Il confine tra mondo gravel e quello ciclocross non è mai stato ben definito. Con la piattaforma Supersix Evo, Cannondale ce lo conferma: un unico telaio che, cambiando solo pochi componenti, si propone per entrambe le discipline ciclocross e gravel. In questo caso parliamo della Cannondale SupersixEvo CX.
Gruppo: Sram Force 1x
Pacco pignoni: Sram PG-1170 11 x 36
Ruote: cerchi DT Swiss R470 DB 28holes / raggi in acciaio / (F) Formula CL-712, 12x100mm centerlock / (R) Formula RXC-400, 12x142mm centerlock
Pneumatici: Vittoria Terreno Mix TNT, 700 x 33c, tubeless ready
Reggisella: HollowGram 27 SL KNØT, Carbon, 2 bolt clamp, 330mm, 0mm offset all sizes
Attacco manubrio: Cannondale 3, 6061 Alloy, 31.8, 7°
Manubrio: Cannondale 2, 6061 Alloy, Compact
Peso: 1 kg telaio taglia56 cm ; 8.38 kg senza pedali nella taglia 51 cm.
Prezzo: 4199 €
Il telaio, come suggerisce il nome, è stato progettato sulla base della collaudata versione da strada SuperSix EVO Carbon Disc con geometrie dei tubi ottimizzate anche in termini di aerodinamica. A prima vista si fatica a trovare la differenza, sostanzialmente è molto simile alla versione da strada con un passaggio ruota aumentato. Da notare che non sono stati aggiunti punti di ancoraggio per parafanghi e borse, pertanto il telaio è poco indicato per il bikepacking.
La geometria del telaio è caratterizzata da foderi posteriori piuttosto corti (42.2cm per tutte le taglie) e ribassati e un angolo del tubo verticale pari a 73°, un assetto particolarmente corsaiolo. Cannondale utilizza la sua tecnologia AI (Asymetrical Integration) per il carro posteriore. Essa consiste nello spostare il mozzo della ruota e la catena di trasmissione di 6mm verso destra. Ciò permette di diminuire la lunghezza dei foderi e incrementare la rigidezza (un aumento del 60% secondo Cannondale) e robustezza della ruota posteriore poiché il tensionamento dei raggi diventa simmetrico su entrambi i lati della ruota.
Un altro vantaggio è l’incremento di spazio per il passaggio ruota, ciò è particolarmente apprezzato nel mondo ciclocross e gravel in quanto il problema dell’accumulo di fango può creare seri problemi su telai dove la luce tra copertoncini e telaio è ridotto.
Fin qui i vantaggi, lo svantaggio è quello di dover utilizzare solo ed esclusivamente ruote che sono compatibili con la tecnologia AI, pertanto se abbiamo diversi set di ruote che vogliamo utilizzare potremmo essere limitati nel loro uso se le ruote non sono compatibili con l’AI di Cannondale.
Rispetto al telaio SuperSix EVO da strada, l’angolo del tubo sterzo è più rilassato (71°) con un trail (avancorsa) aumentato: questo rende la bici meno nervosa con una sterzata più progressiva rispetto al modello da strada.
Le taglie dei telaio vanno da una 46 ad una 58 con le seguenti geometrie:
Il telaio può accogliere copertoni fino a 700x45c ed è disponibile ovviamente solo in versione disco. Il passaggio cavi è semi-integrato, la zona del manubrio non è pulitissima in quanto i cavi devono raggiungere la parte superiore del tubo obliquo prima di scomparire nel telaio.
Nella taglia da noi testata (una 56), la piega dei cavi in prossimità del telaio va a toccare il ginocchio sinistro in particolari condizioni di pedalata (ad esempio con scatti sui pedali particolarmente pronunciati) e può infastidire un poco. Infine, il movimento centrale è un PressFit 30.
La versione CX è fornita con coperture da 33mm come da regolamento UCI. In particolare Cannondale monta di serie le Vittoria Terreno Mix TNT tubeless. Con questo tipo di copertoni lo spazio rimanente con il telaio è notevole (ben 13mm per lato), l’accumulo di fango pertanto non sarà un problema su questa bici.
Il gruppo montato è il ben collaudato SRAM Force 1x, esso è presente sul mercato oramai da anni e non ha bisogno di presentazioni. Qualcuno potrebbe storcere il naso dato che il Force 1x meccanico ha i suoi anni e attualmente sono presenti versioni più moderne (vedi i gruppi AXS XPLR di SRAM o il GRX di Shimano).
La guarnitura è una Cannondale OPI SpideRing 40t accoppiata ad una cassetta 11-36. I rapporti sono pertanto molto votati al mondo ciclocross e richiedono una buona gamba per spingere la bici su salite ripide. Il telaio mantiene comunque la compatibilità con il deragliatore anteriore a saldare che viene proposto nella versione gravel.
Completano l’allestimento delle solide ruote con cerchi DT Swiss R470 DB e mozzi Formula con dischi da 160mm all’anteriore e 140mm al posteriore di SRAM (versione centerline). Il canale interno dei cerchi è da 19mm, una larghezza un po’ ridotta rispetto alle ultime tendenze di mercato. Da notare i perni passanti Speed-release che rendono il cambio ruota più facile e veloce e consentono di lasciare il perno nel mozzo ruota evitando di perderlo.
I forcellini sono uno aperto, come nello standard quick-release, e uno chiuso filettato, come nello standard del perno passante. Per il montaggio della ruota si infila il perno tra i due forcellini spingendolo fin verso il forcellino opposto finché non si sente un clic che indica che la ruota è agganciata alla forcella. A questo punto si procede con il bloccaggio finale avvitando il perno.
Per lo sgancio si svita il perno di pochi giri finché lo si libera dal foro filettato del forcellino. A questo punto si toglie la ruota come nel classico sistema quick-release. Il perno rimane pertanto solidale alla ruota.
Manubrio e attacco manubrio sono Cannondale in alluminio 6061. Il manubrio ha una geometria classica senza angoli e forme utilizzate spesso su manubri gravel. Il reggisella è Cannondale in carbonio con sezione a D, una forma che rende il montaggio di luci posteriore poco agevole. La sella è una Fizik New Aliante R5.
Passiamo ora alla prova su strada e fuoristrada: il modello da noi testato è una taglia 56 che ben si addice ad un ciclista con le mie misure (183cm altezza e 88cm di cavallo). Al primo utilizzo ho avuto più volte l’impressione di trovarmi a pedalare su una bici da corsa. Infatti pedalando su strada la bici si comporta come una bici da corsa ben progettata, intuitiva e reattiva.
In particolare quest’ultimo aspetto sorprende notevolmente, nei rilanci infatti accelera in maniera sorprendente, merito dei foderi posteriori corti e della rigidezza elevata data dalla tecnologia AI di Cannondale. L’unica pecca riguarda la prontezza dell’ingaggio della ruota libera: i mozzi Formula non brillano per reattività.
Nel guidato è molto divertente, lo sterzo è progressivo e preciso, si riescono ad impostare e mantenere traiettorie come se si stesse pedalando su una bici da corsa. Le salite richiedono una buona gamba dato il range di rapporti, ma anche qui la bici permette rilanci di soddisfazione.
Passando al terreno gravel e ciclocross, questa SuperSix EVO CX mantiene intatte tutte le sue caratteristiche corsaiole. Reattività e precisione di guida rimangono sempre ad ottimi livelli. Il fattore limitante è la larghezza del copertoncino: con 33mm si viaggia in maniera ottima su terreni compatti o fangosi privi di ostacoli, quando invece si incontrano sezioni mosse ricche di irregolarità e sassi è necessario avere buone capacità di guida ed essere pronti a correggere le traiettorie per mantenere buone velocità di percorrenza.
Ciò però è più che comprensibile per una bici allestita per il ciclocross piuttosto che per il mondo gravel. Rimanendo pertanto in ambito cx, è difficile trovare pecche a questo mezzo, anche su terreni fangosi si viaggia in modo sicuro e preciso; merito anche delle coperture Vittoria Terreno Mix che, come suggerisce il nome, garantiscono prestazioni bilanciate su tutti i tipi di terreni. Inoltre essendo tubeless è possibile viaggiare a pressioni di gonfiaggio più basse che facilitano parecchio la guida in fuoristrada.
In particolare io ho utilizzato pressioni di gonfiaggio di 3.5-4 bar su terreni offroad e fino a 5 bar su strada. Il disegno del battistrada garantisce anche un’ottima scorrevolezza su asfalto come già evidenziato. Qualche dubbio riguardo la durata: se durante tutto il test (percorsi 2500 km con tante salite su tutti i tipi di terreni) non ho mai avuto forature, il battistrada del posteriore si è consumato parecchio rendendolo quasi liscio nella parte centrale.
Da sottolineare poi l’ottimo comportamento in discesa: le geometrie di altre bici gravel portano a caricare molto l’anteriore rendendo le discese piuttosto nervose. La geometria di questa Cannondale garantisce una distribuzione ottimale del peso tra anteriore e posteriore. Tutto ciò lo si nota su discese ripide, che si riescono ad affrontare con più scioltezza e comfort di guida.
Non c’è molto da dire sul comportamento del gruppo SRAM Force 1x: è presente sul mercato da anni e offre un ottimo compromesso qualità/prezzo anche se è un po’ datato. Durante tutto il test si è sempre ben comportato sia sotto l’aspetto della cambiata che sotto l’aspetto della frenata (certo, quest’ultima è la classica di SRAM che rispetto a quella Shimano è meno secca e ad un primo utilizzo può sembrare poco efficace, ma è una sensazione che scompare in fretta con l’utilizzo).
Anche il set di ruote si è ben comportato: nonostante siano state portate su terreni piuttosto accidentati non hanno mai avuto problemi. Oltre alla poca prontezza della ruota libera del mozzo Formula già evidenziata, l’unico appunto è il canale dei cerchi che, essendo di 19mm, è un po’ stretto rispetto a quanto ora offre il mercato. Per un utilizzo CX è però un ottimo compromesso tra leggerezza e prestazioni.
Cannondale SupersixEvo CX promossa quindi a pieni voti, è un mezzo con caratteristiche race ben progettato per il mondo ciclocross. La si può sfruttare bene anche per un utilizzo gravel senza esagerare.
Chi però pedala più su questo tipo di strade è bene che rivolga la sua attenzione alla versione SE che, mantenendo lo stesso telaio, è allestita con ruote DT Swiss CR-1600 SPLINE con canale interno di 22m, copertoni di sezione maggiore (700x40c) e un gruppo SRAM Rival AXS 46/33 davanti e 10/36 dietro che permettono di affrontare terreni più sconnessi sacrificando un po’ di velocità e reattività.
Rimane comunque una bici con un anima race, quindi chi predilige un utilizzo gravel da viaggio tipo bikepacking meglio che guardi altrove.
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