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Il 22 ottobre 2012 abbiamo ricevuto da SRAM un gruppo XX1 da testare in anteprima. Ecco le nostre impressioni dopo i primi 1000 chilometri e oltre 30.000 metri di dislivello.
Ricevere una bici montata al top e poterla tenere all’infinito per un test di durata è uno dei lati positivi di far parte della redazione di MTB-Forum. Sopratutto se, su quella bici, si trova uno dei prodotti più attesi del 2013, vale a dire il gruppo monocorona SRAM XX1. Certo, l’autunno inoltrato e l’arrivo dell’inverno non danno una grande motivazione per macinare chilometri e metri di dislivello, ma d’altro canto offrono le condizioni più dure per provare una trasmissione. Visto che si parla di mountain bike, non troverete giri in pianura o sugli argini fatti per aumentare la conta dei chilometri, ma solo decenti giri in montagna. Per farvi vedere che non raccontiamo balle abbiamo documentato tutto. Qui trovate tutti gli itinerari che ci siamo sparati. Ad oggi sono state 46 uscite, 1.000 Km e 34.319 metri di dislivello in salita (e in discesa), tutti pedalati. In pratica quasi un giro ogni 2 giorni.
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La bici è una Liteville 301 mk10, di cui seguirà un test dettagliato. Ha 160mm di escursione anteriore e posteriore, per un peso con pedali di 13 kg. Un mezzo da enduro/all mountain ben pedalabile e che in discesa permette di andare a manetta. Per noi era essenziale avere una MTB con una certa escursione perché volevamo mettere alla prova la tenuta della catena dell’XX1 sui pezzi scassati.
Il nostro SRAM XX1, di cui potete leggere ogni dettaglio in questo articolo dedicato, ha una corona anteriore da 32 denti, il pacco pignoni 10-42 e un cambio gripshift. Originariamente era stato montato il classico manettino del trigger, ma due fattori ci hanno fatto propendere per il gripshift:
1) curiosità, visto che giriamo normalmente con il trigger.
2) L’estrema pulizia del manubrio che ne risulta.
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Leggendo i vostri dubbi quando abbiamo presentato l’XX1 abbiamo impostato il test come segue:
1) abbiamo percorso gli itinerari che normalmente pedalavamo con il 2×10 22-34 con pacco pignoni 11-36.
2) Non abbiamo messo alcun tendicatena o bashring alla guarnitura.
3) La manutenzione si è limitata a lavaggio con acqua, asciugatura con panno, oliatura della catena. Non ci sono mai state pulizie serie del gruppo. Come potete vedere dalle foto, anzi, non l’abbiamo trattato particolarmente bene.
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Il risultato, ai 1000 km: zero difetti, zero problemi. La catena non è mai caduta e non si è mai rotta. La cambiata è sempre rimasta precisa. Pur avendo sbattuto il deragliatore posteriore contro qualche roccia, questi non si è rotto. A parte qualche graffio, funziona ancora come nuovo.
Il timore diffuso degli incroci è, come ci avevano detto gli ingegneri di SRAM, esagerato e infondato. La catena viene usurata e messa sotto sforzo molto di più dal deragliatore anteriore, durante le cambiate da una corona all’altra. Siamo passati da lunghe e faticose salite fatte con la corona posteriore da 42 denti a filanti discese durante le quali abbiamo spinto il 10.
Il sistema di tensionamento della catena, composto dalla corona anteriore + pulegge con i denti più lunghi e dal deragliatore con sistema Type 2 (dettagli qui) funziona molto bene. Come detto, la catena non è mai caduta. Durante le discese più scassate e veloci questa si muove, sbatte sui foderi, ma in misura molto minore rispetto ad un cambio tradizionale. Su un classico sentiero flow il silenzio della bici non si può non notare.
Non abbiamo montato un bashring di protezione alla corona da 32, in quanto lo spazio dal terreno (27 cm) ci è parso sufficiente. Pur affrontando gradoni e simili, non abbiamo mai toccato per terra. Comunque, nel caso uno avesse paura di rompere la catena picchiando su una roccia, si può montare un bashring a mezzaluna.
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Per quanto riguarda il gripshift, il suo funzionamento è preciso e molto veloce. Un movimento della mano e si sono scalate tutte le marce in un colpo solo. Il rovescio della medaglia è che non si può cambiare in frenata, visto che la mano preme sulla manopola per azionare la leva del freno. Con il trigger questa operazione, magari in vista di una rampa in salita durante una discesa, è invece fattibile.
La manopola del gripshift è troppo lunga, se non si hanno delle mani da boscaiolo. La leva del freno risulta essere troppo lontana, costringendo ad usare l’indice in una posizione diagonale che alla lunga risulta dolorosa. Abbiamo tagliato due centimetri di manopola (vedere foto qui sotto per il prima e dopo), risolvendo il problema. Pur avendo parte della mano su di esso, il meccanismo del gripshift non è mai partito per una cambiata involontaria, neanche in discesa, quando uno stringe di più il manubrio. Abbiamo chiesto lumi a SRAM e ci è stato risposto che da ottobre 2013 saranno disponibili manopole di diverse lunghezze.
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Veniamo all’argomento che forse interessa di più: il 32×10-42 basta per pedalare i giri che si fanno di solito?
La nostra risposta è univoca: su una 26 pollici, la corona da 32 abbinata al pacco pignoni 10-42 ci ha permesso di pedalare tutto quello che eravamo soliti pedalare con una doppia 22-34 con pacco pignoni 11-36. Certo, non si frullano le gambe come prima, sul rampichino, ma questo non ci ha impedito di salire le rampe che già prima ci costavano tanta energia. Fondamentale è un certo allenamento, è inutile nasconderlo. 46 uscite in 100 giorni non sono fattibili da tutti, a livello di tempo, e hanno come conseguenza una discreta forma fisica che, a sua volta, aiuta a spingere i pedali nelle salite più dure.
D’altro canto, il 32×10 permette di arrivare comodamente ai 40 km/h. Non è una velocità da gara, certo, ma più sufficiente per i tratti veloci di trasferimento su sterrato o asfalto.
Per una 29 pollici il 32 è molto duro. L’abbiamo provato per una giornata su un’altra bici e abbiamo fatto fatica sulle rampe più ripide. Qui consigliamo la corona da 30. Ricordiamo che SRAM mette a disposizione corone da 28-30-32-34-36-38 denti, facilmente intercambiabili come mostrato qui.
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Conclusioni
SRAM é riuscita a semplificare la trasmissione con un’idea di per sè semplice – quella di aumentare i denti del pacco pignoni – ma difficile nella sua realizzazione tecnica. La cambiata, sopratutto se abbinata al gripshift, diventa molto istintiva e lascia al biker più spazio per concentrarsi sul riding. Il funzionamento dell’XX1 è ineccepibile e la sua tenuta, finora, perfetta. Il suo ambito d’uso può andare dal XC all’enduro, passando per l’all mountain escursionistico, grazie alla possibilità di scegliere la corona anteriore a seconda della propria condizione fisica.
Il test di durata continua, ci risentiamo ai 2000 km.
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