Autore: Francesco Mazza
Dopo la presentazione della Django, la nuova nata di casa Devinci, torniamo a parlare del marchio canadese con la nuova Wilson Carbon 27.5, la bici da DH con la quale il team Devinci Global Racing correrà la stagione 2016 di UCI DH World Cup. Sì perchè a São Miguel, nelle Azzorre, abbiamo provato anche la Wilson Carbon, che viene ufficialmente presentata al pubblico oggi, in concomitanza con l’inizio della sua disponibilità sul mercato.
Nell’articolo di presentazione della Django vi abbiamo parlato dell’evento di presentazione alla stampa, ma soprattutto vi abbiamo riportato tutte le informazioni raccolte in merito alla produzione dei telai che avviene prevalentemente in Canada, nella sede Devinci di Chicoutimi, nel Quebec. Sono tutti dettagli che valgono allo stesso modo anche per la Wilson Carbon, quindi non ci ripetiamo ma vi invitiamo a leggere l’introduzione dell’articolo della Django, nel caso vi fosse sfuggito, per meglio comprendere Devinci, la sua politica aziendale e i suoi prodotti. Ora andiamo a scoprire la nuova Wilson Carbon, nell’allestimento SL che abbiamo testato.
La nuova Wilson Carbon discende direttamente dalla prima versione di Wilson dotata di sistema Split Pivot, lanciata a fine 2010. Nel corso di questi 5 anni e mezzo la belva da DH di Devinci si è evoluta di pari passo con i risultati ottenuti dal Devinci Global Racing, che ha sempre lavorato allo sviluppo e alla messa a punto del mezzo e dei vari prototipi. Dal primo modello in alluminio con ruote da 26 pollici, si è passati alla versione in carbonio sempre da 26″, poi alla versione in alluminio da 27.5, che vi avevamo mostrato in anteprima direttamente da Fort William. Durante queste evoluzioni sono stati sviluppati e modificati numerosi altri dettagli tra cui le geometrie, la posizione dell’ammortizzatore e la sua lunghezza, nonché la stessa escursione alla ruota che è passata da 216 a 204mm. Ora da quell’ultima versione in alluminio, utilizzata per tutta la stagione 2015 dal Devinci Global Racing e dal nostrano AB Devinci Italy, è nata la nuova Wilson Carbon.
La Wilson Carbon definitiva che vi stiamo presentando è stata preceduta da diversi prototipi, testati a lungo durante il 2015, compresa una sessione di test a Sanremo (IM). Alcuni di questi prototipi utilizzavano geometrie ulteriormente basse e aperte, che però gli atleti del team hanno trovato persino eccessive, quindi infine si è scelto di conservare le geometrie già collaudate positivamente sulla precedente versione in alluminio. Devinci è così certa delle geometrie adottate sulla Wilson Carbon che per questo modello ha eliminato il sistema FRG (Full Response Geometry) per modificare le geometrie, che abitualmente adotta su tutti i suoi modelli. Si tratta quindi della prima full Devinci priva di FRG.
La costruzione in carbonio della Wilson prende il nome di DMC-G, ovvero Devinci Monocoque Carbon Gravity. Numerosi strati di fibre unidirezionali di carbonio Torayca T700, incrociati in modo differente e con moduli differenti per ottenere elevati livelli di robustezza piuttosto che di rigidità a seconda delle necessità dei differenti punti del telaio. Le fibre vengono unite tramite resine epossidiche addizionate di nanoparticelle per migliorare la resistenza diminuendo al contempo il peso. Il tutto viene consolidato con sistema EPS molding, per ottenere superfici perfettamente lisce anche all’interno del telaio ed evitare che si creino irregolarità che potrebbero essere fonte di debolezza strutturale. Grazie a questa cura nella lavorazione, Devinci è in grado di fornire una garanzia a vita sui propri telai.
Come tutte le full suspended Devinci, la Wilson Carbon utilizza un cinematismo basato sul sistema Split Pivot brevettato da Dave Weagle. Ne abbiamo parlato spesso ultimamente ma ne ripetiamo i dettagli principali per coloro che si fossero persi i precedenti articoli sulle altre bici Devinci. La principale caratteristica dello Split Pivot è quella di avere un giunto coassiale tra il braccio principale del carro, il tirante della sospensione che aziona la biella che comprime l’ammortizzatore e l’asse della ruota posteriore. Grazie a questo accorgimento il cinematismo offre un valore di antirise contenuto, che si traduce in un comportamento della sospensione neutrale rispetto alle forze indotte dalla frenata. Questa neutralità consente una maggiore libertà di posizionamento dell’infulcro principale del carro, per determinare anche un valore ottimale di antisquat, ovvero l’interazione tra il sistema di sospensione e le forze indotte dalla pedalata. Il sistema Split Pivot di base è un single pivot indiretto, che nel caso della Wilson, a differenza delle altre versioni adottate sul resto della gamma Devinci, lavora in modo pull, quindi tirando il link che aziona l’ammortizzatore.
La sospensione fornisce 204mm di escursione, gestiti da un ammortizzatore RockShox Vivid R2C da 241mm di interasse, che consente di regolare il ritorno indipendentemente sulla prima parte di escursione e sulla parte finale, grazie a due registri separati. La compressione, controllata esternamente tramite il registro blu, è quella alle basse velocità. L’ammortizzatore, come ormai da tradizione per i telai full di Devinci, è posizionato asimmetricamente di alcuni millimetri verso il lato sinistro, per lasciare più spazio al telaio per alloggiare la trasmissione, ma anche per bilanciare in parte il peso della guarnitura.
Anche la forcella è marchiata RockShox e nel dettaglio si tratta di una BoXXer World Cup, con cartuccia ad aria Solo Air e cartuccia idraulica Charger. La cartuccia Charger dispone di registro di compressione alle basse velocità e regolazione del ritorno nella prima parte di escursione, supportato dal sistema Rapid Recovery che gestisce autonomamente l’estensione della parte terminale dell’escursione, offrendo la massima velocità utile in relazione all’entità dell’urto, per riestendere la forcella fino alla parte controllata manualmente tramite il registro esterno.
La trasmissione è di casa SRAM con un gruppo completo X01DH a 7 velocità. La guarnitura X01, con pedivelle in carbonio, utilizza una corona da 34 denti, protetta dal taco montato sul guidacatena E*Thirteen LG1+, quindi con piatto in alluminio.
La cassetta è a 7 rapporti, scalati dai 10 denti del primo pignone fino ai 24 dell’ultimo, dopo il quale si trova una ghiera di protezione che evita che la catena oltrepassi il pacco pignoni, cadendo sulla ruota libera, Un’ulteriore sicurezza che si somma al fine corsa del cambio X01DH e al relativo comando a 7 posizioni.
La Wilson Carbon SL monta ruote Easton Havoc con mozzo anteriore da 20x110mm e mozzo posteriore da 12x150mm. Le coperture sono Schwalbe Magic Mary in versione VertStar SuperGravity sia all’anteriore che al posteriore. Ruote e copertoni sono Tubeless Ready, infatti Devinci ci ha fornito la Wilson già montata Tubeless. È probabile tuttavia che di serie venga montata con camere d’aria e ciò spiegherebbe il motivo del peso da noi rilevato, di oltre 6 etti inferiore al peso dichiarato.
A differenza del resto del montaggio, che riprende quasi interamente le specifiche dell’allestimento top di gamma della versione SL 2015 in alluminio, il manubrio e lo stem rappresentano una scelta nuova, che conferma la predilezione di Devinci verso lo standard da 35mm di diametro sulla sua intera gamma 2016. Si tratta di un manubrio Chromag BZA largo 800mm e con 15mm di rise, fissato alla piastra superiore della forcella tramite un attacco diretto Chromag BZA da 50mm di lunghezza, che offre una distanza tra le piastre che sorreggono il manubrio di ben 85mm, per una rigidezza complessiva davvero elevata.
I freni sono gli ottimi SRAM Guide Ultimate, versione che si differenzia dal resto della gamma Guide, oltre che per le leve in carbonio, per le pinze interamente riprogettate, che offrono performance e affidabilità in modo duraturo anche sulle lunghe discese. I rotori sono Centerline da 200mm su entrambi gli impianti frenanti, e non potrebbe essere altrimenti dato che sia la forcella che il telaio dispongono di un supporto PM da 200mm, sul quale si avvita direttamente la pinza freno senza necessità di adattatori. Notare il dettaglio del supporto della pinza freno solidale al link della sospensione e non al carro, caratteristica del sistema Split Pivot.
Diversi i dettagli volti alla protezione del telaio. Il carro dal lato drive è abbondantemente riparato grazie a due protezioni in robusta gomma che coprono su tutta la sua lunghezza la zona più esposta agli urti causati dai sobbalzi della catena. Sulla zona di sterzo del telaio troviamo su entrambi i lati un tampone di fine corsa per la forcella, sempre in gomma robusta, che funge anche da ferma cavi, che passano all’esterno del telaio. La parte terminale del tubo obliquo del telaio e la scatola del movimento centrale sono protette nel loro lato inferiore da un paracolpi rigido in carbonio, fissato al telaio tramite tre viti.
Come successo per la Django, anche la Wilson ci è stata lasciata dopo il ritorno dal camp di presentazione nelle Azzorre, affinchè potessimo prolungare il test su alcuni percorsi sui quali avessimo maggiori riferimenti. Abbiamo quindi approfittato del servizio shuttle degli amici di Ride on Noli e dell’ospitalità dell’Hotel Deutsche Familien per testare la Wilson a ripetizione sui tracciati più ripidi e rocciosi di Finale Ligure.
Partiamo considerando la posizione di guida della Wilson Carbon 27.5, che è decisamente centrale e bilanciata, ma anche molto compatta, tanto che la taglia M in prova ci ha dato l’impressione in certi frangenti di essere un pochino piccola per i 175cm di altezza del tester. Sarebbe stato interessante poter provare anche una taglia L per approfondire questo aspetto. In ogni caso la stabilità non manca e si riesce a conservare una posizione di guida sempre dominante. Il centro di gravità molto basso, così come lo standover ridotto, rendono la Wilson attaccata al terreno, velocissima e intuitiva nei cambi di direzione. Sulle curve piatte è un vantaggio enorme perchè permette con poco sforzo di avere grandissimo grip a terra, senza dover imprimere troppa forza sulle sospensioni e conservando quindi un’ottima precisione nel controllo del mezzo, pur conservando una reattività incredibile nel cambiare assetto per impostare la curva successiva.
Dove invece le curve offrono un appoggio, si può entrare a velocità piena facendo affidamento sulle sospensioni che assorbono il cambio di assetto in modo bilanciato, garantendo grip e stabilità, e restituendo un’uscita di curve sempre dinamica e veloce. Se poi le condizioni del tracciato richiedono dei rilanci in uscita di curva, si può continuare a contare sull’efficienza della sospensione anche mentre si imprime forza sui pedali.
Le sospensioni sono uno dei maggiori punti di forza della Wilson. Appurato l’ottimo funzionamento della BoXXer World Cup, la sospensione posteriore è eccellente sia in termini di assorbimento che in quanto a rigidezza torsionale. Sullo scassato veloce il grip è sempre totale grazie a una sensibilità davvero incredibile nella parte iniziale dell’escursione, che diventa notevolmente progressiva, consentendo di lavorare nella parte centrale dell’escursione e di godere di una buona stabilità e del massimo controllo. Anche la capacità di galleggiamento è ottima e non si avverte il minimo effetto “hang up”, ovvero il fastidioso rallentamento della bici quando la ruota posteriore urta ostacoli a spigolo vivo.
Quando lo scassato si fa più serio, il cinematismo è pronto ad assorbire gli impatti più grossi sempre con un buon margine dal fine corsa, grazie all’elevata progressività nell’ultima parte di escursione. La doppia regolazione del ritorno del Vivid e il supporto idraulico del Rapid Recovery fanno si che l’estensione della sospensione sia sempre controllata al meglio per fornire stabilità anche nei tratti più impegnativi, con la ruota posteriore sempre a contatto con il terreno e con le geometrie bilanciate che riescono a mantenersi piuttosto neutrali, anche grazie al sistema Split Pivot che consente di frenare senza gravare eccessivamente sul funzionamento della sospensione e di conseguenza senza sbilanciare le geometrie.
Alla stabilità e alla capacità di divorare tutto quello che passa sotto le ruote della Wilson, si uniscono la maneggevolezza e la reattività, per permettere di guidare in modo attivo e dinamico, scegliendo le traiettorie migliori e impostandole con rapidità, sia alleggerendo il carico delle sospensioni e quindi il grip sul terreno oppure, quando necessario, saltando buche e ostacoli per conservare velocità e mantenere la traiettoria più efficace.
Il bilanciamento della Wilson permette una notevole confidenza anche nelle fasi aeree, che a Finale Ligure sono occasioni rare data la scarsa disponibilità di salti, ma che abbiamo potuto comprendere bene in uno dei tracciati di São Miguel, che contava numerosi gap, doppi e step down. In aria la Wilson è un giocattolino che si riesce a maneggiare facilmente, sia per puro divertimento che per posizionare la bici alla ricerca della traiettoria più adatta a quello che ci attende successivamente all’atterraggio.
La Wilson Carbon 27.5 è una bici da DH con un mix equilibrato di ottime caratteristiche per garantire performance e risultati in ambito race, ma che permette di divertirsi anche in park, risultando sempre facile, intuitiva e mai impegnativa. Devinci ha migliorato la preesistente Wilson in alluminio rendendola ulteriormente rigida e decisamente più leggera grazie al telaio in carbonio di ottima fattura. Una bici moderna e performante ma soprattutto polivalente, dato che infonde confidenza e sicurezza sia sui tratti velocissimi e scassati che su quelli tortuosi e guidati.
Il telaio e ciascuno dei 3 allestimenti sono disponibili in entrambe le colorazioni raffigurate di seguito.
Wilson Carbon SL: €8.569 – 16,32kg – peso rilevato in taglia M 15,7kg
Wilson Carbon RC: €6.569 – 17,68kg
Wilson Carbon XP: €5.169 – 18,03kg
Wilson Carbon Frameset: €3.669 – 5,12kg
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