Autore: Francesco Mazza
Dopo quasi 9 mesi di utilizzo, ovviamente non quotidiano dato che abbiamo testato e utilizzato anche altre bici, eccoci giunti al nostro verdetto sul test a lungo termine della Mondraker Foxy Carbon XR. Il primo contatto che abbiamo avuto con la All Mountain del marchio iberico è stato ad Aprile 2014, in occasione della sua presentazione ufficiale, durante la quale abbiamo avuto l’opportunità di guidare per un giorno una Foxy C in allestimento RR, quindi con forcella da 140mm. Memori delle ottime impressioni del first ride, abbiamo chiesto a Mondraker la possibilità di provare sul lungo periodo l’allestimento XR 2016, top di gamma con forcella da 160mm di serie, per spremerla a fondo e valutarne esaustivamente sia le performance che la durata.
Abbiamo pubblicato un articolo con il first look della Foxy C XR quando ci è stata consegnata per il test, nel quale abbiamo descritto ogni componente di questo allestimento e le principali caratteristiche tecniche del telaio. Nella seguente analisi statica della Foxy C XR tratteremo soltanto quei dettagli che hanno avuto una particolare valenza durante il test di durata, senza ripetere nuovamente la descrizione tecnica della bici e dei suoi componenti, per la quale vi invitiamo a consultare il precedente articolo.
Gli aspetti principali che generalmente si valutano in un test di durata sono appunto la resistenza all’usura e allo stress del telaio e delle sue parti, così come dei componenti che completano la bici. I cuscinetti del cinematismo Zero Suspension della Foxy C non hanno riportato segni di usura o di infiltrazione di sporcizia e scorrono ancora fluidi e corposi. Una leggera usura a carico dei cuscinetti si nota invece in termini di rigidezza complessiva del carro che è leggemente diminuita rispetto alla solidità della bici nuova, ma è un valore ancora abbondantemente nella norma. Tutta la viteria del cinematismo è sempre rimasta salda in sede senza necessità di essere periodicamente serrata o controllata. I cuscinetti della serie sterzo sono praticamente pari al nuovo.
Sia la FOX 34 che il FOX Float Evol funzionano perfettamente e sono privi di segni di usura, così come il reggisella RockShox Reverb, che non ha preso gioco durante il lungo periodo di test. Anche i cuscinetti delle ruote DT Swiss XM1501 hanno conservato tutta la loro proverbiale scorrevolezza, mentre si è resa necessaria una pulizia della ruota libera, all’interno della quale era penetrato dello sporco ed era diventata ruvida e leggermente rumorosa. Pulita e ingrassata è tornata in forma e pronta a macinare altre centinaia di km. Sempre a proposito di ruote, le decals dedicate purtroppo si sono sbriciolate e staccate dai cerchi. Lo avevamo già notato in occasione dell’articolo di presentazione ma, come potete vedere dalla foto seguente, il problema è nettamente peggiorato con il successivo utilizzo. Nessun problema invece per i robusti cerchi che scorrono ancora dritti e senza bozze.
Un altro piccolo dettaglio che ha accusato il passare del tempo sono le viti che tengono in sede le porte di uscita del passaggio interno dei cavi. La loro testa ha formato della ruggine sia sulla porta posizionata nella parte superiore del tubo obliquo che su quella posizionata nella parte inferiore.
Tra le diverse pietrate che hanno colpito la zona inferiore del movimento centrale, un paio hanno lasciato dei segni più evidenti. La guaina del cavo del cambio si è segnata ma non ha riportato danni a livello di funzionamento, mentre uno dei supporti ISCG si è sbeccato. La scatola del movimento centrale invece non ha riportato danni grazie alla morbida ma robusta protezione con design effetto carbonio, che si è segnata solo in modo superficiale, salvando il telaio sottostante.
Qualche accorgimento va preso per il passaggio delle tubazioni idrauliche. In primo luogo, abbiamo dovuto fissare la tubazione del freno posteriore al carro tramite una fascetta, dato che montando copertoni con tassellatura più pronunciata del Maxxis Ardent 2.4 di serie, quando la sospensione affonda la guaina si sposta e interferisce rumorosamente con i tasselli. La tubazione è già dotata di una protezione in gomma che evita lo sfregamento sul carro per cui abbiamo solo fissato questa protezione al carro e il problema si è facilmente risolto.
Altra tubazione la cui posizione va curata è quella del Reverb, che passa su un lato della cruna del telaio all’interno della quale è posizionato l’ammortizzatore. Come avevamo già precisato nell’articolo di presentazione, occorre spostare la tubazione dalla parte interna della cruna a quella bassa, all’esterno, per lasciare spazio alla parte inferiore della camera Evol dell’ammortizzatore di potersi muovere, altrimenti la tubazione interferisce e la sospensione si blocca o comunque non è in grado di lavorare al meglio, rischiando anche possibili danni.
Abbiamo preso una piccola accortezza, sempre per quanto riguarda la tubazione del Reverb, circa il punto di ingresso nel telaio. Con alcuni giri di nastro isolante abbiamo aumentato lo spessore per rendere più solida la presa della fascetta sul punto predisposto della porta di ingresso, in modo da lasciare all’interno del telaio la parte in eccesso senza doverla tagliare.
La linea del telaio sul top tube prevede una leggera gobba che corrisponde con il punto più esposto dei freni ruotando il manubrio di 90 gradi. Anche lasciando l’attacco manubrio alla sua massima altezza, quindi con tutti gli spessori forniti di serie che configurano a nostro avviso la giusta altezza considerando la quota di stack molto bassa, i freni toccano quel punto del telaio. Per questo motivo purtroppo, in seguito a una caduta, la bella e robusta verniciatura opaca della Foxy C XR si è leggermente segnata.
Nella valutazione complessiva del mezzo, possiamo considerare questi dettagli come poco rilevanti a fronte dell’elevata qualità costruttiva e della cura che la Foxy C XR trasmette sin dal primo approccio e che conferma sul campo dopo mesi di utilizzo. Difatti non abbiamo riscontrato alcun problema di usura effettivo che abbia influito sulla funzionalità del mezzo così come non abbiamo dovuto mettere mano per riparazioni o interventi di manutenzione straordinaria se non un paio di spurghi ai freni. Insomma una bici affidabile e dotata di componenti adeguati alla destinazione d’uso.
La Foxy C XR è una bici da All Mountain che sconfina abbondantemente nei settori limitrofi, dato che il peso contenuto e le buone doti di arrampicatrice la rendono adatta anche a un utilizzo Trail, così come la sospensione posteriore efficace, le geometrie aggressive e la forcella da 160mm di escursione ne fanno una buona bici da Enduro. Per questo motivo il campo di prova è stato vasto e differenziato e abbiamo utilizzato la Foxy C XR in varie condizioni di riding, dalle lunghe escursioni alpine a toccare i 3.000m di altitudine fino ai veloci tracciati da Enduro, passando per percorsi tecnici e tipi di terreno misti.
La posizione in sella della Foxy Carbon è semplicemente equilibrata e piacevole. Lunga e bassa, con una quota di reach abbondante e una di stack piuttosto contenuta, standover e baricentro bassissimi e un angolo sella abbastanza verticale, ma non troppo. Quote che portano a una posizione centrale, confortevole e spaziosa, ma soprattutto dominante, anche grazie al manubrio da ben 780mm di larghezza e soli 12mm di rise. Con queste caratteristiche in sella alla Foxy Carbon si percorrono serenamente lunghe distanze e dislivelli importanti, con grande comfort. Il blocco di entrambe le sospensioni è totale e sulle lunghe salite scorrevoli, in modo particolare su asfalto, rendono facile pedalare la Foxy, soprattutto abbassando la forcella Talas e portandola a 130mm di escursione, quindi con una posizione di guida ancora più bassa e angoli sella e sterzo più verticali, simili a quelli degli altri allestimenti della Foxy C con forcella di serie da 140mm.
Il ripido e il tecnico non impensieriscono la Foxy C XR, che si arrampica molto bene e con una stabilità eccezionale determinata dalla Forward Geometry. Le quote geometriche adottate da Mondraker consentono infatti di tenere l’anteriore ben piantato a terra mantenendo una posizione centrale e senza bisogno di caricare appositamente il peso in avanti andando in punta di sella, quindi senza scaricare il peso dal posteriore che continua a esercitare un’ottima trazione anche nei tratti più ripidi. La direzionalità stessa ne guadagna in precisione e immediatezza, nonostante l’angolo abbastanza disteso, complice l’attacco manubrio corto da 30mm. Se con le quote offerte dalla Forward Geometry ci si trova subito a proprio agio per ciò che concerne la stabilità, affrontare i tratti tortuosi risulta invece meno intuitivo e occorre prendere la mano con l’interasse più lungo della norma a parità di taglia, ma una volta presa confidenza, si riesce a condurre la Foxy agevolmente anche sulle salite più strette e tortuose guadagnando in termini di stabilità e trazione.
Gli stessi giudizi espressi in merito alla Forward Geometry nell’ambito della salita, li ritroviamo, opportunamente rapportati, nell’ambito della discesa. La posizione di guida che nasce dalle quote geometriche della Foxy Carbon è centrale e dominante e permette di guidare nel pieno controllo di avantreno e retrotreno senza la necessità di avanzare o retrocedere con il peso. Il grip è equamente distribuito su entrambe le ruote e pur spostandosi sulla bici non si perde l’aderenza delle gomme a terra. Ne deriva un’eccezionale stabilità che infonde sicurezza anche nei tratti più ripidi e tecnici. Il baricentro molto basso e centrale inoltre rende i cambi di direzione agili e intuitivi, favorendo il passaggio da una piega in curva a quella opposta, con la bici che inverte posizione fluidamente sotto al corpo.
L’interasse lungo non inficia l’agilità e la reattività della bici quando si desidera staccare le ruote da terra per superare avvallamenti e ostacoli sui trail, anzi la grande stabilità garantisce sempre di impostare la traiettoria migliore in atterraggio per una guida divertente e veloce. Anche sui salti veri e propri la Foxy è bilanciata e precisa e garantisce sempre un’ottima consapevolezza della propria posizione in aria. La curva di compressione della sospensione Zero Suspension è molto progressiva ma nella parte terminale la progressività del cinematismo diminuisce per compensare il naturale aumento di progressività degli ammortizzatori ad aria, per cui la corsa della Foxy si sfrutta interamente fino all’ultimo millimetro dei 140 a disposizione, in modo fluido e corposo, senza tuttavia registrare fondocorsa.
Dopo diverse prove iniziali abbiamo utilizzato la regolazione della compressione alle basse velocità “Open Mode Adjust” in posizione 2 che abbiamo riscontrato essere quella più equilibrata per dare sostegno lasciando lavorare liberamente la sospensione. Setting che si sposa molto bene col comportamento della forcella, soprattutto dopo che FOX è intervenuta per eliminare l’eccesso di olio di lubrificazione nella cartuccia Talas che comportava un’eccessiva progressività a fondo corsa. Il bilanciamento delle sospensioni e della distribuzione dei pesi, rende la Foxy molto facile da guidare nel tecnico, complice la forcella “maggiorata” da 160mm di escursione, ma è soprattutto la stabilità garantita dall’interasse generoso della Forward Geometry a fornire un’esperienza di guida unica nello scassato, quasi paragonabile a quello di una buona bici da Enduro.
Difficile sintetizzare in poche righe conclusive le sensazioni maturate in ben 9 mesi di utilizzo. La Foxy C XR incarna il concetto della bici tuttofare e lo fa anche bene. Sale come una Trail bike, scende come un’Enduro, leggera, rigida e robusta, con sospensioni e componenti efficaci e affidabili. Veramente difficile doverla restituire per la conclusione del test. È senza dubbio una di quelle bici che avremmo tenuto volentieri in redazione.
Foxy Carbon XR: €7.999 – Peso dichiarato 11,9kg – Peso verificato 11,8kg senza camere d’aria
Foxy Carbon RR: €6.499 – Peso dichiarato 12,7kg
Foxy Carbon R: €5.299 – Peso dichiarato 12,9kg
Foxy Carbon telaio: €3.499
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