Poco più di un mese fa vi avevamo presentato il nuovo casco Specialized Ambush 2. Dopo oltre un mese di utilizzo assiduo, eccovi il test.
Confesso di essere stato un fan dell’Ambush 1, che avevo testato ben sette anni fa. La caratteristica che mi piaceva di più era la calzata comoda, adatta a lunghe giornate in sella, senza punti di contatto fastidiosi. Specialized continua questa tradizione con l’Ambush 2, ed è anche questo il motivo per cui riesco a farvi leggere il test sei settimane dopo la presentazione, cioé rapidamente per i nostri canoni. Essendo così comodo e perfetto per la forma della mia testa, è diventato di prepotenza il mio casco preferito fra quelli che sto provando.
La domanda più frequente, sei settimane fa, è stata quella sulla visiera. In effetti è grande e soprattutto molto rialzata rispetto al casco. La risposta è no, non si può regolare. La posizione che vedete nella foto è fissa, ed ha un motivo ben preciso, secondo Specialized: favorire l’aerazione. Oltre ovviamente a lasciare lo spazio per un’eventuale mascherina.
Gli svantaggi che ho potuto rilevare di tale scelta sono, a parte l’estetica che è una cosa personale, il fatto che la visiera è così alta da non fare ombra sugli occhi quando si ha il sole in faccia e soprattutto che, quando si va veloci, la visiera tende a fare da vela, alzando il casco. La soluzione del secondo problema è semplice: tenere la testa leggermente inclinata in avanti, in modo da non far prendere vento alla visiera.
Riguardo al primo problema, la cosa non mi ha dato più di quel tanto fastidio perché sono solito girare con gli occhiali fotocromatici Oakley Jawbreaker. E qui arriviamo ad una caratteristica dell’Ambush 2 che mi è piaciuta tantissimo: il sistema per fissare gli occhiali al casco.
Le due fessure più esterne sono pensate apposta per tenere ferme le asticelle degli occhiali e soprattutto sono molto facili da centrare quando si pedala e si vuole togliersi gli occhiali. La tenuta è molto solida, evitando che cadano.
Chi segue il Mag saprà già che io sudo molto sulla testa, e questo periodo primaverile non è stato particolarmente fresco. L’aerazione è buona, ma ciò nonostante ho sudato copiosamente nell’Ambush 2. D’altronde le velocità in salita con la mountain bike sono basse e viene a mancare quasi del tutto l’effetto rinfrescante che beneficia chi usa una bici da corsa.
Per i fan della “strizzata” del sudore, questo cade al centro della fronte, perciò è necessario togliersi gli occhiali per evitare che le gocce vadano sulle lenti.
Passati sono i tempi in cui il MIPS era uno strato di plastica gialla che riduceva il flusso dell’aria internamente al casco. Come potete vedere dalla foto qui sopra, il MIPS neanche si vede, nascosto dalle imbottiture. Imbottiture che sono comode pur rimanendo sottili. Va da sè che siano anti settiche, cioé che non maleodorino dopo qualche uscita.
La rotellina di serraggio, essendo posta internamente alla calotta posteriore, funziona in senso contrario rispetto a quello che si è abituati: girandola in senso orario si allarga la chiusura, e viceversa per quando si vuole stringere. Bisogna farci l’abitudine, ma anche questa caratteristica è stata ereditata dal vecchio Ambush.
Per un casco di questa fascia di prezzo mi sarei aspettato una chiusura magnetica Fidlock invece della classica fibbia in plastica. I laccetti sottocasco non sono regolabili nella distanza dalle orecchie.
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