Ruote da 29″, 140 mm di travel anteriore e posteriore, telaio in carbonio, peso dichiarato di 11.5 kg e prezzo di listino di 6499 Euro. Questo il biglietto da visita della Stereo 140 Super HPC SLT 29, all mountain della nutrita scuderia della tedesca Cube.
Disponibile nella sola colorazione della bici in test, la Stereo 140 Super HPC SLT 29 adotta una sospensione posteriore con giunto Horst integrata in un telaio dalle linee abbastanza tradizionali ma non per questo datate, con grafiche non appariscenti ma curate. Unico elemento di una certa vistosità è il generoso link di azionamento dell’ammo, realizzato senza parti di congiunzione e perciò – secondo quanto dichiara Cube – in grado di coniugare grandi doti di leggerezza e rigidità. Top tube e tubo sella curvi permettono di contenere rispettivamente le quote di standover e di chainstay, per quanto quest’ultima rimanga una delle più elevate della categoria.
Per la realizzazione del telaio viene utilizzata una lavorazione denominata Advanced Twin Mold, la quale permette di risparmiare sulla quantità di materiale utilizzata ed in definitiva sul peso finale. Maggiori dettagli su questa tecnologia ed altre utilizzate da Cube li trovate qui.
Se la linea della Stereo mantiene una nota di tradizionalità, le soluzioni proposte sono totalmente al passo con i tempi: tubo sterzo conico, perno passante posteriore X12, attacco freno posteriore diretto di tipo post mount, predisposizione per reggisella di tipo Stealth e fissaggio del deragliatore direct mount (qui utilizzato per fissarvi il guidacatena). Manca invece il supporto ISCG, d’altro canto inutile data la presenza del guidacatena.
Il passaggio cavi è interno al telaio per quanto riguarda cambio posteriore e deragliatore (quest’ultimo inutilizzato, data l’adozione del monocorona). E’ invece totalmente esterno per il freno posteriore. L’abbiamo scritto recentemente in occasione del test della Trek Remedy e qui lo ripetiamo: la soluzione di non adottare il passaggio interno per quanto riguarda il freno posteriore è secondo noi azzeccata, evitando parecchie noie nell’ipotesi non remota che l’impianto vada rimosso per manutenzione, sostituzione o quant’altro. Il cavo del cambio, l’unico “testabile” da questo punto di vista in quanto non idraulico, non presenta curvature critiche e la cambiata si è infatti rivelata estremamente fluida.
Qualcuno storcerà il naso vedendo lo stesso cavo fuoriuscire nella parte inferiore dell’obliquo in prossimità del movimento centrale, ritenendola una zona poco protetta. Che si tratti di un punto potenzialmente esposto a sassate è innegabile, ma di fatto non abbiamo mai avuto problemi nè con la Stereo nè con altre bici che adottano la medesima soluzione. Lungo il lato inferiore dell’obliquo troviamo anche una generosa protezione in materiale gommoso con finitura simil-carbonio. Una ulteriore protezione spugnosa è poi posizionata sul fodero superiore sinistro del carro, nel punto di contatto con la tubazione del freno posteriore.
Il peso record del telaio completo di ammortizzatore (2246 g dichiarati in taglia 20″!!!) è un ottimo punto di partenza, ma per ottenere un peso finale di 11.5 kg su una bici di questo tipo è praticamente d’obbligo l’uso di componentistica di alto livello, spesso in carbonio. Di questo materiale troviamo infatti i cerchi Reynolds tubeless ready e la guarnitura monocorona Race Face Next SL DM (425 g con 28T!), ma anche la piega Easton da 750 mm e la sella marchiata Cube, quest’ultima sorprendentemente comoda a dispetto della struttura minimale. Guarnitura a parte, il resto della trasmissione è affidato al gruppo XX1 di SRAM. Nonostante questa spasmodica ricerca della leggerezza, Cube non ricorre al sotterfugio di montare coperture inadeguate alla tipologia di bici, affidandosi a delle Schwalbe Hans Dampf da 2.35″ tubeless ready.
Il reparto sospensioni è gestito da unità Fox sia davanti che dietro, anche in questo caso con il top di gamma: forcella Float 34 CTD Adjust Fit ed ammortizzatore Float CTD Trail Adjust. Entrambe le unità hanno gli steli con trattamento Kashima e permettono un aggiustamento fine del livello di compressione quando in posizione Trail. Trovare un ammo con camera low volume ci ha inizialmente sorpresi, vista la tendenza degli ultimi anni. Una volta portata la Stereo sui sentieri capiremo che la scelta operata dai tecnici Cube è azzeccata e tutt’altro che casuale…
I freni sono i Formula R1 Racing con rotori da 180 mm. Come leggerete a fine test l’impianto ha dato qualche problema iniziale, dopodichè le prestazioni sono sempre state soddisfacenti.
Per quanto le Schwalbe Hans Dampf da 2.35″ presentino un’elevata sezione, i tasselli laterali passano un po’ troppo vicini al carro ed all’archetto di irrigidimento che collega i due foderi superiori. Nonostante la bici non sia mai stata utilizzata in condizioni di fango particolarmente critiche, a fine test entrambi i foderi inferiori riportavano tracce di sfregamento del pneumatico, probabilmente causate dalle flessioni laterali a cui la ruota è sottoposta in certe situazioni (curva, atterraggi un po’ sbilenchi etc.). Il nostro consiglio è quello di adottare al posteriore una copertura di sezione inferiore, a maggior ragione se si frequentano spesso terreni fangosi.
Solitamente i collarini reggisella privi di quick release non ci entusiasmano, anche quando le bici sono dotate di reggi telescopico. In questo caso la ricerca maniacale sul fronte del peso vale però un’eccezione.
La bici viene proposta con corona da 32 denti, una rapportatura piuttosto impegnativa sulle salite lunghe e ripide. Per dare un riferimento che renda l’idea, il rapporto più corto disponibile (32-42) è infatti molto vicino a quello che si otterrebbe con una combinazione 26-31 su una bici con ruote da 26″. Niente rapportino di sopravvivenza, insomma, con il risultato che sulle salite impegnative il comportamento è in un certo senso “digitale”: chi ha fiato e gambe apprezzerà la leggerezza e salirà ad un ritmo sorprendente per la tipologia di bici, ai meno allenati non resterà invece che scendere di sella e spingere.
Data l’intenzione di provare la Stereo anche su lunghi percorsi all mountain, abbiamo perciò chiesto a Cube una corona più piccola e ce ne hanno inviata una da 28 denti. In questo caso c’è ovviamente il rischio che la coperta sia corta dall’altra parte, dato che il rapporto più lungo che si riesce a sviluppare (28-10) è vicino ad un 36-12 su ruote da 26″. Insomma, ognuno scelga in base al proprio grado di allenamento ed al tipo d’uso che intende fare della bici, tenendo conto che Race Face mette a disposizione per questa guarnitura corone che vanno da 26 a 36 denti ad intervallo di due.
La sostituzione della corona non è così immediata come con la guarnitura originale SRAM per XX1. Bisogna infatti smontare la pedivella mediante una chiave esagonale da 8 mm, dopodichà la corona dalla pedivella mediante l’apposita chiave a 20 denti. Alla fine abbiamo poi dovuto riaggiustare il tensionamento del cambio (sui rapporti più corti la puleggia superiore era a ridosso dei pignoni) ed abbassare totalmente il guidacatena, il quale non riesce tuttavia a raggiungere la posizione ottimale. Un supporto direct mount asolato, o con un secondo foro più in basso, avrebbe evitato quest’ultimo inconveniente.
Tirando le somme, forse la corona da 30 denti è quella che offrirebbe il miglior compromesso, riducendo la necessità di cambiarla alle sole situazioni più estreme e lasciando lavorare il guidacatena in modo ottimale.
Il comando remoto del Reverb è montato sul lato destro della piega, il che non ha molto senso considerando che si hanno due comandi a destra (reggi stesso e cambio) e nessuno a sinistra. Posizionandolo a sx fra manopola e leva freno (ovviamente capovolto), perchè il comando abbia un’inclinazione ergonomicamente accettabile è necessario tenere la leva freno non troppo inclinata.
Temendo un avantreno troppo scarico, da subito spostiamo sopra lo stem lo spacer da 10 mm posizionato al di sopra del già alto tappo della serie sterzo. Dopo un paio di uscite ci rendiamo però conto che, soprattutto in discesa, la bici è più equilibrata nella configurazione originale.
Al momento di settare le sospensioni restiamo stupiti dalla bassa pressione di esercizio dell’ammortizzatore. Con 170 psi otteniamo infatti un sag inferiore al 20% per un rider di circa 75 kg di peso.
Nonostante la posizione in sella piuttosto raccolta, il seat tube ben verticale permette di pedalare in posizione redditizia anche con valori elevati di fuorisella. Considerando il peso-piuma per la categoria di appartenenza, è quindi facile immaginare come sulle salite scorrevoli siano poche le concorrenti in grado di garantire pari prestazioni. Volendo ulteriormente enfatizzare il comportamento su questo tipo di terreno si potrebbero valutare delle coperture più scorrevoli delle Hans Dampf, ma una bici come questa è nata per affrontare anche terreni piuttosto impegnativi, quindi non ci sentiamo di darvi questo consiglio. Tutto perfetto dunque in questo ambito? Quasi, perchè a voler fare i pignoli bisogna dire che la frenatura del Float in posizione Climb avrebbe potuto essere più marcata. Sia chiaro che finchè si pedala stando seduti il carro è ben fermo, ma facendosi tentare da qualche accelerazione in fuorisella un poco di bobbing è avvertibile. Ok, non è una bici concepita per le nervose gare xc, ma la leggerezza della Stereo ben si presta anche a qualche scatto fuori programma, e d’altro canto non capiamo il senso di un tuning con livelli di frenatura poco differenziati fra la posizione Trail/3 e la posizione Climb (come ormai consuetudine per i brand maggiori, anche Cube ha definito un tuning personalizzato in collaborazione con Fox).
Sul ripido nulla da eccepire: la bici mantiene un buon assetto e non richiede faticosi equilibrismi per tenere giù l’anteriore. Il massimo in questo ambito l’abbiamo chiaramente ottenuto quando abbiamo tolto lo spacer da 10 mm da sotto lo stem ma, come anticipato ad inizio test, il leggero vantaggio riscontrato va a discapito dell’equilibrio generale del mezzo.
Sulle salite tecniche la Stereo è ugualmente fonte di soddisfazione e divertimento, soprattutto per l’agilità con cui supera le sezioni tortuose e la facilità con cui si lascia condurre anche ad andatura lenta. Nel superamento degli ostacoli la leggerezza offre una marcia in più, e mantenere una guida attiva con frequenti rilanci è molto meno dispendioso di quanto non lo sia con le concorrenti più pesanti. Qualche attenzione nel superamento degli ostacoli è invece richiesta dal movimento centrale piuttosto basso, ma basta prenderci un po’ l’occhio ed in ogni caso l’inconveniente può essere facilmente limitato lasciando il registro del Float in posizione Climb (la frenatura non eccessiva permette comunque alla sospensione di lavorare).
“Facile ed intuitiva da subito”, è la considerazione che viene da fare sin dai primi metri. Se si esclude una certa decisione richiesta per alzare l’anteriore, la Stereo non richiede infatti particolari adattamenti ed è molto equilibrata per quanto riguarda il connubio agilità/stabilità, cavandosela molto bene sia nel guidato su fondo compatto che lasciando correre sui fondi sconnessi. La scelta di contenere l’altezza del movimento centrale mostra evidentemente il diritto della medaglia, facendo facilmente dimenticare quel pizzico di attenzione in più richiesta sulle salite tecniche. Inutile dire che il peso record si traduce in piacere allo stato puro nelle discese con frequenti rilanci o inframmezzate dalle classiche rampette assassine.
La sospensione posteriore della Stereo non è di quelle che partono soffiando sulla sella ma, grazie alla risposta piuttosto lineare, una volta saggata lavora molto bene sfruttando al meglio i 140 mm di travel a disposizione. A mettere al riparo da finecorsa troppo frequenti o violenti ci pensa poi la progressività finale del Float con camera low volume, tanto è vero che quasi ad ogni uscita abbiamo trovato l’o-ring posizionato sullo stelo dell’ammo ad un soffio dal finecorsa ma solo occasionalmente al valore di finecorsa vero e proprio. Per onor di cronaca, bisogna dire che per enfatizzare la reattività del mezzo abbiamo sempre tenuto un setting piutttosto sostenuto, con valori di sag inferiori al 20%. Con valori di sag più elevati la possibilità di qualche bottom-out non sarebbe remota. Nonostante sulla Fox 34 si leggano ultimamente parerei contrastanti, per quanto ci riguarda non possiamo muovere alcuna critica: sensibile, fluida, ben sostenuta su tutta la corsa e con i registri molto efficaci. Ecco, se proprio dovessimo cercare un difetto, diremmo che per un utilizzo trail/all mountain la progressività finale potrebbe essere meno marcata, visto che il più delle volte ci siamo ritrovati a fine giro con il fatidico o-ring ancora piuttosto distante dal finecorsa (da notare che abbiamo anche rilevato una corsa reale di 145 mm a fronte dei 140 mm dichiarati).
Chi ancora è convinto che le 29″ siano per loro natura ingombranti ed impacciate nelle discese lente e tortuose dovrebbe provare questa Stereo, una delle bici che ci ha permesso di affrontare con maggior facilità alcuni tornantini al limite del nose-press che di norma utilizziamo proprio per mettere alla prova le bici in questo ambito. Questa caratteristica, coniugata alla buona capacità di scavalcamento degli ostacoli, fa della Stereo una all mountain che se la cava abbastanza bene anche sulle discese in stile “vert”.
Se infine qualcuno si dovesse chiedere quanto può essere rigido un telaio dal peso tanto contenuto, per quanto riguarda le flessioni laterali vi diciamo che il retrotreno (intendendo con questo l’insieme carro-ruota) non ci è parso dei più granitici in termini assoluti. In rapporto al peso è però al di sopra di quel che ci si potrebbe attendere, ed in ogni caso adeguato alla tipologia di bici.
Estremamente efficace in salita, facile ed intuitiva in discesa, la Stereo 140 Super HPC SLT 29 è in grado di regalare grandi soddisfazioni sia a livello di cronometro che nelle uscite all mountain più lunghe e fisicamente impegnative. Alcuni piccoli dettagli meriterebbero maggior attenzione, visto il livello generale e conseguente prezzo elevato.
I bordi degli adesivi applicati sui cerchi delle ruote tendevano a staccarsi già dal momento in cui abbiamo tolto la bici dallo scatolone (nuova di zecca). Si tratta di un difetto puramente estetico che non è andato peggiorando col tempo, ma comunque piuttosto imbarazzante per delle ruote di questo livello.
Smarrimento del bullone che tiene in posizione il forcellino del cambio (il forellino vuoto a fianco di quello del perno passante). A ruota montata il problema è relativo, dato che il mozzo va in battuta contro il forcellino tenendolo in posizione. Ogni volta che si toglie la ruota forcellino e cambio sono però penzolanti, il che rende piuttosto problematico tenere il tutto nella corretta posizione mentre si rimonta la ruota. Bisogna inoltre fare attenzione a non smarrire la placchetta filettata dove trova alloggiamanto il perno passante, dato che lo stesso bullone a cui viene fissato il forcellino tiene in sede anche quest’ultima. La soluzione è quella di riposizionare il perno passante anche a ruota rimossa, accorgimento che è comunque buona norma adottare sempre (si evita di smarrire il perno e di schiacciare accidentalmente il carro).
Inizialmente il freno anteriore era rumoroso e con una potenza frenante assolutamente insufficiente. Visto che dopo un paio di uscite il problema permaneva, abbiamo sostituito le pastiglie originali con delle pastiglie Formula seminuove. A quel punto si è anche resa necessaria una leggera aggiunta di olio nell’impianto, che a partire da quel momento ha però funzionato a dovere. Qualche noia, pur se di minor entità, l’abbiamo avuta anche con il freno posteriore a causa della corsa irregolare della leva freno. L’usura delle pastiglie ci è inoltre parsa più veloce del solito, il che rafforza l’idea di una partita (di pastiglie) con qualche problema.
Pesi e geometrie rilevati (tg. 20″)
Interasse: 1180 mm
Angolo sterzo: 68.0°
Corsa anteriore: 145 mm
Corsa posteriore (valore dichiarato): 140 mm
Interasse/corsa ammortizzatore: 200 x 57 mm
Altezza movimento centrale: 330 mm
Peso senza pedali: 11.51 kg
Peso ruota ant completa*: 1820 g
Peso ruota post completa*: 2290 g
* = ruota in ordine di marcia, quindi incluse coperture, dischi e pacco pignoni. Sono esclusi i perni di fissaggio.
Bici completa: 6499 €
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