[Test di durata] Cannondale Claymore 3

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La Cannondale Claymore è una delle bici più attese della stagione 2011. La sua peculiarità sta nell’essere una bici da enduro, quindi pedalabile, con 180mm di escursione anteriore e posteriore, quest’ultima accorciabile a 110mm grazie ad un comando remoto posto sul manubrio. Nel giro di mezzo secondo la bici cambia il suo assetto discesistico e offre un travel posteriore da bici da cross country. Il modello entry level, la Claymore 3 da noi testata, non è purtroppo dotato di una forcella abbassabile, cosa presente nei modelli 1 e 2 e che regala la bici di un assetto da salita molto deciso. Allo stesso modo non presenta un reggisella telescopico, grande svantaggio soprattutto in rapporto al tubo sella non diritto, dove quindi per far affondare la sella in posizione da discesa bisogna segare il reggisella, che poi risulta corto in fase di salita. Al di là di questo i 3 modelli si differenziano per la componentistica e quindi per il minor peso della 1, il top di gamma della linea Claymore.



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Funzionamento ammortizzatore posteriore
Per le informazione tecniche sull’ammo della Claymore vi rimando alla spiegazione di Muldox nel test della Jekyll 2011, il cui funzionamento è identico a quello della Claymore, solo che su quella bici l’escursione varia da 150 a 90mm. L’oggetto del questo test di durata è proprio il Dyad RT2 sviluppato da Cannondale insieme a Fox, per vederne la durabilità nel tempo, visto che il progetto di Peter Denk (qui la sua intervista) con la Scott Genius LT, molto simile a questo, risulta avere dei problemi di affidabilità proprio all’ammortizzatore, sviluppato però in quel caso da Scott con DT Swiss..

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La regolazione dell’ammo avviene seguendo la tabella posta sul tubo sella. Ci vuole una fase di prova prima di trovare il set up migliore, noi abbiamo sempre usato le pressioni per la fascia di peso sopra la nostra.

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In salita
14.8 kg senza pedali non sono pochi, ma considerando la generosa escursione di 180mm e sopratutto l’ammortizzatore Dyad RT2 con travel accorciabile si fanno sopportare bene. Come già detto purtroppo la Claymore 3 non dispone di una forcella abbassabile, così sulle rampe più ripide abbiamo dovuto usare tutto il nostro equilibrio e spostarci in punta di sella per non far salire l’anteriore. L’angolo sella di 72.6° porta il rider ad essere abbastanza arretrato, sopratutto se ha le gambe lunghe e quindi ha bisogno di un reggisella lungo. Malgrado ciò abbiamo pedalato dei grandi dislivelli con la Claymore 3, il maggiore dei quali è stato di 2450 metri in salita durante questo giro in Val Maira. Se dobbiamo essere sinceri alla fine del giro avremmo potuto pedalare ancora in salita, ma qui gioca più la condizione del biker che la bici stessa.

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Ma veniamo al grande plusvalore di questa bici: la riduzione del travel dell’ammortizzatore posteriore grazie al comando a manubrio, che permette di variarne l’escursione da 180mm a 110. Facendo così non solo cambia il sag e quindi si evita ogni affossamento in salita, ma il Dyad RT2 diventa molto più sportivo e duro, in una parola crosscountristico. Il bobbing è praticamente assente, la pedalata diventa, così, efficace e fa risparmiare molte energie. Su lunghe salite sterrate o asfaltate i vantaggi sono evidenti, su quelle tecniche però si nota proprio la differenza con altre bici di questa escursione ma senza travel variabile: il movimento centrale rimane più alto, il pedal kickback è ridotto al minimo e il posteriore è molto reattivo su gradoni, radici e similia.

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Sulle salite ripide il limite è dato dalla rapportatura della guarnitura 39-27, decisamente troppo dura per la tipologia di bici e per il suo peso. Ci vedremmo bene una 36-22 come la nuova Truvativ (e con tendicatena, ma di questo parliamo più sotto).

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In discesa
Premessa: senza il reggisella telescopico Reverb, messoci gentilmente a disposizione da Rock Shox, la bici sarebbe stata inutilizzabile, dato che la sella scende veramente di poco annichilendo così ogni prestazione discesistica della Claymore. Inoltre il tubo sella non era stato spolverato in fabbrica (la bici ci è arrivata nuova) e al primo tentativo di infilarci la sella in dotazione abbiamo rigato il reggisella (non il Reverb). Non capiamo questa scelta di Cannondale di stravolgere la bici per renderla più economica di un centinaio di Euro.

Pronti partenza via: ammo aperto a 180mm, Reverb abbassato, si parte. Se qualcuno ci avesse domandato a bruciapelo le nostre sensazioni dopo i primi 1000 metri di dislivello sulla discesa di casa, quella che conosciamo a memoria, avremmo detto: “Grande carro e ammortizzatore posteriore, movimento centrale troppo basso e freni che variano il punto di attacco della frenata”. Dopo 2 mesi, decine di migliaia di metri di dislivello in discesa (e anche in salita, considerate che stiamo scrivendo questo test dalla Val Maira, dove non ci sono shuttles o funivie) le sensazioni restano più o meno le stesse. Diciamo “più o meno” per i seguenti motivi:

1) il comportamento del carro posteriore è eccellente. Sensibile ai piccoli urti, progressivo quanto basta per non mandarlo a fondo corsa e affidabile per farci una settimana lontano da ogni centro di assistenza o officina. Nel lungo periodo vedremo, per questo la Claymore è oggetto di un test di durata.

2) Il movimento centrale nella sua posizione di default con 346mm è definitivamente troppo basso se si gira su sentieri alpini. Sul nostro sentiero classico abbiamo dei punti di riferimento dove, con altre bici, non avevamo mai toccato con la guarnitura, la Claymore è la prima che ci ha quasi disarcionati. È bastato però cambiare la posizione del Dyad RT2 per alzare il movimento centrale di un centimetro e chiudere l’angolo di sterzo di un grado, ovviando così al problema dei pedali che toccano per terra. Dalla foto qui sotto si può vedere come l’ammo sia ancorato all’asola più bassa. Operazione semplicissima fattibile con una brugola. La posizione con il movimento centrale basso ben si adatta a pistoni da bike park lisci, come abbiamo sperimentato alle 2 Alpes, e con delle belle paraboliche: il baricentro è bassisimo, però guai a provare a dare un colpo di pedale, pena volo carpiato.

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3) I freni sono degli Elixir R con dischi da 203mm davanti e 185mm dietro. Molto potenti e dalla modulabilità che necessita di un po’ di abitudine per non bloccare il posteriore, hanno ogni tanto il problema di variare il punto di inizio della frenata: la leva delle volte affonda decisa, altre volte basta un piccolo movimento per frenare.

Un grande punto di domanda sull’allestimento della bici, sia per il modello top di gamma sia per la Claymore 3, l’entry level, è la guarnitura doppia senza bash e/o tendicatena. Abbiamo provato anche una Claymore 2 durante il lancio della gamma Cannondale 2012, e vi abbiamo riscontrato lo stesso problema: la catena tende a cadere verso destra, in discesa, causando una situazione pericolosa nel caso uno voglia rilanciare la bici in velocità. Abbiamo stortato due catene in questo modo e rischiato qualche volo durante le prime uscite. Alla nostra domanda, come Cannondale intenda risolvere il problema, ci è stato risposto che dal 2012 tutte le Claymore avranno un bash ring.

Due parole sulle discesa tecniche, quelle quasi trialistiche così amate dallo sceriffo Muldox: l’escursione generosa aiuta molto a spingere più in là i propri limiti, la bici risulta stabile ma al tempo stesso facile da girare sullo stretto, per quando possa essere facile farlo con tutta quell’escursione e con quel peso. Diciamo che vengono prima i limiti del rider che quelli della bici. La forcella manca di una regolazione della compressione che la aiuterebbe ad affondare di meno sul ripido.

Se non si fosse capito la Claymore è una macchina da discesa, disciplina in cui sfoggia tutta la sua potenza. Il perno passante da 142×12 mm di Syntace è ormai uno standard di rigidità per la tipologia di bici, purtroppo il nostro e tende ad allentarsi e dopo una giornata sui sentieri di Laax (dove sono state scattate le foto) stavamo per perdere la ruota posteriore. Le gomme Fat Albert vanno bene per farci dell’escursionismo non troppo spinto in discesa, noi comunque le abbiamo maltrattate per 2 mesi e sono ancora su a fare il loro lavoro, anche se il posteriore è diventato un semislick nel frattempo. Anche il manubrione da 74 mm è al passo coi tempi e con l’angolo di sterzo così aperto.

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Conclusioni
La Claymore è una bici ben riuscita, che cerca e trova l’equilibrio fra la pedabilità in salita e il divertimento in discesa. Questo grazie all’ammortizzatore Fox Dyad RT2, risultato affidabile durante i nostri due mesi di test. Punti negativi sono la mancanza di un reggisella telescopico nel modello Claymore 3, grave manco visto il tubo sella curvo e la conseguente poca affondabilità del reggisella, la guarnitura senza bash o tendicatena con la catena che spesso cade a destra creando una situazione pericolosa se si volesse dare un colpo di pedale per rilanciare la bici e, di nuovo solo per il modello Claymore 3, la mancanza di una forcella a travel variabile che aiuterebbe molto in salita. Inoltre i rapporti della guarnitura 39-27 sono troppo duri per la tipologia di bici.

Per il 2012 la Claymore sará disponibile solo nelle versioni 1 e 2, dove però la 2 non disporrà nè di reggisella telescopico nè di forcella a travel variabile. Qui sotto potete trovare le specifiche provvisorie per il 2012, comunicateci durante il press launch. Per poter usare la poliedricità della Claymore consigliamo di acquistare la versione 1, anche se più cara. Sarebbe un vero peccato usare la Claymore solo in discesa, dato che per questo scopo ci sono una marea di altre bici costruite appositamente.

In sintesi la Claymore è una bici che porta il rider in posti che con una bici  da freeride non raggiungerebbe con le sue gambe e su discese che con una bici da All Mountain farebbe a piedi.

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Guasti avuti durante il test
2 catene stortate, 1 da buttare via, l’altra riparata. Motivo: catena tende a cadere a destra, durante le discese.
Perno passante posteriore X12 tende a svitarsi, in un’occasione abbiamo quasi perso la ruota posteriore
Tubo sella non spazzolato, reggisella Cannondale graffiato.
Ultimamente il rebound della Fox Float non lavora bene nei primi centimetri di escursione, facendo un rumore spugnoso.

State sintonizzati
Il test continua, monteremo altri componenti sulla bici per farvi sapere come si comporta se montata più leggera ed ovviamente terremo sott’occhio l’affidabilitá dell’ammortizzatore Fox Dyad RT2. La parte 2 del test si trova ora qui!

Dati salienti della Claymore 3 taglia M
Prezzo: 2.999 Euro (la Claymore 2 costa 3.799 mentre la Claymore 1 costa 5.499 Euro)
Peso: 14.8 kg senza pedali
Angolo sterzo con movimento centrale basso: 66°
Angolo sterzo con movimento centrale alto: 67°
Angolo tubo sella: 72.6°
Altezza movimento centrale basso: 346mm
Altezza movimento centrale alto: 358mm

www.cannondale.com
Listino Cannondale 2011

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