Qualche mese fa SRAM ci aveva mandato una corona ovale da montare sul nostro gruppo Eagle 1×12, al posto della classica corona rotonda.
Numero denti: 32
Materiale: alluminio
Colore: nero
Dentatura: X-Sync 2 (denti di dimensione diversa per evitare che la catena cada)
Peso rilevato: 69 grammi (contro i 70 grammi della corona da 32 rotonda)
Prezzo di listino: 126 Euro (si trova a meno online)
Prima di addentrarci nel test vero e proprio, vale la pensa fare un ripasso sul perché esistano le corone ovali e quale sia la loro funzione. Riprendiamo un articolo del tech corner a tal proposito.
Sulle biciclette di ogni genere e tipo siamo abituati a vedere le corone rotonde. E’ una cosa piuttosto normale, d’altronde tutti gli ingranaggi di qualsiasi macchinario sono rotondi, in modo da trasferire il moto o la rotazione in maniera uniforme.
Le corone ovali stravolgono questo concetto.
Con una forma ovale, questo tipo di corone nasce per differenziare la forza e la velocità trasmessa dalla corona alla catena in modo da meglio adattarla alla resa muscolare delle varie fasi della pedalata. In pratica in alcune zone della corona è come avere alcuni denti in meno, in altre come averne qualcuno in più. Vediamo nel dettaglio come funzionano.
A differenza di un motore elettrico ed analogamente ad un motore a scoppio, quando pedaliamo non applichiamo una coppia costante alla nostra guarnitura. Tralasciando questioni biomeccaniche legate all’angolo di lavoro dell’articolazione del ginocchio, anche se noi applicassimo una forza costante sui pedali dall’alto verso il basso, questa non si trasformerebbe in una coppia torcente omogenea durante il ciclo di rotazione della guarnitura.
Nel disegno viene spiegato meglio il perchè di questo fenomeno. Se nella configurazione 2 (pedivella ad ore 3) la forza applicata (Fa) coincide con la forza effettiva (Fe) diverso è il comportamento ad altre angolazioni.
Quando noi applichiamo la forza Fa sul pedale, non tutta questa forza viene trasmessa alla pedivella. Solo la sua componente perpendicolare alla pedivella (Fe) viene effettivamente trasmessa alla corona, il resto viene dissipato. Il risultato è che la Fe, la forza effettivamente trasmessa alla guarnitura, varia da un minimo pari a zero (ore 12 e 6, configurazione 4) ad un massimo (ore 3, configurazione 2) secondo un andamento sinusoidale.
La forza che viene trasmessa alla pedivella e da qui alla corona insomma non è costante sul ciclo di pedalata, ma segue un andamento sinusoidale con dei massimi e dei minimi piuttosto marcati. Si parla insomma di zone di picco (ore 3 e 9, pedivelle orizzontalo) in cui tutta la forza scaricata sui pedali (Fa) viene trasferita alla corona e di zone di punto morto in cui la forza trasferita alla corona è nulla.
Ovviamente le cose nella realtà si complicano e questo andamento sinusoidale viene ridotto da fattori come i pedali a sgancio, la bravura del rider a mantenere una pedalata rotonda ed a “tirare” i pedali nel punto morto, ma quello che conta è che comunque la forza che va a scaricarsi sulla corona non è mai costante e segue un andamento ciclico sinusoidale, con dei massimi e dei minimi.
Perchè quindi non andare a sfruttare questo andamento sinusoidale con un qualcosa che trasmetta più forza nella fase di picco e riduca lo sforzo nella fase del punto neutro? Ecco a cosa servono le corone ovali.
Avevamo visto in un precedente articolo che la forza che viene trasmessa dalla guarnitura alla catena dipende dalle dimensioni della corona, ovvero dal suo diametro. Applicando un certo momento torcente al centro della pedivella, più è grosso il diametro della corona (braccio), maggiore è la forza trasmessa alla catena.
Nel caso di una corona ovale, a parità di momento torcente, la forza trasmessa alla catena non è costante ma varia ciclicamente a seconda che la corona si trovi orizzontale o verticale. Nel primo caso (corona con lato lungo orizzontale) il braccio b è più piccolo, quindi la forza trasmessa alla catena più bassa. Nel secondo caso (corona con lato lungo verticale) il braccio B è più grosso e quindi la forza trasmessa maggiore.
Se facciamo combaciare la corona ovale in modo tale che trasmetta la massima forza nel punto di picco (pedivella ore 3 e 9) e che ammorbidisca la pedalata nella zona del punto morto (ore 6 e 12), non avremo una trasmissione della forza più costante? Ecco a cosa servono le corone ovali.
In pratica insomma il segreto è di sincronizzare la sinusoide della forza trasmessa dalla corona ovale alla catena con la sinusoide della forza trasmessa dal pedale alla guarnitura in modo che siano sfasate di mezzo periodo e che quindi sommandosi si compensino, dando origine ad una retta. Naturalmente non si raggiungerà mai una retta perfetta come quella del grafico, ma ad ogni modo si smorza in maniera piuttosto evidente l’andamento ondulatorio andando quindi ad avere una trasmissione della forza alla ruota più costante ed una pedalata più rotonda, meno impulsiva.
Oltre agli indubbi benefici in termini di trazione (una pedalata impulsiva rischia di far pattinare la ruota con più facilità) si ha un miglior sfruttamento della forza muscolare con una pedalata più rotonda.
Ho montato la corona ovale sulla Stoll T1 che ho usato moltissimo nell’ultimo anno: una bici che conosco molto bene, leggera e che si presta a lunghe pedalate così come a breve giri a tutta. L’installazione è identica a quello di una corona tradizionale, visto che si tratta di una corona direct mount: basta estrarre la guarnitura dal movimento centrale, svitare le tre viti che la fissano alla guarnitura stessa, e montarci su quella nuova. Il vantaggio del direct mount è dato dal risparmio di peso, vista la mancanza di uno spider vero e proprio.
Anche la dentatura è identica a quella della corona montata di fabbrica sull’Eagle: si tratta del X-Sync 2. In questo frangente vale la pena dire che il materiale usato da SRAM per l’Eagle è molto più resistente rispetto a quello utilizzato per l’XX1 1×11: i denti si consumano molto più lentamente, allungando così la vita utile della corona.
La prima sensazione che si ha, quando si pedala una corona ovale, è piuttosto inusuale: sembra di fare meno fatica, e che la trasmissione sia “vuota” in certi punti. Abituandocisi, quest’effetto sparisce completamente e, come spiegato sopra, nascono i vantaggi che, per me, si sono manifestati soprattutto in due frangenti:
Chiaro, per beneficiare dei vantaggi sopra elencati bisogna anche concentrarsi un po’ di più sulla pedalata rotonda, vale a dire tirare il pedale e non solo spingerlo verso il basso. Questo è fattibile solo con pedali a sgancio rapido, per cui una corona ovale non ha praticamente nessun senso su pedali flat.
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