Le abbiamo massacrate sui campi di gara in mezzo a polvere e fango, ci abbiamo macinato centinaia di chilometri in alta montagna, con il sole, la pioggia e la nebbia. Più di 3 mesi di duro lavoro per le nuove ruote TRS+ della E*13: da quando ci sono state lasciate in occasione della presentazione stampa a Les Gets di inizio Luglio, non le abbiamo certo risparmiate. Come si sono comportate in questi 3 mesi? Hanno retto al trattamento che abbiamo loro riservato?
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Le ruote TRS+ di E*13 sono concepite come ruote per un uso enduro o all mountain spinto che dir si voglia. Con il peso di 1650g la coppia (ca 750g l’anteriore e 900g la posteriore) si rivelano un set di ruote estremamente leggero, l’ideale per chi cerca di tenere basso il peso della propria bici.
Un set di ruote particolare, soprattutto per il lavoro di progettazione che c’è dietro. Nulla infatti è lasciato al caso : i ragazzi di E*13 hanno adottato soluzioni tecniche innovative e una maniacale cura di ogni dettaglio. Il risultato? Un set di ruote di tutto rispetto.
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Cominciamo col parlare dei mozzi. I mozzi si presentano decisamente sovradimensionati e stupiscono per la loro grandezza. Si tratta di una scelta tecnica voluta, naturalmente qui niente è casuale. Aumentando la dimensione della flangia si riescono infatti ad accorciare i raggi e si aumenta la loro inclinazione laterale. Questo permette di montare raggi più sottili ed in numero inferiore, senza compromettere la resistenza o l’affidabilità e risparmiando quindi preziosi grammi.
Il corpo del mozzo è realizzato in alluminio ed in fibra di carbonio. Una membrana in composito unisce le due flange di alluminio, incrementando la rigidità torsionale del mozzo e migliorando la distribuzione della tensione tra i raggi delle due flange. Quando si frena o si pedala infatti la forza sul mozzo è applicata prevalentemente da un lato (lato disco o cassetta, rispettivamente). Di conseguenza il mozzo è soggetto ad una forte torsione e le due flange del mozzo non lavorano in maniera simmetrica, con una flangia più sollecitata dell’altra. Con il mozzo oversize e la rigida membrana in carbonio, il trasferimento della forza è più uniforme sulle due file di raggi. Le ruote ne guadagnano quindi in reattività e rigidità, specialmente sui rilanci ed i raggi risultano meno stressati.
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Nulla è casuale in questi mozzi. Innanzitutto con apposite boccole è possibile convertire le ruote in tutti gli standard possibili, ad eccezione del’obsoleto QR anteriore e del 150mm posteriore (che richiede il mozzo SRS, la versione da DH). I cuscinetti della ruota posteriore sono sigillati ma, a differenza di altri produttori, quelli di E*13 sono a contatto angolare. Questo significa che stringendo le boccole è possibile compensare eventuali giochi dovuti all’usura, proprio come sui mozzi a coni e sfere. Anche la resistenza ai carichi laterali è superiore rispetto a cuscinetti radiali, ovviamente. Ultimo ma non meno importante è il sistema di ruota libera: 60 dentini, con un angolo di aggancio di solo 6°. Questo significa che la ruota è subito pronta a trasferire l’energia al terreno non appena si inizia a pedalare e tra l’altro produce un gradevole ronzio quando scorre liberamente. Una goduria per le orecchie!
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Passiamo ora ai raggi: 28 raggi per ruota, incrociati in seconda a triplo spessore, con sezione centrale da 1,5mm. Sembrerebbe una configurazione più da XC che da enduro, eppure non abbiamo riscontrato nessuna rottura. Probabilmente è vero che i raggi più corti si rivelano più robusti!
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Il cerchio è invece realizzato in scandio. Canale da 21mm interno, tubeless ready per soli 375g di peso! Forse è questo il segreto di queste ruote: massa periferica minima, tutto il peso concentrato al centro per ridurre al minimo l’inerzia angolare.
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Sul campo
Solitamente è molto difficile valutare un componente come le ruote: quando si parla di prodotti di alta gamma le prestazioni sono molto simili. Le ruote TRS+ si sono però differenziate subito per due aspetti: la rigidità, specialmente quando si rilancia o si pedala in fuori sella, e la leggerezza.
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Ph by Domingosh
La rigidità è subito evidente non appena si sale in bici. Basta fare una semplice prova, un rapido scatto in piedi sui pedali, per capire che queste ruote sono iper reattive: tutta la forza impressa alle pedivelle si trasforma in accelerazione. Una caratteristica sicuramente apprezzabile, soprattutto in ambito enduro race dove nei brevi tratti pedalati si scarica tutto quello che si ha e si vuole che la bici reagisca di conseguenza.
Ad incrementare reattività ed agilità di queste ruote aiuta sicuramente il peso ridotto. Con un cerchio da 375g l’inerzia è minima. Te ne rendi conto quando cambi velocità, quando acceleri oppure freni. La sensazione è quella di pedalare una coppia di ruote leggere da XC-trail, con l’unica differenza che ruote XC-trail usate in enduro hanno vita breve, queste sono molto più robuste.
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Ph by Domingosh
In pedalata l’elevata rigidità si sente. A differenza di altri tipi di ruote, più morbide, le TRS+ non assorbono le asperità del terreno flettendosi, ma le trasmettono direttamente al telaio. C’è comunque da dire che su una bici da enduro il comfort non è assolutamente compromesso: con 160mm di escursione ci pensano le sospensioni a filtrare le vibrazioni. Due ruote cattive insomma, pensate per mordere i sentieri e per i rider più aggrssivi, non per chi cerca il comfort a tutti i costi.
L’elevata rigidità aiuta comunque a sentire meglio il terreno, anche in salita, dove ogni minima perdita di trazione diventa subito percepibile al rider, dando la possibilità di dosare l’energia sui pedali per non perdere aderenza.
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Ph by Domingosh
In discesa lo stesso: elevata rigidità, agilità nei cambi di direzione e ruota libera subito pronta rendono queste ruote un vero bisturi. La precisione di guida ne guadagna parecchio. La sensazione è quella di sentire il terreno sotto le ruote, ogni piccola asperità diventa facilmente percepibile, cosa che consente di gestire al meglio la guida.
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Ph by Domingosh
Le abbiamo provate sia con camera che in versione tubeless e dobbiamo dire che vanno bene in tutte e due le configurazioni. Per non utilizzare le camere è necessario applicare l’apposito nastro sigillante visto che non si tratta di ruote UST native, ma la tenuta è comunque ottima: montato un Ardent LUST 2,25 al posteriore con Caffelatex Effetto Mariposa, in due mesi non abbiamo quasi mai avuto perdite di pressione. Unico problema un leggero stallonamento, con fuoriuscita di lattice, dopo aver preso una lama di roccia di traverso. Consiglio quindi di convertirle: ne guadagna il peso e la scorrevolezza della gomma.
Considerazioni finali
Che dire quindi? Le E*13 TRS+ sono descritte bene da un aggettivo: cattive! In virtù della loro leggerezza e reattività, le consiglierei sicuramente per un uso race, ma anche per chi cerca delle ruote scattanti, leggere per spingere al massimo in discesa ed in salita. In fondo chi ha detto che bisogna andare forte solo nelle gare?
Le TRS+, grazie al cerchio ultralight, sono particolarmente indicate come alternativa alle ruote con cerchio in carbonio. Stesso risultato di riduzione delle masse periferiche, ma con tutti i vantaggi di un cerchio in alluminio.
L’affidabilità e la robustezza si sono rivelate più che soddisfacenti, soprattutto in relazione al peso molto contenuto. Vi invitiamo a leggere il paragrafo successivo, ma nel complesso possiamo dire che le TRS+ hanno superato la prova.
Nota negativa? Senza dubbio il prezzo, piuttosto alto. Si tratta di ruote di alta gamma ed il prezzo è allineato alla qualità del prodotto.
Problemi incontrati e manutenzione eseguita
– Seconda settimana di agosto: dopo una serie di giri in alta montagna con la pioggia ed un paio di gare sotto il diluvio, la ruota libera comincia a scorrere male. Niente di grave, in pochi minuti la smontiamo, puliamo il meccanismo, applichiamo un po’ di olio wet (su consiglio dei tecnici E*13) e tutto ritorna a posto!
– Metà agosto: dopo 1 mese di utilizzo intensivo, cominciano a comparire i primi segni sul cerchio dovuti allo sfregamento delle pietre. Normale amministrazione, anzi il trattamento superficiale ci sembra essere piuttosto resistente, soprattutto in relazione ad altri cerchi da noi utilizzati.
– Fine agosto: decidiamo di latticizzare l’Ardent LUST al posteriore. Utilizziamo nastro e liquido sigillante Effetto Mariposa, con annessa valvola tubeless. Il nastro applicato di serie si era scollato e non teneva più l’aria, quindi l’abbiamo sostituito. Operazione semplice e rapida, gonfiato il tutto con il compressore la gomma non perderà pressione e non darà problemi di ogni sorta.
– Metà settembre: dopo essere rimasta ferma la bici 3 settimane causa infortunio, al momento di riprenderla in mano, la ruota posteriore risulta bloccata. La causa? Un cuscinetto grippato, precisamente quello sinistro, lato disco. L’acqua si è infiltrata causando l’ossidazione delle sfere. Pulito e reingrassato ritornerà in discrete condizioni e continueremo ad usarlo così fino a fine test. Si è trattato dell’unico problema di rilievo incontrato.
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– 30 Settembre: Scopello, Supermountain. Coinvolto in una caduta di massa, il cerchio anteriore perde la sua centratura, risultando leggermente storto in alcuni punti.
– 14 Ottobre: Finale Ligure, prova percorsi della Superenduro. Un errore di guida, la pressione della gomma anteriore troppo bassa, fattostà che da un salto atterro su una lama di roccia, pizzicando la gomma davanti. Il cerchio si bozza lateralmente, senza però compromettere la tenuta della gomma.
PRODUTTORE: E*Thirteen
MODELLO: TRS+
DIMENSIONI: 26″ e 29″
PESO: 750g anteriore e 900 posteriore (1650g in totale)
PREZZO: 959€
DISTRIBUTORE: 4 Guimp
Testo: Daniel Naftali
Foto: Daniel Naftali e Savio Dominuco (aka Domingosh)