[Test] Boardman Pro Carbon

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Boardman. Proprio lui, il celebre Chris Boardman. Campione olimpico, tre volte campione del Mondo e detentore del record dell’ora, stabilito nel velodromo di Manchester il 7 settembre 1996 alla media di 56,375 km/h, record poi cancellato dall’UCI poiché realizzato con una bicicletta speciale, la cui aerodinamica posizione in sella era ritenuta eccessivamente favorevole alla prestazione. Ripresosi il record il 27 ottobre 2000 in sella a una bici tradizionale, Boardman si ritirò definitivamente dalle competizioni al termine di quell’anno, senza peraltro abbandonare il mondo del ciclismo.
Negli ultimi anni si è dedicato alla produzione di biciclette, dalle specialissime stradali alle mtb, dal ciclocross alle city-bike e alle ibride. Nel catalogo Boardman non mancano componenti quali portaborraccia, ciclocomputer, pompe, caschi e abbigliamento.
La nostra prova ha riguardato la mountainbike Boardman Pro Carbon, modello di punta della fascia “Performance”, oltre la quale vi è solo la gamma “Elite”, che ha il medesimo telaio ma componenti più pregiati.
Il telaio di questa Pro Carbon è in carbonio unidirezionale monoscocca ultralight ad alto modulo. L’utilizzo di fibra di carbonio unidirezionale, secondo i tecnici inglesi, incrementerebbe rigidità e robustezza del 70% rispetto ad altre fibre di carbonio, guadagnando anche sul peso finale del telaio, che però non viene dichiarato.



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Il tubo sterzo è conico, con la parte inferiore da 1.5” e quella superiore da 1.1/8”. Molto plastico e armonioso il raccordo con i due travi principali, che hanno una sezione variabile nelle diverse zone per incrementare la rigidità torsionale. Il tubo obliquo è quadrangolare, con spigoli smussati. La scatola del movimento centrale appare visivamente massiccia e robusta, dimensionata per ospitare lo standard BB30, qui con calotte di tipo “Press Fit”. Particolare il fissaggio del deragliatore anteriore, avvitato a un piccolo supporto situato sopra al movimento centrale. I foderi del carro posteriore sono sagomati in modo da massimizzare il trasferimento di potenza e la rigidità. La pinza freno, di tipo postmount, trova alloggio internamente ai foderi del lato sinistro, mentre sul lato destro è avvitato il pendino del cambio in alluminio, sostituibile. Per evitare danni in caso di risucchio della catena, il fodero basso destro è dotato di una piastrina di protezione, incollata sulla superficie esterna del fodero, all’altezza delle corone della guarnitura.

Il telaio è prodotto in tre misure: S, M, L, come avviene per la maggior parte dei telai monoscocca. Classico da XC l’angolo sella, mentre l’angolo sterzo è un pochino più aperto, per assecondare anche forcelle da 120 mm di escursione. Il carro posteriore, con i suoi 420 mm, risulta molto compatto, e i forcellini ricurvi ne accentuano la rigidità. L’altezza del movimento centrale da terra è risultata pari a 305 mm, leggermente superiore alla media dei telai della categoria.

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[B]Allestimento[/B]
La bici in prova era equipaggiata con componenti di livello medio o medio-alto, andando a collocarsi nella posizione più elevata della gamma “Performance” della Casa britannica. Gruppo trasmissione Sram X.9 2×10 al completo, forcella Rock Shox SID RLT 100 mm con lock-out sul pomello destro e perno passante Maxle da 15 mm, freni Avid Elixir CR con rotori da 160 mm, ruote assemblate con cerchi Mavic e mozzi Formula, coperture Continental Mountain King 26×2.20 non tubeless e altri pezzi in carbonio e alluminio marcati CBoardman (per tutti i dettagli si rimanda alla scheda tecnica a fondo pagina).

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[B]Sintesi dei test[/B]
Altezza e peso del tester: 180 cm, 70 kg (senza abbigliamento)
Bici in prova: misura L (tutti i dettagli nella scheda tecnica a fondo pagina)
Pressione pneumatici adottata: anteriore 1.6 bar, posteriore da 1.8 a 2.0 bar a seconda delle condizioni del fondo
Uscite effettuate: 11
Tempo totale di percorrenza: 36h.24min.
Distanza percorsa: 715 km
Dislivello in salita: 8.820 m
Percorsi effettuati: tutte le tipologie fuoristrada, anche con pioggia battente e fango pesante

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[B]La prova[/B]
Fin dalle prime pedalate ci si rende conto del rigore ciclistico di questo telaio, perfettamente equilibrato tra anteriore e posteriore, molto rigido e scattante, che consente di percepire ogni grinza che transita sotto le ruote.
La scatola del movimento centrale non accenna alla benché minima flessione, imprimendo tutta l’accelerazione di cui si è capaci sui pedali. Questo nonostante le ruote non siano dei fulmini di guerra. Superato il loro iniziale momento d’inerzia, però, si procede spediti.
La rigidità strutturale complessiva del telaio premia la marcia sui fondi più scorrevoli.
Nelle salite più filanti questa Pro Carbon sorprende per le velocità medie che si riescono a tenere, benché il peso complessivo non sia dei più contenuti. E’ un telaio che non disperde nulla in termini di potenza impressa sui pedali.

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Sul tecnico, in salita, occorre spingere parecchio per superare gli ostacoli, destreggiandosi anche con il manubrio. Il carro posteriore non assorbe alcun ostacolo, trasmettendo tutte le asperità. Il riscontro cronometrico è buono solo per coloro che riescono a spingere forte sui pedali, altrimenti si perde terreno.
La discesa scorrevole esalta la rigidità laterale di questo telaio. Sempre stabile e preciso, curva quasi come fosse su un binario, senza incertezze, riuscendo a percorrere ad alta velocità anche le traiettorie interne alle curve, solitamente di più difficile esecuzione. L’altezza del movimento centrale consente di pedalare anche in curva senza toccare il terreno con i pedali, contribuendo al rilancio del mezzo.

Per contro la discesa sconnessa è un piccolo calvario per chi non ha schiena e polsi bene allenati. Occorre una guida molto plastica per andare forte, ogni piccolo errore di traiettoria si paga, il telaio non fa sconti. La sua grande reattività permette comunque di destreggiarsi bene nel misto e nei repentini cambi di direzione.
Nel complesso questa Pro Carbon è una bici dall’anima profondamente corsaiola, quasi fosse una specialissima stradale. E indubbiamente più votata al nervoso Cross country che non alle lunghe marathon. A coloro che vorranno addolcirne l’indole, consigliamo ruote più leggere ed elastiche e pneumatici di maggiore sezione, molto più assorbenti, possibilmente in versione tubeless se non addirittura tubolari.

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[B]Valutazione componenti[/B]
L’assemblaggio di questa Pro Carbon mira all’affidabilità e al contenimento del prezzo più che del peso. Inutile ribadire la bontà del gruppo Sram X.9 a 10 velocità e del comparto frenante Avid, sempre fedeli in ogni situazione. La forcella Rock Shox Sid RLT era settata a 100 mm, escursione perfetta per il Cross country, tuttavia l’angolo di sterzo di questo telaio permette anche l’utilizzo di escursioni fino a 120 mm.
La piega manubrio da 68 cm appare sovradimensionata per pilotare un mezzo di questo lignaggio, cha ha una impostazione naturalmente caricata sull’avantreno, come si conviene a bici concepite per andare forte in salita. La larghezza del manubrio affatica un po’ troppo, costringendo a una posizione poco ergonomica. Ad ogni modo si possono tagliare le estremità del manubrio nella misura desiderata.
Non convincono troppo le ruote. I cerchi sono degli onesti Mavic XM317 Disc, ma i raggi da 2 mm di diametro e i nipples in ottone appesantiscono la struttura, e assieme alle camere d’aria da 205 grammi l’una e alle coperture Continental da 580 grammi penalizzano i rilanci e gli scatti, andando a gravare laddove servirebbe più leggerezza.
Anche i mozzi Formula Disc non sono risultati esenti da pecche. La loro scorrevolezza è sufficiente, ma il posteriore ha sempre denunciato una fastidiosa difficoltà d’ingaggio dei cricchetti della ruota libera dopo una pausa della pedalata.
Le gomme Continental Mountain King vanno bene sui suoli molli e fangosi, nei quali la loro tassellatura poco pronunciata e molto aperta riesce a garantire un perfetto drenaggio. Sui suoli irti di ostacoli si fatica parecchio, sono pneumatici un po’ magri per assorbire gli urti (55 mm di ampiezza massima ma solo 48 mm alla carcassa) e i tasselli non si aggrappano efficacemente. La loro mescola morbida si usura abbastanza rapidamente, anche se tiene bene sul viscido.
Ottima la presa offerta dalle manopole in silicone, che garantiscono una presa efficace anche con fango e pioggia.

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[B]Inconvenienti riscontrati nel corso della prova[/B]
Scollamento piastrina antirisucchio sul fodero destro (dopo circa 80 km).
Rottura di un rullino di scorrimento della catena (dopo circa 200 km).
Lieve allentamento dado di serraggio pedivella destra (dopo circa 610 km).
Due forature posteriori, causa pizzicatura su rocce.

[B]Rapporto qualità/prezzo[/B]
Le finiture sono di ottimo livello, il passaggio cavi interno esalta l’estetica di questo telaio tecnologicamente avanzato. La componentistica è di comprovata affidabilità, anche se il peso complessivo di questa bici non è tra i più contenuti per gareggiare nel Cross Country. Il prezzo di 2.000 euro per la bici completa, nella versione avuta in prova, è indiscutibilmente concorrenziale. Disponibile anche il framekit con telaio e serie sterzo a 1.600 euro. Le biciclette Boardman sono acquistabili in Italia esclusivamente online, direttamente dal sito del produttore oppure da quello della società distributrice “[URL=”http://www.wiggle.co.uk/”]Wiggle Ltd[/URL]”.

[B]Scheda tecnica[/B]
Telaio: Boardman carbonio unidirezionale monoscocca ultralight ad alto modulo
Forcella: Rock Shox SID RLT 100 mm, tapered 1.5”-1.1/8”, forcellini per asse passante Maxle 15 mm
Serie sterzo: FSA Orbit C40 1.5”-1.1/8”
Curva manubrio: CBoardman alluminio, 31.8 mm, larghezza 680 mm
Attacco manubrio: CBoardman alluminio, diametro conchiglia 31.8 mm, estensione 100 mm
Manopole: CBoardman in silicone
Comandi: Sram X.9 trigger 2×10 speed
Freni: Avid Elixir CR, rotori 160 mm
Deragliatore: Sram X.9 2×10, gabbia media
Cambio: Sram X.9 carbon 10 speed, gabbia media
Guarnitura: Truvativ X.9, corone 42-28, pedivelle 175 mm
Movimento centrale: BB30 Press Fit
Pacco Pignoni: Sram PG1050 10 speed, 12-34
Catena: KMC X10
Reggisella: CBoardman carbon, diametro 31.6 mm
Sella: Fizik Gobi, carrello in manganese
Ruote: cerchi Mavic XM317 Disc, mozzi Formula Disc, raggi acciaio neri 2 mm, nipples ottone
Coperture: Continental Mountain King 26×2.20, per camera
Camere d’aria: Cheng Shin 26×2.2/2.5
Misure disponibili: S, M, L
Colorazioni disponibili: solo quella in prova
Optional di serie: catadiottri, campanello, pedali flat con un lato Spd
Peso rilevato: 10.9 kg (senza pedali, misura telaio L)
Prezzo bici completa: 2.000 euro
Prezzo framekit: 1.600 euro (telaio e serie sterzo)
Garanzia: 2 anni sul telaio, 1 anno sui componenti

[B]Info:
Boardman Bikes[/B]
[url]www.boardmanbikes.com[/url]
[email protected]

[B]Wiggle Ltd[/B]
3 Optima
Northarbour Spur
PO6 3TU – Portsmouth (UK)
[url]www.wiggle.co.uk[/url]
[email protected]

 

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