[Test di durata] Cannondale Claymore con montaggio SRAM

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Da più di un anno stiamo testando la Cannondale Claymore, la bici da enduro o overmountain che dir si voglia della casa americana. I dati salienti: 180 mm di escursione anteriore e posteriore, con la possibilità di accorciare la corsa dell’ammortizzatore da 180 a 110mm grazie al comando remoto dal manubrio, telaio in alluminio. Per evitare di ripeterci e poterci quindi concentrare sulle conclusioni del test di durata vi rimandiamo alle caratteristiche del telaio e dell’ammortizzatore proprietario Fox Dyad RT2 descritte nel primo dei tre articoli riguardanti la prova (qui trovate il secondo).

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Dopo circa 4 mesi di utilizzo, come scritto nella seconda parte del test, l’ammortizzatore si era rivelato difettoso e Cannondale ce ne ha mandato uno sostitutivo, di seconda generazione che doveva aver risolto i problemi del primo (olio entrava nelle camere dove c’é l’aria). E così é stato, dato che ormai da 11 mesi il Fox Dyad RT2 funziona senza nessun problema. Per quanto riguarda l’utilizzo, va detto che la Claymore é sotto torchio tutto l’anno, con itinerari alpini pedalati (max fatto é 2500 metri di dislivello in salita in un giorno) e altri con risalite meccanizzate.

Il telaio é del 2011, va detto però che sia nel 2012 che nel 2013 non é stato toccato. Sono previste modifiche per il 2014, a quanto detto da Peter Denk, l’ingegnere che ha progettato la Claymore e che abbiamo incontrato alla presentazione della gamma 2013 a Park City, Utah.

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In azione a marzo 2012 a Finale Ligure, con il montaggio SRAM. Foto Ale Di Lullo.

A febbraio 2012 abbiamo ricevuto da SRAM i componenti per un nuovo montaggio: forcella Rock Shox Totem RC2 Dh Dual Position Air (qui il test), da 180mm accorciabili a 150mm, manubrio Truvativ BooBar da 780mm di larghezza, guarnitura doppia 22-36 protetta dal guidacatena Truvativ X Guide (il test), i freni Avid X0, poi sostituiti dagli X0 Trail (qui la comparativa fra i due) e il deragliatore X0 poi sostituito dal X0 Type2 (test separato in arrivo). Questo é anche il montaggio che potete vedere nella prima foto, a cui si aggiunge il reggisella Rock Shox Reverb (test qui), la sella Selle Italia SLR Superflow (test) e le ruote Mavic Crossmax SX su cui sono montate uno Schwalbe Muddy Mary all’anteriore e un Fat Albert al posteriore, entrambi latticizzati (il posteriore nella foto ha una camera d’aria dato che si é tagliato contro una roccia qualche giorno fa).

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Per le valutazioni sui singoli componenti vi rimandiamo ai test linkati qui sopra, dato che la cosa interessante é il comportamento della bici nel suo complesso. Innanzitutto il peso: 14.35 chilogrammi senza pedali sono un bel valore per una bici in alluminio con 180mm di escursione e con il gommazzo anteriore montato attualmente. Infatti non c’é mai stata nessuna remora ad usarla per giri epici con salite infinite, tipo questa. La diminuzione della corsa posteriore da 180 a 110mm é una vera manna a cui diventa difficile rinunciare quando si usano altre bici di escursione simile. Unita al Dual Position Air della Totem, che abbassa l’anteriore di 3 centimetri, fa sì che la Claymore si faccia portare su dappertutto.

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Il comando remoto per il controllo dell’escursione posteriore

In salita la cosa che potrebbe essere migliorata (e che sarà fatta per il 2014, a quanto dice Denk) é la modifica all’angolo del tubo sella, ora di 72.6°. Questo infatti, per i nostri gusti, é troppo aperto facendo perdere un po’ di efficienza in posizione di pedalata. Sulle salite ripide é necessario spostare il corpo ben in avanti per poter usare tutta la potenza delle proprie gambe, dato che altrimenti ci si troverebbe piuttosto indietro con il baricentro. È una cosa a cui comunque ci si abitua in fretta. Da notare che nella versione originale la serie sterzo aveva un distanziale che rendeva il manubrio troppo alto, cosa che accentuava il problema appena descritto. Questo distanziale è stato tolto nella versione 2013.

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Il deragliatore SRAM X0 Type2

In discesa abbiamo sempre usato la posizione dell’ammo più alta, quella che tiene il movimento centrale a 358mm dal terreno, dato che l’altra (346mm) va bene per piste lisce e non per sentieri alpini dove altrimenti si tocca troppo spesso per terra con i pedali. Ebbene, la Claymore é un carro armato, pronta a mangiarsi qualsiasi ostacolo. Non solo per la granitica Totem, ma anche per la sensibilità del carro posteriore, progressivo al punto giusto. Un problema dell’ammo é la mancanza di un indicatore di sag, ma usando la tabella delle pressioni incollata al tubo sella non é difficile trovare il proprio set up ideale.

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Dopo 15 mesi di test

Il bel manubrione da 780 mm BooBar ci fa sentire a nostro agio in discesa, avvicinando il baricentro all’anteriore per poterlo schiacciare per bene in curva (leggere l’articolo a riguardo nel Tech Corner). Nei sentieri in mezzo al bosco, stretti dagli alberi, necessita di qualche attenzione per evitare di prendere dentro qualche pianta e di finire a terra.
La bici nello stretto gira bene, anche se il suo terreno preferito sono sicuramente le discese veloci e scassate. Proprio su queste si può notare il silenzio della trasmissione, tenuta bene in tiro dal guidacatena Truvativ X Guide ma sopratutto dal deragliatore posteriore Type2, di cui vi parleremo a breve in un altro test.

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I segni sulla guarnitura in carbonio sono solo estetici

Conclusioni

La Cannondale Claymore montata come descritto qui sopra é la perfetta compagna di giri con lunghe salite e discese impegnative, permettendo di arrivare in cima alla salita abbastanza freschi per poter affrontare la discesa a tutta velocità. L’ammortizzatore, da tanti temuto per la sua unicità e quindi difficoltà nel reperire ricambi, ha funzionato senza problemi per più di un anno ed é il cuore di questa bici, sia per la possibilità di accorciarne la corsa in salita, sia per il suo ottimo funzionamento in discesa.
Possiamo solo consigliare questa bici. Chi cerca una bici da freeride con risalite meccanizzate non sfrutterebbe il sistema del Dyad Rt2, meglio che si indirizzi un’altra bici.

Difetti durante la terza parte del test
– Ammortizzatore rotto dopo 4 mesi di utilizzo. Cambiato con uno di seconda generazione, da 11 mesi funziona perfettamente.
– Tendicatena Truvativ X Guide rotto dopo 3 mesi di utilizzo da un sasso e sostituito con uno nuovo.
– Mozzo della Mavic Crossmac SX che si smolla regolarmente. Da tirare con l’apposita chiave in plastica fornita al momento dell’acquisto.

>>> Geometrie qui

>>> Cannondale modello 2012

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