Circa 10 anni dopo la sua nascita, la scorsa estate Öhlins ha presentato la nuova versione dell’ammortizzatore a molla TTX22m, sia in versione da DH che in versione da trail/enduro. Numerosi piccoli interventi di aggiornamento che non cambiano radicalmente il prodotto capostipite del segmento mountain bike del marchio svedese ma lo perfezionano sotto diversi aspetti e lo rendono ancora più trasversalmente adatto a un vasto pubblico, dal racer al biker della domenica. Scopriamo tutti i dettagli del nuovo TTX22m.2.
Ho messo alla prova il nuovo Öhlins TTX22m.2 per un lungo periodo, in condizioni e climi diversi, sia nei mesi freddi che in quelli caldi. L’ammortizzatore in prova è nella versione con occhielli standard, da 230mm di interasse per 65mm di corsa e con valvola blu dedicata alle discipline trail ed enduro.
Partiamo con l’idraulica TTX che fondamentalmente è l’unica cosa che resta invariata rispetto al precedente modello. Ovviamente è confermato il sistema twin tube, marchio di fabbrica di Öhlins sviluppato nel mondo dei motori, che tramite un’elaborata gestione del circuito dell’olio, riduce la pressione a cui è sottoposto l’olio nel suo passaggio all’interno dell’ammortizzatore durante compressione ed estensione. Chiaramente sto semplificando molto il concetto. Il risultato in ogni caso è quello di ridurre significativamente il rischio di cavitazione ottenendo un comportamento più consistente anche nei cambi di direzione repentini e frequenti del pistone dell’ammortizzatore (il passaggio tra compressione ed estensione e viceversa).
Inoltre questo sistema, nonostante sia più elaborato, richiede uno spessore inferiore della struttura del corpo dell’ammortizzatore in funzione del fatto che la pressione di esercizio a cui è sottoposto l’olio, e quindi l’ammortizzatore stesso, è inferiore. Questo si traduce in una riduzione di peso e di ingombro. La nuova testa a doppio cilindro “side-by-side” è infatti leggermente più compatta rispetto al modello precedente e aumenta la possibile compatibilità con un maggior numero di telai. Per la versione trunnion è disponibile anche il tradizionale piggyback parallelo al corpo dell’ammortizzatore.
Le regolazioni del TTX22m.2 sono le medesime della versione precedente, posizionate allo stesso modo sul corpo dell’ammortizzatore. Öhlins ha semplicemente ottimizzato il range di intervento di queste regolazioni affinché fossero tutte utilizzabili e coerenti con le situazioni di riding, senza posizioni fondamentalmente inutili a inizio e fine range che non vengono mai sfruttate poiché troppo frenate o troppo libere. Per ciò che concerne la compressione, troviamo il pomello blu di regolazione alle basse velocità che dispone di 20 posizioni e una levetta per intervenire sulle alte velocità con 3 posizioni. Il range di azione della compressione alle alte velocità per la valvola trail/enduro è ottimizzato rispetto al precedente modello con una frenatura maggiore sulla seconda e soprattutto sulla terza posizione che consente una maggiore stabilizzazione in pedalata pur non trattandosi di un blocco.
Il pomello di regolazione della velocità in estensione agisce su 7 posizioni, anche in questo caso tutte utilizzabili. La forma e le dimensioni di questo pomello rappresentano una novità rispetto al modello precedente. È un po’ più spigoloso ma decisamente facile da azionare. Il motivo di questo cambiamento lo scopriremo tra un paio di paragrafi…
Una delle principali novità del nuovo TTX22m.2 è rappresentata dal nuovo tampone di fine corsa che Öhlins ha sviluppato con la funzione specifica di ottimizzare il comportamento dell’ammortizzatore nella parte finale della corsa. Non si tratta quindi semplicemente di un tampone ma di un sistema meccanico di controllo del bottom-out gestito da una sorta di elastomero. Il tampone è prodotto da BASF, il colosso dell’industria chimica, in un particolare e duraturo polimero, strutturato con una forma tale da deformarsi per assorbire la compressione dell’ammortizzatore in modo progressivo. Alla base della sede del tampone, è possibile avvitare degli spacer in alluminio per ridurre facilmente la corsa dell’ammortizzatore in step da 2,5mm per configurarla al proprio telaio. Un lavoro semplice, veloce e alla portata di tutti che non richiede di disassemblare l’ammortizzatore e men che meno di mandarlo in assistenza.
L’anello di ritenzione della molla è stato aggiornato. Ha dimensioni maggiori ed è fissato in sede a battuta su di un anello elastico. La novità, decisamente apprezzabile, di questo elemento consiste nel fatto che ora si può facilmente smontare e sfilare dal corpo dell’ammortizzatore senza dover smontare il pomello del ritorno… ed ecco svelato lo scopo del nuovo pomello. Cambiare la molla è quindi nettamente più semplice e veloce di quanto non fosse con il modello precedente.
Sul lato opposto della molla, la ghiera di precarico è ben sagomata e si impugna comodamente. Il filetto è sufficientemente magro da consentire di svitare velocemente la ghiera quando non è in tensione. Due grani in plastica, uno opposto all’altro, permettono di bloccare la ghiera sul corpo dell’ammortizzatore una volta regolato il precarico, impedendo che si sviti involontariamente.
Il corpo dell’ammortizzatore è protetto da una fascia in plastica. Serve a impedire che la molla, qualora dovesse flettere durante la compressione, possa danneggiare per sfregamento il corpo dell’ammortizzatore. In realtà la fascia dell’ammortizzatore in test ha riportato pochi segni in diversi mesi di riding, come potete vedere dalla foto, sintomo che le molle sono di buona qualità e non si deformano eccessivamente durante l’utilizzo.
Si tratta ovviamente delle caratteristiche molle gialle che identificano gli ammortizzatori Öhlins, prodotte in una lega di acciaio super leggera e disponibili in step di 23 libbre per pollice. Grazie a questo incremento molto ravvicinato è possibile individuare la molla ideale per il proprio peso, non quella che si avvicina di più ma proprio quella perfetta per ottenere il sag corretto con un precarico inferiore ai 2 giri.
Gli occhielli sono predisposti per accogliere diversi tipi di boccole. Sono disponibili sia le classiche boccole DU oppure le boccole in teflon, come quelle che ho utilizzato durante il test, o in alternativa le boccole con giunto sferico. Il TTX22m.2 supporta l’utilizzo di attacchi a Y o in generale di prolunghe per l’attacco dell’ammortizzatore che richiedono l’installazione con la rotazione di 90° di uno degli occhielli.
Il TTX22m.2 è disponibile in tutti i formati metrici, sia in versione standard che in versione trunnion. Le due versioni con interasse da 250 e 225mm sono equipaggiate con valvola gold da DH mentre per tutte le altre misure, la valvola di serie è quella blu da trail/enduro.
Chi ha già utilizzato il TTX22m non deve aspettarsi grandi differenze dal TTX22m.2 in termini di funzionamento e prestazioni dato che l’idraulica e la struttura principale dell’ammortizzatore sono rimaste invariate. Molte delle novità introdotte sul TTX22m.2 sono fondamentalmente aggiornamenti che migliorano praticità e funzionalità dell’ammortizzatore mentre l’unico che incide concretamente sul riding è il nuovo tampone di fine corsa. Il TTX22m.2 ha iniziato a esprimere il meglio di sé dopo diverse uscite di rodaggio, quindi se ne montate uno nuovo e doveste avere la sensazione di un ammortizzatore un po’ pigro, dategli tempo e vi farà ricredere.
Le regolazioni intervengono efficacemente. La compressione alle basse velocità ha un range ampio ma coerente e ben calibrato, lo si può sfruttare interamente. Viceversa la regolazione del ritorno copre un range piuttosto frenato quindi mi sono trovato a utilizzare le due posizioni più aperte. Si tratta di un comportamento abbastanza caratteristico del twin tube che comunque si può personalizzare in fase di acquisto. Bene anche la compressione alle alte con 3 posizioni che si possono sfruttare adeguatamente durante il riding. La posizione 1 è ottima per lo scassato e sul ripido. La 2 nel flow e quando si preferisce maggiore sostegno. La 3 è ottima per pedalare in fuoristrada… mentre per le lunghe salite su asfalto sarebbe preferibile una maggiore frenatura, se non addirittura una quarta posizione “full-lock” specifica per queste situazioni.
In generale il TTX22m.2 ha un comportamento molto prevedibile che rende la bici stabile e facile da controllare, più calma e meno nervosa, nonostante abbia comunque una buona vivacità. Il surriscaldamento è nella media e non influisce sulle prestazioni. Nello sconnesso assorbe molto bene gli urti, soprattutto quelli in rapida successione che è la situazione che generalmente mette più in crisi le sospensioni mentre per il TTX22m.2 sembra addirittura il suo punto di forza.
Il sostegno è molto buono e l’ammortizzatore lavora nella parte alta di corsa senza bisogno di usare molle più dure del necessario… anche sapendo di poter contare su un’ottima gestione del fondocorsa con il tampone che accompagna efficacemente l’ammortizzatore nell’ultima parte di corsa in modo progressivo e corposo, ben calibrato sia in assorbimento che in estensione, quasi come se fosse un elemento idraulico aggiuntivo.
Öhlins conferma la qualità del TTX22m anche in questa nuova versione che resta totalmente fedele al prodotto iniziale. Gli aggiornamenti sono studiati con criterio: sobri ma concreti e soprattutto efficaci. Le prestazioni non disattendono le aspettative rispetto alla fama del marchio svedese.
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