[Test di durata] Cannondale Claymore parte due: la trasformazione

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Durante la prima parte del test della Claymore vi avevamo raccontato delle nostre sensazioni con l’allestimento di casa Cannondale per il modello Claymore 3. Riassumendo, i punti di debolezza erano proprio dovuti ad alcuni componenti economici che pregiudicavano la poliedricità del progetto Claymore. Forcella non abbassabile, rapportatura troppo dura, reggisella non abbassabile, ruote fragili, freni che variavano il punto di attacco della frenata.

Proprio questi componenti sono stati cambiati subito dopo la pubblicazione della prima parte del test, grazie alla collaborazione di alcune aziende. Ecco la trasformazione:

Forcella
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Da una Fox Float 36 siamo passati ad una Fox Talas 36 Kashima coating.

Innanzitutto dobbiamo dire che il ritorno della Float si era rotto. Proprio ieri abbiamo portato la forcella difettosa da Vittoria per farla riparare in garanzia. Nel frattempo abbiamo montato la Talas 36 con rivestimento Kashima. I più attenti fra di voi noteranno che si tratta della stessa forcella usata durante il test comparativo delle Enduro 2011. Allora l’avevamo montata sulla Trek Scratch in seguito alla rottura della sua Float 36 (anche lì) e l’abbiamo testata a parte qui.

La Talas ha il canotto da 1 pollice e 1/8, quindi abbiamo dovuto cambiare la serie sterzo, utilizzando un riduttore di FSA Orbit Extreme Pro per adattarlo al tubo sterzo da 1.5″ . La cosa positiva è che abbiamo potuto togliere quella parte superiore della serie sterzo originale, sovradimensionata e che alzava ulteriormente il manubrio.

Prima
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Dopo
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Il comportamento della bici è cambiato completamente, sopratutto in salita. Qui, infatti, è possibile ora abbassare la forcella da 180 a 140mm. La posizione di salita si fa più efficace, la ruota anteriore non si alza ad ogni piccola rampetta e il rider spreca meno energie per bilanciarsi. Inoltre la pedalata è più redditizia, in quanto l’angolo sella è meno arretrato.

In discesa la Talas con rivestimento Kashima risulta molto più sensibile della Float, vuoi anche perchè quest’ultima aveva da tempo problemi sul rebound e risultava legnosa. Fattostà che alla prima discesa (qui i dettagli) con la nuova forcella la ruota anteriore pareva attaccata al terreno in ogni situazione, dando molta più sicurezza.

Guarnitura
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Anche qui siamo rimasti fedeli allo stesso marchio: da una FSA Comet 39-27 siamo passati ad una FSA Gravity Light da 32-22 con bashring.

In salita la pedalata si fa più rilassata, si arriva in cima senza avere la lingua che striscia per terra, grazie alla nuova rapportatura. Un grande vantaggio.

In discesa il bash evita la pericolosa tendenza della Claymore a far cadere la catena verso destra. D’altro canto la rapportatura 32-22 non permettere di spingere oltre una certa velocità, cosa che si sente soprattutto nei tratti su strada sterrata o su asfalto. Il bash trasparente è esteticamente gradevole, anche dopo alcune botte su sassi.

Muldox aveva testato la FSA Gravity Light qui.

Ruote
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Dalle Mach 1 2.30 Disc siamo passati alle Mavic Crossmax SX 2011

Le Mach 1, sopratutto il posteriore, risultavano flettere molto, inoltre alcuni raggi si erano smollati quasi completamente.

Abbiamo montato le Mavic Crossmax SX 2011, latticizzando le gomme grazie alla loro predisposizione UST. La flessione del posteriore è dimunuita sensibilmente, la guida risulta più precisa. Per un test specifico sulle Crossmax SX 2012 dovete attendere qualche settimana, si trovano in mano di Muldox al momento.

Freni
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Dagli Avid Elixir R siamo passati agli Avid Elixir CR

È la prima cosa che abbiamo fatto, una volta conclusa la prima parte del test di durata. La frenata è diventata più precisa e affidabile, senza cambiamenti del punto di attacco. Inoltre i CR sono anche più leggeri degli R. I dischi e il loro diametro sono rimasti gli stessi.

La Cannondale Claymore dopo 3 mesi di utilizzo
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La domanda che tutti si fanno riguarda l’ammortizzatore dedicato Fox Dyad RT2: funziona ancora senza problemi? La risposta é: si! Dopo 3 mesi di utilizzo molto intensivo l’ammortizzatore funziona come quando era nuovo, tale e quale. Sensibile ai piccoli urti, progressivo verso la fine della corsa (nell’escursione 180mm), si mangia fuori tutto quello che gli capita. Nella posizione da 110 mm diventa molto più sportivo, quasi crosscountristico, evitando l’affondamento del carro posteriore. Il nostro Dyad RT2 non perde aria.

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Unica cosa, il comando remoto è diventato molto più duro. Basterebbe però fare un po’ di manutenzione al cavetto per ovviare al problema.

Conclusioni
Le modifiche apportate alla Claymore 3 l’hanno fatta diventare la bici polivalente di cui il catalogo e la pubblicità Cannondale parlano. Ricordiamo inoltre che il Rock Shox Reverb era già stato montato da noi al posto di un reggisella quasi non affondabile. L’ammortizzatore Fox Dyad RT2, dopo 3 lungi mesi di attività, funziona ancora alla perfezione.

Prossimamente
A breve monteremo l’intero gruppo Sram X0 Enduro (vedi report qui) con la rock Shox Totem Dual Air.

>>> Test Claymore montata SRAM

Aggiornamento 14 ottobre 2011
Purtroppo devo comunicarvi che l’ammortizzatore Dyad non funziona più come si deve. Senza carico rimane esteso di circa 5 mm e togliendo l’aria dalle camere positive e negative esce olio.

Devo mandarlo in assistenza da Fox, intanto Cannondale me ne dà uno di ricambio per continuare il test.

 

 

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