[Test] Cube Stereo 150 C:68 TM 29

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Con la 150 anche Cube entra nel sempre più affollato segmento delle 29 da enduro. Fino a solo qualche anno fa regnava lo scetticismo tra i “racers”, soprattutto sulla convinzione che queste bici fossero pigre nel cambiare direzione ed un po’ impacciate rispetto alle enduro da 27,5.

L’introduzione di nuove geometrie ha però modificato questa caratteristica limitandone gli effetti negativi. Carri sempre più corti uniti all’abbassamento del movimento centrale e al crescere dei valori di reach, oltre che a angoli sterzo sempre più aperti, hanno reso le 29 più simili nel comportamento alle sorelle di taglia inferiore, facendone soprattutto apprezzare i vantaggi di maggiore scorrevolezza e di facilità nel superare gli ostacoli tipiche delle ruotone. Alcune marchi, tra i quali Transition e Mondraker, si sono spinti anche oltre con reach extra lunghi compensati da forcelle di offset minore (42-44mm al posto dei canonici 51mm), giusto per farci capire che la sperimentazione e lo sviluppo delle geometrie siano tutt’altro che definiti.



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Sviluppata con il contributo del Cube Action Team, che partecipa alle EWS con Greg Callaghan come atleta di punta, la Stereo si allinea al trend del momento per quello che riguarda le geometrie, anche se non così spinte come per altri marchi. La Cube Stereo 150 tuttavia è ben più di una macchina schiacciasassi fatta per la discesa: l’ottima sospensione posteriore 4link bar con giunto horst, accoppiata al Fox X2 evita che il carro si affossi in salita, ma è soprattutto l’angolo del tubo sella da 75.5° che fa della Stereo anche un ottima arrampicatrice.

La Stereo 150 C:68 TM 29 in sintesi

Materiale telaio: Carbonio C:68 (anche carro)
Formato ruote: 29”
Formato opzionale 27.5 plus: no
Schema sospensione: quadrilatero con giunto Horst
Geometrie variabili: no
Corsa ant/post: 160/150 mm
Boost posteriore: sì
Forcella boost: sì
Ammortizzatore metrico: sì (185x55mm Trunnion)
Ruote e coperture tubeless ready: sì
Trasmissione: Eagle 1×12 con corona 30T
Possibilità corona doppia: sì
Predisposizione cambio elettronico DI2: sì
Attacco per deragliatore: sì
Attacco ISCG: sì
Attacco porta borraccia: sì
Disponibilità solo telaio: no
Peso rilevato tg. 18″ (senza pedali): 13.9 kg
Prezzo: 4499,00 Euro

Lista completa componentistica.

Geometria

Il telaio è full carbon, compreso il carro. Disponibile in due diverse varianti, il C:62 o C:68 (in test), dove il numero indica la percentuale di fibra di carbonio, il resto è la matrice, ovvero la resina che impregna le pelli. Più resina equivale a maggior peso e minor costo del composito. Cube dichiara di utilizzare una resina speciale con aggiunta di nano particelle per limitare il fenomeno di delaminazione.

Battuta boost 148, passaggio cavi interno completamente guidato, anche per il freno. Spazio per porta borraccia che può alloggiare un contenitore da 750ml, ammortizzatore metrico con testa trunnion per limitarne la lunghezza totale, predisposizione ISCG05 per bash guard o guida catena. La Stereo è anche predisposta (per chi ancora lo preferisse) per la doppia corona e per il sistema DI2 con apposito vano alloggia batteria sotto il movimento centrale.

Tutti gli snodi del carro ruotano su cuscinetti sigillati e restano nascosti alla vista , forse una scelta più estetica che dettata da reali esigenze tecniche. Il bilancere in materiale composito é decisamente sovradimensionato anche per la mancanza di un archetto sui foderi obliqui, ma resta comunque elegante e si integra armonicamente nell’insieme del telaio.
Il tubo sella ospita reggi sella telescopici fino a 185mm (verificato), malgrado la piega all’altezza del infulcro del bilancere. Questo dettaglio è certamente gradito ai riders che amano i passaggi tecnici di tipo trialistico dove per superare passaggi con pendenze smodate si ha bisogno della massima libertà di movimento al limite di sfregare il fondoschiena sulla gomma posteriore. Ultimo cenno per la protezione para-sassi nella parte bassa del tubo obliquo, ben studiata ed integrata al pari del batti catena sul fodero destro
A dire il vero ho notato pochi sbattimenti della catena sul fodero tanto da apprezzare la silenziosità della Stereo anche nei passaggi sui sentieri più scassati.

Il manubrio in alluminio Race Face Turbine R 35, largo 780mm e con 20mm di rise e 8° di backsweep, accoppiato a pipa da 50mm, mette subito a proprio agio. Anche le manopole SDG Slater di piccolo diametro trasmettono tutte le sensazioni del terreno ma senza affaticare le mani per via della presa sicura data dalla superficie molto abrasiva. Le leve freno dei Sram Code R si controllano bene con un dito mentre non ho molto apprezzato il comando remoto del seppur ottimo reggisella telescopico Fox Transfer Factory Kashima coated da 150mm. Mi è sembrato richiedere parecchia forza per azionarlo col pollice, cosa che si fa sentire in condizioni di riding impegnativo.

Sul campo

Nei quasi due mesi di utilizzo ho avuto modo di mettere alla prova la Cube Stereo 150 in diverse situazioni di riding. La maggior parte delle uscite tuttavia sono state con salita autonoma, ad eccezione di una giornata di risalita meccanizzate al Carosello di Livigno. Ho anche utilizzato la Cube per uscite di tipo all-mountain e percorrenze da 80-100km con oltre 2000m di dislivello.

Salita

La Stereo 150 è nata per essere un mezzo prevalentemente da discesa quindi non aspettatevi di battere tutti i KOM in salita, ma detto ciò, devo dire di essere stato impressionato da come si arrampica soprattutto nel tecnico e con pendenze elevate. L’angolo sella da 75.5° aiuta a spostare il peso in avanti evitando che la ruota anteriore perda contatto col terreno. Spostando la pratica leva dell’ammortizzatore Fox Float X2 Factory nella posizione frenata si evita che la sospensione si sieda troppo pur mantenendo un ottima motricità. Inoltre la corona da 30T aiuta a superare anche i tratti più ripidi con agilità. Sulle salite asfaltate si sente il peso del mezzo ma soprattutto quello delle gomme Schwalbe 2.35″ Super Gravity (1.250g ciascuna) e la scarsa scorrevolezza della Hans Dampf al posteriore.

Discesa

La fatica della salita viene dimenticata dopo qualche metro di discesa: è qui che la Cube si fa veramente apprezzare. Le prestazione delle sospensioni Fox Factory non si discutono e le ruotone schiacciano tutto quello che gli si para davanti. Ho impiegato un paio di uscite per mettere a punto i vari settaggi. Agendo sulle regolazioni di compressione delle alte e basse velocità oltre che dell’estensione si riesce facilmente ad adeguare l’azione delle sospensioni al proprio stile di guida,
Cube ha dichiarato di aver diminuito il valore di anti squat al fine di rendere più vivace la sospensione posteriore e di aver aumentato la linearità della curva di compressione per fare in modo che l’utente medio possa utilizzare tutti i 150mm di corsa. In effetti ho notato una certa facilità ad arrivare a fine corsa ma l’ho corretta aumentando di poco la pressione dell’aria e chiudendo di qualche click la frenatura delle alte velocità.

Le ruote Newmen Evolution SL A.30, 28/28 Spokes, da 30mm di canale interno e 28 raggi, hanno retto benissimo gli abusi anche se devo dire che i 65kg del tester magari non le hanno stressate troppo. Anche le Schwalbe super gravity (Magic Mari anteriore e Hans Dampf posteriore, entrambi da 2.35″) latticizzate non hanno dato il minimo problema e soprattutto all’anteriore il livello di grip é veramente ottimale tanto da farmi azzardare dei passaggi mai osati in precedenza.
Nota non brillante per i freni Sram Code R (200/180) che tendono ad allungare la corsa delle leve.

Problemi durante il test

Togliendo la Cube dallo scatolone mi sono accorto che il forcellino del deragliatore era storto. L’ho sistemato con l’apposito attrezzo. Alla prima uscita ho notato un certo mal funzionamento del cambio e ad un’attenta analisi ho visto che il power-link era stato montato con la freccia all’inverso, Smontato e rimontato nel senso giusto il problema è sparito.
Oltre a  questi piccoli problemi non ho avuto il minimo problema tecnico a parte aver dovuto raddrizzare il forcellino un paio di altre volte, forse snervato nel primo intervento (sarebbe stato da sostituire, a dir il vero).

Conclusioni

La Cube Stereo 150 è una di quelle bici che mi dispiace restituire alla fine di un test. Devo dire di essermi tolto tante soddisfazioni con questo mezzo che si è fatto apprezzare in tutte le situazioni di riding. L’ottimo telaio, la sospensione ben studiata e la componentistica di qualità pongono questo prodotto tra i più ambiti non solo per i racers ma anche per chi vuole un mezzo a 360°. Batterebbe infatti sostituire le gomme con qualche cosa di più leggero per rendere la Stereo adatta anche a lunghe uscite alpine. Il peso di 13.9kg senza pedali non è certo piuma ma non si sente molto perché si pedala molto bene.

Chiaro che con un prezzo cosi aggressivo il project manager abbia dovuto fare delle scelte nella componentistica. Cassetta e cambio SRAM GX, manubrio in alluminio e bash guard (non necessario a mio parere) fanno salire l’ago della bilancia ma restano comunque componenti di provata funzionalità.
Per finire un cenno anche all’estetica, con un abbinamento cromatico tra il grigio e l’arancio molto sobrio ma anche aggressivi che si accoppia molto bene alla forcella Fox Factory,
La versatilità è quindi una delle caratteristiche che il progettista ha voluto dare a questo interessante prodotto, chiaro che così facendo bisogna per forza accettare dei compromessi tipo carro posteriore non larghissimo: ho verificato che le gomme da 2.5″ ci stanno, ma non di più, e non è possibile utilizzare cerchi da 27.5″ con gomme plus.

Cube.eu

Commenti

  1. p84:
    L'angolo sella cambia poco la situazione. Nelle geometrie "è sempre tutto un compromesso" (cit. MtbAction), quando si esagera da un lato si perde dall'altro e viceversa. I carri lunghi rendevano la bici meno agili ma sui ripidoni contribuivano ad attaccare l'anteriore al suolo perchè diminuivano il momento ribaltante, viceversa con i carri supercorti. L'ideale sarebbe una via di mezzo, in tutte le misure, riferendomi ad una bici che dev'essere pedalata sia in discesa che in salita
    Questo carro non è esageratamente corto, così come il reach non è neanche esageratamente lungo. È una geometria su cui la maggior parte della gente si troverà bene senza dover cambiare pipe, manubri, reggisella, ecc, e su cui si lasciano percorrere bene sia le salite che le discese tecniche.
    Se non si fosse capito: è un'ottima allrounder, come d'altronde sono quasi tutte le 29 su queste escursioni (e non le endurone stile Slash).
  2. Honestlypino:
    Provane una...
    Ne provo a iosa tutti gli anni ai vari bike test. Se non si fosse capito, non sto criticando questa bici nello specifico. Sto semplicemente rivalutando la moda dei carri super corti, visto che alcuni post sopra si osannavano certe scelte geometriche
    Sono d'accordo con te.
    Le bici con carro lungo portano più trazione sulla ruota anteriore dunque alcune curve(quelle con fondo smosso) sono anche più facili
  3. E tra questa e una jeffsy? La cube è più tuttofare o è solo meglio in salita?
    Io l' ho provata a riva del Garda e ti posso dire che si posiziona tra la jeffsy 29 e la capra 29 ma leggermente più vicini alla capra
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