Durante il test della Beef Cake 2010, ci siamo spesso chiesti fino a che punto sarebbe stato possibile rendere la bici più pedalabile ottenendo così un mezzo dal grande potenziale discesistico senza dover dipendere da furgoni, funivie o quant’altro. A distanza di due anni, complice la comparsa sul mercato di una forcella da 180 mm a travel variabile finalmente affidabile, anche Rose propone la sua “endurona”. La Beef Cake SL, per l’appunto.
[img]http://mtb-forum.it/community/fotoalbum/albums/20/thumbs_576/14743.jpg[/img]
Il test di lunga durata a cui verrà sottoposta la SL 8 (esiste anche la versione SL 6) sarà quindi un’ottima occasione non soltanto per determinare la qualità del mezzo in sè, ma anche per capire fino a che punto sia ragionevole spingersi in termini di escursione e geometrie con delle bici che – stando alle dichiarazioni dei costruttori – dovrebbero ancora garantire una buona pedalabilità (tema vivacemente dibattuto tempo fa in questo topic).
Tornando alla nostra “muscolosa” (il termine inglese Beef Cake indica un individuo palestrato), notiamo che rispetto alla versione FR cambiano sia il montaggio che il telaio. In termini di peso questo si traduce in un peso dichiarato di 14.0 kg tondi per la versione anodizzata in taglia M. Niente male, se si pensa che si hanno a disposizione ben 180 mm di travel sia davanti che dietro!
Per quanto riguarda Rose e la sua filosofia di vendita vi risparmiamo di ripetere quanto già detto nei precedenti test, tanto più che ora è presente sul forum una sezione dedicata dove potrete trovare tutte le informazioni del caso. Vale invece la pena ribadire in cosa consiste il “custom made program”, dato che si tratta di un “plus” del quale abbiamo usufruito anche noi al pari di quel che potrebbe fare un comune acquirente. In poche parole viene offerta la possibilità di personalizzare la propria bici non solo mediante il configurator, ma anche montando qualsiasi componente che trovate sul sito internet, sul catalogo cartaceo (un migliaio di pagine!) o che vedete montato su qualsiasi altra bici di casa Rose. Per far ciò non dovete far altro che contattare Rose Italia al seguente indirizzo e-mail: serial-biker@libero.it
Al momento di “ordinare” la Beef Cake del test abbiamo perciò richiesto un paio di modifiche rispetto al montaggio standard, tuttavia evitando di snaturare il montaggio originale: il reggi telescopico Rock Shox Reverb ed una piega Spank Spike da 777 mm (poi accorciata di un paio di cm). Per quanto concerne la piega la richiesta è nata da un errore presente sul sito Rose, dove è indicata per quella “di serie” una larghezza di 710 mm invece dei 740 mm reali.
Il cortometraggio “The Line” ci ha dato l’occasione di provare la Beef Cake SL in anteprima ed in varie configurazioni (è la bici utilizzata da Mr.Switch in tutti gli episodi ad eccezione del secondo):
[VIDEO=711]La Linea – il film[/VIDEO]
Analisi statica e prime sensazioni
Cominciamo con l’unico componente che a livello di montaggio ci lascia perplessi, vale a dire la tripla. Va bene che la bici è relativamente leggera, ma rinunciare al bash su un mezzo del genere in favore del 44T è una scelta incomprensibile. Personalmente trovo un po’ eccessivo anche il disco posteriore da 203 mm, specie considerando la potenza dell’impianto frenante Formula The One. Qualcuno magari apprezzerà, io invece mi sarei “accontentato” di un disco da 180 mm, meno esposto e più leggero (si toglierebbe anche l’adattatore) pur con un’abbondante riserva di potenza e resistenza a fatica.
Rose conferma con la Beef Cake SL la stessa filosofia riscontrata su altri modelli testati in passato, vale a dire poche concessioni all’estetica fine a sè stessa ma tanta sostanza e cura per i dettagli funzionali. Troviamo quindi il routing dei cavi interno al telaio, il perno passante Maxle con battuta da 135 mm al posteriore, il tubo sterzo conico, il supporto ISCG per tendicatena o Hammerschmidt e la predisposizione per il fissaggio della guaina del comando remoto del telescopico. Una nota di merito per aver montato delle coperture consone al tipo di bici, senza farsi tentare da “furbate” che avrebbero permesso di ottenere un peso totale inferiore ma che inevitabilmente si sarebbero rivelate inadeguate (giochetto spesso utilizzato sulle AM/enduro). Non del tutto convincente per la tipologia di bici è invece la scelta di adottare camere d’aria con valvola di tipo schrader e quindi cerchi con foro per la valvola di conseguenza.
Il primo impatto montando in sella evidenzia la vocazione discesistica della Beef Cake: l’angolo sterzo è molto disteso e – complice lo stem da 50 mm – la posizione è raccolta e l’avantreno bello alto. Anche troppo, con la piega in dotazione ed i 10 mm di spacers sotto lo stem della bici in configurazione originale (in seguito torneremo sull’argomento). Nonostante i miei 75 Kg (abbondanti) in ordine di marcia non siano niente di eccezionale, l’ammortizzatore DHX 5.0 ad aria richiede pressioni di gonfiaggio piuttosto elevate sia nella camera principale che nel piggyback (rispettivamente 240 psi per un SAG del 25% ed almeno 170 psi perchè l’azione del Propedal sia efficace).
Se la posizione in sella fornisce un chiaro indizio, la facilità con cui la sospensione posteriore affonda oltre il punto di sag già con limitati trasferimenti di carico toglie anche gli ultimi dubbi: la Beef Cake è stata pensata per assorbire al meglio le asperità del terreno, e da questo punto di vista la parentela con la “sorellona” testata due anni fa è molto stretta.
1)
In foto:
1) lo schema adottato dalla Beef Cake SL (e da tutte le Rose) è il collaudato giunto Horst. La biella infulcrata sul top tube permette di ottenere un elevato angolo fra i foderi superiori ed inferiori del carro, a tutto vantaggio della rigidità.
2/3) Il routing dei cavi è interno al telaio ed è realizzato in modo da non creare curvature critiche. La guaina del cambio tendeva però a rientrare nel telaio andando a sfregare sulla scatola del movimento centrale, problema facilmente risolto posizionando una fascetta sulla guaina stessa (foto 3).
4) Vista l’abbondante riserva di potenza del Formula The One, al posteriore poteva bastare un disco da 180 mm risparmiando un po’ di peso (spariva anche l’adattatore). Sono comunque esigenze soggettive, e qualcuno potrebbe avere buoni motivi per apprezzare il disco da 203 mm.
5) La voluminosa Schwalbe Big Betty offre un buon compromesso fra peso, solidità e scorrevolezza su una bici come la Beef Cake SL. All’anteriore la tenuta sui terreni poco compatti non è però all’altezza delle prestazioni del mezzo, quindi l’ho presto sostituita con una Onza Ibex DH.
6) Poco sensata la tripla su una bici di questo tipo, ed infatti il bash ha preso il posto del 44T sin dalla prima uscita.
7) Esattamente come potrebbe fare un acquirente qualsiasi, abbiamo usufruito del “custom made program” e dell’ampio catalogo Rose per richiedere un paio di personalizzazioni: la piega originale è stata sostituita con una Spank Spike 777 (poi accorciata a circa 760 mm) ed il reggi fisso dal Rock Shox Reverb con comando remoto di tipo idraulico.
Salita scorrevole
Per quanto l’espressione “basta pedalare rotondo” sia probabilmente nella top-five delle più utilizzate (ed abusate) quando si parla di full, nel caso della Beef cake SL calza a pennello. Il propedal fatica infatti a tenere ferma la sospensione appena la pedalata abbandona questa famosa “rotondità”, ed a maggior ragione se si esce in fuorisella. Ciò detto, una volta capita l’antifona e trovata la giusta cadenza, la pedalabilità della Beef Cake è del tutto equiparabile a quella di una classica enduro da 160 + 160 mm di escursione e peso simile. D’altro canto il peso è contenuto e l’angolo sella adeguato per poter spingere con efficacia sui pedali. Quando la pendenza diventa elevata la BC tende a sedersi, ma basta abbassare la forcella per ripristinare la corretta geometria ed evitare che l’avantreno si alleggerisca eccessivamente.
Salita tecnica
Detto chiaramente: se si parla di salita tecnica degna di tal nome, quindi debitamente sconnessa e magari pure tortuosa, con la Beef Cake SL c’è da soffrire. Sugli ostacoli di una certa dimensione il carro insacca infatti con facilità e, complice la forcella abbassata (sconsigliabile fare diversamente) ed il movimento centrale basso, impattare il terreno con i pedali è davvero molto facile. Morale della favola: le linee vanno scelte con accuratezza, ma soprattutto serve un continuo e deciso lavoro di reni per scaricare il peso dal retrotreno e contenere l’abbassamento del movimento centrale quando i pedali si trovano al punto morto inferiore. Detta così potrebbe anche suonare facile, ma di fatto la progressione diventa faticosa ed al minimo errore o distrazione è facile trovarsi fermi (o per terra, se colpendo il terreno inaspettatamente ci si sbilancia). La situazione non è molto più rosea nel momento in cui bisogna affrontare tornantini stretti e ripidi, dato che a ciò si aggiunge un angolo sterzo molto disteso.
Se le difficoltà sono invece date dalla pendenza ed il fondo non va oltre il “moderatamente sconnesso”, con la Beef Cake SL si sale senza particolari difficoltà e all’occorrenza il 22-36 aiuta a cavarsi d’impiccio quando fiato e gambe cominciano a venire meno.
Discesa veloce e sconnessa
Qui comincia il divertimento con la “D” maiuscola. La Beef Cake è una sorta di missile, stabile e veloce come nessuna enduro da me provata mi ha mai dato l’impressione di essere (a parte forse la Liteville 601 del enduro-test di un paio di mesi fa, che però pagava in termini di maneggevolezza). Evidentemente l’angolo sterzo molto disteso ed il movimento centrale basso fanno il loro lavoro, mentre la sospensione posteriore mostra il suo “bright side” ingurgitando con estrema facilità tutto quel che passa sotto la ruota. E’ come se gli ostacoli, una volta superati dalla ruota anteriore, magicamente diminuiscano di dimensione. Come già accaduto con la versione FR due anni fa, anche in questo caso si ha l’impressione che il limite della pur valida forcella arrivi prima di quello del carro.
Discesa scorrevole/guidata
Nel guidato la Beef Cake è più agile e divertente di quel che i dati geometrici farebbero supporre; a patto però di avere una guida piuttosto aggressiva e ben caricata sull’anteriore, se non ci si vuole “far portare”. I rilanci invece non sono il suo pane, sia a causa del carro che tende ad assorbire parte dell’energia spesa, sia perchè bisogna porre la solita attenzione a non impattare eventuali ostacoli con i pedali. In questo contesto non è affatto un’eresia attenuare entrambi gli inconvenienti chiudendo il propedal, dato che le doti assorbenti del carro (leggasi regressività) fanno sì che la sospensione rimanga ancora ben attiva. Come accennato precedentemente, la piega montata di serie in abbinamento ai 10 mm di spessori sotto lo stem porta ad avere un cockpit anche troppo alto quando la pendenza non è accentuata. In termini pratici ciò comporta la necessità di schiacciare con molta decisione l’avantreno in curva. Personalmente ho trovato più equilibrata la posizione ottenuta spostando gli spacers sopra lo stem (con la piega Spank, più larga e con un rise leggermente inferiore della Syncros montata di serie, ho invece lasciato 5 mm). E quando si staccano le ruote da terra? La sospensione della Beef Cake, regressiva e conseguentemente molto “plush” nella prima parte di travel, diventa poi marcatamente progressiva. Questo si traduce in un’ottima resistenza al bottom-out. Forse persino eccessiva, visto che anche con gli atterraggi peggiori ed il registro del piggyback tutto svitato, l’o-ring posto sullo stelo dell’ammo si è sempre fermato a parecchi mm di dal finecorsa (magari confermeremo o smentiremo questa sensazione dopo qualche passaggio in bike park).
Discesa tecnica
Escursione e comportamento della sospensione posteriore fanno sì che la Beef Cake SL non sia il mezzo ideale per i saltelli sul posto in stile trial. Tolto questo, il comportamento sulle discese più “vert” è ineccepibile e l’interasse relativamente lungo in rapporto alla taglia (comune a questo genere di mezzi) è molto meno limitante di quel che si potrebbe supporre. Se poi i passaggi diventano troppo tortuosi, la sicurezza conferita dal mezzo sul ripido e gradonato permette spesso di “tagliare dritto” lungo linee che con delle enduro meno spinte sarebbe salutare evitare. Vista la geometria della BC ed il limite di ribaltamento molto elevato, la linearità che caratterizza la forcella Fox Talas risulta meno fastidiosa che su altre bici, ma in ogni caso vale la pena lavorare un po’ con il registro in compressione alle basse quando la pendenza si fa veramente ostica. Il tendicatena, leggero e minimale, non è destinato a lunga vita su questo genere di terreni. Per onestà di cronaca va però detto che tanto facilmente si storta quanto facilmente lo si raddrizza (sembrerebbe che quello montato sulla BC testata due anni fa sia ancora al suo posto dopo essere stato raddrizzato innumerevoli volte). In definitiva la BC SL è una delle bici più performanti mai provate in questo ambito, in grado di coniugare la sicurezza data da una bici da discesa a peso e maneggevolezza di una enduro.
Che si tratti di farla correre sui polverosi sentieri ticinesi:
[img]http://fotoalbum.mtb-forum.it/albums/20/thumbs_576/14562.jpg[/img]
…o di affrontare gli stretti e sconnessi tornanti che scendono dal Tracciolino della Valchiavenna:
[img]http://fotoalbum.mtb-forum.it/albums/20/thumbs_576/14197.jpg[/img]
…con la Beef Cake SL discesa fa sempre rima con divertimento.
Conclusioni
Nelle prime righe ci si chiedeva se, per delle bici che dovrebbero ancora garantire una buona pedalabilità, sia ragionevole spingersi ai livelli della Beef Cake SL in termini di geometrie ed escursioni (per quanto riguarda le geometrie non perdetevi il capitolo successivo). Premesso che si è probabilmente trattato dell’enduro più “DH oriented” che abbia mai provato, la risposta è sì se le prestazioni discesistiche sono una priorità e se di norma si affrontano terreni impegnativi (si parla sempre di discesa). Per un utilizzo a 360°, o comunque più tranquillo in termini di difficoltà discesistiche, la Beef Cake SL potrebbe invece essere un mezzo persino troppo esasperato.
Problemi riscontrati nel corso del test
_Allentamento mozzo anteriore
_Allentamento bulloni fissaggio disco anteriore
_Allentamento guarnitura
Pesi e dati geometrici rilevati:
Peso senza pedali tg. M verniciata (montata come da sito Rose): Kg 14.15
Interasse: 1175 mm
Angolo sterzo: 64.5°
Altezza mov. centrale: 340 mm
Affondamento sella (di quanti mm il reggi può entrare nel tubo sella): 280 mm (308 mm con un reggi tagliato svasato)
Lunghezza stem: 50 mm
Corsa/interasse ammo: 63.5 mm/ 222 mm
Peso ruota anteriore completa* (con copertura Onza Ibex DH 2.4″): 2012 g
Peso ruota posteriore completa*: 2545 g
* = con “ruota completa” intendiamo la ruota in ordine di marcia, quindi incluse coperture, dischi e pacco pignoni. Sono esclusi i perni di fissaggio.
Altri dati:
Guarnitura 22-33-44 T (sulla bici in test il 44T è stato tolto e sostituito con bash)
Pacco pignoni 10V / 12-36T
Il mistero delle geometrie
Chi si è preso la briga di consultare la scheda tecnica della Beef Cake SL sul sito Rose, avrà forse notato che le quote geometriche da noi rilevate differiscono da quelle dichiarate. Se i 15 mm di interasse potrebbero non cambiare il mondo, il movimento centrale 25 mm più basso e l’angolo sterzo più aperto di 1.5° sono tutt’altro che trascurabili e spiegano in parte – nel bene e nel male – il comportamento riscontrato sul campo.
Tramite Sergio di Rose Italia abbiamo chiesto spiegazione direttamente alla casa madre. Ci sembrava infatti importante capire se si tratta di semplici sviste nella scheda tecnica, e quindi in un certo senso tutto torna, oppure se vi sia stato qualche problema a livello di produzione.
La risposta di Rose è stata che, essendosi resi conto che qualcosa non quadrava, hanno a loro volta fatto delle verifiche su alcuni telai con degli strumenti di precisione. I risultati rilevati per quanto riguarda angolo sterzo, angolo sella, interasse ed altezza mov centrale sono rispettivamente di 65.6°, 73°, 1165 mm e 346 mm. Mentre per quanto concerne l’altezza del movimento centrale Rose riconosce che il valore è ampiamente fuori tolleranza, le altre quote rispetterebbero le tolleranze di produzione previste. In particolare, sempre stando a quanto comunicatoci da Rose, l’angolo sterzo circa mezzo grado più aperto del previsto sarebbe da imputare all’altezza della forcella, 10 mm superiore a quanto dichiarato da Fox.
La Rose Beef Cake SL analizzata con Linkage (cliccare sulle immagini per ingrandire)
Il grafico delle forze è ben definito in due parti: regressiva fino ad un valore di circa il 20% dell’escursione (quindi orientativamente fino al valore di sag), progressiva da questo punto fino all’escursione massima. Ancora una volta l’analisi teorica rispecchia abbastanza fedelmente le sensazioni percepite sul campo: uno schiacciasassi molto sensibile sulle piccole asperità ma al contempo un’elevata resistenza al finecorsa.
Sia su salite impegnative (rapporto assunto 22/32) che in pianura/discesa (rapporto assunto 32/15) il valore di pedal kick back è sotto la media rispetto ad altri buoni progetti per biciclette da AM. Non c’è di che lamentarsi, se si pensa che escursione e comportamento hanno poco da invidiare ad un mezzo da freeride….
Volete sfondarvi di cenoni, pranzoni, aperitivi e gozzoviglie varie? Allora ecco un ottimo modo per…
Settimana di brutte notizie dal mondo ciclo: dopo GT e Rocky Mountain, questa volta tocca…
A causa di una brutta caduta alla Parigi-Roubaix 2023, Filippo Colombo dello Scott-Sram XC team…
Qual è la mountain bike dell'anno 2024? Dopo tante elucubrazioni, ecco la nostra preferita. Attenzione:…
Purtroppo anche per Rocky Mountain Bicycles le cose non vanno bene, l'azienda canadese oggi ha…
Fermento in casa GT, dove ieri è stata annunciata una "pausa" nel rilascio di nuovi…