[Test] Focus SAM 3.0 Factory

Autore: Francesco Mazza

Focus Bikes è un’azienda tedesca fortemente presente nel mondo race della bici da corsa e del Cross Country, con due squadre di altissimo livello che si distinguono a livello mondiale per risultati e prestazioni. Il team AG2R La Mondiale è la seconda squadra nel ranking mondiale UCI di ciclismo su strada del 2014, mentre il Focus XC Team è composto da top rider che occupano spesso le prime posizioni nelle gare mondiali e internazionali. Ma il target di Focus nell’off road non si ferma solo al Cross Country, dove lo sviluppo dei prodotti ha raggiunto livelli elevati. Il marchio tedesco ha in catalogo anche un mezzo da Enduro, la Focus SAM, che con i suoi 4 differenti allestimenti rappresenta la scelta più discesistica dell’intera gamma.



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Abbiamo messo alla prova una Focus SAM nella versione 3.0 Factory, che riteniamo sia uno degli allestimenti più interessanti della gamma per quanto riguarda il rapporto tra qualità e prezzo. Il test si è svolto tra i percorsi dell’alta Valle Ossola e i trail di Finale Outdoor Resort. Ringraziamo il servizio shuttle Ride on Noli e il bike hotel Deutsche Familien per la gradita ospitalità durante i giorni di test a Finale Ligure.

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Analisi statica

La Focus SAM ha un telaio dalle forme semplici e lineari, piuttosto eleganti e al contempo aggressive, con il top tube vistosamente slooped e il fodero alto che ne prosegue parallelamente la linea, così come per la posizione dell’ammortizzatore. Tubazioni tondeggianti in alluminio dalle dimensioni generose, in pieno stile teutonico. La colorazione della versione 3.0 Factory che abbiamo ricevuto per il test è particolare, estremamente neutra ma a suo modo appariscente. Molte delle persone che abbiamo incontrato durante i test ci hanno fermato per chiederci se, vista la colorazione, si trattasse di un prototipo o di una versione definitiva. Quindi nella sua semplicità assolutamente minimalista, la livrea ha attirato l’attenzione di molti biker, a conferma della massima del designer tedesco Van Der Rohe, per il quale “less is more”.

La sospensione posteriore mette a disposizione 160mm di escursione gestiti da un sistema Single Pivot indiretto, quindi con un sistema di link che si occupa di comprimere l’ammortizzatore.  Un lungo puntone, che rappresenta i foderi alti, spinge una biella che a sua volta aziona l’ammortizzatore. Tutti gli snodi ruotano su cuscinetti a sfera sigillati per garantire rigidezza e longevità.

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Il funzionamento del cinematismo è gestito da un ammortizzatore Rock Shox Monarch RL High Volume, che svolge molto bene il suo lavoro. Tuttavia considerando la destinazione d’uso della Focus SAM e considerando inoltre il rapporto di compressione piuttosto lineare, probabilmente un ammortizzatore con maggiore volume di olio e con più opportunità di regolazioni avrebbe calzato a pennello. Restando in casa Rock Shox, per esempio, un Monarch Plus RC3 Debonair, proprio per il sistema Debonair stesso, avrebbe aiutato a settare in modo più accurato la curva di compressione del cinematismo.

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Anche la forcella è di casa Rock Shox: una Pike RC Solo Air da 160mm di escursione in colorazione dedicata identica al telaio, con due bande di colore arancio fluo applicate ai due lati del monolite rivolti verso la ruota, per un “vedo non vedo” di colore che richiama altri particolari come le manopole, le decals dei cerchi e un dettaglio della sella.

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La trasmissione è formata da un mix di componenti SRAM: guarnitura S1000 con corona X-Sync da 32 denti, cassetta X1 10-42, cambio X01 e comando trigger X1. Il carro è protetto da un batticatena dedicato.

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Le ruote sono Concept EX Tubeless Ready. Non brillano per rigidezza e neppure per scorrevolezza, ma sono ruote complessivamente valide e affidabili. All’anteriore montano un copertone Continental Trail King da 2.4 in versione Performance, mentre al posteriore troviamo un Continental Mountain King II sempre da 2.4 e in versione Performance. Le coperture sono montate con camere d’aria e dato che come carcassa non si sono rivelate particolarmente robuste, dopo un paio di forature abbiamo scelto di tenere pressioni piuttosto alte per evitare nuovi inconvenienti. Nonostante le pressioni elevate il comfort è rimasto molto soddisfacente, con un buono smorzamento del rimbalzo, mentre il comportamento del battistrada è risultato polivalente su diversi tipi di terreno, dal secco all’umido fangoso.

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La Focus SAM 3.0 Factory monta freni Magura MT5 con rotore da 200mm all’anteriore e 180mm al posteriore. Il pompante con serbatoio generoso e la pinza a quattro pistoncini assicurano una potenza davvero elevata e inesauribile anche durante le discese lunghe e impegnative. A differenza della potenza, la modulabilità è invece migliorabile. Nonostante i freni a 4 pistoncini siano generalmente più modulabili, questi MT5 risultano leggermente spugnosi sul punto di contatto iniziale, per poi sprigionare immediatamente dopo tutta la loro potenza. Questo spesso porta a bloccare involontariamente le ruote, quindi occorre prendere un po’ la mano per trovare la giusta sensibilità.

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La pinza del MT5 posteriore è fissata al carro tramite il supporto Post Mount diretto da 180mm integrato sul braccio principale della sospensione. La sua posizione particolare, posta molto in basso e in avanti rispetto all’asse del mozzo, sembra essere una soluzione prevalentemente dettata dalla conformazione del cinematismo, tuttavia non risulta essere molto efficace in termini di indipendenza della sospensione durante la frenata, difatti agendo sui freni la sospensione si irrigidisce in modo percepibile.

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Il manubrio è un Concept EX low rise da 760mm di larghezza, accoppiato a un attacco da 60mm, sempre prodotto da Concept EX. Rispetto al montaggio di serie abbiamo scelto di spostare due spessori al di sopra dell’attacco manubrio per abbassarne l’altezza da terra.

Come in altre occasioni, abbiamo dovuto rivoluzionare la disposizione dei componenti sul manubrio per renderli più pratici e accessibili rispetto alla configurazione di serie. Innanzitutto abbiamo invertito la posizione delle manopole, anch’esse Concept EX, che originariamente erano montate con i lock on all’esterno, quindi ai margini del manubrio. In seguito abbiamo allontanato dalle manopole, verso il centro del manubrio, i pompanti dei freni, per posizionare le lunghe leve dei Magura MT5 in modo che si potessero utilizzare con il dito indice.

Abbiamo avvicinato al lock on della manopola il comando remoto del reggisella telescopico Rock Shox Reverb Stealth da 125mm di escursione, che inizialmente era posizionato oltre il collarino del pompante del freno sinistro. Come spesso facciamo notare nei nostri test, considerando l’allestimento con monocorona che non prevede il trigger sinistro per il deragliatore, la scelta da noi ritenuta migliore in termini di praticità e di sicurezza durante la guida, sarebbe quella di utilizzare la versione del comando remoto a sinistra, sotto al manubrio.

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Qualche problema invece è sorto con il collarino ShiftMix dei freni Magura, studiato per integrare l’alloggiamento del comando cambio SRAM con il collarino del freno stesso, ovvero la versione di Magura degli originali MixMaster di SRAM. Rispettando il posizionamento della leva del freno in modo che la si possa azionare con l’indice, lo ShiftMix colloca il comando troppo distante dalla manopola, obbligando il rider a lasciare la presa sulla manopola per azionale le leve del trigger. Una soluzione al problema sarebbe quella di montare il collarino standard per il comando cambio, separato da quello del freno, oppure di richiedere il collarino che Magura prevede per il lato sinistro sulle bici dotate di comando del deragliatore, dato che, montandolo a destra, riposizionerebbe il comando cambio alla distanza ottimale, ovvero a portata di pollice. Quest’ultima soluzione è stata adottata per esempio nel recente test della Cube Elite C68 SL 29.

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Il passaggio di tubazioni e guaine è integrato all’interno del triangolo anteriore del telaio, con un ingresso dedicato sul lato sinistro del tubo di sterzo, grazie a una porta in materiale plastico nella quale sono ricavate le sedi di ciascuna tubazione. La predisposizione è per 4 cavi, qualora si scegliesse di montare il deragliatore anteriore.

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Le tubazioni fuoriescono da un’asola ben protetta all’interno di una nicchia, in prossimità della giunzione tra il tubo obliquo e la scatola del movimento centrale. Qui purtroppo la guaina del cambio e il tubo del freno posteriore, a causa del movimento della sospensione posteriore, hanno solcato in breve tempo sia la vernice che l’alluminio del telaio, rendendo evidente la necessità di una protezione che copra la zona di telaio soggetta allo sfregamento. Inoltre abbiamo ammaccato in modo piuttosto serio la tubazione idraulica del freno posteriore, presumibilmente a causa del colpo di un sasso.

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Geometrie

geometrie focus sam

Salita

La Focus SAM, come molte sue concorrenti, rientra nel genere delle Enduro aggressive che si trovano a proprio agio anche in bike park. Quindi come concetto di bici, considerando geometrie, allestimento ed escursioni, le performance in salita vanno relativizzate alla destinazione d’uso. Partendo da questo criterio, possiamo dire che la SAM affronta le salite con buona disinvoltura, anche durante escursioni piuttosto lunghe. Sulle lunghe salite scorrevoli, siano esse su strade asfaltate o su carrarecce, la posizione in sella è sufficientemente confortevole, anche grazie all’attacco manubrio da 60mm, e consente di pedalare a lungo senza patire eccessivamente le geometrie prevalentemente votate alla discesa.

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Le gomme di sezione generosa e i mozzi non particolarmente scorrevoli incidono sullo sforzo in salita. L’ammortizzatore in posizione aperta lascia la sospensione libera di oscillare sotto l’influsso della pedalata, per cui è necessario utilizzare la posizione lock per ottimizzare il rendimento in salita, che non blocca completamente la sospensione ma la stabilizza adeguatamente. Questo consente di trovare un ottimo compromesso anche nei tratti di salita tecnica e sconnessa, dove il baricentro molto basso e il carro discretamente lungo creano le condizioni di stabilità e maneggevolezza per salire in agilità. La posizione lock inoltre, stabilizzando l’ammortizzatore, lo fa lavorare nella prima parte di escursione ed evita quindi che l’eccessivo affondamento alteri le geometrie e l’assetto della bici in salita. In posizione open infatti il movimento centrale risulta piuttosto basso e nelle salite con fondo sconnesso non è raro pestare i pedali a terra, mentre l’angolo di sterzo resta molto disteso, limitando l’agilità nei tratti ripidi e tortuosi. In posizione lock questi problemi sono scongiurati.

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Discesa

Arrivati in cima al trail, quando si puntano le ruote a valle, la Focus SAM tira fuori il meglio di sé. Le geometrie equilibrate e piuttosto aggressive rendono questa Enduro tedesca molto agile nei cambi di direzione e precisa in curva, dove per altro si apprezza una notevole stabilità. Il carro piuttosto lungo non penalizza l’agilità ma piuttosto compensa la stabilità che a volte viene a mancare a causa di una sospensione che in alcuni frangenti risulta un po’ nervosa.

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L’ammortizzatore ha iniziato a slegarsi e a lavorare bene dopo un rodaggio di qualche discesa, alchè la sospensione della SAM ha guadagnato in fluidità, diventando molto plush lungo tutta la sua escursione. Il punto di infulcro del forcellone, basso e piuttosto arretrato, è causa di un leggero effetto hang up, che rallenta la bici sugli ostacoli sporgenti e mette moderatamente in difficoltà la sospensione sugli impatti in rapida successione. Nei grossi urti e in atterraggio da salti e drop il cinematismo lavora invece molto bene, a patto che gli atterraggi siano sufficientemente pendenti, dato che il rapporto di compressione in queste situazioni non è in grado di contrastare i fondocorsa.

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Come anticipato durante l’analisi statica, a riguardo dei freni, la sospensione della Focus SAM tende a irrigidirsi quando si frena, portando la ruota posteriore a saltellare nelle staccate. In questo frangente l’abbondante potenza e la scarsa modulabilità dei freni Magura non aiutano a gestire la frenata, per cui spesso si blocca involontariamente la ruota, perdendo grip.

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Conclusioni

La Focus SAM si è dimostrata una bici aggressiva e divertente, assolutamente agile e capace di sostenere ritmi molto veloci in discesa. A fronte di una sospensione valida ma perfettibile, offre delle geometrie moderne, efficaci e piacevoli, con un’allestimento, nel caso della 3.0 Factory in prova, che tiene conto sia delle prestazioni che del portafogli del cliente.

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Allestimenti e prezzi

SAM 1.0 Trail Team €6.499
SAM 2.0 €4.399
SAM 3.0 Factory €3.899
SAM 4.0 €2.899

Il peso della Focus SAM 3.0 da noi verificato è di 13,3kg.

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