Quando è scoppiata la pandemia, abbiamo perso l’opportunità di testare la nuova gamma di pneumatici da DH Michelin in un press camp dedicato. Quindi il leggendario produttore francese è stato così gentile da inviarci alcuni campioni della gamma. Inizio con la recensione del DH22 che Michelin definisce il più versatile della gamma. È affiancato dal DH Mud, da fango, ovviamente, e dal DH34 che è rivolto più in generale ai terreni compatti con rocce fisse e al bike park.
Il DH22 ha una formazione 2/3/2 di tasselli che percorrono la fila centrale. Notare gli intagli che si alternano tra verticale e orizzontale sulle file da due.
Guardando da vicino noterete i bordi a rampa per migliorare la resistenza al rotolamento.
Per la nuova linea gravity, Michelin ha adottato grafiche vistose con il classico blu e giallo della tradizione del marchio.
Su un cerchio DT Swiss EX511 da 30mm di larghezza interna, il DH22 misura 2.45″. Personalmente, mi piacerebbe vedere in futuro una versione da 2.6″ di questo pneumatico.
I tasselli laterali si alternano come posizione e larghezza per mordere efficacemente su terreni misti e smossi.
Ho provato le DH22 sulla mia GT Fury 29″, sia davanti che dietro ma ho provato anche la versione 27,5″ all’anteriore della mia Yeti SB-165. L’installazione tubeless è stata facile, senza leve per montarli e con una sola leva per smontarli grazie al tallone né troppo largo né troppo aderente. Di Michelin ho sempre apprezzato le mescole eccellenti con la perfetta proporzione tra morbidezza e durezza e il giusto smorzamento del rimbalzo che rendono il copertone più prevedibile e meno nervoso e per questi aspetti Michelin si è di nuovo superata. Ho guidato il DH22 in tutte le condizioni possibili tranne fango e rocce scivolose. A Silver Mountain su fondo compatto, smosso su fondo duro, rocce fisse, radici e contropendenze. A Santa Cruz invece su terreni più soffici e naturali. Ciò che posso dire è che con questa combinazione di battistrada e mescola potrebbe sostituire il Magic Mary di Schwalbe come il mio pneumatico a tutto tondo preferito. Semplicemente, ha un grip esagerato ed è il copertone da DH che infonde più confidenza tra tutti quelli che ho mai provato. Mi ha salvato in parecchie situazioni al limite e il suo miglior pregio sembra essere la versatilità, dato che non c’è nulla che lo metta in difficoltà.
Per quanto riguarda la carcassa e la resistenza alle forature, sui terreni che necessitavano molto grip sono sceso con la pressione fino a 1.4 bar all’anteriore e 1.6 al posteriore e peso 82kg. Ho trovato che funzionano molto bene tra gli 1.6 e gli 1.9 bar, fornendo molto supporto laterale. Ho utilizzato a lungo i Wild Enduro in precedenza e anche se il DH22 sembra molto simile come disegno del battistrada, in realtà è differente. Trovo che sia un eccellente copertone da enduro e mi piacerebbe vedere una versione pieghevole del DH22 a metà come carcassa tra quella da enduro e questa da DH, dedicata all’enduro racing, con un peso che si aggiri sui 1.300g. Comunque con questi copertoni non ho mai bucato e trovo buona anche la resistenza all’usura considerando quanto sono morbide. L’usura dei tasselli è abbastanza uniforme, con alcuni tasselli laterali più degradati di altri, ma è normale per i terreni su cui li ho usati.
Dopo tanti anni fuori dalla scena della DH, mentre il mondo della mountain bike discuteva sui formati ruota, Michelin è tornata e c’è da esserne felici. Per chi cerca un copertone da DH ad alte prestazioni con tanto grip in un ampio range di condizioni, il DH22 è probabilmente la soluzione migliore. Un assiduo frequentatore di bike park potrà preferire il più longevo DH34 Bike Park, che ha una mescola più dura, ma chi gareggia può tranquillamente affrontare ogni tipo di pista e di condizione armato solamente di questo copertone e di un’alternativa da fango.
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