegno twin tube e la membrana aiutino sul veloce e nei cambi di direzione, come Öhlins dichiara? Probabilmente sì.
Regolando l’ammortizzatore, il nostro tester (84 kg) si è accorto di trovarsi a metà strada tra una molla da 434# ed una da 457#. Per i sentieri più flow e veloci sceglierebbe la seconda. Può sembrare strano, ma l’intervallo per le regolazioni delle frenature non ci è sembrato enorme. Ma d’altra parte, dato che le regolazioni sono sembrate indovinate fin dall’inizio, non abbiamo mai sentito il bisogno di spostarci parecchio dalle posizioni centrali.
L’approccio di Öhlins, con 3 posizioni per la frenatura in compressione (alta velocità) e 7 click per il ritorno potrebbe sembrare insolito. Ma anche qui dobbiamo dire che non abbiamo dovuto giocare molto con queste regolazioni. Ci siamo quasi sempre trovati entro 2-3 click dalle regolazioni con cui l’ammortizzatore ci è arrivato. Abbiamo agito un po’ di più sulla frenatura in compressione alle basse velocità. L’abbiamo aperta su tratti veramente tecnici, tenendola invece a soli 2 click dal tutto chiuso nei bikepark e sui sentieri flow. Tutto sommato l’ampiezza delle regolazioni ci è quindi sempre sembrata più che sufficiente.
Se dovessimo individuare una regolazione che in molti casi è macchinosa, quella sarebbe il ritorno. Capita spesso di regolare il ritorno da fermi per poi trovare sul campo di aver sbagliato tutto. Se da un lato ci piacciono le regolazioni esterne di Fox e RockShox che offrono regolazioni separate per le alte e basse velocità (DHX2) o all’inizio e fine della corsa (VividR2C), a volte il tutto diventa complicato. Il TTX 22M è arrivato perfettamente regolato.
Abbiamo cambiato la frenatura in ritorno di un solo click tra un tracciato e l’altro, tenendo la frenatura più aperta sul veloce con urti piccoli o medi e rallentandola dove gli ostacoli erano più grandi. Abbiamo provato questo ammortizzatore su una bici sola, ma ci siamo convinti che Öhlins abbia un’esperienza che gli permetta di regolare l’ammortizzatore in anticipo molto bene, e chi lo comprerà in aftermarket, sarà soddisfatto delle regolazioni con cui l’ammortizzatore gli verrà consegnato.
Per quanto riguarda il prezzo, possiamo dire che il TTX 22 M è leggermente più costoso di un DHX2 e parecchio più di un Vivid R2C. Se lo state considerando come acquisto aftermarket, ve lo consiglieremmo tranquillamente: è un prodotto che migliorerà la vostra bici. Ha un equilibrio perfetto tra supporto e sensibilità e gestisce anche gli urti più grossi senza reazioni scomposte. Su discese lunghe e tecniche gestisce bene il calore e non manifesta derive nel funzionamento tra l’inizio e la fine della discesa.
Odiamo essere ripetitivi, ma testando anche altri prodotti Öhlins, abbiamo notato che il modo migliore per descriverli è dire che aumentano il controllo che si ha sulla bici, e il TTX 22 M non fa eccezione. E non ci stupisce, data l’esperienza della casa svedese nel campo delle sospensioni.
Grazie a Luca Cometti per le foto in action e la Follow Cam.
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