La storia di Giro nel mondo della mountain bike inizia praticamente alle origini di questo sport ed è con i suoi caschi che il marchio statunitense, già attivo in ambito road, si è fatto conoscere anche nel campo dell’offroad. Ed è proprio uno dei suoi caschi il protagonista di questo test, più precisamente il Montaro MIPS II, ultimo modello nato nella gamma mountain di Giro ed evoluzione del precedente Montaro.
La destinazione d’uso del Montaro MIPS II è l’all mountain ed è dedicato a chi cerca un casco open face più robusto e protettivo di un casco da trail restando comunque ben areato e relativamente leggero.
La calotta della nuova versione del Montaro è uguale a quella del suo predecessore e la costruzione è affidata all’ormai consueta e consolidata tecnologia in mold con cui la calotta in EPS viene stampata direttamente a contatto con la calotta esterna in policarbonato alla quale si fonde formando una struttura unica, irrigidita da una gabbia interna di rinforzo che funge da endoscheletro.
L’aspetto esteriore è quindi uguale a quello del Montaro dal quale deriva, dato che le novità trovano posto al suo interno, come scopriremo in seguito. Il design è sobrio e mantiene le linee classiche di Giro, morbide e piuttosto arrotondate, decisamente meno spigolose rispetto ad altri modelli della concorrenza.
La ventilazione fa affidamento su 16 porte totali di cui 5 nella parte frontale, 5 nella parte posteriore, 2 sui lati e 3 nella parte superiore. La calotta interna così come il bordo inferiore del casco sono sagomati in modo da canalizzare facilmente il passaggio dell’aria all’interno del casco.
La parte posteriore del Montaro MIPS II è sagomata in modo da ospitare la fascia elastica della maschera e creare una sede stabile che non la faccia scivolare. A questo scopo contribuiscono gli inserti in gomma dura posizionati in modo da formare una cornice alle 3 porte di ventilazione in corrispondenza della sede della fascia.
La visiera POV Plus è regolabile su 3 posizioni indicizzate e la più alta permette di ospitare la maschera al di sotto della visiera quando non la si indossa, dettaglio ormai diffusissimo sui caschi di questo segmento ma vale la pena ricordare che Giro è stato uno dei primissimi brand a pensare a questa soluzione. I click sono chiaramente avvertibili e tengono saldamente la visiera nella posizione scelta sulla quale si può intervenire facilmente anche con una sola mano dato che la visiera è sufficientemente rigida. Le dimensioni sono leggermente più compatte rispetto ad altri prodotti della concorrenza ma decisamente adeguate alla sua funzione.
Il sistema di chiusura Roc Loc è regolabile in altezza su 3 diverse posizioni ed è azionato da una rotella piccola e ben fatta che assolve con precisione al suo compito. Rappresenta l’effettiva evoluzione rispetto al precedente modello, non la rotella in sé che è pressoché identica alla precedente bensì il sistema di chiusura e calzata nel suo complesso. A molti la calzata del precedente modello risultava poco confortevole ed è proprio qui che Giro ha rivoluzionato il nuovo modello con il sistema Roc Loc Air che integra il sistema MIPS direttamente nella chiusura del casco, migliorando non solo il comfort ma anche la ventilazione rispetto al MIPS tradizionale.
Come si nota nella foto seguente, il MIPS integrato nel sistema di chiusura e di calzata cinge a 360 gradi la testa e la isola dalla calotta del casco. La sua forma combacia con le porte di ventilazione del casco così da ottimizzare il passaggio dell’aria senza alcuna ostruzione. Il sistema è talmente ben realizzato che anche la necessità di imbottiture è ridotta al minimo, difatti troviamo un solo pad frontale e due più piccoli nella parte posteriore, senza alcuna imbottitura nella parte superiore e credetemi, non se ne sente affatto la necessità o la mancanza. Le imbottiture sono in tessuto Ionic+ che vanta proprietà antimicrobiche e sono lavabili a mano.
Le fettucce che permettono di allacciare il casco sotto al mento sono robuste e allo stesso tempo morbide e confortevoli. Sono fissate direttamente alla calotta e sono dotate di un incrocio a Y facilmente regolabile. La chiusura è delegata a una tradizionale fibbia a clip.
Il Montaro MIPS II offre un accessorio utile e ben realizzato per fissare una action cam o una luce direttamente sul casco, identico a quello utilizzato sui caschi del marchio “cugino” Bell. Si può applicare al momento del bisogno per poi toglierlo a fine utilizzo, a differenza di quanto si è costretti a fare con i supporti adesivi che diventano più o meno definitivi e risultano antiestetici, rischiando inoltre di rovinare la superficie del casco nel momento in cui si vogliono staccare.
Il supporto sfrutta come sede la presa d’aria centrale superiore del casco e si fissa tramite un incastro a clip. È ben saldo durante il riding mentre è studiato per sganciarsi in caso di urto per proteggere sia il rider che la action cam.
Se il precedente modello di Montaro ha scontentato qualcuno in merito al comfort, le soluzioni adottate da Giro sulla nuova versione per risolvere il problema non sono state solo efficaci ma hanno reso il nuovo Montaro addirittura uno dei caschi più confortevoli che abbia mai provato. Una calzata veramente ottimale sin dal primo utilizzo senza neccessità di “rodaggio” delle imbottiture. La chiusura è perfetta, blocca saldamente il casco con leggerezza, senza creare fastidiosi punti di pressione. Durante il riding il casco resta molto stabile e questo lo si può apprezzare anche con il peso extra della GoPro montata sul suo supporto. La ventilazione è ottima, in realtà anche molto più del necessario per quanto riguarda il periodo invernale in cui l’ho messo alla prova e quindi potenzialmente un casco fresco e ben ventilato anche per i caldi mesi estivi.
Ho utilizzato il Montaro II prevalentemente con la maschera, nello specifico la Tazz di Giro, e si abbina molto bene restando ferma in posizione senza muoversi durante il riding. Il bordo frontale del casco lascia adeguato spazio alla maschera senza interferenze o sbattacchiamenti. Ho provato anche l’abbinamento con gli occhiali e la distanza tra il bordo del casco e le orecchie permette di indossare comodamente qualsiasi tipo di occhiale. I materiali e le finiture sono ottime e al tatto si percepisce la qualità generale del casco che incarna molto bene lo stile Giro, semplice, sobrio e curato.
La seconda bici in alluminio di Atherton Bikes è la S.150. Eccovi tutti i dettagli.…
EXT presenta la Vaia, la sua forcella a steli rovesciati a doppia piastra di cui…
Abbiamo le gare di XC, di Downhill, di Enduro, ma nessuna di All Mountain. Con…
Della serie "front cattive", eccovi la Kona Honzo in acciaio di Livijus75, con tanto di…
Mondraker presenta la Arid Carbon, una gravel con telaio in carbonio, la prima del marchio…
Quando si parla di gare di MTB XC, Nino Schurter è indubbiamente il più grande…