[ad3]
C’è poco da fare, una Cannondale con forcella Lefty divide gli appassionati in due parti, c’è chi la ama e chi la odia, difficile trovare una via di mezzo. Io, a dire la verità, mi sono sempre ritrovato nella seconda metà, esteticamente infatti la Lefty non mi è mai piaciuta e non ho neanche mai avuto voglia di provarne una. D’altro canto, tutti i biker con cui ho parlato e che possiedono una Lefty, me ne hanno sempre decantato le ottime qualità, sia come rigidità che come funzionamento, allora ero proprio curioso di provare questa Caad 1, anche per confrontarla con la forcella che montano quasi tutte le fat front, la RS Bluto, da qualcuno criticata per la sua durezza e linearità.
La filosofia Cannondale si fonda sul System Integration (SI), si tratta cioè non solo di progettare un telaio per poi “attaccarci” componenti aftermarket, ma progettare un sistema telaio-forcella-ruote-guarnitura come un tutt’uno.
Se questo sistema è già positivo per una qualsiasi bici, lo è a maggior ragione per una fat bike, infatti i progettisti Cannondale sono riusciti a realizzare una fat che ospita gomme da 4.8 mantenendo un fattore Q di 198mm quando gli altri (Specialized, Surly, Borealis, ad esempio) devono montare guarniture da 222mm.
A completare il System Integration, la forcella Olaf da 100 mm di escursione con 60mm di rake che, come vedremo più avanti nel test, elimina o perlomeno diminuisce di molto l’effetto deriva tipico delle fat usate a bassa pressione.
La fat CAAD, come un modello da strada di Cannondale, prende il nome dalla sigla (cannondale advanced aluminium design) della lavorazione di alluminio che usa Cannondale. Il telaio infatti è in alluminio, le linee sono pulite e le grafiche essenziali e piacevoli, in nero con riga verde laterale. Buona la lunghezza piuttosto ridotta del fodero posteriore, che misura 456 mm.
Il set di ruote è composto dai cerchi SunRingle MuleFüt 80 SL da 890 grammi che sono da 26”, hanno una larghezza esterna di 80mm e interna di 74,4mm e fori per 32 raggi. I mozzi sono il Lefty 73 (anteriore) e Formula DHL-1971, 197x12mm (posteriore). Sono equipaggiate con gli pneumatici Schwalbe Jumbo Jim 26×4.8″, SnakeSkin, tubeless easy, che pesano 1.290 gr.
La guarnitura è Cannondale SI con la nuova corona OPI 1X dotata di 30 denti.
I freni montati sono gli ormai collaudati Sram Guide RS a 4 pistoncini.
Le taglie disponibili sono cinque, XS, S, M, L e XL. Il peso rilevato è di 14.5 kg senza pedali in taglia M.
Forcella: Lefty Olaf, 100mm, PBR, 60mm offset
Set ruote: Cerchi Sun Ringle MuleFut 80 SL, 26″ con mozzi Lefty 73 (anteriore) e Formula DHL-1971, 197x12mm thru (posteriore).
Copertoni: Schwalbe Jumbo Jim 26×4.8″, Snakeskin, tubless easy
Guarnitura: Cannondale Si, Fat Offset SpideRing con corona singola 30t
Movimento centrale: Cannondale BB30XL
Catena: SRAM X1, 11-velocità
Cassetta: SRAM XG-1195, 10-42, 11 speed
Deragliatore posteriore: SRAM XO1
Comandi manubrio: SRAM XO1
Piega manubrio: Cannondale C2 riser, 7075 lega , 740mm, 6° rise, 9° backsweep
Attacco manubrio: Cannondale OPI, 31.8, -15 deg
Serie sterzo: Cannondale HeadShok Si
Freni: SRAM Guide 180/160mm
Sella: Fabric Scoop Radius Elite
Tubo sella: Cannondale C2, 2 viti, 7075, 31.6 x 400mm
Taglie: XS, S, M , L, XL
Colori: Matte Jet Black w/ Gloss Berzerker Green, Nearly Black
Prezzo: 3.499,00 Euro.
In fase di montaggio della bici si nota la prima differenza fra una Lefty e una forcella normale: per montare la ruota anteriore bisogna infatti smontare la pinza del freno e successivamente rimontarla, operazione che comunque si compie molto velocemente con la chiave a brugola. Si passa poi alla regolazione del sag, seguendo la tabella di indicazione delle pressioni allegata alla forcella. Nella Olaf i PSI che servono sono gli circa gli stessi del peso del biker (compreso il peso dell’attrezzatura). Si regola poi il sag, che è raccomandato da 30 a 35 mm, misurando l’abbassamento dell’o-ring ed eventualmente variando la pressione dell’aria della forcella.
Sulla testa della Lefty sono poi presenti le regolazioni esterne del sistema PBR-Push Button Rebound. Si può intervenire sul set up dell’idraulica nei seguenti modi: in modalità discesa, la ghiera di regolazione del ritorno si trova nella posizione bassa. Per passare alla modalità salita, bisogna premere il pomello centrale permettendo alla ghiera di ritorno di sollevarsi. Nella modalità salita, l’escursione della Lefty è limitata. Il circuito idraulico si attiva esclusivamente in caso di forti impatti. Non si tratta di un blocco totale, il settaggio di salita risulta essere una frenatura molto forte in compressione che permette di avere una piattaforma più stabile e una pedalata più efficiente. Meglio fare qualche prova per passare dalla posizione di salita a quella di discesa prima di partire, perché la cosa non è immediata come il lock-out a levetta di una Rock shox, ad esempio, ma dopo un po’ ci si fa la mano.
La ghiera per passare dalla posizione salita a quella di discesa permette anche la regolazione del ritorno tramite degli scatti in senso orario o antiorario.
A questo punto basta regolare la pressione delle gomme a seconda dei terreni che si incontrano, caratteristica comune a tutte le fat. Ultima regolazione è naturalmente l’altezza della sella, e qui si nota la mancanza dello sgancio rapido, bisogna infatti intervenire con una brugola.
In salita la Caad 1 è ben equilibrata, la posizione in sella è comoda e centrale anche grazie all’angolo del tubo piantone di 73° e la pedalata piuttosto redditizia grazie al fattore Q ridotto rispetto alle altre fat bike. Il primo problema si evidenzia però per il peso non propriamente “piuma”. Su pendenze “normali” la cosa non si nota, ma appena aumentano il peso si fa sentire: 14.5 kg, a cui si aggiungono i pedali, non sono pochi per una fat bike di fascia alta. La situazione peggiora ulteriormente quando la strada si impenna ancora di più. Al peso si aggiunge il fatto che la corona da 30 è insufficiente, nel senso di troppo grande, per spingere la Caad su pendenze oltre il 15%. Intendiamoci, ho superato anche brevi tratti al 25%, ma non è certo adatta ad uno sforzo prolungato su queste pendenze. Specialmente per lunghi tour alpini, quando a fine giornata l’agilità è indispensabile per poter finire il giro, una corona da 28 sarebbe sicuramente meglio. Ho contattato Cannondale Italia e mi è stato risposto che da febbraio sarà disponibile una corona da 28 in aftermarket.
Le gomme Schwalbe mi hanno favorevolmente impressionato, solitamente le 4.8 sono più lente e impacciate, invece queste Jumbo Jim sono piuttosto scorrevoli, merito della disposizione dei tasselli e del fatto che questi non siano particolarmente pronunciati.
Ottima la Lefty, in posizione di salita la forcella rimane perfettamente stabile anche in fuori sella.
Su salita tecnica invece, la Lefty in posizione aperta è molto morbida e con un minimo movimento del corpo all’indietro si alleggerisce facilmente la ruota anteriore e si copiano senza problemi gli ostacoli, aiutati anche dal grandissimo grip delle ruote da 4.8” che devono essere naturalmente sgonfiate per rendere al meglio. Qui si nota la differenza con le altre fat bike che usano la Bluto, forcella che alle basse velocità praticamente non lavora, lasciando questo compito alle grosse gomme. La Lefty invece, assorbe anche i piccoli urti potendo lasciare le gomme un po’ più gonfie.
Sulla neve non c’è bisogno di dire molto, con le gomme da 4.8 debitamente sgonfiate fino a 0.3 bar la Caad 1 galleggia bene, la neve deve essere battuta oppure anche fresca ma non oltre la spanna di altezza. Anche su neve sparata dai cannoni e su neve crostosa il grip è ottimo. Sulla neve, dove la velocità è per forza bassa e non si affrontano salite troppo ripide, ho notato molto meno l’effetto negativo del peso della bici.
In discesa invece le cose cambiano completamente, la Caad 1 si trasforma radicalmente e da impacciata diventa improvvisamente agile, come quando un bruco esce dal bozzolo e si trasforma in farfalla.
Tutto questo grazie ad un angolo di sterzo relativamente aperto (69°) che garantisce stabilità alle alte velocità, abbinato alla Lefty Olaf con rake (offset) da 60 mm, in modo da ridurre la misura dell’avancorsa per una grande agilità alle basse velocità.
L’abbondante rake di 60 mm ha anche il grande merito di minimizzare uno dei problemi più avvertiti in una fat durante le discese, cioè l’effetto deriva tipico delle fat usate a bassa pressione. Se si mantiene una pressione adatta al tipo di discesa infatti, che su un sentiero mediamente tecnico e con il mio peso di quasi 70 kg può essere di circa 0.5 bar, l’effetto deriva è quasi nullo, con grande vantaggio nell’agilità in curva. Questo perché aumentando il rake diminuisce l’avancorsa e un’avancorsa minore rende lo sterzo più leggero (si ha come l’impressione di avere “meno ruota” da spostare).
Ho provato anche a fare delle discese con varie pressioni, diminuendole gradatamente, e ho constatato che linea di demarcazione fra il non percepire l’effetto deriva e il percepirlo è abbastanza ristretto. Potrei definirlo in circa 0.1 bar. Ovverosia a 0,5 non si avverte, già a 0.4 invece si, sempre in funzione del proprio peso. Insomma, con la Lefty basta sgonfiare meno le gomme rispetto ad una rigida, potendo sfruttare l’idraulica della forcella. Idraulica che, bisogna dirlo, funziona alla grande. Niente a che vedere con la linearità della Bluto, che pure è studiata per funzionare insieme alla deformazione delle gomme.
La Lefty è progressiva e molto morbida e, nonostante abbia solo 100 mm di escursione, lavora insieme alle gomme dando l’impressione di una escursione molto più ampia. Sgonfiando correttamente anche la gomma posteriore, non troppo, si ha la sensazione di essere su una full, potendo cosi scendere a velocità discreta anche sul tecnico veloce. Inoltre in discesa, e specialmente nelle curve veloci, la Caad ha una ottima stabilità, avendo una superficie di contatto molto estesa data dalla corretta deformazione delle gomme e aiutata dalla buona altezza del movimento centrale posto a 32,4 mm da terra. E il tipico effetto deriva è ridotto veramente al minimo!
In discesa, le Jumbo Jim 4.8 sono sicuramente un valore aggiunto. Il grip delle gomme è cosi grande che anche frenando in curva con il freno anteriore la ruota davanti non scivola via. Questo impone di cambiare il proprio stile di frenata, ritardando al massimo la staccata e prolungandola per tutta la curva con entrambi i freni (esclusi casi particolari tipo ghiaccio, terreno molto umido o polveroso), aumentando la sicurezza in curva e volendo anche la velocità.
Ottima la cambiata con il X01 e anche su discesa scassata veloce non ho mai avuto problemi di caduta della catena. Il manubrio da 74 è equilibrato e aiuta molto la guida della fat in curva. I freni Sram Guide fanno ottimamente il loro dovere e sono solo un po’ pigri alla prima frenata, dando la sensazione di andare lunghi. Poi, appena scaldati, funzionano perfettamente.
Manca il collarino del reggisella e il dover intervenire con una brugola per abbassare la sella in discesa non è cosa proprio piacevole, specialmente essendo abituato al reggisella telescopico, un accessorio al quale quando ci si abitua è difficile tornare indietro. In più, il reggisella entra nel tubo del telaio al decimo di millimetro, imponendo sempre di fare un certo sforzo per abbassare o alzare la sella. Proprio per questo, dopo le prime uscite, il reggisella era già segnato.
Il pezzo forte di questa fat bike è sicuramente la forcella Lefty Olaf, dall’ottimo funzionamento, rigida in curva e morbida sullo sconnesso e che permette di arrivare alla fine di lunghe discese tecniche veloci senza il classico male alle braccia, che si può avvertire specialmente con certe fat bike, anche se munite di Bluto.
Se il comportamento della Caad 1 in discesa con la Lefty è sicuramente positivo e divertente, non si possono trascurare anche i punti negativi, che sono rappresentati dal peso, troppo alto per una fat di questo livello e che ne limita l’agilità, e dalla corona da 30, che mi ha fatto arrivare veramente stanco al termine di lunghe e ripide salite di oltre mille metri di dislivello.
Se per il peso si può fare poco, ad esempio latticizzare le gomme guadagnando circa mezzo chilo, la corona da 30 è facilmente sostituibile con una da 28 (disponibile in aftermarket) che permette di essere più agili, a meno che vogliate girare solo in pianura o su colline con poca pendenza. Ma non credo sia il caso, visto che è proprio la discesa, sia flow che tecnica e scassata il punto forte di questa fat, e per arrivare in cima bisogna prima salire.
Prezzo: 3.499,00 Euro.
[ad45]
Ammetto candidamente che non sapevo di questo trucchetto fino a due giorni fa, quando nel…
Paul Genovese dimostra che il freeride non è morto! https://youtu.be/rxrGEoiIjLY?si=60Wqlm_JtdRxkx12
Sono iniziati gli sconti del Black Friday, andiamo a vedere alcuni affaroni. Se trovate altri…
EXT presenta la Vaia, la sua forcella a steli rovesciati a doppia piastra di cui…
La seconda bici in alluminio di Atherton Bikes è la S.150. Eccovi tutti i dettagli.…
Abbiamo le gare di XC, di Downhill, di Enduro, ma nessuna di All Mountain. Con…