La scorsa settimana vi abbiamo proposto il test delle ginocchiere Shred Flexi Lite, anticipandovi che il brand italoamericano ci ha fornito una serie di prodotti da mettere alla prova. Dopo le ginocchiere da trail è il turno del caschetto da trail, lo Short Stack, nella colorazione McGazza Forever in memoria di Kelly McGarry, rider neozelandese sponsorizzato Shred, deceduto nel 2016.
Dettagli
Lo Short Stack è costruito su una struttura di EPS rivestita esternamente da un guscio in policarbonato, tecnica ormai tradizionale e largamente diffusa non solo in ambito MTB. Il policarbonato protegge l’EPS anche lungo il bordo inferiore, sull’intera circonferenza della calotta. Ciò che rende differente la struttura dello Short Stack, rispetto alle tradizionali calotte in EPS, è l’adozione di inserti in Slytech, un materiale proprietario di Shred che abbiamo già visto utilizzato come guscio nelle loro ginocchiere, costituito da una schiuma compatta a celle chiuse simile a un materiale viscoelastico.
Questi inserti in Slytech sono affogati nello stampo all’interno dell’EPS, li vediamo nella foto seguente, in colore blu. In caso di forti urti, offrono una maggiore dissipazione dell’energia dell’impatto rispetto al solo EPS. Al fattore sicurezza contribuisce anche il sistema Rotational Energy System, una tecnologia per la quale Shred ha depositato il brevetto, che tramite dei cuscinetti elastici collocati tra la calotta e le imbottiture, gestisce gli effetti delle accelerazioni rotazionali in modo simile al più noto sistema MIPS.
Sui cuscinetti del sistema RES, dotati di Velcro, sono fissate le imbottiture del casco che coprono una superficie abbondante dell’interno del casco, compresa la placca che poggia sulla zona occipitale. Sono piuttosto spesse, quindi decisamente confortevoli ma per questo anche inclini ad assorbire parecchio sudore. Il materiale delle imbottiture è lo XT2, antimicrobico e antiodore che contiene filato di vero argento, spesso utilizzato sui caschi di alta gamma non solo nel settore MTB ma anche nel mondo dei motori. Per entrambe le taglie, nella confezione di acquisto è presente una specifica imbottitura di ricambio con spessore differente, per adeguare la calzata del casco alla propria testa.
Il casco è ventilato per mezzo di venti prese d’aria complessive che si occupano di gestire l’aria in ingresso e in uscita, allo scopo di eliminare il calore e l’umidità dall’interno del casco. Le scanalature realizzate nella parte interna della calotta in EPS consentono all’aria di incanalarsi più efficacemente dalle dieci prese di ingresso collocate nella parte anteriore del casco verso le dieci di uscita ricavate nella parte posteriore.
La visiera è adeguatamente flessibile per assorbire gli urti ed è di dimensioni decisamente ridotte. È regolabile su due differenti posizioni ma per cambiare altezza è necessario togliersi il casco e staccare l’aletta centrale della visiera per riattaccarla nella posizione desiderata. Entrambe le posizioni sono comunque molto, molto basse e quindi viene naturale utilizzare esclusivamente quella più alta delle due, che in ogni caso non consente di collocare sotto la visiera né la maschera, né gli occhiali.
Il sistema di chiusura del casco è fissato alla calotta all’altezza delle tempie, quindi non sfrutta l’intera circonferenza della testa. La rotella di regolazione offre una buona precisione in chiusura ma i click non sono disponibili in entrambe le direzioni quindi, quando occorre allentare la presa come per esempio durante la salita, non si può essere altrettanto precisi. I tre punti in cui il sistema di chiusura è ancorato alla calotta non consentono regolazioni che ne modifichino la posizione per personalizzare la calzata.
Confortevoli e ben posizionate le cinghiette per allacciare il casco, dotate della classica chiusura a clip sotto al mento. Le cinghiette sono fissate direttamente al bordo inferiore della calotta e vengono mantenute in posizione da un robusto e pratico incrocio a Y in plastica.
In azione
Il caschetto Short Stack di Shred non si distingue per un design ultra moderno ed esteticamente appare piuttosto compatto anche sulla mia testa che, con 57,5cm di circonferenza, si colloca giusto all’inizio della taglia M/XL. Anche la visiera è relativamente corta e quindi meno protettiva ma soprattutto è posizionata tanto bassa da rendere impossibile collocare la maschera o gli occhiali quando non li si indossa. A parte ciò la maschera è perfettamente compatibile, si riesce a posizionare correttamente e resta stabile grazie alla forma posteriore del casco che offre un buon appoggio alla fascia.
La regolazione della chiusura è efficace e i click ravvicinati consentono una chiusura precisa. Nonostante non cinga a 360° la testa come la maggior parte dei migliori caschi moderni, la stabilità dello Short Stack è molto buona poiché è talmente confortevole che ci si può permettere di stringere bene il sistema di chiusura senza avvertire il benché minimo fastidio. Questo è merito delle imbottiture spesse, soffici ma adeguatamente sostenute, che garantiscono al casco un comfort eccezionale… una vera “pantofola”. Il rovescio della medaglia è che, per chi suda molto, le imbottiture così spesse tendono a trattenere parecchio sudore, quindi dopo una fase iniziale di sensazione di asciutto, una volta zuppe vanno strizzate spesso e si asciugano lentamente, complice l’aerazione buona ma non eccezionale. Il sistema di allacciatura è ben realizzato grazie all’incrocio a Y che ritengo sia il miglior sistema in termini di comfort per posizionare in modo corretto le cinghiette senza che possano dare fastidio alle orecchie o alla mandibola.
Conclusioni
Lo Short Stack è un casco che unisce un elevato comfort a una calzata stabile e molto precisa, fornisce una piacevole sensazione di sicurezza grazie all’impiego di tecnologie semplici ma intelligenti che vengono tuttavia messe in ombra da altre soluzioni meno curate e da un design sobrio ma anche un po’ datato.
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