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Chi ha letto il report della visita a Corratec saprà che ci è stata data una bici da provare, in particolare una Inside Link 10 Hertz 140 con ruote da 27.5″. Dopo un primo giro a Raubling (sede di Corratec), negli ultimi mesi abbiamo potuto provare la bicicletta più a fondo.
La Inside Link 140 10 Hz provata è una bici particolare, quasi strana. Lo si vede subito dalle foto, soprattutto se si considera che l’escursione posteriore data dall’ammortizzatore è di 120mm. Una bici da trail, si direbbe. Invece a questi 120mm di escursione ad aria se ne aggiungono altri 20, dati da un elastomero frapposto fra l’ammortizzatore ed il telaio: è questo il sistema 10 Hz. Sui dettagli abbiamo già discusso nel report della visita, qui ricordiamo solo che all’elastomero competono tutti quegli urti così in rapida successione (più di 10 al secondo, infatti) che l’ammortizzatore ad aria, con i suoi attriti, non riesce a seguire. Lo scopo di tutto è migliorare la tenuta della ruota posteriore.
Malgrado l’escursione, la bici è catalogata da Corratec come Allmountain / Enduro, e lo si capisce dalle sospensioni, un ammortizzatore RockShox Monarch Plus Debon Air RC3 Rapid Recovery ed una forcella RockShox Pike RC3 con escursione ritotta a 140mm. I freni Shimano XT non hanno bisogno di presentazioni e la trasmissione è a 11 velocità SRAM X1. Si è parlato molto a riguardo ma forse a qualcuno interesserà sapere che, per un biker dall’allenamento solo medio, ad inizio stagione ed abituato alla tripla su 26″, il passaggio ad un sistema 1×11 con corona da 32 e ruote da 27.5″ non è poi traumatico, a dispetto da quanto i calcoli sui rapporti potrebbero far pensare e considerando anche il peso della bici. Ad ogni modo la bici è dotata di supporto rimovibile per il deragliatore.
Il peso non è di quelli che lasciano a bocca aperta, perché la bici pesa 14.35 kg senza pedali. E’ un peso alto per una bici da 120mm di escursione ed anche per una da 140. Se guardiamo il test comparativo enduro, vediamo che è alto anche per una bici da enduro vera con 160mm di escursione. D’altro canto non è molto onesto insistere su questo punto: bisogna infatti sottolineare che il montaggio, particolarmente robusto (ad esempio manubrio Answer 780 DH e gomme Continental Der Kaiser 2.4″/Trail King 2.4″ oltre alle già citate sospensioni) non è quello con cui la bici andrà sul mercato, quindi i pesi delle bici che si troveranno in negozio saranno diversi.
Una delle caratteristiche delle fullsuspension Corratec è il marcato antisquat, vale a dire la tendenza della sospensione ad aprirsi (cioè a far estendere l’ammortizzatore) sotto la tensione della catena. Questa caratteristica ha delle conseguenze che usando la bici si notano.
Sui fondi particolarmente scorrevoli o quando si pedala in piedi una certa oscillazione si nota. In Corratec questo effetto è già previsto, e prima ancora che provassi la bici, mi era stato detto “si, oscilla, ma non bobba: antisquatta”. Il comportamento è tenuto in conto e rilevato anche dagli studi di telemetria, ma ad ogni modo in queste situazioni un bloccaggio o una forte frenatura in compressione dell’ammortizzatore non avrebbe fatto male. Invece, come si nota dalle foto, malgrado l’ammortizzatore porti la dicitura RC3, gli manca la parte “C3”, vale a dire la leva blu che regola la frenatura in compressione su tre posizioni.
Il senso è che la sospensione sia progettata in modo da rendere non necessario il bloccaggio dell’ammortizzatore. In effetti, nella gran parte delle situazioni (leggi salita fuori strada seduti in sella), il desiderio di un bloccaggio non si sente. Il vantaggio di avere un ammortizzatore sempre aperto sta nella massima sensibilità. Che sia quindi merito dello schema di sospensione, dell’ammortizzatore, del sistema 10Hz o delle gomme, nell’insieme tutto funziona e la tenuta è sempre buona.
Probabilmente merito dell’antisquat elevato, in salita la bici non si siede e l’ammortizzatore continua a lavorare intorno alla zona di sag. Questo, complice la posizione in sella sufficientemente caricata in avanti, fa sì che la ruota anteriore non si alleggerisca mai troppo.
Come detto qualche riga sopra, la posizione in sella non è quella di una bici da 120mm ed anche se il tester, alto 176cm, usa solitamente bici di taglia M, con la L in prova ha trovato una posizione ben caricata in avanti, che quindi assomiglia più a quella di una allmountain. Complice in questo è probabilmente l’angolo sella effettivo (vale a dire tra l’orizzontale e la retta congiungente movimento centrale e sommità del tubo piantone) di 74.5°.
L’angolo di sterzo di 68° è in linea con quelli delle moderne allmountain e, assieme al manubrio bello largo, permette alla bici di districarsi bene nello stretto. Nelle discesa più veloci e tecniche si apprezza la sensibilità delle sospensioni. Sia per la forcella RockShox Pike che per l’ammortizzatore Monarch Plus Debonair, in molti hanno già avuto occasione di apprezzare l’ottimo funzionamento. In particolare l’ammortizzatore in questo caso è aiutato dall’elastomero del 10Hz che aggiunge un po’ di morbidezza ad inizio corsa. Non bisogna però dimenticare che, malgrado tutto, l’ammortizzatore garantisce 120mm di escursione e quindi per un uso enduro nel senso race del termine può non essere sufficiente.
Una bici divertente e polivalente con un sistema di sospensione che, malgrado lo scetticismo iniziale, si è dimostrato funzionale. In qualche occasione si sarebbe preferito poter bloccare l’ammortizzatore ed avere un kg in meno di peso.
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