[Test] Forbidden Druid V2: l’evoluzione dell’High Pivot

La Forbidden Druid V2 è la trail bike di questo marchio canadese di cui non abbiamo mai parlato a fondo qui nel mag, fino ad oggi. 130mm di escursione al posteriore, 150mm all’anteriore, telaio full carbon e ruote da 29 pollici, ma con la possibilità di sceglierla in configurazione mullet. Ci sono due particolarità che la rendono speciale, di cui una salta subito all’occhio: il rinvio catena, o high pivot che dir si voglia. Una soluzione scelta per ovviare al tiro catena dato dal sistema di sospensione Trifecta, un quadrilatero rovesciato, pensato per dare alla ruota posteriore una traettoria che va inizialmente indietro.

Questa cinematica permette alla ruota di superare gli ostacoli “assecondandoli”, cioé copiandoli meglio proprio grazie alla traettoria iniziale. È lo stesso concetto che abbiamo trovato sulla nuova Trek Slash, solo che questa è una bici da trail. Sulla Druid manca il rinvio catena sotto la corona anteriore, visto che SRAM, con la sua nuova trasmissione Eagle AXS T-Type, ha risolto il problema della tensione catena grazie ad un deragliatore che la tende molto bene senza bisogno di rinvii o tendicatena.

La seconda particolarità riguarda la geometria.

Geometria Forbidden Druid V2

Angolo sterzo di 65°, angolo sella di 77° in taglia S3, cioé quella del test (io sono alto 179cm e ho una distanza sella-movimento centrale di 74cm), reach di 480mm. Niente di particolare a prima vista, a parte il fatto che i valori cambiano a seconda della taglia per mantenere la bici proporzionata indipendentemente dall’altezza del rider.

Quello che dovrebbe saltare all’occhio è però la lunghezza del carro: ben 452mm in taglia S3. Consideriamo poi che questo valore diventa più grande quando la sospensione lavora, ed ecco che abbiamo una particolarità che, insieme all’High Pivot, rende la Druid V2 unica.

Forbidden Druid V2 in prova

Cominciando dalla salita, vi tolgo subito il dubbio sull’attrito dato dal rinvio catena: oliando bene la catena non si sentono rumori di sfregamenti, né si nota una maggior fatica in fase di pedalata. Quello che rende le salite più lente del solito, per una trail bike da 130mm di escursione posteriore, è il peso di 15.3kg con pedali rilevato sulla nostra bilancia. D’altronde il telaio è piuttosto pesante, visto che è stato costruito per essere molto robusto.

Ho cambiato le ruote e le gomme che erano montate sulla bici test che il distributore svizzero mi ha mandato, risparmiando ben 930 grammi (ne parlo nel video). Notare che al posteriore ho montato una Continental Kryptotal da enduro che pesa sui 1200 grammi. Il manubrio in alluminio largo 800mm, la sella e la guarnitura sono tutti punti che si potrebbero migliorare in termini di peso.

Grammi a parte, la Forbidden Druid V2 arrampica benissimo proprio grazie al carro lungo. L’anteriore sta piantato al terreno anche sulle rampe più ripide, mentre la sospensione aperta copia molto bene gli ostacoli e ha trazione da vendere. Si sta alti nel travel, il bobbing è irrilevante e la posizione in sella aiuta molto, grazie all’angolo ripido. In soldoni, non bisogna fare molto con il busto o con il baricentro. Basta mettere i watt sui pedali.

In discesa sembra di avere una bici con molta più escursione di 130mm. La sospensione è molto sensibile ai piccoli urti e piuttosto lineare, tranne verso fine corsa dove diventa molto progressiva in modo da evitare i bottom out. Ho usdato il 30% di sag, come da indicazioni. È pazzesco quanto il retrotreno sia tranquillo su ogni tipo di impatto, in particolare quelli in rapida sequenza come rock garden o tappeti di radici. Grazie alla traettoria “retrograda” della ruota si tiene molto bene la velocità e si ha una tranquillità eccezionale sui pedali, leggi zero pedal kickback, cioé il tirocatena dato dalla compressione della sospensione viene di fatto annullato.

Il carro lungo si sente e richiede di adattarsi alla bici lunga. Infatti se da una parte il reach non è particolarmente elevato, dall’altra il passo della Druid è lungo, quindi bisogna mettere il busto ben in avanti per dare direzionalità all’anteriore. Una posizione di guida più aggressiva del solito che però aiuta molto nelle curve e nel lento: infatti non riesco a dirvi che questa bici sia difficile da girare nello stretto. Anzi, probabilmente per la sua lunghezza complessiva, e la relativa stabilità che ne deriva, riesco a fare i nose press molto più facilmente.

Altra manovra che richiede un diverso impegno del rider: il bunny hop. Sempre lui, cioé il carro lungo, impedisce all’anteriore di salire facilmente (vedere la parte riguardante la salita). Se durante i primi giri avevo delle nette difficoltà, col passare del tempo ci ho preso la mano ed ora non ho problemi a bunnyhoppare gli ostacoli. Probabilmente se salgo su una trail bike più corta come la Transition Smuggler adesso mi ribalto.

Insomma, questa è una trail bike solo sulla carta. In realtà è una mini enduro che non sfigura neanche nelle giornate in bike park o di shuttle in stile Finale Ligure. Montandola più o meno leggera si va a trovare l’anima da trail oppure quella discesistica. Non nascondo che sono rimasto affascinato da questa Forbidden Druid, tanto da chiedere un telaio per montarlo in diverse configurazioni. State sintonizzati perché ne vedrete delle belle.

Dettagli Forbidden Druid V2

Le forme del telaio sono piuttosto spigolose e moderne, con l’ammortizzatore posteriore che passa attaverso il tubo piantone. Il passaggio cavi è interno ma non guidato. I cavi rimangono bene al loro posto grazie all’hardware con viti in cui farli passare. Forbidden rinuncia al tanto discusso e odiato passaggio nella serie sterzo.

La regolazione del sag, e il relativo controllo dell’o-ring, non è facile perché lo stelo dell’ammortizzatore è nascosto dal telaio. La levetta del lock out del Fox Float X serve solo sulle lunghe salite asfaltate. Parlando di sospensioni, il montaggio GX del test monta delle Fox Performance Elite, che sono identiche alla linea Factory Kashima, colorazione oro a parte. Ottime.

Oltre al portaborraccia, il telaio ha un attacco per un porta attrezzi sotto il tubo orizzontale. Notare la pulizia del passaggio cavi.

Sotto il tubo piantone troviamo un piccolo scompartimento dove poterci mettere una camera d’aria (lo mostro nel video), oltre alla protezione del tubo obliquo. Il batticatena è molto generoso e tiene la bici silenziosa. Bello il design del tubo sella.

I freni sono degli SRAM Code Silver, potenziati da me e dal distributoree svizzero con delle pastiglie Trickstuff e dai dischi Shimano. Il manubrio Burgtec in alluminio, da 800mm, è troppo rigido e trasmette troppo le vibrazioni provenienti dal terreno, per i miei gusti. Lo cambierei subito con uno in carbonio da 780mm.

Vi pregherei di non far troppo caso alle condizioni della catena: ho dovuto mettere dell’olio da bagnato perché ho girato molto sulla neve e nel fango. Di solito uso la cera ma, dato che devo restituire a breve la bici test, non ho fatto il lavoro di pulizia a fondo della trasmissione necessario. In ogni caso, lubrificata così la catena è molto silenziosa, anche sul rinvio.

Nel video faccio notare come il passaggio della ruota nel carro sia piuttosto risicato con una Continental da 2.4″. Se girate in zone fangose, al posteriore dovrete montare un 2.3″ per evitare di rovinare la vernice del carro.

Prezzi e montaggi sul sito Forbidden.

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