Protagonista di questo test, diversamente dal solito, non è uno specifico prodotto bensì una nuova tecnologia, il sistema Flex Spherical MIPS che possiamo trovare su alcuni caschi come il Bell Super DH e altre novità recentemente presentate al pubblico, come il Bell Super Air R e il Giro Manifest per quanto riguarda il segmento MTB, nonché altri modelli degli stessi brand per il segmento strada. Una tecnologia che noi della redazione di MTB-Mag riteniamo tanto innovativa da segnare una svolta per il futuro dei caschi da MTB e non solo. Per questo motivo abbiamo deciso di dedicare al Flex Spherical MIPS un test specifico.
Ho messo alla prova il sistema Flex Spherical MIPS per mezzo del casco Super Air senza mentoniera. Si tratta del secondo modello di casco ad aver adottato questo sistema dopo il Super DH, successivamente impiegato da Bell anche sui suoi caschi top di gamma da moto. Il sistema Flex Spherical nasce dalla stretta collaborazione tra Bell e la stessa MIPS come evoluzione della versione standard del Multi-directional Impact Protection System. Una collaborazione sulla quale Bell ha investito molto allo scopo di integrare nel miglior modo possibile il sistema MIPS ai propri prodotti. Non occorre ricordare quanto il marchio californiano Bell sia storicamente e intrinsecamente sinonimo di casco: negli anni ’50 ha inventato il casco per come lo conosciamo ora mentre nel ’63 ha realizzato il primo integrale della storia.
Per chi ancora non lo conoscesse, il sistema MIPS, acronimo di Multi-directional Impact Protection System, è un dispositivo di protezione del cervello che equipaggia ormai la maggior parte dei caschi di qualità, non solo da MTB. Si tratta di una sottile calotta collocata tra la testa e la calotta interna del casco, fissata a quest’ultima tramite elastomeri, che è in grado di smorzare l’energia rotazionale che si genera nella maggior parte degli impatti e che viene trasferita dal casco al cranio, evitando quindi che si ripercuota sul cervello provocando una commozione cerebrale o danni anche maggiori. Nella foto di seguito vediamo come questo sistema si sia evoluto per merito della collaborazione tra MIPS e Bell, integrando radicalmente il sistema all’interno del casco. A destra la versione standard del MIPS. Al centro la prima evoluzione nata per il Bell Sixer, dove il MIPS è integrato al sistema di chiusura a 360° del casco. A sinistra il Flex Spherical, dove il MIPS è parte integrante del casco stesso.
Parte integrante poiché nel Flex Spherical non troviamo più una sottile calotta aggiuntiva tra il casco e la testa come per il MIPS standard, ma è la calotta stessa a svolgere la funzione del MIPS. Questo è possibile perché i caschi con Flex Spherical MIPS sono dotati di due calotte, una sovrapposta all’altra come in una sorta di giunto sferico, connesse tra loro tramite quattro robusti ancoraggi elastici, ben visibili in colore giallo nella foto seguente, che consentono alla calotta esterna di muoversi su quella interna come un elemento flottante. La calotta interna quindi resta salda alla testa grazie alla chiusura a 360° mentre la calotta esterna è in grado di smorzare tanto gli urti violenti in caso di caduta, meglio di quanto possa fare il MIPS standard, quanto le vibrazioni e le sollecitazioni durante il riding, migliorando sia la sicurezza che il comfort.
Il range di movimento del Flex Spherical MIPS è limitato al necessario grazie a un gradino su ciascun lato della calotta esterna del casco che ha la funzione di fine corsa, andando ad appoggiare sulla calotta interna. Nella foto seguente si vede chiaramente lo spazio libero tra la calotta interna e il gradino della calotta esterna. I più attenti noteranno che le due calotte, entrambe in EPS, hanno un colore e una densità differente. La calotta interna infatti è realizzata in un EPS più morbido, per dissipare meglio l’energia in caso di urti, mentre l’EPS della calotta esterna ha una formulazione più solida e rigida alla quale si aggiunge ovviamente il rivestimento in policarbonato, essendo la prima parte a essere coinvolta in un eventuale impatto.
Il funzionamento del Flex Spherical MIPS non è solo concettuale poiché il movimento che ne risulta è decisamente fluido e omogeneo, come può testimoniare il video qui di seguito. Gli elastici consentono una buona libertà di scorrimento tra le due calotte in un range adeguatamente ampio e allo stesso tempo le tengono unite, reciprocamente in sede, senza che quella esterna si separi minimamente da quella interna. All’aspetto teorico del progetto si uniscono quindi la qualità dei materiali e la cura della realizzazione, che rendono il Flex Spherical MIPS un sistema a tutti gli effetti ineccepibile.
In azione
Per quanto riguarda le impressioni di riding, vale la pena commentare anche la vestibilità del casco, nella quale il Flex Spherical gioca un ruolo incisivo. La costruzione con doppia calotta consente di integrare alla calotta interna il sistema di chiusura a 360° riducendo ulteriormente eventuali sporgenze che potrebbero creare fastidiosi punti di contatto e migliorando notevolmente il comfort. Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, la presenza di due calotte non riduce l’aerazione del casco, al contrario, la migliora. Questo perché le porte di ventilazione non vengono inficiate né come quantità (22 nel caso del Super Air in test) né come dimensioni, mentre l’intercapedine tra le due calotte aumenta notevolmente il flusso di aria che passa all’interno del casco, eliminando rapidamente l’aria calda e umida dovuta alla sudorazione.
In termini di sicurezza, fortunatamente non ho messo alla prova il sistema Flex Spherical MIPS cadendo o urtando violentemente il casco, ma la percezione è di un sistema tecnologicamente molto più avanzato del MIPS standard. Ciò che invece ho potuto apprezzare senza ombra di dubbio è l’incredibile stabilità del casco dovuta al principio flottante del Flex Spherical. Personalmente ho sempre odiato i caschi che si muovono sulla testa nei tratti sconnessi e che devono essere regolati esageratamente stretti per ridurre almeno in parte la tendenza a scivolare in avanti sulla fronte o a scrollare di lato. In questo senso, il sistema di chiusura 360°, adottato ormai dalla maggior parte dei caschi, offre maggiore stabilità rispetto ai caschi di qualche anno fa, ma il Flex Spherical ha compiuto un ulteriore enorme balzo in avanti in termini di stabilità e conseguentemente di comfort.
Come si può vedere nel video seguente, la calotta interna resta immobile sulla testa anche quando il casco è parecchio sollecitato, quindi durante il riding non si avverte minimamente alcun movimento del casco, nemmeno nei tratti più sconnessi, grazie agli elastici che stabilizzano efficacemente la calotta esterna e ne isolano i movimenti in tutte le direzioni. Questo consente di concentrarsi maggiormente sulla guida, letteralmente dimenticandosi di avere un casco in testa. Di per sè il Super Air ha un peso superiore alla media dei caschi da trail (416g in taglia M), ma grazie al sistema flottante del Flex Spherical, il peso percepito, credetemi, è nettamente inferiore a quello reale.
Conclusioni
Il Flex Spherical MIPS prende i vantaggi delle più recenti tecnologie sviluppate per il comfort e la sicurezza dei caschi da MTB, come la chiusura 360° e il MIPS, li unisce e li migliora esponenzialmente in una soluzione geniale che sembra venire direttamente dal futuro. Questo sistema mi ha letteralmente entusiasmato e ritengo che, previa licenza del brevetto, possa anzi debba diventare il riferimento per i caschi di alta gamma per tutte le discipline off road.
Modelli disponibili
Al momento il sistema Flex Spherical MIPS è disponibile esclusivamente sugli ultimi modelli di caschi di Bell e Giro, sia road che mountain. Per il settore MTB i modelli disponibili sono tre:
Bell Super Air R: €299
Bell Super DH: €299
Giro Manifest: €270
MIPS
Bell e Giro / distribuiti in Italia da Bonin
Mi auguro che una maggiore diffusione consenta di disporre di questa innovazione anche su caschi di fascia media.
Se è vero che quando si spende per proteggere la testa si tratta di soldi ben spesi, è però vero che non sono molti quelli pronti a spendere certe cifre per un casco.
poi... mi pare che di incidenti in bici ce ne siano anche troppi... e lascia perdere la mtb